Così i terroristi educano le giovani «martiri»

 
admin
2 febbraio 2008
1 commento

Così i terroristi educano le giovani «martiri»

I siti dell’islam radicale rivolti alle adolescenti propagandano esempi edificanti e la promessa di un Paradiso al femminile

Si chiamano al-hesbah.org, shmoalislam.net, al-faloja.info, sono tre dei siti dedicati al pubblico femminile o alle famiglie dell’Islam radicale dove si educano e crescono le piccole donne bomba. Fanciulle adolescenti da instradare sui sentieri del terrorismo suicida per fornire nuovi kamikaze e ineffabili manovali in gonnella alle future dirigenze del terrorismo integralista.

Secondo i cacciatori di cyber terroristi un terzo degli adescatori attivi su questi siti sono cinici maschietti incaricati di convincere donne e famiglie che il giubbotto esplosivo si sposa bene anche con il reggiseno. Lavorano nell’ombra depositando testamenti e volontà di donne kamikaze destinati a ispirare le nuove leve. Nelle hit delle citazioni c’è l’epopea mortifera di Rim Al Riyashi la 22enne ragazza-bomba di Hamas che il 14 gennaio 2004 uccise quattro israeliani al valico di Eretz. «S’insinuò in profondità tra la folla, il respiro le si accendeva in gola, scintille di morte le risplendevano negli occhi e… Allah Akbar Dio è Grande…. pezzi di ebrei disseminati ovunque, sangue nero sulla terra dei profeti… il suo animo puro che ascende al cielo». A chi obietta di non sapersene che fare delle dozzine di bellissime vergini messe a disposizione degli attentatori maschi viene in soccorso la signora Umm Hamza Al Shahid. Secondo la visionaria signora, il cui soprannome suona come «madre del martire Hamza», in paradiso le anime dei martiri scorazzano in groppa a centinaia di uccellini verdi il cui compito è depositarle sul candelabro sovrastante il trono di Allah garantendo loro l’eterna visione dell’assoluto.

A chi ancora non si convince Umm Hamza racconta che «il primo musulmano ad avere il privilegio del martirio fu una donna chiamata Sumayya bint Khayyat» trapassata dalla spada dell’infedele Abu Jahl e abbandonata nel deserto della Mecca «mentre la sua anima pura ascendeva al cielo». A dispensare altri consigli «alle nostre sorelle su questo forum» contribuisce un tale Sayf Allah (spada di Allah) disseminando i video-testamento delle donne kamikaze. Allo sceicco Abd Al Rahman Al Sahim non servono neppure i filmati. «Oggi – spiega – la mia nazione ha bisogno di donne capaci di assumersi degli oneri, non di donne che sono loro stesse un onere, di donne capaci di sopportare il peso della vittoria e della gloria». Come dire crescete e fatevi esplodere.

(Il Giornale, 2 febbraio 2008)

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Commento

  • #1Bennauro

    Che coincidenza davvero!
    Ho fatto un post oggi proprio su queste aspiranti suicide e le loro invocazioni!
    Da far paura…!

    3 Feb 2008, 00:12 Rispondi|Quota