Istanbul (Turchia): centinaia di manifestanti danno l’assalto al consolato israeliano

 
Emanuel Baroz
18 luglio 2014
5 commenti

Proteste in Turchia

Istanbul, in centinaia assaltano il consolato israeliano

istanbul-assalto-consolato-israele-focus-on-israelIstanbul, 18 Luglio 2014 – La sede della rappresentanza diplomatica israeliana ad Istanbul è stata assaltata da centinaia di manifestanti che hanno provato a fare irruzione ed hanno mandato in frantumi diverse finestre prima dell’intervento della polizia che ha sparato lacrimogeni ed usato i cannoni ad acqua

Centinaia di manifestanti hanno assaltato, nella notte tra giovedì e venerdì, il consolato israeliano ad Istanbul. I manifestanti hanno tentato di entrare nel complesso con bandiere palestinesi ed hanno rotto diverse finestre lanciando sassi prima che la polizia turca, in assetto anti-sommossa, intervenisse con un massiccio lancio di lacrimogeni e con l’aiuto dei cannoni ad acqua per disperdere la folla che, ancora stamane, scandiva slogan come “Palestina libera” ed “Ebrei assassini” di fronte alla rappresentanza diplomatica.

In un’altra città turca, ad Ankara, di fronte ad una diversa sede diplomatica d’Israele a manifestare c’erano anche numerosi esponenti del partito islamico-conservatore al governo nel Paese.

Ed oggi ad Istanbul arriverà il presidente palestinese Mahmoud Abbas per un incontro con il suo omologo Abdullah Gül.

Rainews.it

Thanks to Progetto Dreyfus

Nella foto in alto: la folla inferocita fuori dal consolato israeliano di Istanbul, in Turchia

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  • #1Emanuel Baroz

    Centinaia di manifestanti assaltano consolato di Israele a Istanbul dopo offensiva Gaza

    Centinaia di manifestanti turchi hanno assalito il consolato di Israele a Istanbul nella notte fra giovedì e venerdì, provocando una energica reazione delle forze di sicurezza. I manifestanti, chiamati a raccolta da organizzazioni islamiche per protestare contro l’attacco a Gaza, hanno lanciato pietre, rompendo finestre, poi hanno cercato di invadere il consolato. La polizia, intervenuta in forze, li ha dispersi con lacrimogeni e cannoni ad acqua.

    Israele intende «ridurre» la sua presenza diplomatica in Turchia e ha chiesto alle famiglie del suo personale diplomatico di lasciare il paese. Lo ha detto Yigal Palmor, portavoce del ministero degli Esteri dello Stato ebraico, dopo le violente proteste che ci sono state nella notte di fronte all’ambasciata israeliana ad Ankara e al consolato a Istanbul. «Siamo in contratto con le autorità turche – ha detto Palmor – per un coordinamento di sicurezza. La scorsa notte ci sono stati disordini senza precedenti. Non vediamo – ha proseguito – che le autorità turche stanno facendo sforzi per un coordinamento di sicurezza che metta a posto la situazione». Palmor ha anche criticato il premier turco Recep Tayyip Erdogan per aver accusato Israele di «genocidio» a Gaza e di «terrorismo di stato». I rapporti tra Turchia e Israele hanno cominciato a deteriorarsi a maggio 2010, quando i militari dello Stato ebraico hanno attaccato una nave di attivisti diretta a Gaza, uccidendo nove turchi. Negli ultimi mesi erano in corso contatti per la normalizzazione delle relazioni.

    Questa notte, alla notizia dell’avvio dell’operazione di terra a Gaza, alcuni manifestanti turchi hanno mandato in frantumi con pietre e bastoni le finestre del consolato israeliano a Istanbul e quelli dell’ambasciata ad Ankara. Alla manifestazione nella capitale erano presenti anche alcuni parlamentari del partito di Erdogan. I manifestanti hanno anche issato la bandiera palestinese sulla residenza dell’ambasciatore israeliano ad Ankara.

    http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/istanbul_gaza_manifestanti_consolato_israele_israeliano/notizie/804216.shtml

    21 Lug 2014, 18:25 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Scontri a Istanbul: “Gli ebrei che vivono in Turchia la pagheranno cara!”

    Da due giorni le sedi diplomatiche israeliane della Mezzaluna sono state circondate da migliaia di manifestanti inneggianti slogan alla Palestina libera: un’escalation di tensione ampiamente aiutata anche dalla Ihh, la ong accusata di finanziare Hamas

    di Marta Ottaviani

    L’ombra lunga del conflitto fra Israele e Hamas arriva anche in Turchia. Da due giorni le sedi diplomatiche israeliane della Mezzaluna sono state circondate da migliaia di manifestanti inneggianti slogan ad Hamas e alla Palestina libera, in molti casi augurandosi la distruzione dello Stato ebraico e sostituendo la bandiera di Israele con quella palestinese. Questa mattina a Istanbul il Consolato Generale Israeliano è stato anche oggetto di un tentativo di intrusione da parte di alcuni manifestanti, che hanno lanciato pietre e oggetti contundenti contro l’edificio. Scene da guerriglia urbana secondo il quotidiano turco Haberturk.

    Un’escalation di tensione ampiamente aiutata anche dalla Ihh, la celebre ong, accusata di finanziare proprio Hamas, i cui militanti nel 2010 furono bloccati in acque internazionali dalla marina israeliana mentre si trovavano sulla Mavi Marmara, con la quale stavano cercando di rompere l’embargo e portare viveri sulla Striscia di Gaza, nonostante gli avvertimenti dell’esercito di Gerusalemme. Nello scontro morirono nove cittadini turchi e l’accaduto ha provocato la degenerazione fra i due Paesi, fino a quel momento alleati storici.

    Ieri l’organizzazione ha detto apertamente che la comunità ebraica turca, che vive sul territorio da oltre 500 anni, dovrebbe essere oggetto di rappresaglia. “Gli ebrei che vivono in Turchia la pagheranno cara – ha detto Bulent Yildirim, uno dei dirigenti della Ihh -. Israele si comporta come un bambino viziato, che i turisti israeliani non mettano piede in Turchia. Fra oggi e domani abbiamo in programma nuove manifestazioni”. Oggi pomeriggio in migliaia si ritroveranno davanti alla moschea di Maometto II il Conquistatore a Istanbul, un luogo sempre più carico di significato.

    La comunità ebraica di Istanbul non ha fatto dichiarazioni ufficiali, ma il timore è che la situazione possa degenerare. Fonti che hanno chiesto di rimanere anonime, hanno dichiarato alla stampa locale che da quando il premier turco Recep Tayyip Erdogan, attualmente in corsa verso la presidenza della Repubblica, ha preso il potere, la vita quotidiana per gli ebrei in Turchia è divenuta sempre più difficile. Pochi giorni fa una cantante turca chiamata Yıldız Tilbe, ha postato un tweet con scritto “Che Dio Benedica Hitler”, aggiungendo che la fine di Israele era vicina. Il sindaco di Ankara, Melih Gokcek, già autore in passato di uscite anti israeliane, ha scritto sempre su Twitter di non volere un’ambasciata israeliana nella capitale, ignorando forse il fatto che l’ambasciatore di Gerusalemme manca da Ankara ormai da oltre tre anni.

    E poi c’è lui, il premier Erdogan, che ieri ha gettato benzina sul fuoco, accusando Israele di perpetrare un genocidio, ma dicendo anche che una parte del mondo arabo è felice di quello che sta avvedendo in Palestina. Segno che, nella lotta fra bande all’interno dell’Islam sunnita, la Turchia non ha alcun dubbio su dove posizionarsi. Il premier non è rimasto immune da critiche, non tanto per la violenza del suo messaggio, quanto perché alcuni media di opposizione hanno pubblicato la notizia che suo figlio Burak ha un importante giro di affari proprio con Israele nel settore navale.

    Intanto, in Turchia, l’aria che si respira alla vigilia del voto presidenziale, è di intolleranza e conservatorismo sempre crescenti. Due giorni fa un gruppo di uomini si è avvicinato a una chiesa in un quartiere di Istanbul abitato da siriani e armeni e ha cercato di darle fuoco in modo rudimentale, urlando “La Turchia è musulmana”. Settimana scorsa a Cihangir, uno dei quartieri della movida di Istanbul, un gruppo di giovani è stato assalito da persone vestite con abiti religiosi, perché bevevano alcolici e facevano rumore durante il mese sacro del Ramadan.

    http://www.lastampa.it/2014/07/18/blogs/caffe-mondo/scontri-a-istanbul-gli-ebrei-che-vivono-in-turchia-la-pagheranno-cara-yaKcTKQdBjsOuf9imFDcdP/pagina.html

    21 Lug 2014, 18:26 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    Zurigo : appelli ad uccidere gli ebrei prima di una manifestazione a sostegno di Gaza

    La città di Zurigo ha dato il permesso per una manifestazione di sostegno agli abitanti della Striscia di Gaza, venerdì 18 luglio. Immediatamente incitamenti all’odio e ad uccidere gli ebrei sono dilagati sui social network. La comunità israelita in Svizzera si dice preoccupata.

    “Un buon ebreo è un ebreo morto” o ancora “l’unica medicina contro gli ebrei era Adolf Hitler”, oppure “dobbiamo sterminare gli ebrei”.

    La Federazione svizzera delle comunità israelite lancia l’allarme. “L’odio ha preso una dimensione inedita – commenta il segretario generale Jonathan Kreutner, citando le minacce che parlano di “lapidare ogni sionista nei loro quartieri”. Kreutner auspica che le autorità facciano il necessario per garantire la sicurezza della popolazione ebrea di Zurigo.

    La polizia controlla la situazione. E’ al corrente delle minacce sui social network, spiega il portavoce Adrian Feubli, ricordando che durante la manifestazione non saranno permessi cortei e spostamenti dei manifestanti.

    (Fonte: Ticinolive, 17 Luglio 2014)

    21 Lug 2014, 20:23 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    ZURIGO: ISTIGAZIONE ALL’ODIO PER GLI EBREI PRIMA DI UNA MANIFESTAZIONE PER GAZA

    Per la serie “siamo solo antisionisti”

    Zurigo ha autorizzato una manifestazione di sostegno a Gaza per venerdì sera. Incitazioni all’odio e all’omicidio degli ebrei sono rapidamente apparse sui social network. La Comunità Ebraica è in allarme.

    Il Consiglio Centrale Islamico Svizzero (CCIS) organizza la mobilitazione via SMS, ma i social network pullulano già di messaggi antisemiti.

    “Un ebreo buono è un ebreo morto”
    “La sola medicina contro gli ebrei era Adolf hitler”
    “Dobbiamo sterminare gli ebrei”

    La Federazione Svizzera delle Comunità Ebraiche (FSCI) suona il campanello d’allarme. Secondo il segretario generale Jonathan Kreutner, “L’odio ha assunto una dimensione mai vista prima”, riferendosi tra le altre alle minaccia di “lapidare ogni sionista nel suo quartiere”. “Spero che le autorità faranno il necessario per garantire la sicurezza degli ebrei di Zutigo”, spiega ancora Kreutner.

    La situazione è seguita da vicino dalla Polizia municipale. Il portavoce Adrain Feubli rassicura sul fatto che la Polizia è al corrente delle minacce, e ricorda che la manifestazione è stata autorizzata solo in modalità “stazionaria”, ossia non ha l’autorizzazione di trasformarsi in corteo.

    Da parte di Kreutner, un appello ad applicare la norma anti-razzismo per i commenti antisemiti pubblicati su Facebook, dal momento che sono apparsi in gruppi pubblici. Secondo Alma Wiecken, giurista presso la Commissione Federale contro il Razzismo (CFR), alcuni commenti sono degli appelli espliciti alla violenza e all’odio, o ancora giustificano il genocidio. “Si tratta chiaramente di infrazioni penali alla norma antirazzismo”.

    Sulla pagina Facebook della manifestazione, l’amministratore prende chiaramente le distanze da qualunque forma di violenza, e si augura che la manifestazione si svolgerà pacificamente.

    Fonte Originale: http://mobile2.lematin.ch/articles/29814302

    https://www.facebook.com/ProgettoDreyfus/photos/a.387495981326769.85422.386438174765883/663817400361291/?type=1

    21 Lug 2014, 20:23 Rispondi|Quota
  • #5Emanuel Baroz

    Dalla pagina dei nostri amici di Progetto Dreyfus riportiamo il seguente post:

    Ieri si è svolta a Berlino una manifestazione “per la pace in Palestina”; la folla – composta per lo più da cittadini tedeschi musulmani – ha alzato la voce al grido “Jude Jude feiges Schwein, komm heraus und kämpf allein”, che vuol dire “Ebreo, Ebreo porco infame, vieni fuori e combatti da solo”.

    https://www.youtube.com/watch?v=TbYTUUZLGus

    Grazie a A.V. per la segnalazione.

    https://www.facebook.com/ProgettoDreyfus/posts/663874513688913

    21 Lug 2014, 20:24 Rispondi|Quota