Hamas ribadisce: “Non riconosceremo Israele e continueremo a combatterlo”

 
Emanuel Baroz
20 ottobre 2017
4 commenti

Hamas: non riporremo le armi e non riconosceremo Israele

Gerusalemme, 20 Ottobre 2017 – Il leader del movimento islamista palestinese Hamas nella Striscia di Gaza, Yahya Sinwar, ha affermato che “nessuno può disarmare il movimento o spingerlo a riconoscere Israele“.

È passato il tempo in cui Hamas discuteva del riconoscimento di Israele – ha detto Sinwar, tenendo un discorso a Gaza – La discussione ora è su quando spazzeremo via Israele

Parlando ieri nel corso di un incontro con dei giovani di Gaza, secondo quanto riferiscono i siti vicini al gruppo islamista, il capo locale di Hamas ha affermato che “nessuno ha il potere di imporre il riconoscimento Israele“, commentando le richieste avanzate dallo Stato ebraico agli Stati Uniti in vista della formazione del governo di riconciliazione palestinese.

Noi combattiamo per la libertà del nostro popolo e contro l’occupazione“, ha concluso Sinwar.

Sinwar ha poi aggiunto che “se il movimento Fatah e il presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen) useranno nei negoziati la minaccia delle armi della resistenza, faranno avanzare notevolmente la questione palestinese”. Sinwar ha infine sottolineato l’importanza della riconciliazione con l’Autorità Nazionale  Palestinese e ha invitato Fatah e Olp (l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, che fa capo ad Abu Mazen) a tenere a Gaza le prossime trattative per l’unità palestinese. “Non dobbiamo permettere che la riconciliazione fallisca”, ha concluso Sinwar.

(Fonte: Agenzia Nova, Israele.net 20 Ottobre 2017)

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  • #1Emanuel Baroz

    Se Hamas non disarma, la riconciliazione palestinese non ha alcun valore

    Presa di posizione del governo israeliano sull’accordo Fatah-Hamas firmato al Cairo

    “Qualunque riconciliazione tra Autorità Palestinese e Hamas deve includere il rispetto degli accordi internazionali e delle condizioni poste dal Quartetto, a cominciare dal riconoscimento di Israele e dal disarmo di Hamas”. Lo afferma una nota diffusa dall’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a proposito dell’accordo di riconciliazione palestinese firmato giovedì al Cairo fra rappresentati di Fatah e di Hamas.

    “Continuare a scavare tunnel, fabbricare missili e promuovere attacchi terroristici contro Israele – prosegue la nota – sono attività incompatibili con le condizioni del Quartetto e con gli sforzi degli Stati Uniti per rinnovare il processo diplomatico. Israele chiede che quelle condizioni siano rispettate, nonché l’immediato rilascio dei civili israeliani Avra Mengistu e Hisham a-Said, crudelmente trattenuti da Hamas, e dei resti dei soldati israeliani caduti Oron Shaul e Hadar Goldin. Finché Hamas non si disarma e continua a invocare la distruzione di Israele, Israele la ritiene responsabile di tutte le azioni terroristiche che originano dalla striscia di Gaza. Israele si oppone a qualsiasi riconciliazione che non includa queste componenti”.

    Il capo della delegazione di Hamas, Saleh Arouri, abbraccia giovedì al Cairo il rappresentante di Fatah Azzam Ahmad

    “Israele – conclude la nota – insiste che l’Autorità Palestinese non permetta alle azioni terroristiche di fare base in alcun modo nelle aree di Giudea e Samaria e da Gaza, se davvero l’Autorità Palestinese assumerà la responsabilità sul territorio. Israele controllerà gli sviluppi sul terreno e agirà di conseguenza”.

    (Fonte: MFA press room, 12 Ottobre 2017)

    http://www.israele.net/se-hamas-non-disarma-la-riconciliazione-palestinese-non-ha-alcun-valore

    22 Ott 2017, 12:38 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    “Non c’è niente che Israele desideri più della pace con tutti i suoi vicini, ma la riconciliazione tra Fatah e Hamas rende la pace molto più difficile da raggiungere”. Lo ha scritto giovedì Benjamin Netanyahu sulla sua pagina Facebook. Il primo ministro israeliano ha ribadito che qualsiasi accordo di riconciliazione tra le fazioni palestinesi deve rispettare gli accordi internazionali e le disposizioni stabilite dal Quartetto per il Medio Oriente (composto da Onu, Stati Uniti, Unione Europea e Russia) e cioè: riconoscimento di Israele, ripudio del terrorismo, rispetto degli accordi già firmati con Israele. “Cosa significa – domanda il post di Netanyahu – quando Fatah si riconcilia con un’organizzazione terroristica che persegue l’annientamento di Israele, invoca il genocidio, ha lanciato migliaia di razzi sui civili, scava tunnel per attacchi terroristici, uccide bambini, reprime le minoranze, proibisce gli LGBT, rigetta gli obblighi internazionali, rifiuta di liberare i civili israeliani trattenuti in ostaggio, rifiuta di restituire le salme dei soldati israeliani ai loro genitori in lutto, tortura gli oppositori e piange la morte di Bin Laden?”. Conclude Netanyahu: “La riconciliazione con assassini stragisti costituisce parte del problema, non della soluzione. Dite sì alla pace e no all’abbraccio con Hamas”.

    (Fonte: Jerusalem Post, 12 Ottobre 2017)

    http://www.israele.net/se-hamas-non-disarma-la-riconciliazione-palestinese-non-ha-alcun-valore

    22 Ott 2017, 12:39 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    Impossibile trattare con un governo Fatah-Hamas, se Hamas non disarma e non aderisce ai requisiti del Quartetto

    http://www.israele.net/impossibile-trattare-con-un-governo-fatah-hamas-se-hamas-non-disarma-e-non-aderisce-ai-requisiti-del-quartetto

    22 Ott 2017, 12:46 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    Perché l’accordo di riconciliazione palestinese è un inganno ai danni di Israele

    di Gabor H. Friedman

    Monta l’ottimismo dei fautori della pace ad ogni costo tra israeliani e palestinesi a seguito dell’accordo di riconciliazione palestinese raggiunto al Cairo con la mediazione del Presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi.

    Secondo molti intellettuali ed editorialisti della sinistra israeliana, tra i quali Ami Ayalon, Gilead Sher e Orni Petruschka che ne scrivono oggi su Yedioth Ahronoth, questo accordo non è solo una opportunità per i palestinesi ma lo è soprattutto per Israele. Secondo il pensiero ottimista che circonda l’accordo di riconciliazione palestinese, questa evoluzione potrà portare finalmente alla tanto agognata soluzione dei due stati a condizione però che Israele accetti di sedersi al tavolo delle trattative e accetti le condizioni palestinesi e le garanzie per la sicurezza che tale accordo implicherebbe.

    Ora, già il solo affermare che Israele dovrebbe accettare le condizioni palestinesi implica che lo Stato Ebraico ceda alle assurde richieste palestinesi sia per quanto riguarda il ritiro entro i confini del 67 (compresa Gerusalemme Est) che per quanto concerne il cosiddetto “diritto al ritorno” dei finti profughi palestinesi, il che non è accettabile per Israele. Ma c’è un punto che gli ottimisti evitano accuratamente di affrontare, quello della sicurezza, un punto che l’accordo di riconciliazione palestinese appena raggiunto al Cairo non affronta, almeno non per quanto riguarda la sicurezza dello Stato Ebraico.

    “Il Governo di Gerusalemme dovrebbe sedersi e trattare sulle modalità della sua distruzione”
    Il fatto che i palestinesi si siano accordati tra di loro non significa che Hamas abbia rinunciato a quello che è il primo punto del suo statuto, cioè la distruzione dello Stato Ebraico e la nascita di uno stato palestinese che vada dal mare al fiume Giordano, in pratica la cancellazione di Israele. Anzi, la dirigenza di Hamas ha tenuto a precisare che i loro obiettivi sono praticamente invariati. Quindi secondo gli ottimisti intellettuali israeliani il Governo di Gerusalemme dovrebbe sedersi e trattare sulle modalità della sua distruzione. E la chiamano pure “opportunità”.

    Poi, sempre in tema di sicurezza, Israele dovrebbe accettare non solo che le milizie armate di Hamas che tengono in ostaggio la Striscia di Gaza rimangano al loro posto ma che persino la sicurezza di Giudea e Samaria venga completamente lasciata nelle mani dei palestinesi, magari con una condivisione di responsabilità tra Hamas e Fatah.

    Perché è un inganno?
    Le reazioni del mondo arabo e di quello pacivendolo sono state tutte di elogio per il raggiunto accordo di riconciliazione palestinese. E come poteva essere altrimenti? I palestinesi se la sono cantata e se la sono suonata da soli. Hanno parlato di “opportunità per la pace anche per Israele” senza deviare di un millimetro dalla retorica anti-israeliana che ha contraddistinto la loro strategia fino ad oggi. Hamas non smobiliterà le sue truppe e non rinuncerà a costruire tunnel del terrore o a fare attentati in Israele, Fatah dal canto suo non rinuncerà al controllo della Cisgiordania potendo però vantarsi di “amministrare Gaza”. L’accordo di riconciliazione palestinese è una vittoria politica per Abu Mazen e per il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, ma nulla di più. In sostanza le richieste palestinesi non cambiano di una virgola, tuttavia si continua a considerare tale accordo come l’opportunità per Israele di accordarsi con i cosiddetti palestinesi. E si usa tale accordo per cercare di portare lo Stato Ebraico a trattare quando non c’è nulla su cui trattare dato che per gli arabi trattare equivale ad accettare le richieste palestinesi che, come abbiamo visto, Israele non può accettare. Ma lo spostamento di pressione su Israele è ormai avvenuto. Se Israele non “tratterà” con i palestinesi ormai riconciliati sarà solo per colpa sua. Su questo sono ormai tutti d’accordo, dalla UE della Mogherini all’Onu. E’ un inganno bello e buono, l’ennesimo che si consuma ai danni di Israele, un abuso delle credulità come già ne abbiamo visti a frotte in passato e sul quale anche la sinistra israeliana sta cadendo.

    http://www.rightsreporter.org/perche-laccordo-riconciliazione-palestinese-un-inganno-ai-danni-israele/

    22 Ott 2017, 12:48 Rispondi|Quota