Odio e violenza in Cisgiordania: bruciato un bambino palestinese
Dopo l’attacco perpetrato da un ebreo ortodosso contro i partecipanti al gay pride a Gerusalemme, dove 6 persone sono state ferite a coltellate – una ragazza di 16 anni è in seguito deceduta – di nuovo un assalto dovuto all’odio in Israele.
Un bambino palestinese di 18 mesi è morto, arso vivo nella sua casa data alle fiamme da ebrei che lo stesso premier Nethanyahu non ha esitato a definire “terroristi”. Anche tre membri della famiglia del piccolo hanno riportato ustioni gravissime. L’atto terroristico è stato compiuto nel villaggio palestinese di Duma, vicino a Nablus.
Secondo la ricostruzione dell’esercito israeliano, la casa della famiglia è stata attaccata, insieme ad un’altra, da ebrei residenti in un vicino insediamento, Migdalim o Ma’aleh Ephraim, che hanno agito a volto coperto, verso le 4 del mattino di venerdì 31 luglio. Dopo aver tracciato graffiti inneggianti alla venuta del Messia e alla vendetta, gli uomini hanno rotto i vetri delle finestre e gettato all’interno delle bottiglie incendiarie.
Una delle case era vuota, mentre nell’altra si trovava con la sua famiglia il piccolo Ali Saad Dawabsheh, suo padre Sa’ad, la mamma Reham e il fratellino Ahmed di quattro anni.
La famiglia è stata trasportata nell’ospedale di Nablus in Cisgiordania e poi nel reparto grandi ustionati dell’ospedale israeliano di Tel Hashomer.
“Questo attacco contro civili palestinesi è un atto barbaro di terrorismo”, ha dichiarato il portavoce dell’esercito israeliano Col. Peter Lerner.
Secondo testimoni oculari, il padre è riuscito a portare fuori dall’abitazione la moglie e il figlio maggiore, ma a causa della mancanza di elettricità, non è riuscito a trovare il neonato. Hamas aveva decretato per oggi, venerdì 31 luglio, la “giornata della collera” dopo le violenze sul Monte del Tempio nel giorno di Tishà Beav. Ora questo orribile atto rischia di provocare una nuova recrudescenza di odio e violenza.
Nella foto in alto: una delle scritte lasciate dai terroristi sui muri della casa date alle fiamme, che recita “Nekama” (vendetta)
#1Emanuel Baroz
Bambino palestinese morto a Duma, le reazioni del mondo politico israeliano
http://www.progettodreyfus.com/bambino-palestinese-morto-a-duma-le-reazioni-del-mondo-politico-israeliano/
#2Emanuel Baroz
Quei terroristi ebrei che facilitano il compito dei jihadisti
http://www.progettodreyfus.com/quei-terroristi-ebrei-che-facilitano-il-compito-dei-jihadisti/
#3Emanuel Baroz
Caso Dawabsha: Abbas minaccia di cambiare l’atteggiamento di ANP nei confronti di Israele
http://www.progettodreyfus.com/caso-dawabsha-abbas-minaccia-di-cambiare-latteggiamento-di-anp-nei-confronti-di-israele/
#4Emanuel Baroz
31 luglio 2015 – “Sono scioccato da questo orribile atto criminale – ha dichiarato venerdì mattina il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a proposito del rogo dell’abitazione della famiglia palestinese Dawabsheh costato la vita a un bambino di 18 mesi – E’ un chiaro attentato terroristico. Israele prende una posizione dura contro ogni terrorismo a prescindere da chi siano i colpevoli. Ho dato disposizione alle forze di sicurezza di utilizzare tutti i mezzi a nostra disposizione per catturare gli assassini e assicurarli alla giustizia al più presto possibile. Israele è unito contro questi attentati terribili e atroci. A nome dei cittadini di Israele, partecipo al dolore della famiglia di Ali Dawwabshe e auguro pronta guarigione ai familiari feriti”. “Non permetteremo a terroristi ebrei di colpire la vita dei palestinesi in Giudea e Samaria – ha dichiarato venerdì mattina il ministro della difesa Moshe Ya’alon – Li combatteremo con fermezza e con tutti i mezzi e strumenti a nostra disposizione”. Ya’alon ha definito l’attentato “un gravissimo attacco terroristico che non possiamo tollerare, e che condanniamo totalmente”. Ed ha aggiunto: “In questo momento le Forze di Difesa, i servizi di sicurezza e la polizia stanno facendo il massimo sforzo per catturare gli assassini e proseguiremo finché non saranno nelle nostre mani”. Dal canto suo Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), ha dichiarato venerdì che l’uccisione del piccolo Ali Dawabsha sarà uno dei temi principali portati alla Corte Penale internazionale contro Israele.
31 luglio 2015 – Nelle prime ore di venerdì mattina un incendio doloso quasi certamente appiccato da estremisti ebrei con bottiglie molotov ad un’abitazione nel villaggio di Duma, presso Neblus (Cisgiordania), ha provocato la morte di Ali Dawabsheh, bambino palestinese di 18 mesi di età. Ricoverati con gravi ustioni allo Sheba Medical Center anche i due genitori e un fratello di quattro anni. Le Forze di Difesa israeliane hanno mobilitato ingenti truppe e istituito posti di blocco in tutta la zona alla caccia dei colpevoli. Il portavoce delle Forze di Difesa israeliane, Peter Lerner, ha definito il rogo “nient’altro che un barbarico atto di terrorismo”.
(Fonte: Israele.net)
#5Emanuel Baroz
4 agosto 2015 – “Siamo decisi a combattere il terrorismo ebraico con la massima determinazione e senza compromessi”. Lo ha ribadito lunedì il ministro della difesa israeliano Moshe Ya’alon in un comunicato in cui aggiunge: “Questa è una battaglia per la natura stessa dello stato di Israele e non abbiamo nessuna intenzione di cedere”. Ya’alon ha spiegato che l’introduzione di una serie di misure contro i terroristi ebrei, fra le quali il ricorso alla detenzione amministrativa, “servirà per colpire il fenomeno assicurando alla giustizia i responsabili, e per proteggere la democrazia israeliani e i suoi cittadini”.
4 agosto 2015 – Su istruzione del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), lunedì il ministro degli esteri dell’Autorità Palestinese Riad Malki ha intentato una causa contro Israele presso la Corte Penale Internazionale per l’attentato incendiario nel villaggio cisgiordano di Duma costato la vita al piccolo Ali Dawabshe, che l’Autorità Palestinese definisce “premeditato”.
3 agosto 2015 – Veglia di preghiera congiunta israelo-palestinese, domenica pomeriggio al raccordo di Gush Etzion, con la partecipazione di diversi rabbini e sceicchi. L’evento è stato organizzato da Shorashim/Judur (Radici), un movimento di ebrei e arabi che vivono fianco a fianco in Cisgiordania.
3 agosto 2015 – Il ministro della difesa Moshe Ya’alon ha dato disposizione alle forze di sicurezza di ricorrere all’istituto della detenzione amministrativa contro eventuali sospetti di coinvolgimento in attentati incendiari come quello che venerdì scorso ha provocato la morte del piccolo Ali Saad Dawabsheh e il grave ferimento di tre membri della sua famiglia nel villaggio palestinese di Duma, presso Nablus. Lo ha riferito domenica Israel Radio.
2 agosto 2015 – “Combattere insieme il terrorismo, da qualsiasi direzione esso provenga”. Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in una telefonata al presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Netanyahu ha poi reso visita ai familiari del piccolo Ali Saad Dawabsheh, ricoverati in un ospedale di Tel Aviv con gravi ustioni.
2 agosto 2015 – “Provo un senso di vergogna e più ancora un senso di dolore: dolore per l’assassinio di un bambino piccolo, dolore perché fra la mia gente c’è qualcuno che ha scelto la via del terrorismo, perdendo la propria umanità”. Queste le parole con cui il presidente d’Israele Reuven Rivlin si è rivolto alle vittime dell’attentato di venerdì nel villaggio palestinese di Duma: parole che gli hanno procurato minacce di morte da alcuni estremisti sui social network. La polizia ha aperto un’indagine.
(Fonte: Israele.net)