ONU: la decisione di Obama rafforza i nemici di Israele

 
Emanuel Baroz
28 dicembre 2016
0 commenti

L’ultimo boomerang dell’amministrazione Obama

La risoluzione del Consiglio di Sicurezza rafforza i nemici di Israele, del negoziato e del compromesso per la pace

Nel difendere la decisione degli Stati Uniti di astenersi sul voto del Consiglio di Sicurezza che condanna Israele per gli insediamenti, l’ambasciatrice americana all’Onu Samantha Power ha detto che il voto è in linea con la tradizionale posizione politica degli Usa. Tecnicamente, è vero. Ma perché ora? E perché al Consiglio di Sicurezza? Dopo aver sperimentato per otto anni l’intransigenza palestinese (che ha sistematicamente rifiutato ogni realistica soluzione di compromesso e si rifiuta di sedere al tavolo dei negoziati), il presidente americano uscente e i suoi consiglieri dovrebbero essere ben consapevoli che la risoluzione 2334 di venerdì scorso non farà che rafforzare il rifiuto dei palestinesi a negoziare. E’ esattamente lo stesso errore che fece Barack Obama all’inizio della sua carriera presidenziale, quando chiese a Israele di attuare il blocco totale di tutte le attività edilizie al di là della ex-linea armistiziale del ’49-’67, comprese Gerusalemme e alture del Golan. Una richiesta che servì solo a indurire la posizione palestinese: la dirigenza palestinese, infatti, come poteva pretendere qualcosa di meno del blocco totale delle attività edilizie israeliane negli insediamenti come precondizione per negoziare, dopo che lo aveva chiesto lo stesso Obama?

Anche la risoluzione di venerdì scorso, lungi dall’incoraggiare i palestinesi a negoziare con Israele, non farà che rafforzare in loro la convinzione che i colloqui diretti con Israele sono inutili e che la cosa migliore da fare, dal loro punto di vista, è internazionalizzare il conflitto portando il mondo a fare pressione su Israele. (Come ha scritto Fred Guttman su Times of Israel, la risoluzione premia i capi palestinesi per non essersi impegnati in negoziati diretti.)

Obama ha deciso di prendere questa posizione proprio alle Nazioni Unite, un ente noto per la sua ossessiva fissazione contro Israele (recentemente ammessa dallo stesso Segretario Generale). Il presidente degli Stati Uniti avrebbe potuto fare un importante discorso politico su Israele dal prato della Casa Bianca, oppure davanti al Congresso. Invece ha scelto l’Onu. Nel solo 2016 l’Assemblea Generale dell’Onu ha adottato 18 risoluzioni contro Israele, e il Consiglio di Sicurezza ha adottato 12 delibere specificamente dedicate a Israele: “più di quelle centrate su Siria, Corea del Nord, Iran e Sud Sudan messe insieme”, come ha osservato la stessa Power nel discorso in cui tentava di spiegare l’inspiegabile l’astensione degli Stati Uniti.

Non basta. La risoluzione 2334 è ancora più assurda in quanto non fa alcuna distinzione tra luoghi di Gerusalemme come la Città Vecchia, il Kotel (Muro del pianto), i quartieri ebraici della città come Ramat Eshkol (ovviamente destinati a restare israeliani in qualunque accordo futuro), e gli insediamenti isolati con poche decine di residenti creati nel cuore di Giudea e Samaria (Cisgiordania). Una distinzione indispensabile per qualunque concreto negoziato, che anche per questo risulterà danneggiato dalla risoluzione.

Ancora più deleterie, per il negoziato, saranno le conseguenze della risoluzione 2334. Essa infatti darà nuova linfa al movimento BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele): in particolare, la clausola 5 della risoluzione che invita le nazioni del mondo “a distinguere tra i territori dello stato di Israele e i territori occupati nel 1967”. Solo un passo separa la delegittimazione di quartieri, città e istituzioni ebraiche al di là della ex-linea armistiziale del ’67, dalla delegittimazione di tutto Israele in quanto tale.

Persino gli attentati terroristici contro ebrei residenti dei “territori” potranno in qualche modo appellarsi ai principi giuridici e morali espressi in questa risoluzione delle Nazioni Unite, dal momento che ogni ebreo – anche un bambino – che vive in quelle aree potrà essere descritto, stando al Consiglio di Sicurezza, come un fuorilegge e un “ostacolo alla pace”.

Non si può che deplorare questa decisione presa da Obama al crepuscolo del suo mandato: essa danneggia gravemente le possibilità di riavviare negoziati diretti fra le parti, rafforza le campagne BDS che sono contro il negoziato e la pace, e insolentisce Israele (altra mossa non esattamente favorevole al dialogo e al compromesso). Nonostante tutto l’aiuto che la sua amministrazione ha garantito al rafforzamento della difesa israeliana, questo è il lascito con cui Obama verrà ricordato in Israele.

(Fonte: Jerusalem Post, 26 Dicembre 2016)

Israele.net

Nell’immagine in alto: la vignetta pubblicata su uno dei profili ufficiali Facebook di Fatah, il movimento che fa capo ad Abu Mazen: un coltello con la forma e i colori della “Palestina” che pugnala gli “insediamenti”. Il testo ringrazia i paesi che hanno votato a favore della risoluzione del Consiglio di Sicurezza (Russia, Angola, Ucraina, Giappone, Spagna, Egitto, Malaysia, Venezuela, Nuova Zelanda, Senegal, Uruguay, Francia, Cina e Gran Bretagna). Naturalmente la mappa della “Palestina” comprende tutto Israele, considerato dai palestinesi un unico insediamento da cancellare dalla carta geografica

Articoli Correlati
Ultimo (?) sgarbo di Obama a Israele: gli USA non mettono il veto alla risoluzione Onu contro gli insediamenti nei territori contesi

Ultimo (?) sgarbo di Obama a Israele: gli USA non mettono il veto alla risoluzione Onu contro gli insediamenti nei territori contesi

Ultima vigliaccata di Obama: voto anti Israele all’ONU di Mirko Molteni Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha, a sorpresa, ripescato ieri sera la risoluzione di condanna degli insediamenti ebraici in […]

Betlemme (Cisgiordania): l’arrivo di Obama fa sparire il monumento che cancella Israele

Betlemme (Cisgiordania): l’arrivo di Obama fa sparire il monumento che cancella Israele

Tempestivamente rimosso da Betlemme il monumento che cancella Israele Alla vigilia della visita, venerdì scorso, del presidente americano Barack Obama, la municipalità di Betlemme (Autorità Palestinese) ha precipitosamente rimosso una […]

Obama: “Gerusalemme sarà capitale d’Israele”

Obama: “Gerusalemme sarà capitale d’Israele”

Usa 2008. il viaggio del candidato democratico OBAMA, GERUSALEMME SARA’ CAPITALE D’ISRAELE (AGI) – Gerusalemme, 23 luglio – “Continuo a dire che Gerusalemme sara’ la capitale di Israele”. Lo ha […]

Gheddafi: Obama ha paura di essere ucciso da Israele

Gheddafi: Obama ha paura di essere ucciso da Israele

USA 2008/ Gheddafi: Obama ha paura di essere ucciso da Israele Per questo ha promesso 300 miliardi di dollari ROMA, 12 giu. (Apcom) – Il candidato democratico nella corsa alla […]

Usa 2008: Obama respinge Farrakhan “Sostegno a Israele”

Usa 2008: Obama respinge Farrakhan “Sostegno a Israele”

Usa 2008: Obama respinge Farrakhan “Sostegno a Israele” Barack Obama si è sottratto all’imbarazzante abbraccio del leader dei musulmani afroamericani, Louis Farrakhan. Nel duello tv di Cleveland, il senatore dell’Illinois […]

Lista Commenti
Aggiungi il tuo commento

Fai Login oppure Iscriviti: è gratis e bastano pochi secondi.

Nome*
E-mail**
Sito Web
* richiesto
** richiesta, ma non sarà pubblicata
Commento