Gaza: Hamas disperde una manifestazione pacifica sparando, ma stranamente in Italia non ne parla nessuno! Semplice distrazione?…

 
Emanuel Baroz
15 luglio 2010
7 commenti

Gaza: Hamas disperde una manifestazione pacifica sparando, ma stranamente in Italia non ne parla nessuno! Semplice distrazione?…

Gaza – Una giovane palestinese è stata gravemente ferita da armi da fuoco martedì nella striscia di Gaza quando la polizia di Hamas ha disperso con la forza una manifestazione organizzata dal piccolo partito islamista non-violento Hezb al-Tahrir (Partito della Liberazione). Anche un fotografo dell’AFP è rimasto ferito.

Hezb al-Tahrir, un gruppo fondato nel 1953 a livello mondiale con diramazioni in molti paesi musulmani e occidentali, sostiene una lotta pacifica per l’avvento del califfato islamico in tutto il mondo.

(Fonte: Israele.net, 15 Luglio 2010)

Per ulteriori testimonianze cliccare qui e qui

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  • #1anonimo

    il piccolo gruppo islamista è costituito da circaa 300 adepti e vuole instaurare il califfato

    15 Lug 2010, 17:25 Rispondi|Quota
    • #2Emanuel Baroz

      @anonimo: adesso è composto da 300 persone a Gaza….

      16 Lug 2010, 01:10 Rispondi|Quota
  • #3Sharon Nizza

    “Una lotta pacifica per l’avvento del califfato islamico in tutto il mondo”. Mi sembra un ossimoro…

    15 Lug 2010, 20:33 Rispondi|Quota
    • #4Emanuel Baroz

      @Sharon: a chi lo dici….

      16 Lug 2010, 01:10 Rispondi|Quota
  • #5esperimento

    Mentre Hamas sostiene la lotta non pacifica per l’avvento del califfato… Che differenza c’è? Solita rissa tra bande rivali?

    16 Lug 2010, 10:41 Rispondi|Quota
  • #6Jenny

    Gli anni perduti di Gerusalemme est

    Seth Frantzman

    Le recenti proteste nel quartiere di Sheikh Jarrah contro l’espulsione di due famiglie palestinesi da una casa hanno di nuovo concentrato l’attenzione internazionale su Gerusalemme est. La condanna internazionale di Israele è arrivata da varie parti. Robert Serry, un coordinatore speciale dell’Onu, ha dichiarato c “deplorare le inaccettabili azioni odierne di Israele”. La presidenza dell’Unione Europea ha condannato quelle che definisce “espulsioni inaccettabili” e il segretario di stato Usa Hillary Clinton ha detto che gli eventi “non corrispondono agli obblighi di Israele”. Un membro di quella che era una delle famiglie di notabili di Gerusalemme, Hasib Nashashibi, ha dichiarato: “Le recenti espulsioni sono parte di un piano per circondare il quartiere arabo di Sheikh Jarrah di insediamenti ebraici, separare i suoi circa cinquecento arabi dal resto della città e assumere il controllo delle strade principali della zona”.
    Ma gli avvenimenti di Sheikh Jarrah, come tante cose in questo conflitto, fanno parte di una storia più ampia che la comunità internazionale e i gerosolimitani a volte sembrano dimenticare.
    Quello che oggi viene chiamato Sheikh Jarrah, nel XIX secolo comprendeva due quartieri ebraici noti come Nahalat Shimon e Shimon HaTzadiq. Il secondo commemorava Simone il Giusto, un sommo sacerdote ebreo del IV secolo e.v. ed era stato acquistato dagli ebrei nel 1876. Nahalat Shimon era stato costruito dai sefarditi e dagli yemeniti nel 1891. Alla fine del XIX secolo l’attuale Sheikh Jarrah era soprattutto un quartiere ebraico, e rimase tale fino all’aprile 1948.
    Secondo le ricerche compiute dalla prof. Ruth Kark dell’Università di Geruisalemme, le strutture abitative ebraiche confinavano con ville costruite dalle principali famiglie arabe di Gerusalemme. Ad est della Via Salah a Din (Saladin) c’era il “quartiere Husseini” che comprendeva sei case della famiglia Husseini costruite all’inizio degli anni ’90 del XIX secolo. Altri notabili musulmani avevano cominciato a costruire a Sheikh Jarrah negli anni ’70. Nel 1918 il totale delle case musulmane nel quartiere era arrivato a trenta.
    Era un quartiere cosmopolita che comprendeva il complesso dell’American Colony, la cattedrale anglicana di St. George, un’antica moschea musulmana che commemorava un soldato di Saladino, e le “Tombe dei re”, un sito con tombe di vari personaggi ebrei che era stato acquisito da una famiglia ebraica e dato al governo francese nel XIX secolo.
    Nel dicembre 1947 scoppiarono combattimenti tra ebrei ed arabi a Gerusalemme. Inizialmente le famiglie musulmane più importanti chiesero ai combattenti arabi che stavano fuori città di lasciare in pace il loro quartiere e gli ebrei che vi abitavano. Nel marzo 1948, tuttavia, gli arabi di una unità chiamata “al Shabab” (La Gioventù) invasero il quartiere e diedero fuoco alle sinagoghe e alle case ebraiche, costringendo gli abitanti a fuggire. In aprile, nel quartiere fu perpetrato il massacro del convoglio sanitario Hadassah in cui furono assassinati 79 ebrei.
    Sheikh Jarrah non fu l’unico quartiere ebraico di Gerusalemme est ad essere distrutto durante la guerra del ’48. Silwan, dove nel 1882 si erano stabiliti degli ebrei yemeniti, fu occupato insieme al quartiere ebraico della Città Vecchia, che venne raso al suolo.
    Dopo il 1948 Gerusalemme est passò sotto il controllo della Giordania. La popolazione cristiana della città scese da 30.000 circa prima del 1948 a 11.000 circa nel 1967.
    In ogni storia di Gerusalemme questi sembrano essere gli anni perduti della città, in cui pare non accadesse nulla. In realtà molte cose avvennero a Gerusalemme est tra il ’48 e il ’67. Beit Hanina, un sobborgo arabo a nord della città, divenne un fiorente centro per ricche famiglie arabe di Gerusalemme. Inoltre, l’emigrazione di ricchi arabi gerosolimitani portò un flusso di musulmani di Hebron che giunsero in gran quantità per cercare lavoro. Benché inizialmente fossero poveri, presto arrivarono a dominare molti quartieri della città grazie al loro alto tasso di natalità e alla loro devozione religiosa.
    L’Onu ebbe un ruolo nell’insediare profughi palestinesi a Gerusalemme est. Le case di Sheikh Jarrah oggetto di contesa in realtà vennero consegnate alle famiglie Hannoun e Gawi nel 1956, sotto gli auspici dell’ UNWRA. La comunità ebraica, che era in realtà la proprietaria delle case, non venne consultata. Né lo fu quando le antiche tombe ebraiche sul Monte degli Ulivi vennero distrutte a partire dal 1956. Secondo un rapporto del 2009 del Jerusalem Center for Public Affairs, circa 38.000 pietre tombali furono distrutte dalle autorità giordane, in parte per lastricare una strada che attraversava il cimitero. Un grosso albergo venne costruito in cima alla collina.
    Molte delle dispute su Gerusalemme est hanno origine in quello che accadde tra il 1948 e il 1967, un periodo per lo più ignorato da storici, governi e attivisti. L’Onu non aveva mai ricevuto la facoltà di risistemare i palestinesi nelle proprietà ebraiche, eppure operò in questo senso. Prima di condannare Israele, il coordinatore Onu Robert Serry dovrebbe scusarsi per il furto di proprietà ebraiche senza risarcimenti commesso dalla sua organizzazione. Le proprietà ebraiche in questione potevano anche essere lasciate in rovina, come avvenne per parte di Nahalat Shimon e la tomba di Simone il Giusto. In effetti nessuna delle sfrenate distruzioni di siti ebraici a Gerusalemme venne mai condannata dall’Onu durante tutto il periodo della dominazione giordana.
    Se per la comunità internazionale avesse preso a cuore la cosa come oggi, forse queste dispute non sarebbero nemmeno sorte. Se la gente considerasse di più il periodo della dominazione giordana e la dinamica dei cambiamenti arabi a Gerusalemme, potrebbe comprendere meglio la vera storia della città, invece di concentrarsi esclusivamente sulle azioni israeliane e sulla vittimizzazione palestinese.

    (Da: Jerusalem Post)

    20 Lug 2010, 09:37 Rispondi|Quota
  • #7Emanuel Baroz

    A proposito di Intrafada:

    Nablus: arrestati otto membri di Hamas

    Scritto il 2010-07-06 in News

    Imemc e agenzie. Il movimento di resistenza islamica Hamas ha riportato oggi che le forze di sicurezza del presidente Mahmud Abbas hanno arrestato otto membri e sostenitori del movimento a Nablus, nel nord della Cisgiordania.

    Un portavoce di Hamas ha specificato che tra le persone fermate vi sono Suleiman Aref Nasasra, Suleiman Hanani, l’ex detenuto Suheib Abu Heit e Johar Salah Banani, nel villaggio di Beit Forik, vicino al capoluogo. Abu Heit e Nasasra sono studenti dell’Università di an-Najah di Nablus.

    Altri studenti dell’Università sono inoltre stati arrestati nel villaggio di Asira ash-Shimaliyya. Si tratta di Asem at-Tanbur, Moadh Ghassan Nofal e Ahmad Taher.

    L’ottavo, Asem Sanbur, anche lui studente di an-Najah, proviene invece dal villaggio di Yitma.

    Le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nelle case degli otto palestinesi, che sono state perquisite, e hanno trasferito tutti nei centri di detenzione di Nablus, come ha riferito Hamas.

    (Fonte: Infopal, 6 Luglio 2010)

    20 Lug 2010, 10:02 Rispondi|Quota
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