Terrorismo palestinese: 120 razzi sparati su Israele in 48 ore. Quale sarebbe la reazione proporzionata?

 
Emanuel Baroz
22 giugno 2012
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Più di 120 ordigni palestinesi sparati su Israele in 48 ore

Dall’inizio dell’escalation, lunedì sera, sono più di 120 gli ordigni (razzi Qassam, Grad e colpi di mortaio) che i palestinesi hanno sparato dalla striscia di Gaza contro le comunità del sud di Israele. Nella sola giornata di mercoledì non meno di 70 ordigni si sono abbattuti in territorio israeliano.

Il sistema difensivo israeliano “cupola di ferro” è entrato in funzione intercettando un primo razzo Grad nella zona di Netivot. Altri razzi sono stati intercettati mercoledì pomeriggio sopra Sdot e Shaar HaNegev.

Mercoledì mattina l’aviazione israeliana ha attaccato e ucciso presso Rafah (nella parte sud della striscia di Gaza) un terrorista della jihad globale implicato nell’attentato perpetrato lunedì mattina dal Sinai egiziano e costato la vita al lavoratore arabo-israeliano Fashfasha Said. Il terrorista ucciso è Aleb Armilat, identificato da Hamas come un operativo delle Brigate Al Quds, braccio armato della Jihad Islamica palestinese. Nel raid aereo è stato seriamente ferito un secondo terrorista che figura fra i principali organizzatori dell’attentato. Si tratta di Mohammed Rashdan, da diversi anni coinvolto in attacchi contro civili e militari israeliani, nel rifornimento di armi ed esplosivi, nel lancio di ordigni e tiro di cecchini contro il territorio israeliano e nel traffico di terroristi da e verso la striscia di Gaza.

L’establishment della difesa israeliana è particolarmente preoccupato per la crescente presenza nella striscia di Gaza di gruppi affiliati alla jihad globale e ad al-Qaeda, alcuni composti da palestinesi ex membri della Jihad Islamica palestinese o di Hamas, altri da terroristi provenienti da paesi arabi come Arabia Saudita ed Egitto.

Mercoledì mattina, poco prima del raid aereo, Hamas aveva lanciato sei razzi sulla zona di Eshkol, quattro dei quali si erano abbattuti su un villaggio agricolo israeliano. I razzi avevano causato diversi danni e innescato un incendio. Tre donne sotto shock avevano dovuto essere soccorse. Come non accadeva da parecchio tempo, le Brigate Izzadin a-Kassam, ala armata di Hamas, avevano direttamente rivendicato i lanci, definendoli in un loro video “un risposta alle aggressioni israeliane”.

Martedì sera, dopo che una quarantina di ordigni palestinesi si erano abbattuti sul suolo israeliano, nella zona di Ashkelon una decina di agenti della guardia di frontiera, che non erano riusciti a mettersi in tempo al riparo, erano rimasti feriti da schegge di Qassam, uno in modo serio. Nel kibbutz Yad Mordechai un razzo aveva centrato e incendiato un edificio. Un portavoce di Hamas confermava che nella sola giornata di martedì il movimento islamista aveva lanciato 45 razzi contro Israele, compresi 10 Grad.

Nella notte fra martedì e mercoledì, mentre altri ordigni palestinesi venivano lanciati dalla striscia di Gaza, le Forze di Difesa israeliane avevano condotto sette attacchi contro obiettivi terroristici, tra cui un campo di addestramento delle Brigate Izzadin a-Kassam nella zona di Rafah.

Nella giornata di martedì fonti palestinesi diffondevano la notizia che una bambina di due anni era morta per un’esplosione nel quartiere di Zeitun, nella parte est della città di Gaza, attribuendone la responsabilità all’aviazione israeliana. Le Forze di Difesa israeliane, tuttavia, smentivano categoricamente d’aver compiuto operazioni in quell’area. L’esplosione, dicevano, deve essere stata causata dal malfunzionamento di un razzo palestinese. Mercoledì un portavoce di Hamas, citato dal corrispondente della BBC Jon Donnison, ha ammesso che la bambina, Hadil al-Haddad, è rimasta uccisa dall’esplosione di un razzo palestinese difettoso (evidentemente lanciato da un’area abitata da civili).

Nel corso della giornata di mercoledì si sono susseguiti i lanci di almeno altri 70 ordigni palestinesi, fra i quali un razzo Grad che ha raggiunto la regione di Bnei Shimon, vicino a Beersheba. A Sdot Negev un razzo palestinese ha centrato una casa israeliana, diverse le persone soccorse per shock. Tutti i residenti delle comunità israeliane in prossimità della striscia di Gaza hanno ricevuto istruzione di mantenersi sempre a 15 secondi da un’area protetta. Nella zona di Eshkol, diverse famiglie le cui abitazioni sono sprovviste di rifugio anti-aereo sono state trasferite nelle scuole materne della città che, per legge, sono meglio protette.

In una dichiarazione riportata dalla Reuters, le Forze di Difesa israeliane hanno affermato che, pur non avendo alcuna intenzione di alimentare l’escalation, continueranno “a operare con perseveranza e determinazione contro chi pratica il terrorismo contro lo stato di Israele”. Funzionari del ministero della difesa hanno sottolineato che Israele non può permettere che gli attacchi missilistici proseguano senza reagire e che “sono all’esame diverse possibili risposte”. “Faremo fronte a qualunque minaccia, in qualunque momento”, ha dichiarato mercoledì il capo di stato maggiore israeliano Benny Gantz.

(Da: YnetNews, Ha’aretz, Jerusalem Post, Israel HaYom, 20.6.12)

Israele.net

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