Un Medio Oriente senza ebrei: è questo che vuole Hamas

 
Emanuel Baroz
14 gennaio 2009
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«Vogliono un mondo judenrein»

Giulio Meotti intervista Robert Wistrich, tra i massimi esperti mondiali di antisemitismo

di Giulio Meotti

robert-wistrichIl 18 agosto 1988 Hamas diffuse la propria Carta fondamentale nelle moschee e nelle scuole di tutti i territori di Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. “La nostra battaglia con gli ebrei è molto lunga e pericolosa, chiede la dedizione di tutti noi”, recita il documento. “Il Profeta dichiarò: ‘L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno’”. Passano tredici anni e il fondatore di Hamas, Ahmed Yassin, ribadisce: “Sì, noi uccidiamo anche ebrei innocenti”. Un mese fa Hamam Said, guida suprema della Fratellanza islamica in Giordania, legato ad Hamas, ha proclamato: “Oh nobile Gaza, oh gente di Hebron, voi state combattendo una guerra contro gli ebrei, e lo sapete fare bene. Abbiamo visto come, in un giorno del 1929, avete trucidato gli ebrei. Oggi, trucidateli sulla terra di Hebron, uccideteli in Palestina”.

Robert Wistrich non ha dubbi: “L’islam politico oggi persegue il sogno di un medio oriente ‘judenrein’, senza ebrei”. Metà della famiglia Wistrich non è sopravvissuta all’Olocausto. Oggi lui è uno dei massimi esperti mondiali di antisemitismo, dirige il Vidal Sassoon International Center di Gerusalemme e insegna all’università ebraica. Vent’anni fa, in “Hitler’s Apocalypse”, Wistrich spiegò che l’ayatollah Khomeini aveva rivitalizzato la giudeofobia nazista. Ha fatto parte della commissione di sei storici nominata dal Vaticano per studiare l’operato di Pio XII. E’ stato in cattedra a Cambridge e al London College, ha scritto una biblioteca di testi e a settembre per l’americana Random House usciranno un migliaio di sue pagine sul nuovo antisemitismo.

“Hamas è un totalitarismo islamico”, spiega Wistrich al Foglio. “La sua ideologia è una fusione di estremismo palestinese, islamismo e antisemitismo radicale basato sulla premessa che tutta la Palestina, dalla Giordania al Mediterraneo, è terra islamica. Non c’è possibilità di compromesso con lo stato ebraico, è una forma totalitaria e universale di antisemitismo. Il conflitto è fra ebrei e musulmani, non fra sionisti e palestinesi. E’ una guerra eterna nata in seno alla Fratellanza musulmana. Ma è ancora più radicale. Hamas non ha altro da offrire se non la guerra al popolo ebraico. La sola ragione della loro esistenza non è l’amministrazione di Gaza, è il jihad contro Israele. La loro carta, formulata vent’anni fa, parla di ebrei, non di sionisti, si riferisce al Corano. Combattono gli ebrei in nome di Allah e la ‘hudna’, la tregua con Israele, serve per armarsi meglio contro gli ebrei. Nessun governante arabo può scalfire la devozione a questo programma di sterminio degli ebrei. E la storia delle colonie di Gaza ha dimostrato che nessuna concessione territoriale può fermarli. Il movimento islamico descrive gli ebrei come ‘figli di scimmie e maiali’. La disumanizzazione ideologica anticipa il genocidio. Gli attentati suicidi si sono fermati non perché ha deciso Hamas, ma perché Israele ha costruito un muro di sicurezza. Hamas così ha inventato i missili qassam per terrorizzare gli ebrei”.


L’islamismo non è liquidabile come un “estremismo”, perché secondo Wistrich “minaccia di morte milioni di ebrei in Israele. Minaccia l’Europa, l’America, il mondo intero. E’ un fenomeno suicida e genocida. Ci sono importanti similarità fra Hamas e l’ideologia nazista. Penso alle teorie della cospirazione sulle guerre di cui sarebbero responsabili gli ebrei e alla cospirazione massonica ebraica per sfruttare le risorse energetiche del mondo”. Wistrich ha intervistato il leader di Hamas, Abel al Rantisi, per la Bbc. “Rantisi mi disse che i ‘Protocolli dei savi di Sion’ erano autentici e che se anche non fossero stati veri, ben riflettevano la mentalità ebraica. Per Hamas, gli ebrei sono responsabili della divisione nell’islam. Non usano eufemismi, non parlano di sionisti, ma di ebrei. La diffusione di droga, pornografia, prostituzione e alcol sarebbero mezzi ebraici per corrompere il mondo islamico”.

Veniamo al negazionismo. “Il rovesciamento dell’Olocausto è così profondo nell’islam che anche Abu Mazen ha scritto una tesi di laurea per minimizzare e negare la Shoah. Stanno cercando di dirci: ‘Non esiste giustificazione storica per lo stato ebraico in Medio Oriente e l’argomento con cui gli ebrei hanno convinto l’occidente è una frode, una farsa’. Azzerano ogni argomento morale alla base dello stato degli ebrei. E lo fanno sotto gli occhi dell’occidente. Che accetta il rovesciamento di questo paradigma. L’autodeterminazione ebraica è liquidata come eresia da arabi e nemici di sinistra. Per la prima volta uno stato come l’Iran ha promosso a politica nazionale la negazione dell’Olocausto, un’ideologia ricostruita in medio oriente ed esportata in Europa”. A Milano sono state bruciate due giorni fa le bandiere israeliane.

Wistrich accusa la chiesa cattolica di reticenza. “Ha reagito senza chiarezza morale e coraggio intellettuale. Hamas ha attaccato deliberatamente donne, vecchi e bambini esponendoli all’attacco israeliano e i cristiani sono vittime del fanatismo islamico. La chiesa cattolica però non ha parlato contro questo scempio. Mai una parola o un gesto contro il terrorismo che miete vittime in Israele. Penso anche all’assedio della Natività di Betlemme, il sacrilegio della natività di Gesù. A Gaza Hamas usa le moschee e gli ospedali e le scuole per attaccare Israele. Forse la chiesa ha paura, ma sta di fatto che non ha mai espresso argomenti morali a favore dello stato d’Israele. Dovrebbe esserci un riconoscimento del dovere morale per il cristianesimo a non ripetere gli errori del passato, la mostruosità della Shoah. Pio XII fu ambiguo e oggi la chiesa continua a rimanere in silenzio. Non è cambiato molto. E’ il silenzio che non le fa onore. Perché se le cose non cambiano, ne verrà un disastro anche per l’Europa”.

Un affondo, infine, proprio all’Europa. “Non è ironico che la memoria dell’Olocausto sia così frequentemente evocata da politici, accademici, intellettuali, giornalisti e chierici europei, e allo stesso tempo la critica di Israele abbia acquisito risonanza globale? Quando leggo di distinzioni fra ebrei e Israele, sionismo e giudaismo, mi sento triste. E’ una opinione pubblica intossicata di isteria antisraeliana, spero che il common sense degli europei li spinga a formulare un giudizio indipendente. Gli islamisti vogliono realizzare una ‘soluzione finale’ di quello che chiamano il cancro ebraico-sionista in medio oriente”.

(Fonte: Il Foglio, 13 Gennaio 2009, pag. 4)

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