Corte UE ristabilisce la verità: Hamas resta nella “lista nera” delle organizzazioni terroristiche

 
Emanuel Baroz
27 luglio 2017
1 commento

Corte Ue: Hamas resta sulla “lista nera” del terrorismo

Bruxelles, 26 Luglio 2017 – Nella sua sentenza del 2014, il Tribunale dell’Unione europea non avrebbe dovuto annullare il mantenimento di Hamas nell’elenco europeo delle organizzazioni terroristiche.

E’ quanto sancito dalla Corte di giustizia dell’Ue che ha quindi rinviato allo stesso Tribunale la causa intentata dal movimento palestinese al Consiglio Ue che nel 2001 lo aveva inserito nella “lista nera”, con il congelamento dei beni. La Corte ha confermato la cancellazione delle Tigri per la liberazione della patria Tamil dalla lista.

Con la sentenza di oggi, la Corte riafferma la sua giurisprudenza, secondo cui il Consiglio può mantenere una persona o un ente nell’elenco se ritiene che persista il rischio di sua implicazione in attività terroristiche. Dato che la sentenza del Tribunale è annullata, gli atti del Consiglio che mantengono il congelamento dei capitali di Hamas restano quindi in vigore.

La Corte considera invece giustificata la sentenza del Tribunale del 2014 sull’esclusione dall’elenco delle Tigri per la liberazione della patria Tamil. Il Consiglio, secondo i giudici del Lussemburgo, non ha infatti indicato alcun elemento che possa spiegare perché avesse ritenuto che le Tigri, nonostante la sconfitta militare del 2009, intendessero portare avanti nuovi attacchi terroristici nello Sri Lanka.

(Fonte: Swissinfo.ch, 26 Luglio 2017)

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  • #1Emanuel Baroz

    «Hamas uguale terrorismo». Chi lo dice a Grillo e D’ Alema?

    Vogliono la distruzione di Israele. La Corte di giustizia Ue reinserisce il gruppo palestinese nella lista nera. Ma sono una sezione dei Fratelli musulmani; beniamini dei Cinquestelle.

    di Carlo Panella

    Pesante mazzata sul capo del Movimento 5 Stelle da parte della Corte di Giustizia dell’Unione europea che ha ieri ribadito che Hamas è un’ organizzazione terroristica. La Corte ha rinviato la causa al tribunale Ue, che non avrebbe dovuto annullare, come ha fatto nel 2014 (per speciose motivazioni formali), il mantenimento del movimento islamista al potere a Gaza nell’elenco europeo delle organizzazioni terroristiche.

    Con questo alto pronunciamento viene così autorevolmente ridicolizzata, smentita, e resa più che sospetta, la posizione ufficiale dei 5 Stelle, espressa in modo formale dal loro «ministro degli Esteri» Manlio di Stefano, che si rifiuta di considerare Hamas un’organizzazione terroristica con una risibile motivazione: «La storia ci insegna che Hamas nasce come partito e che ha vinto le elezioni. Poi l’isolamento di Gaza ha cambiato le cose. L’isolamento non permette ad Hamas di democratizzarsi».

    Ragionamento simile a quello di Massimo D’Alema, allorché era ministro degli Esteri e tipico della scarsa conoscenza del mondo e della storia dell’ineffabile Di Stefano e del Movimento 5 Stelle tutto che dovrebbe consequenzialmente essere applicato anche ad Adolf Hitler e al suo partito Nsdap che il 5 marzo del 1933 vinse in Germania elezioni ben più libere e democratiche di quelle vinte da Hamas in Palestina il 25 gennaio del 2006.

    Con lo stesso contorto modo di ragionare si dovrebbe poi attribuire all’isolamento internazionale, a cui la Germania nazista fu sottoposta, la ragione della sua mancata democratizzazione.

    Ora però, la sentenza pone Di Stefano e i 5 Stelle, che prediligono le sentenze che fanno loro comodo, di fronte a un’implicazione netta e precisa: Hamas ha scelto come suo unico e solo modo di agire il terrorismo, l’uccisione vile e violenta degli avversari e per questo non è assolutamente passibile di democratizzazione. Il terrorismo non è democratizzabile: questo è un concetto così ovvio, semplice, lineare e inconfutabile che persino Di Stefano lo potrebbe afferrare. Ma pare non voglia.

    Se si riuscisse poi a far proseguire a Di Stefano e ai 5 Stelle un ragionamento un po’ più complesso si dimostrerebbe poi coi fatti, con le date, che Gaza e Hamas ebbero «in regalo» da Ariel Sharon, allora premier di Israele, il controllo pieno e totale di Gaza, da cui furono ritirati nell’agosto del 2005 anche l’ultimo soldato e colono israeliano. Ma Hamas, invece di usare la Striscia per svilupparla economicamente e politicamente ( con tutto il mondo, Ue in testa, pronto a riversarvi miliardi di dollari), distrusse tutte le moderne strutture agricole «regalate» dagli israeliani e la trasformò in bunker e piattaforme per il lancio di missili contro Israele – che uccisero decine di civili – e di azioni terroristiche, a partire dal vile rapimento e orrenda detenzione del caporale israeliano Gilad Shalit. L’isolamento di Gaza – è sotto gli occhi di chi abbia un minimo di buona fede – è conseguenza del terrorismo di Hamas, della sua prassi di uccisione permanente degli israeliani, con tutti i mezzi, non viceversa.

    Ma in realtà questa infatuazione per Hamas ha una ragione non detta e gravissima, esiziale: la convinzione che la patria degli ebrei sia la centrale di un mondo di complotti e cospirazioni, che è poi tesi fondante dello Statuto di Hamas. Ricorda qualcosa?

    (Fonte: Libero, 27 Luglio 2017)

    30 Lug 2017, 18:22 Rispondi|Quota