Gerusalemme: Croce Rossa o base di Hamas?

 
Emanuel Baroz
14 settembre 2010
2 commenti

Ringraziamo pubblicamente Barbara , l’unica, insieme a Dimitri Buffa, che ha riportato la notizia traducendola, mentre i giornalisti “professionisti” (così come si definiscono…) erano troppo distratti per occuparsi di questo tipo di notizie….eh gia, è meglio parlare di Miss Italia!

Protesta: Quartier generale della Croce Rossa o base di Hamas?

di Hillel Fendel

Gerusalemme, 7 Settembre 2010 – La notte scorsa un gruppo di cittadini preoccupati ha organizzato una protesta davanti agli uffici della Croce Rossa a Gerusalemme, chiedendo di porre fine a ciò che chiamano la “vergogna” che sta avendo luogo nel cuore della capitale.

Tre leader di Hamas, temendo di essere arrestati o espulsi dalle autorità israeliane, si sono rifugiati negli uffici della Croce Rossa, presso il quartiere Shimon HaTzaddik/Sheikh Jarrah. Da più di due mesi stanno ricevendo visite, concedendo interviste alla stampa e, in generale facendo come se fossero in casa propria, sia dal punto di vista personale che professionale.

David Ish-Shalom, che ha organizzato la protesta, ha detto a INN TV: “La polizia e il governo in questo momento stanno concedendo ai leader di Hamas un rifugio sicuro a 100 metri dal Quartier Generale della polizia nazionale – proprio mentre Hamas programma, forse da questo stesso posto, altri attacchi terroristici come quello perpetrato la settimana scorsa, in cui quattro ebrei sono stati uccisi e altri due feriti.”

“Siamo qui per dimostrare sia contro il governo israeliano che contro la Croce Rossa” ha dichiarato un altro manifestante, il dott. Aryeh Bachrach, dell’Associazione vittime del terrorismo. “Come può il governo continuare a tollerare questa situazione, in cui viene dato asilo politico nel cuore del Paese ai leader di Hamas? … Allo stesso tempo la consideriamo una inaccettabile vergogna per la Croce Rossa, che dovrebbe essere un’organizzazione neutrale che lavora per la pace, il fatto di non pretendere con forza il diritto di visitare Gilad Shalit, mentre nello stesso tempo ospita e fornisce aiuto e asilo ai leader della stessa organizzazione che lo sta tenendo prigioniero. È un’ipocrisia che non possiamo ignorare”.

Israel National News

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  • #1Emanuel Baroz

    Se la Croce Rossa dà asilo a Hamas

    di Dimitri Buffa

    “Poi non lamentatevi se l’esercito israeliano sarà costretto a sparare anche sulla Croce Rossa”. Da giorni a Gerusalemme si gioca sulle parole e sulla battute di spirito. Infatti tre uomini di Hamas sono stati ospitati dalla Croce Rossa locale per ben 40 giorni. Così lo stesso organismo umanitario che si è, in pratica, rifiutato a giugno di intercedere presso i capi del movimento terroristico per potere visitare Gilad Shalit, prigioniero da quasi quattro anni e due mesi di quella gente, ora si trova invischiato in questa bruttissima storia. E ieri sera si è anche tenuta una manifestazione spontanea di cittadini israeliani a dir poco indignati davanti agli uffici della Croce Rossa. Il problema è anche politico, con il governo di Israele: i tre sono rifugiati in loco da 40 giorni e l’esercito non ha avuto il permesso di fare un’azione di forza perché intanto sono iniziati i negoziati di pace con Abu Mazen in America. Non basta: nel frattempo i tre terroristi danno interviste a destra e a manca avendo di fatto aperto una sorta di quartiere generale di Hamas proprio negli uffici della Red Cross International. Se non si trattasse di Israele sembrerebbe fantascienza, ma tant’è. “Israel National News” ha anche parlato con la portavoce della Icrc, cioè “International Committe of Red Cross”, la quale, bontà sua, ha dichiarato di avere detto ai terroristi (“attivisti politici” secondo la definizione che ne dà la Croce Rossa, che distingue tra branca politica e militare di Hamas), per ora impegnati a ricevere i giornalisti nel proprio nuovo rifugio, che “se arriva la polizia ad arrestarli, non hanno lo status extra-territoriale e non faremo nulla per fermare gli agenti”.

    La donna, Cecilia Goin, ha però aggiunto qualcosa che stona molto con questa situazione paradossale: l’Icrc ritiene Gerusalemme Est un “territorio occupato” e i tre uomini di Hamas “sono considerate persone protette dal diritto umanitario internazionale, come indicato all’articolo 4 della Quarta Convenzione di Ginevra”.

    “L’interpretazione di tale articolo è una questione controversa ”, ha osservato la Tv israeliana. E la speaker si è chiesta: “ma perché allora Icrc non è coerente con la propria interpretazione e dichiara di non volere proteggere gli uomini di Hamas da un arresto da parte della polizia israeliana, se Israele viene considerata una potenza occupante?” Misteri degli equilibrismi politically correct. Anche perché la Goin ha ribadito di non volere impedire un’irruzione della polizia. Alla Tv israeliana la portavoce della Croce Rossa si è dovuta “difendere” anche dalle accuse di non avere fatto abbastanza per mediare con i terroristi che tuttora tengono sequestrato il caporale Gilad Shalit: “Ci siamo incontrati molte volte con gli operativi di Hamas a questo proposito, ma ogni volta che abbiamo chiesto loro di visitarlo o anche solo di passargli biglietti dalla sua famiglia abbiamo ottenuto dei rifiuti”. Alle ovvie proteste di applicare un “doppio standard” per Israele e per Hamas, la Goin non ha potuto fare altro che ripetere che la Croce Rossa non ha mai avuto il permesso da parte dei terroristi su Shalit. E tuttavia continua a considerare i tre che hanno chiesto loro rifugio come persone degne di ricevere protezione umanitaria. Così è se vi pare.

    http://www.opinione.it/articolo.php?arg=4&art=94453

    14 Set 2010, 11:31 Rispondi|Quota
  • #2angelo salmoni

    ” se non si trattasse di Israele, sembrerebbe fantascienza” il paradosso sta
    tutto in questa giustissima ,per quanto assurda realta’ .l’esasperata a volte autolesionista fissazione di Israele di voler sempre e comunque apparire
    (anzi essere al 100%) diversa e democraticamente molto piu’ avanzata dei
    propri nemici, la spinge a comportarsi in modo assolutamente incomprensibile
    il buon senso, invece imporrebbe in considerazione di chi sono i suoi nemici,
    (compresa la CRI antisemita e filo araba) di dare un bel calcio nel culo alla
    Goin e i suoi collaboratori , arrestare i terroristi asseragliati nell’edificio e
    tenerli in ostaggio fino alla liberazione di Shalit.
    Ma questa non sarebbe la democratica Israele……….

    15 Set 2010, 10:14 Rispondi|Quota