Buon compleanno Israele. Ed ecco 33 ottime ragioni per venire a vivere qui

 
Alex Zarfati
16 aprile 2013
9 commenti

Buon compleanno Israele. Ed ecco 33 ottime ragioni per venire a vivere qui

google-yom-azmaut-focus-on-israel

L’anno scorso, per il 64 compleanno di Israele ho scritto un racconto breve, quest’anno voglio fare una cosa un po’ più sbarazzina. Ecco una lista di ottime ragioni per vivere, ma anche solo per visitare o volere bene ad Israele. Volevo scriverne almeno 50, ma devo uscire per andare a vedere la parata di fronte al mare 😉

1 Perché l’Italia ce l’ha messa tutta per farmi capire che me ne dovevo andare 🙂

2  Perché mi ero stancato di dire tutti gli anni “l’anno prossimo a Gerusalemme”. Beh, tecnicamente lo posso dire ancora, visto che abito a Tel Aviv…

3 Perché ho sempre segretamente invidiato gli alberi di Natale e qui non gliene fotte niente a nessuno. Nemmeno se decidessi di farlo di nascosto.

4 Perché se attacco la bandiera d’Israele all’auto, o fuori dal giardino, non rischio sputi, lettere anonime o richieste di “appendere per par condicio anche la bandiera palestinese”.

5 Perché la cultura non è un lusso per pochi radical chic che non hanno un cazzo da fare alle 5 del pomeriggio. Qui è tutto un susseguirsi di balletti, mostre, istallazioni, inaugurazioni…

6 Perché sebbene io sia cittadino del mondo, questa è l’unico paese che fa di tutto per farti sentire veramente a casa. E i tassisti ti dicono “bentornato” e ti offrono una corsa gratis per la città (true story). E’ successo solo a me? Beh, con me ha funzionato…

7 Perché gli israeliani hanno ancora il mito dell’Italia! E sono i soli, mi sa…

8 Perché adoro che quando le persone vogliono liberarsi di qualcosa non la buttano nei secchioni, ma la lasciano fuori di casa, in modo chi ha bisogno possa prendere gratuitamente libri, bicchieri, chincaglieria… Si, ma adesso quel divano bucato nel cortile davanti casa mia potete venire a prenderlo, sono 2 mesi che sta lì…

9 Perché altrimenti non avrei mai imparato l’ebraico. Non lo sto imparando nemmeno così? Vabbè….savlanut…

10 Per vivere in un paese dove le mie tasse supportano una scuola competitiva, la Tzahal, le ONG ebraiche, le vittime del terrorismo, ricerca e sviluppo, nuove tecnologie, municipalità che funziona, assistenza ai poveri e ai disoccupati…

11 Perché dare le elemosina e sentirsi dire che sei uno Tsaddiq (un giusto) non ha prezzo. Infatti spesso torno indietro e gli do qualcos’altro.

12 Per vivere nel paese dove non devi spiegare a nessuno perché fai il digiuno o perché ti devi assentare durante certi giorni, o perché ti porti le azzime in ufficio, ecc. In realtà a Tel Aviv me lo chiedono lo stesso, ma questo è un altro discorso…

13 Perché il cibo kasher fa vomitare in ogni parte del mondo tranne qui.

14 Perchè ho un contratto telefonico a 60 euro al mese con chiamate illimitate, sms illimitati, navigazione illimitata. Anche le chiamate internazionali (si, anche ai cellulari). Anche mia moglie (cioè compreso nel prezzo ho 2 schede, con 2 numeri). Roba che ha dell’incredibile.

15 Perché sul mio tubetto di dentificio c’è scritto “Hag Sameah”. E mi lavo i denti scuotendo la testa e ridendo…

16 Perché non c’è microcriminalità. E i razzi che arrivano vengono presi con filosofia, dopotutto.

17 Perché la radio da il buongiorno con “Shema Yisrael.” Io poi cambio subito stazione, ma è il pensiero che conta…

18 Perché non ci sono barriere architettoniche! Ed è pieno di pazzi visionari che costruiscono delle case acciaio e vetro che sono la fine del mondo.

19 Perché l’economia viaggia ad oltre il 4% di incremento. Da non crederci.

20 Perché il cuore degli israeliani si apre di fronte ai bambini, agli anziani e alle persone che hanno bisogno di aiuto. E il fatto che se non rientri in queste categorie siano dei figli di puttana maleducati me lo fa apprezzare ancora di più 😉

21 Le Bamba sono un’ottima ragione (soprattutto quelle a forma di piramide rilasciate prima di pesah per celebrare l’esodo biblico dall’Egitto). E anche l’humus di Abu Hassan.

22 Perché tutti sanno cos’è Viber, Instagram, WhatsApp, Groupon, Dropbox, Vine, Klout, Waze e non devi spiegare niente a nessuno.

23 Perché TUTTO è negoziabile. Se ti incazzi nella maniera giusta.

24 Perché la scuola di mia figlia mi manda in copia mail con i compiti scritti in inglese, mi carica le foto di classe su DropBox, è gemellata con una scuola di Los Angeles e ogni anno onora gli ex alunni caduti nelle guerre a difesa d’Israele

25 Perché il sistema medico è uno spettacolo. E i dottori sembrano degli sfigati ma hanno una marcia in più. E se ti seve una copia di una TAC non ti fanno aspettare un mese dopo che hai firmato 200 moduli, ma ti dicono: “ok dammi una mail, te la mando subito”.

26 Perché venire da una città come Roma e poi guidare nel traffico qui, ti fa sentire Ayrton Senna. E quando dici parolacce atroci in italiano, nessuno ti capisce.

27 Perché quando incontro le persone penso sempre “ammazza che sfigato questo” e poi scopro che è un figlio di un reduce di un reparto inglese paracadutato dietro le linee nemiche durante la guerra per sabotare le infrastrutture tedesche (true story), o un ex-pilota dell’aviazione che ha fatto 3 guerre e ha abbattuto decine di aerei senza nemmeno una perdita. E io mi sento un coglione che al massimo ho tirato le miccette appresso ai gatti sotto casa mia.

28 Perché il BBQ è uno sport da uomini! Kg di carne rossa, kebab, spiedini, entrecote… Anche se non capiscono che senza fiumi di vino rosso si perdono una gran cosa.

29 Perché quando riesci ad avere una bici sperimentale a 3 ruote alimentata ad idrogeno che guida da sola c’è sempre qualcuno che ti guarda da una panchina e ti fa: “è uscito il modello nuovo”.

30 Perché le distanze sono minuscole. Ed è tutto a portata di mano, dalla neve sull’Hermon, al deserto del Negev con 2 ore vai dappertutto. Infatti davvero non capisco come possa avere successo l’attrazione “Israele in miniatura”.

31 Il melting pot. Non c’è nessun altro paese al mondo dove i giovani hanno un background così vario e provengono da razze, culture e lingue completamente diverse fra loro. Si sentono fratelli e sorelle di un paese in cui tutti hanno uguali opportunità.

32 Perché non devi necessariamente essere un avvocato, un medico od un commercialista per essere un membro influente della comunità ebraica. 🙂

33 Perché trovo irresistibili i bagnini che stanno sopra le casette di legno come in California e con voce rude avvisano i bambini di non allontanarsi dalla riva. In russo.

Sento gli aerei nel cielo! Vado…

Buon compleanno, Israele.

Articoli Correlati
70 buone ragioni per celebrare (e amare) lo Stato di Israele

70 buone ragioni per celebrare (e amare) lo Stato di Israele

70 buone ragioni per celebrare (e amare) lo Stato di Israele A settant’anni dalla nascita del Paese che ha dato una patria al popolo ebraico, l’intellettuale francese di Bernard-Henry Lévy […]

L’Olanda taglia la pensione ai sopravvissuti alla Shoah che vanno a vivere in Giudea e Samaria

L’Olanda taglia la pensione ai sopravvissuti alla Shoah che vanno a vivere in Giudea e Samaria

Prove generali di antisemitismo in Europa Una sopravvissuta alla Shoah va a vivere in Cisgiordania e l’Olanda le comunica che le taglia la pensione del 35%, perché quelli sono “territori […]

67 innovazioni per i tuoi 67 anni. Buon compleanno Israele!

67 innovazioni per i tuoi 67 anni. Buon compleanno Israele!

67 innovazioni per i tuoi 67 anni. Buon compleanno Israele! Oggi Israele compie 67 anni! Yom Ha Hatzmaut è la festa dell’indipendenza dello Stato di Israele che cade il 5 […]

Yom Ha Atzmaut: Buon compleanno Israele!!!

Yom Ha Atzmaut: Buon compleanno Israele!!!

Yom Ha Atzmaut: Buon compleanno Israele!!! Nella notte fra il 5 e il 6 di Iyar del 5708, allo scadere del mandato britannico, veniva proclamata la nascita dello stato di […]

Le ragioni del terrorismo in Libano e Israele: chi c’è dietro il doppio attacco

Le ragioni del terrorismo in Libano e Israele: chi c’è dietro il doppio attacco

Le ragioni del terrorismo in Libano e Israele Chi c’è dietro il doppio attacco Al Qaeda e Hezbollah sul banco degli imputati WASHINGTON – Un lancio di razzi contro Israele, […]

Lista Commenti
Aggiungi il tuo commento

Fai Login oppure Iscriviti: è gratis e bastano pochi secondi.

Nome*
E-mail**
Sito Web
* richiesto
** richiesta, ma non sarà pubblicata
Commento

  • #1barbara

    Il 33 è una balla: li ho sentiti io con le mie orecchie sul Mar Morto strepitare tutti i momenti bachur! Bachur!

    17 Apr 2013, 02:01 Rispondi|Quota
  • #2Alberto CALO

    E’ tutto vero provare per credere.

    17 Apr 2013, 06:58 Rispondi|Quota
  • #3HS

    34 anche se e’ ovvio: Quando qualcuno ti dice “sporco ebreo” e’ solo perche’ non ti sei lavato!

    17 Apr 2013, 09:43 Rispondi|Quota
  • #5Emanuel Baroz

    Israele: un giovanissimo sessanticinquenne

    Nel festeggiare il 65esimo anniversario della nascita di Israele non si può non essere colpiti dalla incongruenza insita nel combinare un popolo antico di millenni con un compleanno che potrebbe essere quello di un membro della generazione del baby boom.

    In effetti, antico e nuovo coesistono fianco a fianco nello stato ebraico come forse da nessun’altra parte al mondo. A differenza della Grecia moderna, ad esempio, in Israele i cittadini conversano nella loro antica lingua, una lingua che sarebbe ancora comprensibile ai profeti ebrei che vissero in questo paese in epoca biblica. Reperti archeologici, che fanno parte integrante del nostro paesaggio, vengono continuamente riportati alla luce offrendo prova costante e tangibile degli antichi legami del popolo ebraico con questo specifico lembo di terra.

    Allo stesso tempo Israele è un paese assolutamente moderno, sovra-rappresentato nel numero di brevetti che produce pro capite, nel numero pro capite di dottorati di ricerca, pubblicazioni scientifiche, società quotate al NASDAQ, aziende start-up. Fu a dir poco profetico Theodor Herzl quando nel 1902 intitolò Altneuland (“Antica terra nuova”) il suo romanzo utopistico che tratteggiava la realizzazione dell’emancipazione nazionale ebraica.

    La tensione, e fecondazione reciproca, fra antico e moderno non è l’unico paradosso dello Stato ebraico. Gli ebrei che si sono stabiliti nella patria storica, per la prima volta dopo quasi duemila anni di esilio hanno preso nelle loro mani il controllo del proprio destino e, grazie al loro vigore politico e militare, sono “tornati alla storia”.

    Tuttavia, nonostante il loro enorme successo nel conseguire gli obiettivi della costruzione dello Stato, i sionisti non hanno posto fine ad un antisemitismo che sembra intramontabile. Evidentemente la condizione “anomala” degli ebrei, “deboli” e “senza Stato”, non era la causa dell’ostilità contro di loro più di quanto la loro recente condizione di “potenti” e “occupanti” non lo sia del “nuovo” antisemitismo. Vi è anzi chi si spinge a sostenere che semmai il sionismo ha reso la condizione degli ebrei ancora più precaria. Gli israeliani, più degli ebrei della Diaspora, sono oggi direttamente minacciati da un’apocalisse nucleare se l’Iran dovesse riuscire a mettere le mani sulla Bomba. E i cambiamenti repentini che spazzano la regione, oggi eufemisticamente chiamati “primavera araba”, potrebbero facilmente produrre un ambiente geopolitico ancora più pericoloso per Israele.

    Eppure lo Stato ebraico è anche un baluardo contro la più grande minaccia per l’ebraismo della Diaspora in tempi di pace: l’assimilazione (la perdita della propria identità culturale per omologarsi a quella dominante). Lo scorso novembre, per la prima volta la popolazione ebraica in Israele ha superato la soglia simbolica dei sei milioni. Al contrario, la popolazione ebraica nella Diaspora è in costante diminuzione. Non è lontano il giorno – entro due decenni, dicono gli esperti – in cui la maggioranza degli ebrei del mondo vivrà in Israele.

    La maggior parte degli israeliani è anche consapevole della minaccia demografica alla democrazia rappresentata dal rimanere in tutta la Cisgiordania, e pertanto è favorevole alla creazione di uno Stato arabo-palestinese a patto che questa entità senza precedenti nella storia non li minacci militarmente, non chieda loro di ritirarsi esattamente sulle vulnerabili linee pre-’67, e non pretenda di inondarli con un’invasione di “profughi” palestinesi.

    Benché Israele venga regolarmente accusato di una presunta intolleranza perché osa definirsi ebraico, ben poche società sono altrettanto differenziate e variegate. Lo Stato ebraico non solo ha assorbito ebrei dai quattro angoli della Terra, ma è anche impegnato a tutelare i diritti fondamentali della sua importante minoranza di non ebrei. Drusi e beduini e altri non ebrei combattono a fianco dei loro concittadini ebrei nelle Forze di Difesa israeliane per proteggere Israele e, come si è visto ancora una volta lunedì scorso nella Giornata dei Caduti, talvolta anche a costo della vita.

    Israele a 65 anni rimane un paese di paradossi e contraddizioni che si sforza di fondere nuovo e antico, particolarismo e universalismo, dinamismo e vulnerabilità. Israele a 65 anni non ha risolto la condizione ebraica e ha anzi generato una serie di nuove sfide. Ma i suoi successi sono da capogiro, se si considera che sono stati conseguiti mentre era costretto a combattere guerre convenzionali e non convenzionali, mentre accoglieva un’enorme numero di immigrati e mentre garantiva diritti i democratici fondamentali a ogni cittadino senza distinzione di etnia, ideologia o religione, compresi quelli che si opponevano apertamente all’esistenza stessa di Israele come Stato ebraico.

    Non male, per un paese che ha l’età di un baby boomer.

    (Da: Jerusalem Post, 14.4.13)

    http://www.israele.net/articolo,3712.htm

    18 Apr 2013, 12:46 Rispondi|Quota
  • #6Paolo

    Ho sempre avuto il desiderio di vedere israele, e sinceramente penso da sempre che sia un posto stupendo dove vivere. e prima o poi lo farò!

    27 Giu 2013, 15:33 Rispondi|Quota
  • #7Noè

    Bellissima lista ! Anchio non vedo l’ora di ritornare nel mio paese…non ne posso più dell’italia e dei suoi problemi. Israele aspettami!

    30 Lug 2013, 09:40 Rispondi|Quota
  • #8gaetano fasulo

    Io e mia moglie che attualmente viviamo a Roma, appena possibile, andremo a vivere a Manila – mia moglie è filippina ed ha preso la cittadinanza italiana con il matrimonio … -; ho saputo che Manila è gemellata con la cittadina israeliana di Haifa… bellissima Israele; ci sono stato già 4 volte e, se possibile tornerò a visitarla …. Meno di tre ore di volo da Roma, poco più di dodici da Manila … ma volendo tutto è possibile ……

    29 Ott 2014, 17:10 Rispondi|Quota
  • #9Piero

    BUON COMPLEANNO ISRAELE,
    vivo nel porto di Sion,vorrei venire a vivere in Israele,grande popolo, sicuramente esistono grandi problemi ma dal di fuori Vi ammiro e vi sono molto vicino.
    La pazienza e’ la virtu’ dei Forti.
    Ciao

    10 Giu 2017, 10:04 Rispondi|Quota