“Meglio mandare la flottiglia a Damasco che a Gaza”

 
Emanuel Baroz
22 luglio 2010
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Impeto di onestà di un giornalista palestinese: “Meglio mandare la flottiglia a Damasco che a Gaza”

di Dimitri Buffa

“Gaza non ha aule scolastiche fatte di fango, come quelle che esistono in molte province siriane. Gaza non ha 60 studenti una singola classe. Anche dopo che Gaza è stata messa sotto assedio, il cibo non è scarso come in Siria dove molti prodotti alimentari non raggiungono i mercati all’infuori di quelli contrabbandati attraverso il confine fra Libano e Siria. I servizi Internet a Gaza sono molto superiori ai pietosi servizi di Internet in Siria. Gaza e la Cisgiordania non hanno messo al bando centinaia di siti web. Fino a che Hamas non ha preso il potere, la situazione a Gaza per quanto riguarda l’acqua e l’elettricità era molto migliore che in Siria. Gli stipendi medi nella Striscia di Gaza sono più alti che in Siria. Le decine di migliaia di impiegati governativi che sono rimasti disoccupati dopo il colpo di stato di Hamas ricevono ancora regolarmente il loro salario. Allora, chi ha più bisogno di flottiglie della libertà? I residenti di Gaza o il popolo siriano?

Udite udite, anzi leggete: queste sagge parole le ha scritte un giornalista palestinese in una sorta di overdose orgasmica di onestà intellettuale sul sito internet liberale Aafaq. Si chiama Zainab Rashid e l’articolo, benchè scritto lo scorso 22 giugno e reso noto a tutto l’Occidente con la “O” maiuscola da Memri pochi giorni dopo, ancora non ha ricevuto una degna analisi da parte dei politologi “de noantri”. Ad esempio gli “esperti” del Medio Oriente alla Sergio Romano o Lucio Caracciolo, sempre pronti a dare a Israele la colpa di ogni male che accade in quelle latitudini.

Chissà perché? Magari a causa del fatto che ogni capoverso dell’articolo inizia con “..prima che Hamas prendesse il potere a Gaza..”, e termina con una serie di constatazioni e di paragoni che fanno capire che nella Striscia nonostante tutto non c’è alcuna emergenza umanitaria e che invece tale emergenza esiste in Siria. Ma nessuno ovviamente ne parla. Ecco un esempio: “Fino alla conquista di Gaza da parte di Hamas, la situazione a Gaza per quanto riguarda l’economia ed il sistema educativo, nonché il tenore di vita e le libertà, erano molto migliori che in Siria”.

Eccone un altro: “Fino alla conquista di Gaza da parte di Hamas, la situazione a Gaza per quanto riguarda l’economia ed il sistema educativo, nonché il tenore di vita e le libertà, erano molto migliori che in Siria, sotto il governo della famiglia Assad e dei suoi oppressivi apparati di sicurezza, che hanno riportato indietro la Siria di decadi e che hanno reso il suo onorato popolo uno dei più poveri della regione e del mondo. Hanno strangolato le libertà e ‘reso prigioniero’ chiunque alzasse la testa per chiedere un minimo di libertà.”

A questo punto agli Infopal e ai Forum Palestina di casa nostra e agli IHH di casa Erdogan non resta che prendere atto che non riescono a ingannare (né a fagocitare come complici della propria disonestà intellettuale) i giornalisti liberali palestinesi. Magari quelli italiani ed europei, in nome dell’ “islamically correct”, sì. Ma quelli che vivono nella propria patria l’oppressione anti liberale della religione usata come strumento poiltico di oppressione del progresso e delle libertà di sicuro no.

E a quelli che ancora non abbiano un’idea della differenza tra la Gaza vera e quella “percepita”, attraverso i media, non resta che domandarsi: “A quando una bella flottilla, magari aerea, per liberare la Siria da Assad?”

(Fonte: L’Opinione, 22 luglio 2010)

Nella foto in alto: Assad padre e figlio, per la serie “di male in peggio”….

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