Libertà di espressione secondo Abu Mazen

 
Emanuel Baroz
12 agosto 2017
2 commenti

La stretta di Abu Mazen sui social network: carcere per chi minaccia “l’unità nazionale”

Il presidente palestinese Abu Mazen ha lanciato un’offensiva senza precedenti contro i social network e ogni forma di dissenso espresso sul Web. Il decreto presidenziale prevede il carcere per chiunque minacci “l’unità nazionale” o “l’equilibrio sociale”. Parole vaghe che secondo i difensori dei diritti umani permettono di reprimere chiunque critichi l’operato dell’Autorità nazionale palestinese e costituiscono “la più significativa” restrizione della libertà di parola sotto il governo dell’erede di Arafat.

Trenta siti chiusi in un mese
L’autorità giudiziaria palestinese però nega che il decreto rappresenti un minaccia alle libertà e insiste che era necessario per colmare lacune legislative che permettevano ai “criminali elettronici”, come gli hacker, di farla franca. Ma per il Palestinian Center for Development and Media Freedoms il decreto ha già permesso al governo di chiudere trenta siti Internet, la maggior parte sostenitori del grande rivale del partito di Abu Mazen, Al-Fatah, cioè Hamas. Alcuni invece sostenevano l’Isis.

Arresti di giornalisti
Cinque giornalisti che lavoravano per siti legati ad Hamas sono stati arrestati la scorsa settimana. Altri quattro sono stati interrogati per aver postato sul Facebook commenti critici nei confronti del governo. Uno di loro, Fai Arouri, collaboratore dell’agenzia cinese Xinhua, è stato accusato di aver scritto post che “portano al disordine nella società”.

(Fonte: Attualità.com, 11 Agosto 2017)

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Commento

  • #1Emanuel Baroz

    Chi opprime chi: Abu Mazen e i permessi medici negati

    http://www.progettodreyfus.com/opprime-abu-mazen-permessi-medici-negati/

    15 Ago 2017, 22:02 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Anp rilascia i giornalisti di Hamas

    Dopo il rilascio, da parte di Hamas, del giornalista Fouad Jarada legato all’Anp

    GAZA – L’Autorità Nazionale Palestinese ha rimesso in libertà sette giornalisti palestinesi vicini ad Hamas arrestati, la settimana scorsa, con l’accusa di avere criticato il governo. Lo rende noto il sindacato palestinese della stampa. I cronisti, cui è stata comminata una multa di 100 diari, circa 1.200 euro, erano stati arrestati il 7 agosto in virtù di una legge voluta a giugno dal presidente Abu Mazen, denominata “legge sui crimini cibernetici” e utilizzata dalle autorità per chiudere una trentina di siti web simpatizzanti di Hamas.

    La liberazione avviene all’indomani del rilascio, da parte del gruppo di Hamas, del giornalista Fouad Jarada legato all’Anp. I giornalisti erano stati arrestati in Cisgiordania con l’accusa di aver rivelato “informazioni sensibili” a gruppi nemici. Tre di essi sono stati liberati poche ore fa, mentre gli altri saranno rilasciati più tardi. Uno di essi lavora per l’emittente “Al Aqsa”, affiliata ad Hamas che controlla la Striscia di Gaza.

    Lo scorso mese di luglio il presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas, ha bloccato i principali siti di dibattito e di notizie in Cisgiordania attraverso un decreto che di fatto consente a Ramallah di mettere in prigione chiunque danneggia l’unità nazionale. Il Centro palestinese per lo sviluppo e la libertà dei media sostiene che nel mese di luglio sono stati chiusi 30 siti web, molti dei quali legati al nemico storico di Abbas, Muhammad Dahlan, ed al movimento palestinese che governa la Striscia di Gaza, Hamas.

    (Fonte: Giornalistitalia, 15 agosto 2017)

    16 Ago 2017, 20:43 Rispondi|Quota