Israele: al via le finali dell’Europeo Under 21, nonostante le proteste dei pacifinti

 
Emanuel Baroz
5 giugno 2013
5 commenti

Israele: al via le finali dell’Europeo Under 21, nonostante le proteste dei pacifinti

europei-under-21-israele-calcio-finali-pacifinti-focus-on-israelGerusalemme, 4 Giugno 2013 – Che i pacifinti stiano diventando sempre più ridicoli nelle loro proteste antisraeliane è ormai un fatto chiaro a molti, ma nonostante questo lo spazio che riescono ad ottenere sul web e sui media compiacenti (e ultimamente perfino in Parlamento!) per le loro insulse manifestazioni contro Israele a cui almeno in Italia partecipano poche decine di persone è sempre decisamente troppo ampio in proporzione all’attenzione che meriterebbero.

Ultimo esempio a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi è la campagna lanciata da alcune organizzazioni dedite esclusivamente (verrebbe da dire come se fossero pagate da qualcuno, ma siamo certi che non sia così…giusto?) alla campagna di demonizzazione dello Stato di Israele ed al boicottaggio di qualsiasi prodotto o attività provenga da Gerusalemme e dintorni (anzi, per loro la città da citare è sempre Tel Aviv, perchè non riconoscono neanche la capitale dello stato ebraico tanto è il loro odio nei confronti di Israele e degli ebrei) per il boicottaggio delle finali degli Europei Under 21 2013 di calcio che si terranno proprio nelle città israeliane dal 5 al 18 Giugno (finale proprio al Teddy Stadium di Gerusalemme). La motivazione? Beh, è ovvio no? Facendo disputare le finali in Israele la UEFA darebbe  “un ulteriore riconoscimento dello stato sionista, una ulteriore legittimazione alla sua politica di aggressione e annessione” (così riportava la mail che abbiamo ricevuto anche noi da parte di un non meglio specificato “Cartellino Rosso”).

Verrebbe da dire che siamo alle solite, ed infatti così è, ma vogliamo soffermarci su un altro aspetto della questione: questi signori si sono mai chiesti il perchè la nazionale di calcio israeliana disputi le competizioni internazionali all’interno del circuito europeo e non affronti mai i propri “vicini di casa”? Non sarà forse perchè fin dal 1974, su pressione dei Paesi arabi, la Federazione Calcio Asiatica (Afc) fu costretta ad estromettere Israele, impedendole quindi la partecipazione ai tornei continentali? Ed è normale tutto questo? E’ accettabile nel 2013 che ci siano sportivi che non vogliano affrontare atleti israeliani, neanche nelle Paralimpiadi? Ma ai pacifinti nostrani questi argomenti non interessano, così come non interessano la guerra civile in Siria o il fatto che le tanto fantomatiche “Primavere Arabe” si siano presto rivelate dei tristi inverni per le popolazioni di quei paesi. No, contro quei crimini i pacifinti nostrani non hanno nulla da dire, mentre invece sono sempre pronti a gridare contro l’israeliano di turno, atleta, politico, scrittore o imprenditore che sia.

Per fortuna alla UEFA ci sono ancora persone con un cervello pensante e non standardizzato e quindi in barba al loro odio ed al loro pregiudizio antisraeliano questa sera alle ore 18:00 locali verrà dato il fischio di inizio alla competizione, con la partita tra i giovani padroni di casa e la Norvegia. E che vinca il migliore. Con la certezza che ci sono già degli sconfitti: gli odiatori dello Stato di Israele.

 

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  • #1Emanuel Baroz

    EUROPEI UNDER21: CARTELLINO ROSSO AI MOVIMENTI CONTRO ISRAELE

    di Alex Zarfati

    Il 5 giugno, nonostante le sparute – ma insistenti – proteste da parte di qualche calciatore sfigato, di parlamentari del M5S che si documentano su Wikipedia, di qualche vescovo rintontonito dall’età e di attivisti per i diritti umani a corrente alterna, in Israele inizieranno i campionati europei Under 21 di calcio.

    La UEFA, ignorando giustamente queste polemiche, non ha modificato il suo programma, contribuendo, in questo modo, a ribadire al mondo che Israele è pronta ad ospitare una manifestazione di livello mondiale senza temere confronti con altri paesi moderni, organizzati e rispettosi di ogni diritto e libertà fondamentale dell’individuo. Questo a dispetto di quello che la propaganda di estrema sinistra e fondamentalista ostinatamente si affanna a negare e a cancellare.

    Nei giorni a venire qualche centro sociale, i gruppi BDS e altri scemi de noantri organizzeranno presidi a cui parteciperanno come al solito 4 gatti in cui daranno fuoco a qualche bandiera e grideranno slogan trucolenti, continuando ad ignorare volontariamente i massacri perpetrati da regimi e dittature mediorientali, africane ed asiatiche; perché questa è l’unica forma di linguaggio strabico che da sempre conoscono. Che il mondo li ignori. Che ignori coloro che cercheranno il pelo nell’uovo in Israele cercando di presentarlo ridicolmente come ordinaria amministrazione oppure inventandosi accuse di sana pianta come quando dissero che l’esercito di Gerusalemme nella guerra a Gaza aveva bombardato un campo da calcio.

    Chiunque ami Israele e il caleidoscopio multicolore della gente che lo compone, avrà invece l’occasione di illustrare al mondo un paese bello, aperto, multietnico e moderno che è riuscito mirabilmente ad integrare l’innovazione con le tradizioni di una cultura ed un’identità plurimillenarie. E per smascherare l’imbecillità di certe accuse costruite in laboratorio dalle solite centrali della propaganda antioccidentale basterà leggere la lista dei convocati proprio della selezione israeliana: ci sono giovani ebrei, arabi, drusi, atleti di origine russa ed etiope. Calciatori che non sono stati suggeriti al coach Guy Luzon dal premier Netanyahu, ma che rappresentano senza artifici lo spaccato della società israeliana e della sua gioventù.

    Negli occhi di ciascuno di quei ragazzi oltre alla voglia di divertirsi – e naturalmente di vincere – ci sarà la volontà di rivalsa da storie familiari di oppressione, di discriminazione, di immigrazione clandestina, e la rabbia di storie millenarie di miseria, di pogrom, campi profughi e alloggi miserabili. Oggi sotto la bandiera con la stella di David giocheranno tutti con eguale dignità al cospetto del mondo, e non è poca cosa se guardiamo alle polemiche italiane ancora calde su Balotelli e gli episodi di intolleranza durante il derby Lazio-Roma.

    Se coloro che criticano Israele riuscissero per un attimo a scostare quel drappo rosso che hanno davanti agli occhi e fossero finalmente capaci di vedere la verità così come la vediamo noi, quante cose cambierebbero. Chi volesse rendere davvero un servizio ai rifugiati politici, ai perseguitati, a “quelli che la vita dovrebbe riservargli una seconda possibilità”, dal 5 Giugno dovrebbe gridare FORZA ISRAELE, come chiunque crede ai sogni che si possono realizzare.

    [Per correttezza, lo confesso: l’8 Giugno alle 21,30 Israele incontrerà gli azzurrini al Bloomfield Stadium di Tel Aviv, io sarò lì con un bandierone, ma a tifare per l’Italia 😉 ]

    http://www.romaebraica.it/europei-under21-israele/

    7 Giu 2013, 18:45 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Israele: gli europei di calcio under 21 arma per i terroristi e gli odiatori

    di Noemi Cabitza

    Israele è quasi bloccato nelle risposte militari alle tante provocazioni che arrivano da parte di Hezbollah e di Hamas ed è attestato in posizioni prettamente difensive. A provocare questa situazione è l’avvicinarsi della data della fase finale degli europei di calcio under 21 che si terrà in Israele dal 5 al 18 giugno.

    Infatti a Gerusalemme si rendono perfettamente conto che una risposta militare articolata a tali provocazioni provocherebbe una reazione da parte dei gruppi per il boicottaggio di Israele e dei tanti gruppi e sigle pacivendole che pullulano in tutto il mondo, reazioni che come sempre prescindono dal fatto che Israele abbia ragione o meno.

    Ma se lo sanno a Gerusalemme lo sanno anche a Damasco, a Beirut, a Ramallah, a Gaza e, soprattutto, a Teheran. Per questo negli ultimi giorni sono aumentate le provocazioni sul Golan, lungo il confine con il Libano, a Gaza e in Cisgiordania ed è prevedibile che nei prossimi giorni e settimane aumenteranno ancora.

    Proprio ieri il numero due di Hezbollah, Sheikh Naim Qassem, ha rilasciato una intervista alla TV libanese Al-Mayadeen, affiliata al gruppo terrorista libanese, nella quale parla apertamente di una “apertura del fronte del Golan” da parte della Siria e di Hezbollah. Qassem ha confermato che quando Assad ha parlato di espandere la guerra siriana alle alture del Golan e quindi a Israele “era molto serio” e che Hezbollah è pronto a fare la sua parte.

    Della situazione di stallo in cui si è venuto a trovare Israele se ne sta approfittando anche l’Iran che, secondo fonti di intelligence israeliane, è deciso più che mai a trasferire armi sofisticate a Hezbollah e che approfitterà di questo periodo per farlo ben sapendo che difficilmente Israele effettuerà un raid sulla Siria con il rischio di una risposta armata siriana proprio durante lo svolgimento degli europei di calcio under 21.

    E vogliamo parlare dei palestinesi? Lo Shin Bet è in fibrillazione. Ci sono una infinità di segnali che durante lo svolgimento degli europei di calcio under 21 i palestinesi intensificheranno le loro azioni violente nella speranza di attirare l’attenzione internazionale. Si parla addirittura di “terza intifada a tempo”, cioè una intifada studiata appositamente per quel periodo.

    Insomma, le finali degli europei di calcio under 21 rischiano di trasformarsi nella migliore delle armi a disposizione dei terroristi di mezzo mondo e degli odiatori di Israele. Purtroppo anche in questo caso è evidente che l’odio anti-israeliano è talmente forte da rendere la vita degli israeliani tutt’altro che “normale” e che anche lo sport diventa non solo un motivo di discriminazione ma anche un mezzo per colpire militarmente Israele.

    http://www.rightsreporter.org/israele-gli-europei-di-calcio-under-21-arma-per-i-terroristi-e-gli-odiatori/

    7 Giu 2013, 18:46 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    E Israele sopravvive all’ennesimo boicottaggio sportivo

    http://www.linkiesta.it/europeo-under21-israele-boicottaggio

    7 Giu 2013, 18:47 Rispondi|Quota
  • #4Parvus

    Forse, neppure i nazisti avrebbero avuto da protestare contro un campionato di calcio in Israele. Per arrivare a questo obbrobrio, era necessario attendere l’avvento dei nazipacisti.

    9 Giu 2013, 11:26 Rispondi|Quota
  • #5Emanuel Baroz

    I centroavanti del BDS: boicottare Israele con il calcio e in Parlamento

    di Giovanni Quer

    Il movimento BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) ha iniziato da mesi una campagna per boicottare la coppa UEFA under-21 (competizione di calcio europea per le categorie junior) inaugurata in Israele il 5 giugno. Dopo anni di progetti largamente finanziati da Regioni, Province e Comuni per organizzare partite di calcio con arabi e ebrei in Europa, si nota un’inversione di tendenza: il calcio ora viene usato contro Israele e non più come “strumento di pace”.

    Il movimento BDS Italia è promotore della campagna contro la coppa UEFA in Israele, intitolata “Cartellino Rosso all’Apartheid Israeliana”. Come centroavanti della campagna di boicottaggio ha aderito Orfeo Goracci, consigliere della Regione Umbra cresciuto nella scuola della FGCI, con un burrascoso passato giudiziario. Goracci ha dichiarato che appoggia la campagna di boicottaggio perché la decisione di ospitare la coppa UEFA in Israele “premia uno Stato, che non solo occupa illegalmente un altro Stato, imponendo un sistema di apartheid alla popolazione, ma proibisce e discrimina i ragazzi palestinesi che vogliono muoversi liberamente, studiare, fare sport come tutti gli altri ragazzi del mondo” (http://www.bdsitalia.org/index.php/campagne/altre/sportivo).

    Il 30 maggio è stata organizzata a Napoli una manifestazione per promuovere la campagna di boicottaggio, al fine di impedire che la UEFA under-21 si svolga in Israele, un evento che sfrutta il gioco per legittimare le prassi criminali israeliane. Così anche un gruppo di manifestanti si è riunito il 27 maggio per manifestare al Centro Sportivo di Milanello (provincia di Varese) dove era in ritiro la squadra under-21 italiana che partecipa alla coppa UEFA.

    La campagna di boicottaggio è arrivata anche in Parlamento: il 26 maggio il deputato del movimento 5 stelle Manlio di Stefano, in un’accorata arringa in favore dei palestinesi, ha invitato il Governo italiano ad appoggiare il boicottaggio della coppa UEFA in Israele, perché è uno Stato “che pratica discriminazione e violenza anche in ambito sportivo”.

    In ambito internazionale, si è mosso Desmond Tutu, attivista anti-apartheid, che invita a boicottare Israele affinché collassi il sistema di discriminazione razziale che lo Stato ebraico avrebbe costruito negli anni.

    Intanto, il 5 giugno è stata inaugurata la coppa UEFA, e la squadra israeliana è composta di 23 giocatori, di cui 5 arabi (musulmani, cristiani e drusi), 1 etiope, 1 russo e 1 non israeliano. Servirebbe forse fare la storia degli sportivi arabi che hanno giocato e che giocano nelle squadre israeliane? Se dovessero esistere le quote per le minoranze anche nelle squadre sportive, allora Israele non può essere tacciata di discriminazione, visto che gli arabi rappresentato il 20% della popolazione e nei gruppi sportivi sono in maggior percentuale, con anche squadre composte di soli arabi.

    Il boicottaggio ha due effetti negativi: il primo si ripercuote proprio contro la minoranza araba che si propone proprio di difendere, promuovendo la discriminazione contro gli israeliani; il secondo consiste nell’esasperazione della componente etnica. Il BDS non si concentra sulle politiche dei governi di Israele, ma sull’identità ebraica di Israele, la cui maggioranza è di ebrei: è contro questo che il BDS lotta, contro la maggioranza di ebrei nei gruppi sportivi, nei circoli accademici, nelle associazioni culturali, nelle società di affari. In questo modo si delegittima l’idea di Stato-nazione che di per sé non viola alcun principio della giustizia internazionale, si esaspera il conflitto tra maggioranza ebraica e minoranza araba e si danneggiano i diritti degli arabi israeliani che in quanto israeliani soffrono dei boicottaggi diretti contro lo Stato di cui sono cittadini.

    Se lo scopo è promuovere lo status della minoranza araba in Israele e avanzare il diritto ad una maggiore e più adeguata rappresentanza nei vari ambiti sociali, l’azione diretta alla discriminazione di Israele in quanto Stato ebraico non arreca beneficio agli israeliani non-ebrei, ma ha il solo effetto di aggravare il conflitto, riducendo la complessità sociale israeliana al solo rapporto ebrei-arabi, a danno soprattutto degli altri gruppi minoritari, come i russi, gli etiopi, i cristiani e gli ultra-ortodossi.

    http://informazionecorretta.it/main.php?mediaId=115&sez=120&id=49455

    10 Giu 2013, 13:36 Rispondi|Quota