Ancora farneticanti dichiarazioni di Berlusconi: “I miei figli come ebrei sotto Hitler”

 
Emanuel Baroz
6 novembre 2013
9 commenti

Ancora farneticanti dichiarazioni di Berlusconi: “I miei figli come ebrei sotto Hitler”

berlusconi-figli-ebrei-sotto-hitler-focus-on-israelRoma, 6 Novembre 2013 – Ci risiamo. Dopo le barzellette decisamente inopportune, dopo le sorprendenti e vergognose dichiarazioni del Gennaio scorso nella Giornata della Memoria, Silvio Berlusconi torna con le sue dichiarazioni ad offendere la memoria degli ebrei italiani (e non solo loro a parere di chi scrive), banalizzando la Shoah: “I miei figli dicono di sentirsi come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler. Abbiamo davvero tutti addosso“. Così il leader del Pdl in un passaggio del nuovo libro di Bruno Vespa, Sale, zucchero e caffè, in cui il conduttore di Porta a Porta gli chiede se è vero che i figli gli abbiano chiesto di vendere tutto e di andare via.

Immediate le reazioni, tra cui segnaliamo quella del Presidente dell’UCEI (Unione Comunità Ebraiche Italiane) Renzo Gattegna che definendo inappropriato il paragone di Berlusconi ha poi aggiunto: “La vita degli ebrei d’Europa sotto il nazismo fu segnata da un vortice nero di violenza, persecuzione, morte. Una catastrofe che non è soltanto del popolo ebraico ma dell’umanità intera. Ogni paragone con le vicende della famiglia Berlusconi è quindi non soltanto inappropriato e incomprensibile ma anche offensivo della memoria di chi fu privato di ogni diritto e, dopo atroci e indicibili sofferenze, della vita stessa“. Lapidario il commento del Presidente della Comunità Ebraica di Roma Riccardo Pacifici: “Non credo che Berlusconi debba scuse agli ebrei ma semmai a se stesso“.

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  • #1Emanuel Baroz

    Gattegna: “Il paragone tra la famiglia di Berlusconi e gli ebrei sotto Hitler offende l’Italia e la Memoria”

    “L’Italia repubblicana è un paese democratico. La Germania nazista era una spietata dittatura governata da criminali che teorizzavano e commettevano i più gravi delitti contro l’umanità. Contro gli ebrei i nazisti si accanirono con spietata crudeltà tanto che, alla fine di quel tragico periodo, gli ebrei dovettero contare oltre sei milioni di morti”.

    Così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna nel commentare l’anticipazione diffusa oggi del libro “Sale, zucchero e caffè” in uscita venerdì 8 novembre in cui Silvio Berlusconi, rispondendo a Bruno Vespa, racconta che i suoi figli dicono di sentirsi “come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler”.

    “La vita degli ebrei d’Europa sotto il nazismo fu segnata da un vortice nero di violenza, persecuzione, morte. Una catastrofe che non è soltanto del popolo ebraico ma dell’umanità intera – prosegue Gattegna – Ogni paragone con le vicende della famiglia Berlusconi è quindi non soltanto inappropriato e incomprensibile ma anche offensivo della memoria di chi fu privato di ogni diritto e, dopo atroci e indicibili sofferenze, della vita stessa”

    http://moked.it/blog/2013/11/06/gattegna-offensivo-per-milioni-di-morti-il-paragone-tra-la-famiglia-di-berlusconi-e-gli-ebrei-sotto-hitler/

    6 Nov 2013, 15:47 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    “Non credo che Berlusconi debba scuse agli ebrei ma semmai a se stesso”. È il commento di Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, alle parole dell’ex premier secondo cui i figli si sentono come gli ebrei sotto il nazismo.

    “Rimango basito – spiega Pacifici a Sky Tg24 – è un paragone che pur considerando il clima, su cui non entro nel merito, dal punto di vista storico è alquanto fuori luogo. Il clima in cui si viveva sotto il periodo nazista è un clima di persecuzione di stampo razzista, in cui l’unica soluzione era quella di uscire come cenere dai camini di Auschwitz. Le famiglie ebraiche dopo essere state discriminate, intimidite, venivano catturate e uccise, tutti, bambini compresi. Non c’erano processi nè tribunali, non c’era appello”. A questo punto, conclude Pacifici, “forse sarebbe più interessante sentire direttamente i figli, come si sentono dopo questo paragone”.

    http://www.huffingtonpost.it/2013/11/06/riccardo-pacifici-berlusconi-ebrei-scuse_n_4225106.html

    6 Nov 2013, 15:48 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    Giovani ebrei, paragone vergognoso: siamo offesi

    “L’Unione Giovani Ebrei d’Italia non può che condannare le parole di Silvio Berlusconi”. Così afferma in una nota il Presidente UGEI Alessandra Ortona. “Il paragone infelice tra gli ebrei sotto Hitler e i suoi figli – aggiunge – è, oltre che ridicolmente fuori luogo, profondamente irrispettoso nei confronti di chi della Shoah è stato vittima.

    Ci sembra, a questo punto utile, sottolineare il fatto che nessuno dei figli di Silvio Berlusconi è stato rinchiuso in un ghetto, bruciato in un campo di concentramento, fucilato, o trattato in altre feroci maniere. Come Unione dei Giovani Ebrei d’Italia – conclude Ortona – non possiamo che ritenerci profondamente offesi dalla superficialità e dalla mancanza di rispetto che trapelano dalle parole del Cavaliere, infangando così quella memoria che dovrebbe essere un valore condiviso”.

    http://www.huffingtonpost.it/2013/11/06/riccardo-pacifici-berlusconi-ebrei-scuse_n_4225106.html

    6 Nov 2013, 15:49 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    Pontecorvo, ideatore del “progetto Dreyfus”, a Berlusconi: “Così scade nel ridicolo”

    di Micaela Del Monte.

    IntelligoNews ha chiesto a Gianluca Pontecorvo, giovano ebreo romano e ideatore e co-fondatore del “progetto Dreyfus”, che cerca di combattere l’antisemitismo sul web tramite il network, di commentare quella che già molti definiscono l’infelice frase di Silvio Berlusconi: “I miei figli si sentono come gli ebrei con Hitler”.

    Per Pontecorvo: “Berlusconi è sempre stato in passato un grande amico del popolo d’Israele ma con questi paragoni scade nel ridicolo. È un politico ed un uomo che essendo sotto pressione non conosce più le mezze misure. Ci sono un miliardo di motivi per i quali i figli di Berlusconi non sono paragonabili agli ebrei al tempo di Hitler. Dovrebbe vergognarsi”.

    http://www.intelligonews.it/pontecorvo-ideatore-del-progetto-dreyfus-a-berlusconi-cosi-scade-nel-ridicolo/

    6 Nov 2013, 15:50 Rispondi|Quota
    • #5Parvus

      @Emanuel Baroz:
      Dopo anni che i comunisti dicono che i palestinesi soffrono come gli ebrei durante l’olocausto, ci si è improvvisamente lavati le orecchie?!?

      7 Nov 2013, 20:27 Rispondi|Quota
      • #6Emanuel Baroz

        ma…che c’entra?! Possibile che in Italia si debba sempre fare guelfi e ghibellini?!

        7 Nov 2013, 22:55 Rispondi|Quota
    • #7Parvus

      Non è questione di Guelfi e Ghibellini, è questione di proporzioni: Berlusconi al più potrebbe essere stato inopportuno. L’accusa lanciata dalle sinistre, fatta credere a centinaia di migliaia di giovani, è tremendamente orribile, Gli ebrei, reduci dai campi di sterminio non avrebbero trovato di meglio da fare che trovarsi un popolo più debole per infliggergli le stesse pene. Se una simile assurdità fosse vera, l’ebreo sarebbe il popolo più depravato della terra, peggio dei nazisti i quali perlomeno non avevano provato su sé stessi quelle sofferenze. Di fronte ad una simile accusa sarebbe necessario inchiodarsi alla porta di chi l’ha lanciata e restarci finché la prova o la ritira con umili scuse al popolo ebraico. Invece si fa finta di niente, si milita magari nello stesso partito.
      Non mi interessa quale siano questi partiti, se siano di destra o di sinistra. Lanciare contro un popolo la più infamante delle calunnie, è un crimine contro l’umanità. Tacere è criminale complicità.

      29 Gen 2014, 11:15 Rispondi|Quota
  • #8Parvus

    Ondata di sdegno… evidentemente nessun ebreo ha mai sentito che i comunisti da decenni paragonano all’olocausto le piccole sofferenze che gli arabopalestinesi si autoprocurano con le loro aggressioni ad Israele.

    6 Nov 2013, 20:41 Rispondi|Quota
  • #9Parvus

    Articolo di Davide Romano, che dimostra come nelle scuole, fra i giovanissimi, vi siano ragazzi cui è stato fatto credere che il popolo ebraico abbia compiuto la più orrenda e terribile delle infamie, aver riprodotto contro un altro popolo innocente le atrocità subite dai nazisti:
    “Ma come fate, voi ebrei che avete vissuto le persecuzioni, a comportarvi esattamente come i nazisti nei confronti dei palestinesi?” Quando presento alle scolaresche i miei spettacoli teatrali sulla Shoah e giunge il momento del dialogo con il pubblico, ogni tanto arriva ancora questa domanda terribile (per chi la fa). Ogni volta, ogni maledetta volta, mi va il sangue alla testa. Ma ormai ho imparato a dominare anche questo: faccio un bel respiro profondo, e inizio a spiegare che se si accusa Israele di nazismo si commettono non uno, ma due errori. Il primo è quello di non capire che Israele è una democrazia, e non una dittatura. Di più: è un paese dove al suo interno un sesto della popolazione è arabo-palestinese e gode di più diritti di qualunque altro arabo in Medio Oriente. Il secondo errore, forse ancora più grave, è che se si paragona Israele alla Germania nazista in realtà si dimostra di non avere capito l’abisso di sangue che è stato il nazionalsocialismo. Chi fa questi accostamenti banalizza il regime di Hitler, dimostrando così di non ritenerlo un evento unico nella storia. Un revisionismo di sinistra così tanto estremo da finire per piacere perfino ai negazionisti di estrema destra.

    C’è da fare attenzione a citare il nazismo con tanta leggerezza, paragonandolo a un qualsiasi conflitto religioso e territoriale. Come diceva lo scrittore Leonardo Sciascia: ”se tutto è mafia, nulla è mafia”. Lo stesso vale per Shoah. Se tutto è Shoah, allora la Shoah non esiste. O comunque non è stata così terribile, ma un semplice e ricorrente avvenimento della storia.

    Spesso queste domande sorgono dal desiderio da parte dei ragazzi di distinguersi e sentirsi alternativi. Ed è proprio per questo che non dimentico mai di sfidarli sul loro terreno: cosa c’è di alternativo nello scimmiottare e ripetere le stesse cose che si urlano laggiù? Non sono forse già abbastanza “bravi” a litigare israeliani e palestinesi per conto loro? Si fanno pure la guerra, ogni tanto… E davvero, urlando con la bava alla bocca a duemila chilometri di distanza, qualcuno pensa di contribuire alla pace? No, dall’Europa devono arrivare messaggi e azioni concrete diverse. A noi che non siamo parte in causa, proprio a noi che siamo fuori dal conflitto, tocca pensare a qualcosa di nuovo. Senza aiuti alla cieca come in passato, ma sostenendo quelle forze che davvero vogliono il dialogo e non lo usano solo come slogan. Solo così facendo si semina la pace di domani.
    informazionecorretta.it
    (Di Davide Romano)

    29 Gen 2014, 11:25 Rispondi|Quota
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