Una lettera interessante e le nostre riflessioni

 
Alex Zarfati
14 gennaio 2009
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Gaza Cartoon

Riceviamo una lettera nei commenti. Di Alberto P. Pubblichiamo la risposta di un nostro articolista.

Sono arrivato a questa pagina (articolo su “La notte dei cristalli” n.d.r.) perché volevo sapere quale fosse il giorno della settimana di quel 9 novembre. Ho letto la testimonianza della bambina. Devo ammettere che l’orrore che ho provato s’è decuplicato leggendo il corsivo del commento.
Se l’uomo non riesce a far tesoro del passato cosa gli rimane?
Come può la vittima di ieri diventare il carnefice consapevole di oggi?
Le sofferenze patite dal popolo ebraico gli avrebbero potuto permettere di diventare la guida spirituale dell’età contemporanea…l’esempio, il simbolo, il segno…

E invece…
E invece…coagulato il sangue, sepolti i morti, estinte le urla…ecco che la tragedia della sofferenza si ripropone, si perpetua…cambiano gli attori, ma il teatro delle miserie umane è sempre lo stesso. Nuovi soprusi si sedimentano sui passati, gli eredi di coloro i quali si stupivano che una civiltà così evoluta come quella della Germania degli anni ‘30 potesse macchiarsi di tali efferati delitti nemmeno si rendono conto di quanto somiglino agli aguzzini dei loro antenati. Così come generazioni di tedeschi estranee a quegli eventi ancora portano il fardello dei delitti dei loro padri, anche i vostri figli, un giorno, dovranno prostrarsi di fronte al tribunale della verità e della storia.

Mio nonno era un tiratore scelto di stanza in jugoslavia. Era socialista prima del fascismo. Un contadino. Mi ha raccontato tante cose, tante altre non ha avuto il coraggio di raccontarle. Lo capisco e lo compiango…un animo mite travolto dagli eventi.
Il mio appello va a tutti i nonni e i nipoti, quelli che hanno la fortuna di poter tramandare e quelli che hanno la pazienza di ascoltare…
Un mondo migliore è possibile, ma una cosa è certa…non è questa la via.
Le sofferenze del passato non possono e non potranno mai giustificare le violenze del presente.

Impressioni di un ateo non comunista.

Ciao Paolo,

apprezzo moltissimo le tue riflessioni, che vengono dal cuore e che non sembrano velate da pregiudizio nei confronti degli ebrei. Nella tua lettera c’è un passaggio fondamentale: Come può la vittima di ieri diventare il carnefice consapevole di oggi? Che è la base di partenza di tante scorribande ideologiche contro Israele, il sionismo e gli ebrei. Perdonami se sarò troppo sintetico, l’argomento meriterebbe fiumi di inchiostro, ma il tempo è poco per approfondire in questa sede. In ogni caso la tua frase è semplicemente …sbagliata. E le prime riflessioni che mi vengono in mente, sono queste:

  • In quanto minoranza – come faremmo per un gay, un rom, un nero o quant’altro – riconosciamo all’ebreo il sacrosanto diritto di fare cose giuste o sbagliate. Credere che una minoranza non debba sbagliare mai è un’altra forma di razzismo. Riconosciamo all’altro gli stessi diritti che teniamo per noi. Gli ebrei, i rom, i gay, i neri, non sono né meglio né peggio di noi. Sbagliano, come tutti. Punto.
  • Per quanto legato al proprio passato, l’ebreo non cammina con la tragedia della Shoah in tasca: in ogni azione che compie ha la determinazione di fare quello che è giusto QUI e ORA e gli ebrei non riconoscono a se stessi il diritto di essere PIU’ LEGITTIMATI di altri a fare la guerra in quanto “hanno tanto sofferto”. Lo sterminio viene spesso evocato proprio dai detrattori degli ebrei, che subito dopo rimproverano: “state sempre a parlare dei campi di concentramento”. La similitudine tra ebrei e nazisti è tanto più odiosa quanto falsa. Ed è particolarmente odiosa alle orecchie di chi porta ancore le cicatrici di una tragedia. Anzi, ti dirò una cosa che può suonarti strana: da noi se ne parla proprio poco di quegli eventi, perché da noi la vita è un bene supremo, e la morte non va mai mercificata.
  • La questione va inquadrata politicamente. Israele è uno stato formato in maggioranza da ebrei. Ma non è una teocrazia, è una democrazia parlamentare, laica. Le sue azioni dipendono esclusivamente da votazioni e decisioni di governo, come in Italia. La Shoah non centra proprio niente. Si può essere d’accordo o in disaccordo con il proprio governo – anche in Israele – e anche lì esiste una opposizione e una maggioranza, proprio come in Italia. Solo che in questa particolare fase politica la maggioranza e l’opposizione sono piuttosto compatte. Perché vedono che con il fondamentalismo non c’è dialogo. Perché vedono che a chi ti vuole distruggere, non puoi tendere la mano. Perché vedono che l’Iran fa piovere milioni di dollari di sovvenzioni per armi e addestramenti, senza che l’occidente alzi un dito. Perché vedono che la guerra contro Israele per questa gente è solo l’inizio di una guerra contro il resto del mondo. Perché vedono che le motivazioni di Hamas ed Hezbollah sono una scusa.

Israele piuttosto si domanda: Come fanno i comunisti a sostenere gente che nega la libertà di parola, di stampa, di pensiero, che lapida le donne, che uccide le adultere, che soffoca le opposizioni, che sacrifica i bambini? Come fanno i cristiani a sostenere chi distrugge le chiese, chi li caccia dai luoghi santi, chi converte “a fil di spada”, chi limita l’accesso luoghi santi? Come fa l’occidente ad appoggiare chi pensa che tutto il mondo occidentale sia un rifiuto e che la democrazia sia da smantellare?

Lo Stato d’Israele è solo. Perché gli interessi del mondo – tranne, forse, quelli statunitensi – convergono in un altra direzione. “Leccare il culo” ai paesi che hanno il petrolio e con i quali mezzo mondo fa affari è un ottimo motivo per convincersi che Israele sia in errore.

E gli ebrei sono scomodi a molti. Sono liberi pensatori, sono rompicoglioni, sono per la creatività, per la scienza, ma non sono guerrafondai. Queste occasioni fanno uscire dalla tana l’antisemita nascosto in molti. Vittime e carnefici sono parole buone per i titoli dei giornali e mal si accordano con quello che sta accadendo in Medioriente oggi. Israele è uno stato che sta facendo valere il suo sacrosanto diritto di smantellare le infrastrutture del terrorismo. Chi è d’accordo lo dica, chi è in disaccordo, se non è uno che fa affari con il petrolio, non è solo antisemita. E’ prima di tutto un po’ scemo.

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