Hezbollah terrorista? Si, ma solo l’ “ala armata”….

 
Emanuel Baroz
22 luglio 2013
8 commenti

L’incapacità dell’Unione Europea di attuare una politica estera credibile si evidenzia ancora una volta: il probabile voto che porrà tra la lista dei gruppi terroristi solamente la cosiddetta “ala armata” di Hezbollah mentre salvaguarderà i rapporti con le sezioni “politiche” e “sociali” del gruppo terrorista libanese finanziato ed appoggiato da anni da Siria e Iran, non è altro che l’ennesimo episodio di inutile equilibrismo politico da parte degli esponenti della UE, che si dimostrano incapaci di prendere qualsiasi decisione volta a dare un segnale reale contro il terrorismo internazionale di matrice islamica, come sottolinea bene il seguente articolo che vi proponiamo. Buona lettura. 

Spari nel buio contro Hezbollah armati

di Marco Zatterin

unione-europea-hezbollah-terrorista-focus-on-israelCon ogni probabilità i ministri degli esteri dell’Unione europea decideranno di mettere l’ala armata degli Hezbollah nella lista nera in cui finiscono i terroristi e tutto il peggio del mondo internazionale. Allo stesso tempo, diffonderanno una dichiarazione in cui affermano che il dialogo politico con l’ala non armata continua, così come gli aiuti alla popolazioni e i programmi di sostegno allo sviluppo. Non tutti gli stati sono convinti. Britannici, francesi e tedeschi sembrano avere pochi dubbi. Altri, fra cui Italia e Spagna, pensano che sia solo un rischioso messaggio politico, mezzo vuoto, oltretutto.

Il problema è molto semplice. Come si finisce sulla lista nera? Non esistendo un movimento Hezbollah armato ufficiale, spiega una fonte europea, non è una decisione automatica. Si potranno negare i visti e congelare i beni a coloro che verranno indicati come terroristi, o quelli di cui sarà provato il comportamento criminale. Ma a loro, si fa notare, i diritti internazionali sarebbero stati negati comunque. E allora? “Un forte segnale politico”, spiegano gli inglesi. Ci sono possibilità di spezzare il fronte, aggiunge un’altra voce. In realtà potrebbe non succedere nulla o, peggio, si potrebbero avere conseguenze per l’Unifil, la missione Onu in Libano. Dove, guarda caso, gli Italiani sono i più numerosi, gli spagnoli sono tanti, e i britannici non ci sono.

Il ministro degli Esteri Bonino ha negato venerdì la possibilità di un’intesa a livello di rappresentanti permanenti. Vuole giustamente un dibattito politico fra ministri e oggi l’avrà. E’ un modo anche per far capire da che parte stiamo. Poi, è immaginabile, che dirà “si” al compromesso, sperando che tutto vada per il meglio. Con la consapevolezza, probabile, che l’ambizione di una vera politica estera comunitaria è ancora lontano dall’essere realizzata.

(Fonte: La Stampa, 22 Luglio 2013, Prima pagina)

Nella foto in alto: una manifestazione “politica” di Hezbollah

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  • #1Emanuel Baroz

    Lunedì a Bruxelles

    Tutta la gran fuffa che l’Unione europea sta per annunciare su Hezbollah

    Sarà inserita nella lista del terrorismo soltanto “l’ala militare”, che non esiste. In pratica: “Nessun effetto concreto”

    Bruxelles. L’Unione europea vuole poter dire di aver inserito Hezbollah nella lista nera delle organizzazioni terroristiche, senza dover spingersi fino a bollare Hezbollah come organizzazione terroristica. E’ questo, in sostanza, il compromesso molto bruxellese che si delinea in vista della riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue di lunedì. “Ci stiamo muovendo verso l’inserimento dell’ala militare di Hezbollah nella lista nera, ma non di Hezbollah in quanto tale”, ha spiegato ieri un alto responsabile europeo: “Questa decisione non porterà alla sospensione del dialogo con tutte le forze politiche libanesi e dell’assistenza finanziaria e umanitaria che fornisce l’Ue”. Inoltre, ci vorrà “molto più tempo per adottare il regolamento” sulle sanzioni: divieto di ingresso sul territorio europeo e congelamento degli asset finanziari. Solo alcuni individui “legati agli attacchi terroristici perpetrati in Bulgaria e Cipro” saranno presi di mira, ha aggiunto l’alto responsabile: non c’è alcun altro “legame”, nemmeno con la Siria, dove i combattenti di Hezbollah fiancheggiano il regime di Bashar el Assad.

    Jonathan Stevenson, ex direttore per gli affari politico-militari in medio oriente del National Security Council di Obama, ha scritto sul New York Times che per “cacciare Assad” occorre “fare pressione su Hezbollah”, convincendo la milizia sciita che i suoi interessi saranno preservati. Lo stesso governo di Beirut ha chiesto all’Ue di rinunciare, perché Hezbollah è “parte essenziale della società libanese”. L’annuncio di lunedì dell’Ue sarà “più un segnale politico che una misura con effetti concreti”, spiega al Foglio un ambasciatore di un grande paese. “Non esiste un’ala militare di Hezbollah che ha depositato il suo statuto al tribunale di Beirut” ed è praticamente impossibile distinguere tra i diversi gruppi interni. Alcuni paesi scettici – compresa l’Italia – frenano, a causa dei rischi per la stabilità politica libanese e il pericolo di rappresaglia contro le truppe europee in Unifil. Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, non ha dato il via libera a una decisione già questa settimana, perché ha voluto portare “la discussione” al livello politico per valutare “l’impatto sulla stabilità della regione”, dice una fonte diplomatica.

    http://www.ilfoglio.it/soloqui/19122

    23 Lug 2013, 11:24 Rispondi|Quota
  • #2barbara

    Strepitoso questo pezzo di Foreign Policy. Notate la sottigliezza dell’argomento addizionale delle esitazioni…

    EU foreign ministers approved adding the military wing of the Lebanese Shiite militant group Hezbollah to the EU terror list on Monday. The EU’s 28 foreign ministers reached the unanimous decision to blacklist the Iranian-backed group, which will mean imposing sanctions that likely include travel restrictions and asset freezes on people and organizations associated with the group. Some EU member states have been hesitant to blacklist Hezbollah saying the move could fuel instability in Lebanon, where the political arm of the group dominated the last cabinet, which resigned in March. Additionally, they argued it would be difficult to distinguish between the military and political wings of Hezbollah when imposing sanctions. However, Britain led a campaign over recent months to sway opponents, and the increased involvement of Hezbollah in the Syrian conflict in addition to evidence it was involved in a 2012 bus bombing in Bulgaria that killed five Israeli tourists and a bus driver convinced opponents to approve the measure. Dutch Foreign Minister Frans Timmermans said, “It is good that the EU has decided to call Hezbollah what it is: a terrorist organization.”

    23 Lug 2013, 22:38 Rispondi|Quota
  • #3Daniel

    Il bluff europeo su Hezbollah

    di Franco Londei

    E’ notizia di poche ore fa: l’Europa inserirà il braccio armato di Hezbollah nella lista nera dei gruppi terroristi. Bene, bravi , bis. E’ cosa buona e giusta inserire il braccio armato di Hezbollah nella lista nera europea. Ma come distinguiamo il braccio armato da quello politico che alla fine controlla proprio il braccio armato?

    Siamo di fronte all’ennesimo compromesso all’europea, o meglio, all’ennesimo compromesso alla Ashton, dove il confine tra braccio armato e braccio politico di Hezbollah è talmente labile che sarà praticamente impossibile distinguerne i dettagli.

    Dicono che bloccheranno i beni del braccio militare di Hezbollah nei 28 Paesi dell’Unione Europea, ma non dicono come faranno a separare i beni e i conti del braccio politico da quello militare. Non lo dicono perché semplicemente è impossibile farlo. Non c’è distinzione tra braccio politico e braccio militare di Hezbollah. Uno è la mente, l’altro il braccio, ma fanno parte di un unico organismo terrorista.

    E allora la decisione europea è solo un grandissimo bluff adatto agli allocchi che ci crederanno. In realtà il flusso di soldi ad Hezbollah non subirà alcun blocco, alcuna limitazione, tanto è vero che gli aiuti umanitari, formulina magica per sostenere gruppi illegali, non verranno affatto bloccati. E non basta. UNIFIL, forza ONU nel sud del Libano, non potrà fare niente per bloccare l’ala militare di Hezbollah così come è successo fino ad ora.

    E allora a cosa serve la decisione della Unione Europea se non a gettare fumo negli occhi degli stolti creduloni?

    La realtà è che Hezbollah è un organismo unico, con una unica testa, quella di Hassan Nasrallah, e una unica direzione, quella di Teheran. Il resto è tutto un grandissimo bluff creato a uso e consumo dei media occidentali e degli imperterriti creduloni.
    – See more at: http://www.francolondei.it/il-bluff-europeo-su-hezbollah/#sthash.UaIDxSVd.dpuf

    http://www.francolondei.it/il-bluff-europeo-su-hezbollah/

    24 Lug 2013, 16:04 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    Un vile distinguo

    di Francesco Lucrezi

    La decisione dell’Unione Europea di boicottare attività e istituzioni israeliane situate al di là della cd. “linea verde” si rivela l’ennesimo cieco e vile attacco non solo contro lo Stato ebraico, ma anche – che è poi la stessa cosa – contro ogni flebile, ipotetica, lontanissima speranza di una soluzione negoziata al conflitto. Essa non trova alcuna plausibile giustificazione, sul piano giuridico, politico e morale, al di là dell’antica passione della vecchia Europa per il suo sport preferito, colpire gli ebrei.

    Sul piano giuridico, la risoluzione sulla presunta illegittimità della presenza ebraica al di là di tale limite ignora completamente il macroscopico dato di fatto che la tanto invocata soluzione dei “due popoli due stati” – già delineata, durante il Mandato britannico, nel 1937, dalla cd. Commissione Peel, e poi ufficialmente sancita dalla Risoluzione delle Nazioni Unite del 1947 – è stata sempre disattesa dal rifiuto arabo, la cui guerra di aggressione del 1948 ha portato alla definizione di una fragile e precaria linea armistiziale, assolutamente non riconosciuta dagli arabi come legittimo ‘confine’, come ben dimostrano le successive guerre del 1967 e poi del 1973 (per non parlare degli innumerevoli attacchi terroristici). Ora quel presunto confine, imposto dalla guerra voluta dagli arabi, e rifiutato dagli stessi arabi, viene nuovamente imposto (unilateralmente, senza nessuna garanzia, nessuna argomentazione, nessuna trattativa) con la forza del diritto. Credo che si tratti dell’unico caso della storia in cui un Paese deve subire, contemporaneamente, la durezza delle armi e della legge. “Silent leges inter arma”, diceva Cicerone, “tra le armi il diritto tace”. Ma ciò non vale per Israele, perché ‘leges’ e ‘arma’ sono semplicemente due strumenti per colpirlo, si usa quello più a portata di mano. L’Europa si duole della violazione di quel sacro confine: quali sanzioni, quali boicottaggi sono stati presi contro quei Paesi che, per primi, lo hanno calpestato, determinando la situazione attuale?

    Sul piano politico, nel momento in cui, faticosamente, l’America pare riuscita a portare i due contendenti al tavola del negoziato diretto, l’Europa apre con un calcio la porta della stanza dei colloqui, ed entra gridando: “ci sono anch’io!”, per poi correre a baciare e abbracciare l’amatissimo fratello palestinese, riservando all’interlocutore israeliano una smorfia ringhiosa, e al mediatore americano un sorriso di scherno, con l’aria di che pensa “lo so io come si fa”. Non c’è che dire, certo un grande contributo alla causa del negoziato: tutti e tre i partner ne ricaveranno certamente un grande incoraggiamento a fare presto e bene. I palestinesi, qualsiasi cosa gli sarà offerta, penseranno sempre che l’Europa gli avrebbe dato di più, e avrebbero ragione. Gli israeliani saranno ancora più consapevoli delle loro solitudine, e necessariamente più cauti e prudenti nell’abbassare la guardia. Gli americani sempre meno desiderosi di sobbarcarsi un’ingrata fatica, senza il minimo sostegno da parte dei loro alleati.

    Sul piano morale, niente da dire. E’ l’Europa di sempre, la stessa che si prepara a organizzare la prossima Giornata della Memoria, in occasione della quale tanti autorevoli politici, professori, artisti, sacerdoti, diranno, con voce emozionata: “come è potuto accadere, quel che è accaduto, nel cuore dell’Europa?”.

    (Fonte: Notiziario Ucei, 24 luglio 2013)

    26 Lug 2013, 12:37 Rispondi|Quota
    • #5Alan

      @Emanuel Baroz: francamente non pensavo di trovare su Focus articoli dell’Ucei…avevo capito che c’era “concorrenza” tra il vostro sito e quelli a loro collegati (Pagine Ebraiche, Moked, etc.)

      31 Lug 2013, 13:21 Rispondi|Quota
    • #6Emanuel Baroz

      @Alan: Caro Alan, qui noi leggiamo i contenuti degli articoli, e se li riteniamo interessanti li pubblichiamo (sul sito o tra i commenti ai post). Certo, ti confesso che spesso quelli pubblicati sui siti che hai citato ci lasciano a dir poco sconcertati, ma ognuno segue la politica di comunicazione che ritiene più opportuna e valida.

      1 Ago 2013, 12:26 Rispondi|Quota
  • #7Parvus

    Con lo stesso criterio, non sarebbe stato terrorista il regime nazista, ma solo le SS

    30 Lug 2013, 13:41 Rispondi|Quota
  • #8Emanuel Baroz

    “Hezbollah ha un’unica leadership”

    “Tutto il lavoro politico, sociale e della jihad è legato alle decisioni di questa leadership, la stessa leadership che dirige il lavoro

    parlamentare e di governo guida anche le azioni di jihad nella lotta contro Israele.”

    Aprile 2009, in una rara intevista rilasciata al “Los Angeles Times” dal leader numero due all’interno della gerarchia di Hezbollah, il chierico

    Naim Qassem.
    http://articles.latimes.com/2009/apr/13/world/fg-lebanon-hezbollah13
    https://en.wikipedia.org/wiki/Naim_Qassem

    https://www.facebook.com/photo.php?fbid=493746757368357&set=a.387495981326769.85422.386438174765883&type=1

    31 Lug 2013, 11:29 Rispondi|Quota