L’antisemitismo di sinistra

 
admin
11 novembre 2008
1 commento

L’antisemitismo di sinistra

kristallnacht

Esiste un antisemitismo di sinistra, ha affermato ieri il Parlamento tedesco. E ha puntato l’indice contro la Linke, il partito alla sinistra dei socialdemocratici della Spd guidato da Oskar Lafontaine e Gregor Gysi. Si trattava di votare un documento in occasione del 70° anniversario della cosiddetta Kristallnacht, 9 novembre 1938, notte dei cristalli durante la quale ebbe inizio la fase finale della persecuzione nazista contro gli ebrei. Su iniziativa dei cristiano-democratici (Cdu) di Angela Merkel, la mozione è stata firmata da tutte le forze rappresentate al Bundestag ma la Linke non è stata accettata.

Ostracismo duro, spiegato con il fatto che, nel partito erede dei comunisti della Germania Est (Ddr) e di una serie di fuoriusciti dalla Spd, alcuni sostengono gruppi antisemiti e antisraeliani come la libanese Hezbollah e la palestinese Hamas, mentre altri si dicono antisionisti. Su questa posizione, la Cdu ha voluto che la mozione fosse firmata dai suoi partner di governo Csu e Spd, dai Verdi e dai Liberali che stanno all’opposizione ma assolutamente non dalla Linke. La quale ha reagito in modo indignato, ha parlato di operazione politica e alla fine ha deciso di presentare una mozione solo sua ma con un testo identico a quello votato dagli altri partiti.

Da un po’ di tempo, nella politica tedesca, si colgono i rumori delle prime cannonate contro la Linke, partito che ha poco più di un anno di vita ma sta guadagnando consensi a livello nazionale. Ora, in parte anche in vista delle elezioni federali del settembre 2009, ai rumori iniziano a seguire le azioni, delle quali quella di ieri è probabilmente solo la prima.

L’antisemitismo rimane una questione seria, in Germania: tra gennaio e settembre, la polizia ne ha registrati quasi 800 casi. In occasione di quella che oggi si preferisce chiamare Reichspogromnacht (la notte dei pogrom, perché la notte dei cristalli ha un suono troppo dolce), il Bundestag ha dunque deciso di votare la mozione nella quale il governo si impegna a mettere assieme un gruppo di esperti che, su basi regolari, prepari un rapporto sull’antisemitismo nel Paese, e a promuovere nelle scuole lo studio della vita degli ebrei durante il nazismo. La mozione, però, ha voluto chiarire che non esiste solo un antisemitismo di destra, quello dei neonazisti, il più diffuso e violento in Germania, ma anche uno di sinistra.

Secondo il documento, per la Germania, visto il passato, la solidarietà con Israele è irrinunciabile e quindi «chiunque partecipi a dimostrazioni nelle quali si brucia la bandiera di Israele o si lanciano slogan antisemiti non è un partner nella lotta contro l’antisemitismo ». Dal momento che nella Linke ci sono settori — soprattutto trotzkisti o nostalgici del regime della Ddr — che a quelle manifestazioni partecipano, la Cdu ha voluto che il partito di Lafontaine e Gysi fosse escluso dalla firma del documento. In più, i cristiano-democratici e alcuni storici stanno conducendo una campagna per dimostrare che il regime della Germania Est era antisemita, oltre che antisraeliano. Lo storico Michael Wolffsohn ricorda che «tra il 1949 e il 1953 nella Ddr e nei Paesi del blocco sovietico gli ebrei sono stati perseguitati in quanto ebrei». Che nel 1967, durante la Guerra dei Sei Giorni tra Israele e gli arabi, a Berlino Est furono create liste di ebrei e che le persecuzioni furono una regola. «La politica della Germania dell’Est — è la sua conclusione — era tanto antisraeliana quanto antisemita », anche se coperta dal mantello del comunismo.

Dal Corsera del 5/11

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  • #1Alberto P.

    TICINO
    Antisemitismo, Bianchi: “Non confondiamolo con la nostra critica a Israele”

    BERLINO – Ieri la Germania ha ricordato la notte dei cristalli, il pogrom che diede inizio alla persecuzione degli ebrei in Europa. Nella notte tra il 9 e 10 novembre 1938 in tutto il Reich vennero date alle fiamme 1400 sinagoghe e aggrediti molti ebrei senza che la polizia intervenisse. Lo Stato hitleriano sanciva così l’esclusione totale degli ebrei dalla società tedesca.

    In questi giorni in Germania ha destato un certo scalpore la decisione di 11 deputati della Linke, partito di sinistra nato dall’unione della WASG (Wahl für Alternative und Soziale Gerechtigkeit, Scelta per una giustizia alternativa e sociale) e della PDS (Partei des Demokratischen Sozialismus, erede della SED, il partito unitario socialista unito che governava la DDR), di astenersi dal voto riguardante una risoluzione contro l’antisemitismo.

    Critiche sono piovute da tutte le forze politiche rappresentate in parlamento. Gli undici sono stati accusati di appartenere all’antica tradizione della DDR, che mal tollerava la politica filo-americana adottata da Israele. Dieter Graumann, della Consiglio centrale degli ebrei tedeschi che ha sede a Francoforte sul Meno, ha giudicato la scelta degli 11 deputati come “scandalosa e vergognosa”, accusando la Linke di essere ancora oggi contaminata dal tradizionale odio dei tempi della DDR nei confronti di Israele.

    Da parte della Linke, gli undici hanno motivato la loro astensione denunciando il fatto che “la risoluzione cerca di etichettare come antisemiti e antiamericani coloro che esprimono le loro critiche alla politica di guerra della Nato, degli Stati Uniti e di Israele”. Ai deputati della Linke infatti non è piaciuto il passaggio in cui si dice che “la solidarietà con Israele è una parte indissolubile della ragione di Stato tedesca e che la solidarietà con i gruppi terroristici e antisemiti come Hamas e gli Hezbollah sconfinano i limiti della critica nei confronti della politica israeliana”.

    Come in Germania, anche nella sinistra locale sono indubbie le simpatie nei confronti della causa palestinese e l’aspra critica nei confronti di Israele. Gianluca Bianchi, segretario del Partito Comunista ticinese, ammette che “in una certa sinistra la contrarietà alla politica dello Stato di Israele, ogni tanto supera il limite che potrebbe essere inteso come antisemita” ricordando la posizione del Partito comunista ticinese che resta fermamente e assolutamente contrario all’antisemitismo”: “E’ vero – ha dichiarato Bianchi – che in questi anni nella sinistra vi è il problema, e qui si pone il limite, di rischiare di cadere nell’antisemitismo di fronte alla politica dello Stato di Israele. E ciò dobbiamo evitare di fare”.

    “In tutti i casi – ha precisato Bianchi – dobbiamo stare molto attenti a non confondere la critica allo Stato d’Israele, che va mantenuta e il rischio di cadere nell’antisemitismo. Non vorrei però che tutto ciò che viene rimproverato nella politica adottata dallo Stato di Israele venga intesa come antisemitismo”.

    Le celebrazioni del 70esimo anno del Pogrom intanto sono oramai archiviate e il Cancelliere tedesco Angela Merkel ha invitato tutti “a non tacere per non dimenticare”.

    p.d’a.

    http://www.tio.ch:80/aa_pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=427095&idsezione=1&idsito=1&idtipo=3

    11 Nov 2008, 15:31 Rispondi|Quota