Ministro ANP: ” Le trattative di pace? Per noi sono solamente una tregua tattica”

 
Emanuel Baroz
25 luglio 2013
2 commenti

Ci siamo già occupati in passato della vera natura delle trattative per la pace intraprese con Israele dalle varie leadership palestinesi e del fatto che se in inglese i politici palestinesi si dicono pronti a trattare, quando poi si esprimono in arabo per la loro popolazione il tono e il significato del loro pensiero risulta totalmente differente da quanto affermato precedentemente di fronte al mondo. L’articolo che vi proponiamo oggi ne è l’ennesima dimostrazione. Buona lettura.

Accordi con Israele come cavalli di Troia

trattative-pace-israeliani-palestinesi-anp-focus-on-israelAlla vigilia della ripresa dei colloqui di pace con Israele, il ministro degli affari religiosi dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Al-Habbash, nel suo sermone di venerdì scorso pronunciato alla presenza del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) e trasmesso dalla televisione ufficiale dell’Autorità Palestinese, per giustificare la scelta della dirigenza dell’Olp di scendere a patti ha affermato che i leader palestinesi, quando firmano accordi con Israele, sanno di “percorrere la strada giusta, che porta al successo, esattamente come fece il Profeta [Maometto] con il Trattato di Hudaybiyyah”.

Il Trattato di pace di Hudaybiyyah era un patto per una tregua di dieci anni che Maometto, da Medina, strinse nell’anno 628 con la tribù di Quraish della Mecca. Invece, a due anni dall’inizio della tregua, Maometto attaccò e conquistò la Mecca. Il trattato dunque, come un “cavallo di Troia”, non portò alla pace bensì alla completa sconfitta della controparte.

Nel suo sermone di venerdì il ministro degli affari religiosi dell’Autorità Palestinese ha sottolineato che Maometto, accettando il Trattato di Hudaybiyyah (dunque rinunciando apparentemente alla conquista della Mecca) non commetteva una “disobbedienza” ad Allah giacché in realtà si trattava solo di “politica” e di “gestione della crisi”. Il ministro ha ricordato appunto che, nonostante il trattato di pace, due anni dopo Maometto “conquistò la Mecca”, e ha concluso il paragone storico dicendo che l’accordo di Hudaybiyyah non è solo storia del passato, bensì “l’esempio, il modello” da seguire nel presente.

Sin dalla firma degli Accordi di Oslo (1993-95), molti importanti esponenti dell’Olp e dell’Autorità Palestinese hanno presentato il processo di pace con Israele come una tattica ispirata al Trattato di Hudaybiyyah, utile per superare una fase storica in cui il rapporto di forze non permette di conseguire l’obiettivo ultimo, che resta tuttavia invariato, e per indebolire nel frattempo il nemico Israele attraverso le concessioni territoriali.

Lo stesso Yasser Arafat paragonò in più di un’occasione gli Accordi di Oslo alla tregua di Hudaybiyyah. Ad esempio, in un discorso tenuto a Johannesburg il 10 maggio 1994 disse: «Questo accordo [di Oslo], io non lo considero più dell’accordo firmato tra il nostro Profeta Maometto e i Quraish, e ricorderete che il califfo Omar lo aveva rifiutato ritenendolo Sulha Dania [una tregua spregevole]. Ma Maometto lo aveva accettato, come noi accettiamo ora questo accordo di pace». (Per la registrazione audio del passo saliente del discorso di Arafat si veda qui).

Per il brano in questione del sermone del ministro degli affari religiosi dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Al-Habbash, si veda qui (con sottotitoli in inglese). Qui di seguito la traduzione della parte saliente:

Mahmoud Al-Habbash: «Il senso di responsabilità della dirigenza palestinese verso la propria nazione le fece compiere dei passi politici circa vent’anni fa [la firma degli Accordi di Oslo]. Nonostante le polemiche, nonostante molte critiche e tanta opposizione da parte di alcuni, essa ci ha portato dove siamo oggi: abbiamo un’Autorità [Palestinese] e il mondo riconosce lo Stato [palestinese]. Tutto questo non sarebbe mai successo con l’avventurismo impulsivo di Hamas, ma solo grazie alla saggezza della dirigenza, alla sua azione consapevole, alla sua riflessione, e percorrendo la giusta strada che porta al successo, esattamente come fece il Profeta [Maometto] con il Trattato di Hudaybiyyah, anche se alcuni si opponevano. […] I cuori dei compagni del Profeta erano gonfi di rabbia e furore. Il Profeta disse: “Io sono il Messaggero di Allah e non gli disubbidirò”. Questa non è disobbedienza, è politica. È gestione della crisi, gestione della situazione, gestione del conflitto. […] Omar Ibn Al-Khattab disse: “Messaggero di Allah, è questa una vittoria? Che logica è? Questa una vittoria? Cediamo e ci ritiriamo senza entrare nella Mecca, ed è una vittoria?”. Il Profeta disse: “Sì, è una vittoria”. Meno di due anni dopo, il Profeta tornò e sulla base di quel trattato conquistò la Mecca. Questo è l’esempio, questo è il modello”.
(Fonte: Tv ufficiale dell’Autorità Palestinese, 19 Luglio 2013)

Per questi ed altri esempi in cui esponenti dell’Autorità Palestinese spiegano che l’obiettivo della firma da parte palestinese degli accordi con Israele è facilitare la violenza contro Israele e avvicinare la sua eliminazione, si veda (in inglese) questo video.

(Fonte: PMW Bulletin, 22 Luglio 2013)

Israele.net

Nella foto in alto: un estratto del video pubblicato da Palestinian Media Watch, in cui si smascherano, ancora una volta, le menzogne dell’Autorità Nazionale Palestinese. Chissà se la Ashton e la UE daranno mai una occhiata a questi video…

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  • #1Emanuel Baroz

    Fatah condanna qualunque incontro di pace con gli israeliani

    Di Khaled Abu Toameh

    Il movimento Fatah (che fa capo a Mahmoud Abbas-Abu Mazen) e altre fazioni palestinesi hanno condannato con forza un incontro organizzato dal gruppo “Iniziativa di Ginevra”, che ha avuto luogo a Ramallah, domenica scorsa, tra rappresentanti dell’Olp ed esponenti politici israeliani.

    La delegazione israeliana comprendeva anche membri del Likud (il partito che fa capo al primo ministro Benjamin Netanyahu) e di Shas (partito religioso sefardita), oltre a rabbini, consulenti politici e membri di consigli municipali.

    Durante la loro visita a Ramallah gli israeliani hanno incontrato il segretario generale dell’Olp, Yasser Abed Rabbo, che è anche il capo del ramo palestinese della “Iniziativa di Ginevra”, l’esponente di Fatah Nabil Sha’ath, il membro del Comitato esecutivo dell’Olp Mohamed Masri, e Ashraf al-Ajrami, ex ministro dell’Autorità Palestinese per le questioni dei detenuti.

    L’incontro si è tenuto nonostante la campagna in corso da parte palestinese contro qualsiasi forma di “normalizzazione” dei rapporti con Israele. Anche nei mesi scorsi, la campagna anti-normalizzazione aveva condannato con forza analoghi incontri tra israeliani e palestinesi causando la cancellazione di numerosi eventi israelo-palestinesi che avrebbero dovuto aver luogo sotto gli auspici di varie organizzazioni europee e americane. Anche il sindacato dei giornalisti palestinesi di Cisgiordania, controllato da Fatah, ha aderito alla campagna anti-normalizzazione chiedendo ai propri membri di evitare qualunque incontro con colleghi israeliani.

    Facendo riferimento al recente incontro a Ramallah, Fatah ha dichiarato in un comunicato: “Condanniamo la normalizzazione e coloro che la organizzano. Gli incontri di questo genere sono privi di contenuto politico e costituiscono una perdita di tempo. Non hanno alcuna giustificazione sul piano politico e nazionale”.

    Il movimento Fatah afferma inoltre che tali incontri avvengono in aperta violazione della posizione del presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen, che è quella di non tenere incontri con il governo israeliano.

    Secondo Fatah, l’incontro a Ramallah “ha ignorato i sentimenti del nostro popolo e la viva memoria nel nostro popolo per la quale questi sionisti sono i più accaniti nemici dei nostri diritti”. La dichiarazione di Fatah si conclude affermando: “Mentre condanniamo fermamente tali riunioni e le respingiamo categoricamente, invitiamo la nostra dirigenza a creare una commissione d’inchiesta davanti alla quale siano chiamati a rispondere i responsabili”.

    Anche Hamas ha condannato l’incontro a Ramallah come una “forma di normalizzazione” con Israele. Il portavoce di Hamas nella striscia di Gaza ha dichiarato che tali riunioni hanno il solo scopo di “offrire all’occupazione una copertura per protrarsi”. Yehya Musa, un alto rappresentante di Hamas, ha affermato che l’incontro serviva solo a “imbellettare il volto dell’occupazione”.

    Forti condanne degli incontri israelo-palestinesi sono state espresse anche da numerosi altri gruppi tra cui il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (Fplp), il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina (Fdlp) e la Jihad Islamica palestinese.

    (Fonte: Jerusalem Post, 10 Luglio 2013)

    http://www.israele.net/articolo,3781.htm

    26 Lug 2013, 12:57 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    26/07/2013 Un alto rappresentante palestinese coinvolto nelle trattative per il rilancio dei negoziati di pace ha detto giovedì a YnetNews che i palestinesi devono ancora decidere se sedere al tavolo negoziale la prossima settimana. “Confermeremo la nostra partecipazione solo quando Israele confermerà la scarcerazione di 103 detenuti”, ha dichiarato la fonte.

    26/07/2013 Le autorità di Hamas nella striscia di Gaza hanno chiuso giovedì gli uffici della tv Al-Arabiya e dell’agenzia di stampa palestinese Maan, accusandole di diffondere “informazioni false” sul movimento dell’ex presidente egiziano Mohamed Morsi e di “condurre una campagna diffamatoria contro Hamas e Gaza per quanto riguarda la situazione in Egitto”. Lo ha comunicato il portavoce di Hamas, Ehab al-Ghsain.

    26/07/2013 “I nemici di Israele dispongono di 200.000 missili in grado di colpire praticamente qualunque abitazione israeliana”. Lo ha detto giovedì il ministro per la protezione civile, Gilad Erdan, esortando il governo a prendere decisioni importanti sul fronte interno per mettere in sicurezza tutti gli strati della popolazione.

    26/07/2013 Due persone sono morte nell’esplosione dell’auto in cui viaggiavano, giovedì sera, non lontano dal raccordo di Yarkonim. Secondo i primi accertamenti della polizia, nell’auto c’era del materiale esplosivo.

    26/07/2013 Quindici israeliani feriti da schegge di vetro, giovedì, a Gerusalemme, a causa di lanci di pietre da parte di giovani arabi contro due diversi autobus.

    26/07/2013 Siria. Il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-moon ha detto giovedì che il numero di morti in due anni e mezzo di guerra civile in Siria ha superato i 100.000 (dai quasi 93.000 stimati poco più di un mese fa).

    26/07/2013 Parlando dei nuovi negoziati a Washington tra Israele e palestinesi, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto giovedì che normalmente “per ballare il tango (cioè intavolare un dialogo) bisogna essere in due, ma in Medio Oriente bisogna essere in tre. Spero – ha aggiunto Netanyahu – che ci sarà la perseveranza necessaria per conseguire l’obiettivo di una pace che si possa difendere”.

    26/07/2013 Il ministro Silvan Shalom ha confermato giovedì che probabilmente i colloqui di pace tra Israele e palestinesi riprenderanno ufficialmente martedì a Washington. “Nulla è stato ancora finalizzato – ha detto Shalom, citato da Radio Israel – ma l’obiettivo è quello di riavviare i colloqui martedì. Vogliamo procedere coi negoziati e al contempo vedere un miglioramento nell’economia palestinese”. Secondo fonti ufficiose, i negoziati inizieranno con un incontro a Washington fra il ministro della giustizia israeliano Tzipi Livni e il negoziatore palestinese Saeb Erekat.

    26/07/2013 La Bulgaria ha diffuso nomi e immagini di due ricercati per coinvolgimento nell’attentato che l’anno scorso ha causato la morte di cinque israeliani e un bulgaro. Si tratta di Meliad Farah, noto anche come Hussein Hussein, cittadino australiano nato il 5 novembre 1980, e di Hassan El Hajj Hassan, cittadino canadese nato il 22 marzo 1988. Lo ha comunicato giovedì il ministero dell’interno bulgaro.

    26/07/2013 Egitto. La Guida generale dei Fratelli Musulmani, Mohamed Badie, ha attaccato il ministro della difesa, generale Abdel Fattah al-Sisi, dicendo che le sue azioni sono peggio che “distruggere la Kaaba alla Mecca” (il luogo più sacro per l’islam). ”Ma lui non conosce il popolo egiziano – ha aggiunto Badie, in un discorso davanti ai sostenitori del suo movimento – e le sue minacce non ci spaventano”.

    26/07/2013 Il presidente della Knesset, Yuli Edelstein, ha inviato una lettera di condoglianze a Congresso e Senato spagnoli per il disastro ferroviario che ha colpito il paese con la morte di 78 persone. Il primo ministro Benjamin Netanyahu, nell’esprimere le condoglianze a nome del paese, ha aggiunto: “Come sempre, Israele è pronto a offrire assistenza”.

    26/07/2013 L’Egitto detiene decine di profughi siriani senza accusa e minaccia di espellerli in un clima di crescente ostilità verso di loro, da quando l’esercito ha preso il potere al Cairo. Lo ha affermato giovedì il gruppo per i diritti Human Rights Watch. Molti degli oltre 90.000 siriani che sono arrivati in Egitto per sfuggire alla guerra civile del loro paese si sono lamentati di angherie subite da quando il 3 luglio è stato rovesciato il presidente islamista Mohamed Morsi, e temono di diventare capri espiatori per i problemi interni dell’Egitto.

    26/07/2013 Secondo un sondaggio Smith Research diffuso mercoledì, la maggioranza degli israeliani si dichiarata contraria al rilascio di terroristi detenuti per reati di sangue come gesto di buona volontà da parte di Israele in vista della ripresa dei colloqui di pace.

    26/07/2013 Philippe Karsenty, analista francese dei mass-media, ha annunciato il ricorso alla Corte Suprema di Francia contro la condanna per diffamazione, per aver accusato il canale tv “France 2” d’aver contraffatto il video del settembre 2000 sulla morte del 12enne palestinese Muhammad al-Dura nella striscia di Gaza.

    25/07/2013 Secondo un sondaggio pubblicato mercoledì da Ha’aretz, il 55% degli israeliani dichiara che voterebbe sicuramente (39%) o molto probabilmente (16%) a favore di un accordo di pace eventualmente raggiunto dal primo ministro Benjamin Netanyahu con i palestinesi e sottoposto a referendum, rispetto al 25% che voterebbe sicuramente o probabilmente contro l’accordo, e un ulteriore 20% di indecisi.

    25/07/2013 Usa/Egitto. Il presidente Usa Barack Obama ha deciso di bloccare per un periodo indeterminato la prevista consegna all’Egitto di jet da combattimento F-16 a causa della ”situazione attuale” nel paese. Lo ha annunciato mercoledì il portavoce del Pentagono, George Little.

    25/07/2013 Egitto. Ordinato mercoledì l’arresto del capo dei Fratelli Musulmani, Mohamed Badie, e di altri otto esponenti di primo piano del movimento islamista accusati di istigazione alla violenza. Lo ha riferito l’agenzia di stampa statale Mena. Badie è già stato arrestato e rilasciato almeno una volta da quando l’esercito ha deposto il presidente islamista Mohamed Morsi.

    25/07/2013 Siria. Le autorità di Damasco stanno bloccando l’accesso alla città vecchia di Homs dove i civili intrappolati hanno un disperato bisogno di cibo e medicinali. “Da quasi venti giorni cerchiamo invano di portare medicine e altri aiuti di prima necessità nella città vecchia di Homs”, ha detto mercoledì Magne Barth, capo della delegazione in Siria della Croce Rossa, paventando possibili conseguenze ”tragiche”.

    25/07/2013 Due razzi palestinesi lanciati dal sud della striscia di Gaza contro Israele si sono abbattuti mercoledì su terreni non edificati nella regione di Eshkol. Ne ha dato notizia radio Galei Tzahal.

    25/07/2013 Egitto. Il secondo maggiore partito islamista, Nour, ha respinto mercoledì l’appello del capo delle forze armate per manifestazioni di massa volte a dargli il mandato di affrontare le violenze di piazza scatenate dopo che i militari hanno deposto il presidente islamista. ”Lo stato non ha bisogno di un mandato per compiere il suo dovere finché sta entro i confini della legge – afferma il partito Nour in una dichiarazione – Le violazioni della legge devono essere gestite dallo stato, ma le violazioni della legge da parte dello stato minacciano l’esistenza stessa dello stato”.

    25/07/2013 Egitto, Il movimento giovanile egiziano Tamarud ha dichiarato che sostiene l’appello dell’esercito per manifestazioni di massa allo scopo di dare ai militari un mandato per affrontare le violenze di strada seguite alla cacciata del presidente islamista Mohamed Morsi. ”Chiediamo al popolo di scendere in piazza venerdì per sostenere le sue forze armate, che noi appoggiamo, e siamo felici che svolgano il loro ruolo nell’affrontare la violenza e il terrorismo praticato dai Fratelli Musulmani”, ha dichiarato alla Reuters il leader di Tamarud, Mahmoud Badr. Tamarud è stato uno dei principali organizzatori delle enormi proteste di piazza contro Morsi prima che la sua destituzione da parte dell’esercito scatenasse scontri di piazza in cui sono morte circa cento persone, per lo più sostenitori della Fratellanza Musulmana. Dal canto suo, Essam El-Erian, importante esponete della Fratellanza, definendo il generale al-Sisi ”un golpista che uccide donne, bambini e persone in preghiera”, ha scritto mercoledì sulla sua pagina Facebook che “le minacce non impediranno a milioni di egiziani di continuare a radunarsi”.

    25/07/2013 Siria. Un membro del Consiglio Nazionale Siriano, importante gruppo dell’opposizione anti-regime, ha dichiarato alla CNN in lingua araba che i ribelli hanno scoperto fosse comuni dove sono sepolti centinaia di uomini della milizia libanese Hezbollah morti nei combattimenti a fianco delle forze di Assad. Secondo la fonte, Hezbollah non riporta in patria i corpi per non infiammare l’opinione pubblica libanese e per nascondere l’entità delle perdite.

    25/07/2013 Un altro cittadino siriano gravemente ferito alla testa nella guerra civile che imperversa nel suo paese è stato trasferito mercoledì all’ospedale israeliano di Nahariya, dove sono già ricoverati altri nove siriani feriti in prossimità del confine con Israele.

    24/07/2013 “La Siria sta attirando dal Medio Oriente e dal mondo migliaia di attivisti della jihad globale ed estremisti islamisti che si stanno installando nel paese non solo per rovesciare il presidente Bashar Assad, ma anche per promuovere la loro visione di stato islamico”. Lo ha detto martedì il capo dell’intelligence militare israeliana, Aviv Kochavi, al suo ritorno da una visita a Washington. “Sotto i nostri occhi – ha aggiunto – si sta sviluppando un centro della jihad globale su una scala che può interessare non solo la Siria e le frontiere dello stato di Israele, ma anche la Giordania e il Sinai”.

    24/07/2013 Secondo un funzionario delle Nazioni Unite, le forze di sicurezza egiziane hanno distrutto circa l’80% dei tunnel usati per il contrabbando e il traffico di armi fra Sinai e striscia di Gaza. L’Egitto ha iniziato a chiudere i tunnel dopo che nel deserto del Sinai, un anno fa, dei terroristi in parte infiltrarti da Gaza hanno ucciso 16 suoi soldati. Ma il vero giro di vite si è avuto dopo che i militari hanno spodestato il presidente Mohamed Morsi, all’inizio di questo mese.

    24/07/2013 Una siriana di 15 anni che ha perso una gamba a causa della guerra civile in corso nel suo paese è stata ricoverata allo Ziv Medical Center di Safed (Israele). Ne ha dato notizia Israel Radio. Si tratta del quarto siriano trasportato a Safed dalle prime ore di martedì mattina. I medici dello Ziv Medical Center hanno attualmente in cura dieci cittadini siriani feriti negli scontri in prossimità del confine con Israele, fra cui una donna e la figlia di 8 anni entrambe con gravi lesioni agli arti. Nel frattempo, un siriano che aveva subito gravi ferite alla testa è stato dimesso dal Western Galilee Hospital di Nahariya.

    24/07/2013 Egitto. Salito a nove il bilancio dei morti, martedì, negli scontri fra sostenitori e avversari del deposto presidente Mohamed Morsi. Nel Sinai, due egiziani sono stati uccisi da terroristi non identificati.

    24/07/2013 Il portavoce del ministero degli esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha detto martedì in conferenza stampa che Teheran ha invitato i leader di tutti i paesi del mondo, tranne Stati Uniti e Israele, al giuramento del nuovo presidente Hasan Rouhani il prossimo 4 agosto.

    24/07/2013 Il portavoce del ministero degli esteri siriano ha duramente attaccato il disegno di legge israeliano Praver (che mira a mettere in regola gli insediamenti beduini del Negev) definendolo “un atto di colonizzatore razzista perpetrato da Israele per continuare la pulizia etnica e la deportazione del popolo arabo-palestinese”. Secondo l’agenzia di stampa statale siriana Sana, Damasco esorta la comunità internazionale a intervenire con urgenza contro l’attuazione di questo piano ”che minaccia la sicurezza e la stabilità di tutta la regione”.

    24/07/2013 Stabilire una ”no-fly zone” per proteggere i ribelli siriani richiederebbe l’impiego di centinaia di aerei con un costo fino a un miliardo di dollari al mese e nessuna garanzia che possa modificare realmente le cose nella guerra civile siriana in corso da più di due anni. È quanto ha scritto il capo di stato maggiore Usa, Martin Dempsey, in un’analisi in cui illustra rischi, costi e benefici di varie opzioni che l’amministrazione Obama potrebbe prendere in considerazione per contrastare la repressione delle forze del presidente siriano Bashar Assad, come: addestramento delle forze dell’opposizione, operazioni militari limitate, istituzione di una no-fly zone, creazione di zone cuscinetto, controllo sulle armi chimiche.

    24/07/2013 Dopo ore di acceso dibattito, con 66 voti a favore e 29 contrari la Knesset ha approvato martedì in prima lettura il disegno di legge per l’equa distribuzione dell’onere militare (servizio di leva obbligatorio anche per gli ultra-ortodossi). Il presidente della Knesset, Yuli Edelstein, ha stigmatizzato il comportamento in aula di alcuni parlamentari ultra-ortodossi come Meir Porush (Ebraismo Unito della Torah) che è arrivato ad ammanettarsi al podio nel corso della sessione plenaria.

    24/07/2013 Associazioni di famigliari delle vittime del terrorismo hanno chiesto urgentemente un incontro al ministro Gilad Erden per discutere l’eventuale scarcerazione di terroristi detenuti, nel quadro del rilancio del processo di pace israelo-palestinese.

    24/07/2013 Con una dichiarazione diffusa martedì la Coalizione Nazionale Siriana, principale gruppo d’opposizione filo-occidentale in Siria, ha accolto con favore la decisione dell’UE di definire terrorista il braccio armato del gruppo islamista libanese Hezbollah definendola ”un passo nella giusta direzione”. Il gruppo chiede anche che i capi Hezbollah vengano messi sotto processo per il loro ruolo nella guerra siriana a fianco del presidente Bashar Assad.

    24/07/2013 L’Iran ha condannato martedì la decisione dell’Unione Europea di definire terrorista il braccio armato del gruppo islamista libanese Hezbollah definendola “sorprendente e inaccettabile”. Il ministro degli esteri iraniano Ali Akbar Salehi ha dichiarato sul sito del ministero che la scelta europea “andrà a beneficio dell’illegittimo regime sionista e dei suoi sostenitori”. Hezbollah venne creato circa trent’anni fa grazie a fondi e consiglieri militari iraniani e, insieme alla Siria, rimane uno dei più importanti alleati di Teheran nella regione, posizionato in ”prima linea” contro Israele.

    24/07/2013 All’inizio del mese, nel settimo anniversario della seconda guerra in Libano, le Forze di Difesa israeliane hanno lanciato un nuovo sito web (in inglese) per “mostrare al mondo il vero volto di Hezbollah”, il gruppo terrorista sciita libanese sostenuto dall’Iran. Il sito, gestito dal portavoce delle Forze di Difesa israeliane in collaborazione con unità dell’intelligence, fornisce informazioni sulla storia di Hezbollah, l’ideologia, la dirigenza e le sue attività. Il sito mette in evidenza la collaborazione di Hezbollah con altri gruppi terroristici e con paesi come l’Iran, e dà dettagli sull’arsenale missilistico del gruppo. Si veda: http://www.idfblog.com/hezbollah/

    (Fonte: Israele.net)

    26 Lug 2013, 12:58 Rispondi|Quota
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