Pacifinti contro Scarlett Johansson, testimonial di una società israeliana
L’attrice è stata criticata per aver prestato il volto alla Sodastream, una compagnia che opera in Giudea e Samaria
New York, 26 Gennaio 2014 – L’attrice Scarlett Johansson è finita nel mirino dei “soliti” pacifinti, che la accusano di prestare il volto all’azienda israeliana SodaStream (che ha una fabbrica a Ma’aleè Adumim, una zona vicino Gerusalemme oggetto di contesa da anni da parte dei palestinesi nonostante sia destinata a rimanere territorio israeliano in qualsiasi futuro accordo di pace con i palestinesi), vittima di uno dei tanti insulsi boicottaggi antisraeliani che animano le giornate di questi perditempo in malafede. La Johansson è stata presentata alla stampa come testimonial lo scorso 10 Gennaio a New York ed ha girato uno spot che andrà in onda durante l’intervallo del prossimo Super Bowl. La Sodastream è una azienda che produce principalmente una specie di elettrodomestico, chiamato “gasatore”, che permette di ottenere bibite gassate unendo dell’acqua minerale ad alcune miscele dai vari gusti.
Ricordiamo che oltre a essere volto ufficiale di Sodastream, Scarlett Johansson da diversi anni è ambasciatrice per Oxfam, una nota federazione di 17 associazioni umanitarie non governative dichiaratamente a favore della causa palestinese, ma questo ovviamente ai pacifinti non interessa, troppo occupati a trovare una valvola di sfogo per il proprio prgiudizio antisraeliano.
L’attrice ha risposto alle critiche affermando di “non aver mai avuto l’intenzione di essere il volto di un movimento sociale o politico“. E poi ha aggiunto “Resto una sostenitrice della cooperazione economica e dell’integrazione sociale tra un Israele democratico e la Palestina – ha aggiunto l’attrice – SodaStream è una società che si impegna non solo per l’ambiente ma anche per la costruzione di un ponte di pace tra Israele e Palestina, sostenendo i vicini che lavorano fianco a fianco e che ottengono la stessa retribuzione, uguali benefit e pari diritti. Questo è ciò che accade nella loro fabbrica di Ma’ale Adumim ogni giorno lavorativo”. Parole che non hanno fermato le polemiche ma, anzi, le hanno fomentate.
(Fonte: Corriere.it, Messaggero.it, 26 Gennaio 2014)
Nella foto in alto: Scarlett Johansson durante la sua presentazione come “ambasciatrice globale” di SodaStream
#1Emanuel Baroz
La frizzante risposta di Scarlett Johansson
L’attrice americana risponde per le rime a chi, in nome del boicottaggio, attacca la sua campagna per una ditta israeliana
L’attrice Scarlett Johansson ha controbattuto con fermezza a chi la attacca per via della sua nuova campagna pubblicitaria per la SodaStream (ditta israeliana di macchine per produrre in casa bevande gasate), mettendo in chiaro che non intende affatto interrompere il suo rapporto con la società.
SodaStream è nel mirino degli attivisti anti-israeliani perché gestisce una grande fabbrica a Ma’aleh Adumim, cittadina che sorge pochi chilometri a est di Gerusalemme ed è considerata uno dei principali blocchi di insediamenti destinati a rimanere parte di Israele in qualsiasi futuro accordo di pace con i palestinesi.
Cinque anni fa la società israeliana del seltz fatto in casa si è lanciata sul mercato degli Stati Uniti ottenendo un vasto successo. Ma appena si è saputo che sarebbe stata testimonial di SodaStream, Scarlett Johansson è finita sotto attacco. “Johansson farebbe bene a rendersi conto che ‘normalizzare’ l’occupazione israeliana è un cattivo uso della sua celebrità”, ha scritto Forward, mentre il New Yorker affermava che la scelta della Johansson è in conflitto con le sue attività a favore di Oxfam e il New York Magazine definiva il prodotto in questione “bollicine insanguinate”.
La lettera scarlatta dell’infamia marchiata sulla fronte di Scarlett Johansson in un manifesto degli agit-prop per il boicottaggio anti-israeliano
Oxfam International, una confederazione di 17 organizzazioni non governative che operano in più di cento paesi contro povertà e ingiustizia e di cui la Johansson è “ambasciatrice globale” dal 2005 contribuendo alla raccolta di fondi e alla sensibilizzazione sulla povertà nel mondo, ha contestato la scorsa settimana la scelta dell’attrice perché il gruppo aderisce al boicottaggio di qualunque attività economica israeliana che abbia qualsiasi relazione con gli insediamenti al di là della ex linea armistiziale che divideva Israele dalla Giordania nel periodo 1949-’67.
“Anche se non ho mai inteso essere il volto di qualsiasi movimento o atteggiamento sociale o politico come parte della mia affiliazione con SodaStream – dice la Johansson in una dichiarazione rilasciata venerdì ad Huffington Post – dato il rumore suscitato da tale decisione preferisco chiarire le cose. Sono e rimango sostenitrice della cooperazione economica e dell’interazione sociale tra un Israele democratico e la Palestina. SodaStream è una società che si impegna non solo per l’ambiente, ma per la costruzione di un ponte di pace tra Israele e Palestina sostenendo vicini che lavorano fianco a fianco e riceveono pari retribuzioni, eguali benefits e uguali diritti. Questo è ciò che accade ogni giorno nella loro fabbrica a Ma’aleh Adumim”.
SodaStream impiega 900 palestinesi a cui vengono pagati gli stessi salari dei dipendenti israeliani.
“Credo nel consumo consapevole e nella trasparenza – continua il comunicato della Johansson – e confido che il consumatore sappia fare la scelta consapevole che ritiene più giusta. Come parte del mio impegno come ‘ambasciatrice’ di Oxfam sono stata testimone di prima mano dei progressi che vengono fatti quando le comunità si uniscono e lavorano fianco a fianco e si sentono fiere del risultato di tale lavoro, della qualità del loro prodotto, dell’ambiente di lavoro, dello stipendio che portano a casa alle loro famiglie e degli altri benefits che ricevono in modo eguale. Sostengo il prodotto SodaStream così come sono fiera dell’opera che ho svolto per Oxfam come ‘ambasciatrice’ per oltre otto anni. Anche se è un effetto collaterale del rappresentare SodaStream, mi fa piacere che si faccia luce su questo tema, nella speranza che un maggior numero di voci contribuisca al dibattito per una soluzione di pace a due stati nel prossimo futuro”.
“Uso io stessa i prodotti SodaStream e li regalo da molti anni – aggiunge la Johansson in un’intervista – L’impegno dell’azienda per un corpo più sano e un pianeta più sano mi si adatta perfettamente. Mi piace che il prodotto possa adattarsi a qualsiasi stile di vita e palato. La partnership tra me e SodaStream è cosa ovvia”.
SodaStream ha sempre vantato il suo lato ecologico. Non a caso, è proprio questo che causò il bando del suo primo spot per il Super Bowl americano del 2013. L’annuncio originale parodiava CocaCola e PepsiCo mostrando come i consumatori, utilizzando SodaStream, non sono costretti a buttare via migliaia di bottiglie di plastica. Quell’annuncio suscitò una gran quantità di polemiche, ma anche un sacco di pubblicità gratuita per l’azienda. Cosa che potrebbe ripetersi oggi coi tentativi di boicottaggio della campagna con Scarlett Johansson.
Mentre le altre grandi marche di produttori di soda offrono solo una manciata di sapori, SodaStream consente ai consumatori di scegliere tra più di 100 gusti. SodaStream dice che la sua miscela contiene generalmente due terzi in meno di zucchero e due terzi in meno di calorie delle soda normali, nessun sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio e niente aspartame. Attualmente i prodotti SodaStream sono disponibili in oltre 60mila punti vendita in 45 paesi (Italia compresa), e in circa 15mila negozi al dettaglio nei soli Stati Uniti.
(Fonte: YnetNews, Israel HaYom, MFA, 26 Gennaio 2014)
Vedi (in inglese): http://www.youtube.com/watch?v=IxB_gduT1wM
http://www.israele.net/la-frizzante-risposta-di-scarlett-johansson
#2Emanuel Baroz
31 gennaio 2014 – Scarlett Johansson ha posto fine al suo ruolo di “ambasciatrice” per il gruppo umanitario Oxfam dopo che questo l’ha attaccata per il suo rifiuto di boicottare la ditta israeliana SodaStream, di cui l’attrice 29enne è testimonial pubblicitario. Per otto anni Scarlett Johansson ha promosso raccolte fondi per le attività di Oxfam contro la povertà nel mondo, viaggiando in India, Sri Lanka e Kenya. In serata Oxfam ha fatto sapere d’aver accettato le dimissioni della Johansson.
(Fonte: Israele.net)
#3Emanuel Baroz
SodaStream e boicottaggio: il simbolo della ipocrisia e della malafede antisemita
di Noemi Cabitza
«Quelli che vogliono il boicottaggio dei prodotti israeliani credendo di aiutare i palestinesi ma finiscono per farci del male». A parlare così è Nabil Bashrat, 40 anni, residente a Ramallah e operaio presso la SodaStream.
Sono centinaia le famiglie palestinesi che si mantengono con il lavoro che da loro la SodaStream e ogni giorno decine di palestinesi vanno in fabbrica a chiedere lavoro. Interi villaggi dipendono da questo lavoro e la campagna promossa da Oxfam e da altre Ong “antisemite umanitarie” non danneggia Israele ma danneggia i palestinesi. Ma l’odio verso Israele è talmente forte che a questa gente da strapazzo non interessa nulla se centinaia, migliaia di famiglie palestinesi rimangono senza lavoro.
E’ il vero volto del boicottaggio contro i prodotti israeliani, quello dell’antisemitismo e dell’odio verso Israele, l’unica democrazia in Medio Oriente che in molti vorrebbero sottomessa ai loro assurdi voleri. Non c’entrano nulla i Diritti dei palestinesi. Se così fosse questa gente chiederebbe conto dei tantissimi soldi per lo sviluppo palestinese spariti nel nulla o delle violazioni dei Diritti dei palestinesi perpetrate da Hamas e dalla ANP. Invece continuano imperterriti a dare addosso a Israele. E’ puro odio verso Israele e non volontà di tutelare i Diritti dei palestinesi.
E’ antisemitismo mascherato da attività umanitaria, una attività che fa girare centinaia di milioni di dollari a favore di queste pseudo organizzazioni umanitarie che nel resto del mondo si guardano bene di proteggere e tutelare i palestinesi. Un business che questa gentaglia da strapazzo non intende farsi sfuggire.
SodaStream è stato per gli odiatori umanitari un auto-goal clamoroso e questo grazie al coraggio di Scarlett Johansson che ha avuto la forza di dire di no a questo antisemitismo umanitario e ha smascherato l’ipocrisia che si cela dietro al boicottaggio dei prodotti israeliani, fatto passare per una sorta di opera di tutela dei Diritti dei palestinesi quando in effetti mette sul lastrico proprio migliaia di famiglie palestinesi.
http://www.rightsreporter.org/sodastream-e-boicottaggio-il-simbolo-della-ipocrisia-e-della-malafede-antisemita/