Così parlava Montanelli…

 
admin
21 novembre 2007
10 commenti

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Che i profughi palestinesi siano delle povere vittime, non c’è dubbio. Ma lo sono degli Stati Arabi, non d’Israele. Quanto ai loro diritti sulla casa dei padri, non ne hanno nessuno perché i loro padri erano dei senzatetto. Il tetto apparteneva solo a una piccola categoria di sceicchi, che se lo vendettero allegramente e di loro propria scelta. Oggi, ubriacato da una propaganda di stampo razzista e nazionalsocialista, lo sciagurato fedain scarica su Israele l’odio che dovrebbe rivolgere contro coloro che lo mandarono allo sbaraglio. E il suo pietoso caso, in un modo o nellaltro, bisognerà pure risolverlo. Ma non ci si venga a dire che i responsabili di questa sua miseranda condizione sono gli «usurpatori» ebrei. Questo è storicamente, politicamente e giuridicamente falso.

Dal «Corriere della Sera», Indro Montanelli, 16 settembre 1972

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  • #1Marcello Tito Manganelli

    Così schiettamente parlava l’onesto Indro Montanelli, che sempre infastidì Destra e Sinistra. E più la Destra che la Sinistra. Negli anni del regime le sue corrispondenze dalla Spagna gli valsero l’espulsione. Fu testimone dell’insurrezione di Budapest nel ’56, e fu l’unico a capire che si trattava di una rivolta che partiva da DENTRO il comunismo, fatta in nome di un socialismo dal volto umano. Per QUESTO era interessante e di grande portata storica. Subì gli anatemi dei comunisti e dei nostrani destraiòli anticomunisti, che, al solito, non capivano nulla e volevano cavalcare la tigre. I comunisti, invece, capivano bene: e infatti erano appiattiti ed allineati ai diktat della loro vera madrepatria: l’URSS. Si oppose a Berlusconi nel modo che tutti vorrebbero imitare, dicendogli che non si sarebbe messo al suo servizio perché non lo era mai stato di alcuno. La sua posizione su Israele fu sempre chiara e coerente. L’ho fatta mia, mettendola nel mio profilo: “Gli ebrei hanno biblicamente ragione: vengono di là, quella è casa loro! Adesso hanno un focolare che anche noi abbiamo il dovere di difendere!”. Anche sugli arabi parlava chiaro e netto. “Gratta gratta, sotto un arabo, anche se cristiano e monsignore, trovi sempre un ayatollah. Ma, forse, non c’è neanche bisogno di grattare”. Si riferiva alle dichiarazioni dell’infausto monsignor Hilarion Capucci, all’epoca della I^ Guerra del Golfo. Quando uno capisce le cose.

    5 Lug 2010, 15:22 Rispondi|Quota
  • #2Andrea

    Era un vero uomo di destra, liberale e non fascista.
    Disprezzava la sinistra e fu uno dei pochi che ebbe il coraggio di criticarla, sopratutto negli anni ’70.
    Per questo lo gambizzarono.

    13 Lug 2010, 19:59 Rispondi|Quota
  • #3Marcello Tito Manganelli

    Ho conosciuto personalmente Indro Montanelli nel 1975, e da allora l’ho sempre seguito, considerandolo uno dei miei punti di riferimento. Anche per ciò che riguarda la posizione nei confronti degli ebrei e del loro Stato, Israele. Egli fu sempre amico degli ebrei e sostenitore d’Israele,e conosceva la perfidia del mondo arabo e l’ambiguità della nostra politica estera. Se oggi veniamo a conoscenza, attraverso le parole del senatore Cossiga, di accordi unicamente tesi a garantire la sicurezza interna ESCLUDENDO gli ebrei italiani, mi chiedo cosa ci aspetterà quando la situazione dovesse precipitare. E può anche essere che precipiti.

    27 Lug 2010, 21:45 Rispondi|Quota
  • #4Alberto Pi

    CONOSCERE I FATTI

    FATTI CHE NON SI POSSONO NEGARE E SI DEBBONO TENERE PRESENTI

    1) Si dice che i Palestinesi lottano per “riavere” la loro terra, occupata dagli Israeliani.

    Invece:

    – il territorio della Palestina è stato per secoli (fin dalle Crociate) sotto l’Impero Ottomano (turco);

    – nessuno mai, per secoli, dalla dominazione romana in poi, ha stabilito un regno od una nazione in quella zona;

    – Gerusalemme non è mai stata capitale per nessuno tranne che per il popolo ebraico;

    – dopo la 1a Guerra Mondiale, vinto e dissolto l’Impero Ottomano, il territorio della Palestina è passato

    su disposizione della Società delle Nazioni – sotto il Mandato inglese;

    – alla fine del Mandato inglese, il 29 novembre 1947 (Risoluz. N.181) venne proposta dall’ONU la creazione di due stati: uno arabo ed uno ebraico (133 voti a favore, fra cui quello dell’URSS, e 13 contrari).

    Gli ebrei accettarono e, il 14 maggio 1948, dichiararono la fondazione del loro Stato: Gli arabi rifiutarono e, il 15 maggio 1948, sferrarono con 5 eserciti (Egiziano, Siriano, Libanese, Transgiordano ed Irakeno) il primo attacco concentrico;

    – l’11 maggio 1949, con la Risoluzione n.273, lo Stato d’Israele veniva ammesso all’ONU.

    2) I terreni appartenevano a ricchi latifondisti (sceicchi, emiri) e venivano lavorati da pochi contadini,

    quasi servi della gleba: Erano terreni deserti e malarici:

    – gli ebrei comprarono la terra dai latifondisti arabi a prezzi esosi (anche a 1.000,00 – 1.500,00 $ per acro)allorché, nello stesso periodo, la ricca terra dello Iowa (USA) veniva venduta a circa 110,00 $ per acro (M.Auman – Land ownership in Palestine – 1880/1948). L’hanno bonificata e l’hanno poi avuta sotto il loro controllo a seguito delle molte sanguinose guerre di autodifesa;

    – nessun paese, che si sappia, ha mai restituito territori acquisiti in guerra: Israele ha restituito il Sinai nel 1982 ed il Sud-Libano nel 2000.

    3) Si crede che gli Israeliani abbiano compiuto, in questo secolo, un’invasione.

    Invece:

    – la popolazione totale era, 150 anni fa, nell’ordine di circa 200.000 abitanti: oggi ammonta a circa 10.000.000 (quasi 7 milioni in Israele e circa 3 milioni nei Territori).

    – gli ebrei erano presenti nella Giudea (poi Palestina) già 2.400 anni prima che l’Islam la occupasse. Comunque vi sono stati degli ebrei sempre, senza interruzione (27 sinagoghe nella sola Gerusalemme Vecchia);

    – i palestinesi, come popolo, sono nati in questo secolo: erano arabi provenienti dai paesi limitrofi (soprattutto Giordania), venuti in massa in Palestina sotto il Mandato inglese in cerca di una vita migliore dato lo sviluppo che l’immigrazione ebrauca dava a quel territorio: gran parte di loro furono cacciati e uccisi a migliaia dal governo giordano nel “settembre nero” del 1970.

    4) Aggressione?

    – Israele ha sempre agito ed agisce per legittima difesa: non solo nella guerra cominciata già all’indomani della fondazione dello Stato, ma anche sempre successivamente, fino ad oggi. Nessun attacco è mai venuto da Israele, mentre si accettano come normali quelli terroristici commessi per anni dagli arabi come hanno documentato le cronache e la TV.

    5) Accordo.

    – finché Israele non ha occupato i territori, e cioè dal 1948 al 1967, gli arabi li hanno avuti nelle loro mani: avrebbero potuto creare lo Stato palestinese ma non l’hanno fatto. Arafat ed i suoi hanno anche recentemente rifiutato di averlo accanto a quello d’Israele, dimostrando così di avere l’intenzione di non contentarsi mai di quanto loro offerto (oltre il 98%), né di accettare un compromesso su Gerusalemme; di volere perciò (come da sempre) “ricacciare in mare l’invasore”.

    6) Interessi religiosi.

    – si può osservare che i palestinesi – come tutti i mussulmani – vanno in pellegrinaggio alla Mecca e pregano rivolti verso la Mecca; gli ebrei, da sempre, verso Gerusalemme;

    – le due moschee furono – non per caso – edificate sulle rovine del Tempio di Salomone. Non si può sostenere che la “spianata” sia di prima ed unica sacralità per gli arabi come lo è per gli ebrei. Comunque, nello Stato d’Israele e nei territori sotto controllo israeliano c’è piena libertà di culto, libertà che mancò totalmente per gli ebrei quando Gerusalemme era sotto il dominio giordano (accesso al Luoghi Santi impedito, cimiteri profanati e distrutti).

    7) Profughi.

    – Israele ha accolto i profughi cacciati dai paesi arabi, in numero anche superiore (800.000) a quello dei palestinesi incitati dalle autorità dei paesi arabi a fuggire dal neonato Stato d’Israele al momento della sua fondazione (1948) cioè circa 600.000 (v.rapporto UNRWA – Agenzia dell’ONU per i Rifugiati) contro i circa 4.000.000 di cui oggi si chiede il ritorno;

    – Israele ha inserito i suoi profughi ebrei, e perfino quegli arabi-palestinesi che non fuggirono nel 1948 (che hanno i loro seggi nel Parlamento) mentre gli Stati arabi ed Arafat hanno costretto i profughi palestinesi nei campi e li hanno abbandonati a sé stessi, usandoli a scopo politico per il conflitto, rendendoli frustrati ed aggressivi e sperperando e dirottando ad altri scopi i miliardi (!) di $ erogati dall’UNRWA e da alcuni Stati arabi.

    8 ) Oppressione.

    – i palestinesi dei Territori hanno avuto da Israele strade, elettricità ed altre infrastruttire, nonché assistenza sanitaria e sei università.

    9) La pace.

    – a Camp David si è arrivati ad un passo dalla pace, ma la risposta palestinese è stata, di nuovo, il rifiuto ed il ricorso alla violenza, proponendo – tra l’altro – immagini false di bambini oppressi, che venivano invece cinicamente utilizzati come riparo davanti ad adulti armati.

    10) Odio.

    – soprattutto occorre che i palestinesi pongano fine all’insegnamento dell’odio fin dalle scuole elementari. Esistono documenti sul carattere orribile di quello che si insegna.

    11) Negoziati.

    – anche per gli insediamenti, Israele ha dimostrato di essere disposto a negoziare, purché in un clima di compromesso e non di violenza. Israele oggi chiede di riprendere e completare gli accordi a suo tempo raggiunti per porre fine alla violenza che non può dare risultati positivi per nessuna delle due parti.

    10 Ago 2010, 10:31 Rispondi|Quota
  • #5Annamaria Rossi Bufo

    Montanelli lo diceva già nel 1972.
    E’ un pezzo così convincente che l’ho più volte postato nei commenti o nelle note di Fb.
    Se coloro che parlano, come se sapessero tutto, di questo argomento così complesso, capissero questi pochi elementi, forse sentiremmo qualche sciocchezza in meno.

    25 Ott 2010, 17:57 Rispondi|Quota
  • #6Daniele Coppin

    Complimenti per aver ripescato questo pezzo del grande Montanelli, giornalista vero e libero pensatore autentico.
    Purtroppo, persone con tali capacità logiche e onestà intellettuale sono sempre una minoranza in un mare di ignoranza e pregiudizio.

    13 Giu 2011, 15:07 Rispondi|Quota
    • #7Ted

      @Daniele Coppin: @Daniele Coppin: Daniele Coppin ha detto:

      Complimenti per aver ripescato questo pezzo del grande Montanelli, giornalista vero e libero pensatore autentico.Purtroppo, persone con tali capacità logiche e onestà intellettuale sono sempre una minoranza in un mare di ignoranza e pregiudizio.

      C.V.D…, sed vox clamavit in deserto!!! Ted

      15 Dic 2012, 14:40 Rispondi|Quota
  • #8alvaro

    avete eliminato il mio post. fa niente, me lo aspettavo. quella che noi definiamo verità non vi garba. scorrendo il vostro sito voi siete sempre le vittime e quindi nel giusto anche se, come constatiamo, a massacrare siete voi. da vittime a persecutori. non sono contro l’esistenza dello stato di israele ma sono anche a favore di uno stato palestinese. tra palestinesi vi sono fanatici, gli estremisti di hamas. questi hanno voce come per voi hanno voce i sionisti e i religiosi fanatici. sono contro tutti i fanatismi ed estremismi. è proprio impossibile pensare ad una convivenza? e magari ad una unione tra stati medioorientali? secondo me è in quest’ultimo moda il segreto della sicurezza dello stato di israele.

    14 Ago 2014, 03:04 Rispondi|Quota
  • #9Emanuel Baroz

    LA VERITA’ SUGLI EBREI IN ERETZ ISRAEL, O PALESTINA

    di Indro Montanelli,

    Nel 1876, assai prima dunque della nascita del sionismo, vivevano a Gerusalemme 25.000 persone, delle quali 12.000, quasi la metà, erano ebrei, 7500 musulmani e 5500 cristiani. Nel 1905 gli abitanti erano saliti a 60.000. Di questi 40.000 erano ebrei, 7000 musulmani e 13.000 cristiani. Nel 1931 su 90.000 abitanti, gli ebrei erano 51.000, i musulmani 20.000 e i cristiani 19.000. Nel 1948, alla vigilia della nascita dello Stato ebraico, la popolazione di Gerusalemme era quasi raddoppiata: 165.000 persone, di cui 100.000 ebrei, 40.000 musulmani e 25.000 cristiani. La presenza ebraica a Gerusalemme ha sempre costituito il nucleo etnico numericamente più forte. Di nessun altro popolo Gerusalemme è mai stata capitale. E’ quindi una leggenda l’affermazione che gli ebrei siano stati assenti da Gerusalemme per quasi venti secoli o che costituissero una insignificante percentuale della popolazione.

    Prima che scoppiasse la seconda guerra mondiale, il nazismo in Germania già perseguitava i suoi 500.000 cittadini ebrei. Le disperate richieste di quegli ebrei di essere accolti nei paesi democratici al fine di evitare quello che già si profilava chiaramente come il loro tragico destino, vennero respinte.

    Nel luglio 1938, i rappresentanti di trentuno paesi democratici s’incontrarono a Evian, in Francia, per decidere la risposta da dare agli ebrei tedeschi. Ebbene, nel corso di quella Conferenza, la risposta fu che nessuno poteva e voleva farsi carico di tanti profughi. Dal canto suo la Gran Bretagna, potenza mandataria della Palestina, venendo meno al solenne impegno assunto verso gli ebrei nel 1917 di creare una National Home ebraica in Palestina, nel 1939 chiudeva la porta proprio agli ebrei con il suo Libro Bianco, nel vano tentativo d’ingraziarsi gli arabi.

    E’ stata questa doppia chiusura a condannare a morte prima gli ebrei tedeschi e poi, via via che la Germania nazista occupava l’Europa, gli ebrei austriaci, cechi, polacchi, francesi, russi, italiani, e così via. Il costo per gli ebrei d’Europa, che contavano allora una popolazione di dieci milioni, fu di sei milioni di assassinati, inclusi un milione e mezzo di bambini. Appena finita la seconda guerra mondiale i 5/600.000 ebrei superstiti, in massima parte originari dell’Europa orientale, si trovarono senza più famiglia, senza amici, senza casa, senza poter rientrare nei loro paesi, dove l’antisemitismo divampava (in Polonia ci furono sanguinosi pogrom persino dopo la guerra, e nell’Unione Sovietica Stalin dava l’avvio a una feroce campagna antiebraica).

    Tra il 1945 e il 1948 nessun paese occidentale, Gran Bretagna e Stati Uniti in testa, volle accogliere neanche uno di quel mezzo milione di ebrei “displaced persons”, come venivano definiti dalla burocrazia alleata. La Palestina, malgrado la Gran Bretagna e il suo Libro Bianco, sempre in vigore anche dopo la fine della seconda guerra mondiale, non fu quindi una scelta, ma l’unica speranza, cioè quella del “ritorno” a una patria, all’antica patria, una patria dove da tempo si era già formata una infrastruttura ebraica.

    Nel passato la vita degli ebrei nei paesi islamici e negli stessi paesi arabi è stata nell’insieme sopportabile. Di serie B, ma sopportabile. Gli arabi hanno incominciato a sviluppare in Palestina un odio “politico” nei confronti degli ebrei pochi anni dopo l’inizio, nel 1920, del Mandato britannico. L’odio, sapientemente fomentato dai capi arabi, primo tra i quali il Gran Muftì di Gerusalemme (che durante la seconda guerra mondiale avrebbe raccolto volontari per formare una divisione SS araba andata poi a combattere a fianco dei tedeschi contro l’Unione Sovietica), doveva culminare, dopo molti altri gravi fatti di sangue antiebraici, nella strage perpetrata a Hebron nel 1928 contro l’inerme, antica comunità religiosa ebraica.

    Chiunque abbia viaggiato e vissuto nei paesi arabi durante le guerre del 1947-1973, sa che l’intera coalizione araba (Egitto, Siria, Iraq e Giordania) con il sostegno dei paesi arabi moderati, avevano un solo scopo che non veniva tenuto celato: il compito non era dare una patria ai palestinesi. Era cancellare ed annientare lo Stato di Israele.Le tragiche vicende che hanno successivamente tormentato il popolo palestinese sono state sempre per mano araba. Due i fatti impossibili da dimenticare: lo sterminio dei palestinesi in Giordania per mano di re Hussein e delle sue artiglierie, dove, solo il primo giorno del terribile “Settembre Nero” si contarono 5.000 morti; le stragi nel Libano, dove i palestinesi sono stati assediati ed attaccati, distrutti e costretti alla fuga dai miliziani sciiti di “Amal” e dai siriani. Così scriveva Montanelli:

    “Che i profughi palestinesi siano delle povere vittime, non c’è dubbio. Ma lo sono degli Stati Arabi, non d’Israele. Quanto ai loro diritti sulla casa dei padri, non ne hanno nessuno perché i loro padri erano dei senzatetto. Il tetto apparteneva solo a una piccola categoria di sceicchi, che se lo vendettero allegramente e di loro propria scelta. Oggi, ubriacato da una propaganda di stampo razzista e nazionalsocialista, lo sciagurato fedain scarica su Israele l’odio che dovrebbe rivolgere contro coloro che lo mandarono allo sbaraglio. E il suo pietoso caso, in un modo o nell’altro, bisognerà pure risolverlo. Ma non ci si venga a dire che i responsabili di questa sua miseranda condizione sono gli «usurpatori» ebrei. Questo è storicamente, politicamente e giuridicamente falso.”

    (Fonte: Corriere della Sera, 16 Settembre 1972).

    https://it-it.facebook.com/ProgettoDreyfus/posts/681292988613732

    25 Ago 2014, 14:03 Rispondi|Quota
  • #10mariacristina castegnaro

    Grande Indro, ti penso e rimpiango!!!

    16 Set 2014, 21:10 Rispondi|Quota