Gerusalemme: altra serie di attentati di terroristi palestinesi contro cittadini israeliani

 
Emanuel Baroz
12 ottobre 2015
7 commenti

Gerusalemme: altra serie di attentati di terroristi palestinesi contro cittadini israeliani.

Netanyahu: “Intifada non nasce per frustrazione ma per desiderio di distruggerci”

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Gerusalemme, 12 Ottobre 2015 – Un 13enne ebreo e’ in gravissime condizioni dopo essere stato accoltellato in un quartiere a nord di Gerusalemme da due palestinesi. Si tratta del terzo attacco della giornata, dopo un’aggressione vicino alla Porta dei Leoni e un secondo accoltellamento ad Ammunition Hill. Il bilancio e’ di due palestinesi uccisi e due feriti, mentre tra gli israeliani, oltre al 13enne in pericolo di vita, si registra un ferito grave, un terzo ha riportato ferite lievi mentre un quarto e’ rimasto illeso.

Il primo attacco e’ avvenuto di prima mattina nei pressi della Porta dei Leoni, all’ingresso della Citta’ Vecchia. Un palestinese ha tentato di accoltellare un poliziotto, rimasto pero’ illeso grazie al giubotto anti-proiettile. Le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco e hanno ucciso l’aggressore. Il secondo incidente e’ avvenuto a Gerusalemme Est, nella zona di Ammunition Hill, poco distante dal quartier generale della polizia. Una donna palestinese e’ stata colpita dopo aver attaccato un agente, rimasto leggermente ferito. Il poliziotto si era insospettito dal suo comportamento e le aveva chiesto di fermarsi. Lei invece aveva continuato a camminare, poi si era voltata e l’aveva accoltellato. La donna e’ stata portata all’ospedale in condizioni serie.

Meno di un’ora dopo, nel quartiere settentrionale di Pisgat Zeev, un 25enne ebreo e’ stato colpito da due palestinesi, rimanendo gravemente ferito. I due aggressori hanno poi accoltellato un 13enne in bici, prima di tentare la fuga, ma uno e’ stato colpito da un auto mentre il secondo e’ stato ucciso dai poliziotti. Il 13enne e’ stato trasportato privo di conoscienza e intubato all’ospedale Hadassah Ein Kerem, in condizioni critiche.

In serata un altra attentato, il quarto di oggi sempre a Gerusalemme, da parte di un terrorista‬ ‪arabo‬ che ha tentato di prendere un arma da un soldato su un autobus all’entrata di ‪Gerusalemme‬, per poi accoltellare lui e altre due persone. Il terrorista è stato ucciso.

L’ondata di violenze che si registra in Israele “non viene dalla frustrazione palestinese per la mancanza di una soluzione diplomatica” ma dal desiderio di “distruggere” lo Stato ebraico. Lo ha affermato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, intervenendo alla Knesset, il Parlamento, in occasione dell’apertura della sessione invernale. Nonostante “un centinaio di anni di terrorismo e di tentativi di distruggere l’impresa sionista, i nostri nemici non hanno ancora imparato“, ha sostenuto, sottolineando che “non c’e’ modo di fermarci, questa e’ la nostra patria“.

Il premier israeliano ha poi respinto le “bugie pericolose” secondo cui Israele starebbe cercando di modificare lo status quo del Monte del Tempio, la Spianata delle Moschee per i musulmani. “Vogliamo la coesistenza tra arabi ed ebrei“, “non siamo in guerra con l’Islam“, ha aggiunto, invitando a “rafforzare la reciproca comprensione“.

(Fonte: AGI.it, 12 Ottobre 2015)

Thanks to Progetto Dreyfus

Nell’immagine in alto: una delle tante vignette inneggianti al terrorismo antiebraico presenti sui social network

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  • #1Emanuel Baroz

    13 Ott 2015, 00:13 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Jihad palestinese: “intridete i coltelli nel veleno”. Facebook come veicolo d’odio

    La Jihad palestinese decolla sui social media e in particolare su Facebook dove i gruppi di odio verso gli ebrei si stanno moltiplicando. Alcuni gruppi sono gestiti da palestinesi che organizzano manifestazioni e attentati, altri sono gestiti da loschi figuri non palestinesi che oltre a fomentare odio gioiscono ogni volta che un ebreo viene ucciso o ferito e incitano i palestinesi a compiere nuovi e più eclatanti attentati.

    Uno dei messaggi più inquietanti visti apparire sulle bacheche d’odio su Facebook riguarda il consiglio di intridere i coltelli usati per colpire gli israeliani in una sostanza velenosa così che se non dovessero morire per i colpi inferti morirebbero per il veleno. Che dire poi delle immagini che incitano all’odio, ne girano a centinaia.

    Ma la rete infinita di gruppi che incitano all’odio è impossibile da monitorare perché sta crescendo come un fungo velenoso anche ben al di fuori della Palestina. Solo in Italia gruppi e pagine che incitano i palestinesi a uccidere gli israeliani e alla Jihad palestinese sono centinaia, spesso gestiti da personaggi noti anche alle forze dell’ordine. E’ una vera esplosione di odio antisemita senza controllo che le autorità di controllo non possono più sottovalutare come non lo può fare Facebook. L’incitamento alla violenza in Italia è un reato, aggravato se ci si aggiunge la motivazione razziale.

    Invitiamo pertanto le autorità italiane a vigilare con molta attenzione su questo fenomeno che potrebbe portare anche a violenze nei confronti di cittadini ebrei italiani o contro chi sostiene legittimamente Israele. In tutto il mondo vengono segnalati casi di aggressione verso chi è di religione ebraica e verso coloro che sostengono la causa di Israele (l’ultimo caso ieri sera a New York dove due studenti ebraici sono stati aggrediti proprio in quanto tali), cerchiamo almeno di controllare i social media e impedire che vengano usati per veicolare odio.

    http://www.rightsreporter.org/jihad-palestinese-intridete-i-coltelli-nel-veleno-facebook-come-veicolo-odio/

    13 Ott 2015, 00:14 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    Per i media Israele ha torto anche quando ha ragione

    I palestinesi sono sempre vittime. Ma nessuno chiede loro conto dell’odio che seminano.

    di Fiamma Nirenstein.

    Anche quando la ragione grida e gli eventi parlano da soli la stampa internazionale, serrata in un automatismo coattivo, con noiosa, stanca ripetitività cerca e trova la strada di dare ragione ai palestinesi. Qui gli eventi sono palmari: sulla scorta di una menzogna ripetuta fino all’ossessione dai media palestinesi, ovvero che la Moschea di Al Aqsa sta per essere dissacrata, anzi distrutta, anzi occupata dagli israeliani, un risveglio di odio palestinese ha fatto di Israele, e specie di Gerusalemme, un inferno punteggiato da attacchi terroristici. Per la strada chiunque incontri può nascondere un coltello e colpire te e i tuoi bambini. Oppure puoi viaggiare in macchina ed essere fronteggiato da un’auto che corre verso di te a tutta velocità per fungere da lancia pietre. E poi ci sono i cacciavite, le bombe molotov, e da ieri c’è anche la minaccia dei terroristi sucidi: una donna, fermata a un check-point vicino a Maale Adumim, sulla strada di Gerusalemme, al grido di “Allah è grande” si è fatta saltare per aria, ora è all’ospedale. Se fosse arrivata a un caffè di Gerusalemme chissà cosa sarebbe successo.

    Da Gaza il leader di Hamas, Ismail Haniyeh invita i giovani a unirsi al terrorismo, e quando a centinaia (qualche decina è riuscita a entrare) si precipitano sul confine e l’esercito li respinge ci scappano i morti. E’ biasimo internazionale, e nessuno spiega il rischio che centinaia di giovani di Hamas, mentre oltretutto da Gaza partono i razzi, infliggono alla gente di Israele. Così come quando la polizia o qualche cittadino ferma un terrorista armato: certo, non hanno tempo di valutare la sua età o la sua condizione sociale, ma cercano di fermarlo per impedire un altro omicidio. Mancano nei media le coordinate fondamentali per capire: Israele è un Paese spaventato, sotto assedio; i social network palestinesi sono impegnati a criminalizzare gli ebrei secondo stereotipi impresentabili. L’incitamento a colpire idealizza gli shahid e condanna a morte gli ebrei.

    D’altra parte, se uno sente la radio israeliana ascolta una discussione accorata, priva di odio, con molte voci dalla parte dei problemi dei palestinesi, preoccupate, nelle interviste a politici e militari di riabilitare la leadership e portarla al tavolo delle trattative. Essere un giornalista che copre la vicenda mediorentale da molti anni è sinonimo di vicinanza alla “causa palestinese” e anche questa volta i conti devono tornare. Israele alla fine deve risultare responsabile del sangue, lo sfondo deve esser quello della sofferenza dei giovani terroristi, ignorando le responsabilità della leadership palestinese; l’occupazione è il facile leit motiv di fondo, anche se Arafat prima e Abu Mazen poi hanno rifiutato molte proposte di concluderne la vicenda e la formula”due stati per due popoli” è stata erosa dalla certezza di riuscire a cancellare lo Stato d’Israele. La manipolazione è audace. Sul New York Times un titolo diceva sull’assassinio di Alexander Levlovich “Un ebreo muore quando una pietra colpisce la sua auto”. Sempre sullo stesso giornale “Polizia e giovani palestinesi si scontrano” e non si sa perché; forse la polizia era nervosa. La BBC ha scritto “Un palestinese ucciso dopo che un attacco (uno qualunque ndr) a Gerusalemme uccide due persone”. Un titolo scandaloso per la famosa rete inglese che infatti l’ha poi modificato.

    Due giorni or sono, poi, da molti titoli anche in Italia non era possibile capire come mai “sette palestinesi”fossero stati uccisi, e di nuovo lo scontro era colpa di Israele.

    Si riporta senza discuterla la tesi delle Moschee minacciate, si esprime comprensione per la “mancanza di speranza”dei palestinesi attribuendone la responsabilità a Israele. Nessuno si avventura alla ricerca del perché, per esempio nel rifiuto di Abu Mazen a accettare l’invito di Netanyahu a trattare senza precondizioni, nella corruzione dei capi, nell’incitamento sfrenato a odiare gli ebrei. Si mette da parte tutto ciò ch e è contraddittorio rispetto all’immagine conformista dei cattivi contro gli oppressi dall’imperialismo creato dalla Guerra Fredda. Siamo ancora là, mentre l’islamismo avanza.

    (Fonte: il Giornale, 12 Ottobre 2015)

    13 Ott 2015, 00:14 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    13 Ott 2015, 00:15 Rispondi|Quota
  • #5Emanuel Baroz

    PERCHÈ I VERI TERRORISTI SONO I FAMILIARI DEI TERRORISTI

    https://it-it.facebook.com/ProgettoDreyfus/videos/883080518434977/

    13 Ott 2015, 00:15 Rispondi|Quota
  • #6Emanuel Baroz

    Il solito strabismo dell’opinione pubblica internazionale

    http://www.ilborghesino.blogspot.it/2015/10/il-solito-strabismo-dellopinione.html

    13 Ott 2015, 00:15 Rispondi|Quota
  • #7Emanuel Baroz

    13 ottobre 2015 – Quarto attentato in una giornata, lunedì sera, a Gerusalemme. Un palestinese che ha tentato di strappare l’arma a un soldato israeliano a bordo di un autobus all’entrata di Gerusalemme è stato ucciso dalla polizia dopo che aveva accoltellato un soldato e un civile. Secondo la ricostruzione di una portavoce della polizia, l’aggressore, non essendo riuscito a impossessarsi dell’arma del soldato, ha estratto un pugnale con cui lo ha accoltellato. Ha poi pugnalato anche un civile che era intervenuto per bloccarlo. Quando è riuscito a strappare la pistola a un poliziotto salito nel frattempo sull’autobus, un altro agente ha fatto fuoco uccidendolo.

    13 ottobre 2015 – “Il terrorismo non nasce dalla frustrazione, ma dal desiderio di distruggerci”. Lo ha detto lunedì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu intervenendo all’apertura della sessione invernale della Knesset. “Abbiamo subìto attentati prima della fondazione dello stato e li abbiamo subiti dopo la fondazione dello stato – ha detto Netanyahu – Abbiamo subìto attentati prima e dopo la guerra dei sei giorni, prima e dopo l’inizio del processo di pace. Cento anni di terrorismo, cento anni di tentativi di distruggere l’impresa sionista e i nostri nemici non hanno ancora capito che non è possibile eliminarci”. Circa il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), Netanyahu ha detto che “sfugge i negoziati come si sfugge al fuoco”. Sulle questioni regionali ha ribadito l’impegno a impedire che armi iraniane e siriane raggiungano gli islamisti libanesi Hezbollah, e l’opposizione all’accordo sul nucleare iraniano. Netanyahu ha poi avvertito che lo “Stato Islamico” (ISIS) è sempre più forte in Siria e nella penisola egiziana del Sinai (che confina con Israele).

    13 ottobre 2015 – “Il popolo ebraico e Israele non sono in guerra con l’islam. La menzogna secondo cui vorremmo cambiare lo status quo sul Monte del Tempio di Gerusalemme è una pericolosa calunnia”. Lo ha detto il presidente d’Israele Reuven Rivlin intervenendo lunedì all’apertura della sessione invernale della Knesset. “Israele – ha aggiunto Rivlin – non può accettare la ingiuria secondo cui gli ebrei deturpano il Monte del Tempio con i loro piedi sozzi. Il legame del popolo ebraico con il Monte del Tempio è un fatto incontestabile “. Il presidente ha poi esortato a respingere i tentativi che vengono fatti di distruggere la coesistenza arabo-ebraica.

    13 ottobre 2015 – Una delegazione di rappresentanti del Quartetto (Usa, Ue, Russia, Onu), che doveva arrivare in Israele mercoledì per discutere come riavviare il processo diplomatico, ha annunciato domenica d’aver rinviato la visita su richiesta di Gerusalemme. “Gli israeliani ci hanno detto che questo non è un buon momento per parlare di questioni diplomatiche”, ha detto un diplomatico occidentale citato dal quotidiano Ha’aretz.

    13 ottobre 2015 – Un gruppo di rivoltosi palestinesi di Gaza ha di nuovo tentato di irrompere, lunedì, in territorio israeliano attraverso una breccia nella barriera di confine fra Israele e la parte centrale della striscia di Gaza, ma è stato ripetutamente circondato e ricacciato indietro da unità delle Forze di Difesa israeliane con l’impiego di gas lacrimogeni. Lo ha comunicato un portavoce dell’esercito.

    13 ottobre 2015 – Terzo attentato all’arma bianca, lunedì pomeriggio, a Pisgat Ze’ev (Gerusalemme nord): due terroristi palestinesi hanno gravemente ferito a coltellate due israeliani, prima un uomo di 25 anni, poi un ragazzino di 13 che passava in bicicletta. Gli aggressori sono due cugini palestinesi di 15 e 13 anni, originari di Beit Hanina (Gerusalemme nord). Il maggiore è rimasto ucciso dall’intervento della forze di sicurezza. Il 13enne è stato urtato da un veicolo mentre cercava di fuggire: ferito, è stato ricoverato in condizioni serie.

    13 ottobre 2015 – Secondo attentato all’arma bianca, lunedì nel primo pomeriggio: una giovane terrorista ha ferito a coltellate un agente della polizia di frontiera presso la fermata del tram di Ammunition Hill, a Gerusalemme, prima di essere a sua volta ferita alle gambe dalla reazione delle forze di sicurezza. Vedi su
    YnetNwes il video della donna subito dopo l’attentato: http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4709978,00.html

    13 ottobre 2015 – Un giovane terrorista originario di Jabel Mukaber (Gerusalemme est) ha aggredito lunedì mattina a coltellate degli agenti di polizia che stavano effettuando un controllo dei documenti vicino alla Porta del Leone della Città Vecchia di Gerusalemme, ed è stato abbattuto dalla reazione dei militari. Tre gli agenti feriti, di cui uno in modo grave. Vedi, in fondo a questa pagina di
    YnetNews, il video dell’incidente ripreso da telecamere di sicurezza: http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4709978,00.html

    13 ottobre 2015 – La polizia di Tirat Hacarmel ha arrestato due studenti 18enni israeliani che avevano dichiarato su Facebook l’intenzione di aggredire arabi nei pressi della loro scuola superiore. I due si erano procurati dei pugnali a tale scopo.

    13 ottobre 2015 – Secondo fonti palestinesi citate domenica dal quotidiano on-line Rai Al-Youm, in contrapposizione al presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), che è anche a capo di Fatah, molti esponenti di Fatah (fra cui Tawfik Tirawi, Sakher Bseiso e Sultan Abu al-Ainain) chiedono che il gruppo si schieri apertamente a sostegno della “nuova intifada” palestinese, dichiarandosi scontenti per il mancato ruolo dell’Autorità Palestinese nell’attuale ondata di attacchi contro gli israeliani.

    13 ottobre 2015 – “Vattene da qui. Basta con le interviste! Andatevene da Nazareth, avete distrutto la nostra città, avete distrutto tutto!”. Lo ha gridato Ali Salam, sindaco della maggiore città araba d’Israele, alla volta del leader della Lista Araba Comune, il parlamentare arabo-israeliano Ayman Odeh, durante una trasmissione di Canale Due domenica sera. “Oggi neanche un ebreo si è fermato qui da noi” ha aggiunto il sindaco, che accusa i parlamentari arabi di nuocere agli interessi del loro elettorato “rovinando la convivenza” quando organizzano manifestazioni di ultrà estremisti che degenerano regolarmente in tumulti, che comportano anche ingenti danni alle proprietà dei residenti.

    13 ottobre 2015 – Muhammad Sallah, predicatore islamico nella moschea Al-Abrar di Rafah (striscia di Gaza), durante il suo sermone di venerdì scorso ha agitato un coltello esortando i palestinesi a pugnalare sempre più ebrei e “tagliarne i corpi a pezzi”. Incitando a “pugnalare al cuore il loro mito del Tempio”, Sallah ha invitato i palestinesi a non farlo singolarmente, ma unendosi in squadre di tre o quattro terroristi in modo che “alcuni trattengano la vittima mentre altri la colpiscono con asce e mannaie”. Vedi il video (con sottotitoli in inglese) diffuso da Middle East Media Research Institute: http://www.memri.org/clip/en/0/0/0/0/0/0/5098.htm

    13 ottobre 2015 – L’associazione professionale dei giuristi palestinesi, un ente che riceve importanti finanziamenti da Unione Europea e Nazioni Unite, ha assegnato una laurea in legge honoris causa alla memoria dell’“eroe martire” Muhannad Halabi, lo studente 19enne palestinese che il 3 ottobre scorso ha pugnalato a morte due israeliani nella città vecchia di Gerusalemme, prima di essere ucciso dalle forze di sicurezza. Vedi la notizia ripresa domenica (in inglese) dal Middle East Media Research Institute: http://www.memri.org/report/en/0/0/0/0/0/0/8791.htm

    (Fonte: Israele.net)

    13 Ott 2015, 11:14 Rispondi|Quota