Hamas: schiacceremo le teste dei dirigenti dell’Anp

 
Emanuel Baroz
30 agosto 2010
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Hamas: schiacceremo le teste dei dirigenti dell’Anp

Hamas: “Abu Mazen e al-Fatah non rappresentano la Palestina, ne’ Gerusalemme, ne’ i profughi ne’ la moschea di al-Aqsa”. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu: “Se la leadership palestinese affrontera’ le trattive con la medesima serieta’ che abbiamo noi e’ possibile raggiungere un accordo duraturo che garantisca pace e sicurezza a entrambi i popoli”.

GAZA CITY, 29-08-2010 – Le teste dei dirigenti dell’Anp “saranno schiacciate” dai miliziani di Hamas se alle prossime trattative di pace con Israele gli uomini di Abu Mazen faranno compromessi “sul diritto del ritorno dei profughi, su Gerusalemme e sulla Palestina”. L’esplicita minaccia e’ stata espressa ieri da Halil al-Haya, dirigente politico di Hamas, gruppo fondamentalista islamico che governa Gaza, inserito tra i movimenti terroristi anche dall’Unione Europea.

Le parole arrivano mentre le relazioni fra l’Anp e Hamas sono di nuovo molto tese in seguito a misure limitative imposte di recente dai servizi di sicurezza di Abu Mazen in alcune moschee della Cisgiordania. Secondo al-Haya l’obiettivo delle trattative che saranno avviate il 2 settembre a Washington e’ di “cancellare la presenza palestinese, consentire la ebraicizzazione di Gerusalemme e l’espansione degli insediamenti, e negare il diritto del ritorno”.

In questo stato di cose Hamas, secondo al-Haya, si attende dai palestinesi della Cisgiordania che “si sollevino” contro le trattative. “Abu Mazen e al-Fatah – ha insistito – non rappresentano la Palestina, ne’ Gerusalemme, ne’ i profughi ne’ la moschea di al-Aqsa”.

In ogni caso Hamas non riconoscera’ alcun accordo “col nemico sionista”, ha avvertito al-Haya. Qesto intervento e’ giunto poche ore dopo che i servizi di sicurezza dell’Anp avevano impedito l’ingresso in una moschea nella zona di Hebron ad un noto predicatore, figura di spicco di Hamas.

Secondo alcuni mezzi stampa, l’Anp teme che Hamas possa mobilitare le moschee della Cisgiordania per organizzare proteste contro il presidente Abu Mazen.

(Fonte: RaiNews24, 29 agosto 2010)

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