Le fantasiose analisi dell’esperto militare di Goldstone

 
Emanuel Baroz
16 febbraio 2010
1 commento

Le fantasiose analisi dell’esperto militare di Goldstone

desmond travers focus on israelIn un’intervista al Middle East Monitor, il principale analista militare della Commissione Goldstone, l’ex colonnello dell’esercito irlandese Desmond Travers, ha affermato che Hamas lanciò “solo un paio di razzi” contro Israele nel mese precedente la campagna anti-Hamas delle Forze di Difesa israeliane nella striscia di Gaza (27 dicembre 2008-21 gennaio 2009).

Desmond Travers è uno dei quattro componenti della missione d’indagine delle Nazioni Unite presieduta dall’ex giudice sudafricano Richard Goldstone che il 15 settembre 2009 ha pubblicato il celebre rapporto in cui accusa Israele di aver commesso crimini di guerra prendendo di mira intenzionalmente civili palestinesi.

Mercoledì scorso l’ex ambasciatore israeliano Dore Gold, attualmente a capo del Jerusalem Center for Public Affairs, in una conferenza stampa appositamente convocata ha messo in discussione il contributo di Travers alla stesura del rapporto e alcune sue dichiarazioni ai mass-media. Gold ha definito il lavoro di Travers “non professionale” e “sostanzialmente prevenuto” contro le Forze di Difesa israeliane. Il contributo di Travers, ha detto Gold, “solleva seri interrogativi sull’attendibilità dell’intera analisi militare su cui si fonda il rapporto Goldstone”.

Durante la conferenza stampa Gold ha distribuito copie di una lunga intervista concessa da Travers al Middle East Monitor, nella quale l’esperto della Commissione Goldstone afferma, fra l’altro: “Bisogna tenere a mente che il numero di razzi lanciati su Israele nel mese precedente la loro operazione fu di circa un paio (something like two). I razzi di Hamas non venivano più sparati. Di più, Hamas cercava di far proseguire il cassate il fuoco”.

In realtà, il precario “cessate il fuoco” di sei mesi (durante il quale erano stati lanciati da Gaza su Israele 361 razzi e 363 obici di mortaio) scadeva la sera del 18 dicembre 2008. Hamas, che aveva pubblicamente annunciato l’intenzione di non rinnovare la tregua rifiutandosi di avviare trattative per il mantenimento del periodo di “calma” (come riferirono puntualmente in quei giorni, fra gli altri, il Times e la tv Al-Jazeera), ruppe la tregua in anticipo: come ha ricordato Gold, secondo fonti militari israeliane nei soli giorni 16-18 dicembre vennero lanciati 32 razzi da Gaza su Israele. A partire dal 24 dicembre i lanci di razzi si intensificarono fino ad arrivare a 50 lanci nei giorni immediatamente precedenti la controffensiva israeliana.

Nell’intervista, Travers dice inoltre di non credere che Hamas abbia nascosto armi e munizioni nelle moschee della striscia di Gaza. E spiega: “Nessun insorto degno di rispetto, con a disposizione abbondanza di nascondigli nei labirintici vicoli di Gaza, si azzarderebbe a immagazzinare qualcosa in un edificio aperto come una moschea. Le varie fotografie che si trovano sul sito web israeliano che ho esaminato e che mostrano armi e munizioni ‘trovate nelle moschee’, le ho trovate tutte fasulle”.

Secondo Travers, tali accuse sarebbero rese possibili da uno “stereotipo negativo” sui musulmani, e spiega: “Durante i peggiori disordini in Irlanda del Nord, se un esponente britannico avesse detto che le chiese cattoliche venivano usate come depositi di esplosivi, vi sarebbe stata una protesta internazionale per una tale calunnia”. (A questo proposito, tuttavia, può essere utile ricordare che lo scorso 14 agosto, quando lo sceicco Abdel-Latif Moussa, capo del gruppo jihadista salafita Jund Ansar Allah con base a Rafah, pensò di utilizzare il sermone del venerdì pomeriggio nella moschea di Bin Taymiyah per proclamare la nascita nella striscia di Gaza meridionale di un “emirato islamico”, Hamas reagì lanciando centinaia di miliziani all’assalto, a colpi di granate RPG e raffiche di mitra, della moschea dove erano asserragliati in armi gli uomini di Jund Ansar Allah. Risultato: almeno 24 morti, tra cui lo stesso Abdel-Latif Moussa, e la moschea completamente distrutta.)

Nell’intervista al Middle East Monitor, Travers si spinge sino ad affermare che “Gaza è ormai entrata nei libri di storia allo stesso modo di Guernica, Dresda, Stalingrado. Gaza è un gulag, l’unico gulag nell’emisfero occidentale”.

Durante la conferenza stampa Gold ha anche mostrato un filmato tratto dalle interviste che i quattro membri della commissione Goldstone hanno condotto con testimoni ed esperti in preparazione del rapporto. Gold si è soffermato in particolare su un’affermazione fatta da Travers, rivolto a ufficiali britannici: “Gli interessi della politica estera britannica in Medio Oriente appaiono fortemente influenzati da lobbisti ebrei”. Una frase caratterizzata, secondo Gold, da sottintesi antisemiti.

“Mi aspetto – ha concluso Dore Gold – che il giudice Richard Goldstone sconfessi il colonnello Travers e respinga completamente le conclusioni a cui è arrivato sulla base del lavoro di Travers”.

In questo contesto, è interessante ricordare che un altro dei quattro membri della Commissione Goldstone, la professoressa di Londra Christine Chinkin, in una lettera pubblicata sul Sunday Times l’11 gennaio 2009, cioè a combattimenti ancora in corso, affermava che “il bombardamento israeliano di Gaza non è autodifesa, è un crimine di guerra”, e che “i lanci di razzi di Hamas su Israele, per quanto deplorevoli, per dimensioni ed effetti non configurano un attacco armato che dia diritto a Israele di avvalersi dell’autodifesa. Quella di Israele è un’aggressione”. Dunque la Chinkin, prima ancora di iniziare la ricerca e la verifica di fatti e testimonianze con la Commissione Goldstone, aveva già attribuito colpe e responsabilità.

(Da: Jerusalem Post, Israele.net, 11.2.10)

Nella foto in alto: Desmond Travers

L’intervista di Desmond Travers al Middle East Monitor – sintesi (in inglese)

L’intervista di Desmond Travers al Middle East Monitor – testo completo (in inglese)

La lettera pubblicata sul Sunday Times l’11 gennaio 2009 che accusava Israele di “crimini di guerra”, firmata fra gli altri da Christine Chinkin (in inglese)

Si veda anche:

Le ottime ragioni di Israele contro il rapporto Goldstone – Ogni eventuale violazione dei militari viene indagata secondo gli standard di un vero stato di diritto

Raccontare Sderot a Ginevra – Quasi una “mission impossible”, davanti a una giuria con la sentenza già in tasca

“Israele ha preservato i civili più di ogni altro esercito nella storia” – La deposizione al Consiglio Onu per i Diritti Umani dell’ex comandante britannico in Afghanistan

“Giudice Goldstone, lei ci deve una risposta” – Solo ora ha scoperto il pregiudizio che vizia il diritto internazionale quando si tratta di Israele

La disumana violazione che è sfuggita al rapporto Goldstone – Gilad Shalit non è un prigioniero di guerra, ma un ostaggio nelle mani di terroristi spietati

Completamente ignorate le ragioni di Israele

“Un premio al terrorismo”

Israele.net

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  • #1Emanuel Baroz

    25/02/2010 – Il procuratore generale dell’esercito israeliano, Avihai Mandelblit, mercoledì ha archiviato – “perché il fatto non sussiste” – un fascicolo aperto dalla polizia militare relativo a due addebiti sollevati dal rapporto Goldstone. L’indagine del procuratore, che ha ascoltato anche i palestinesi coinvolti, ha concluso che erano infondate le accuse ai soldati israeliani d’aver usato civili come scudi umani durante l’operazione anti-Hamas di un anno fa.

    (Fonte: Israele.net)

    25 Feb 2010, 11:22 Rispondi|Quota
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