Gaza: disperso da Hamas un corteo per celebrare la riconciliazione palestinese

 
Emanuel Baroz
28 aprile 2011
3 commenti

Disperso da Hamas un corteo per celebrare la riconciliazione Hamas-Fatah

GAZA – I servizi di sicurezza di Hamas hanno disperso la scorsa notte a bastonate un corteo organizzato nel centro di Gaza City per festeggiare il raggiungimento di un accordo di riconciliazione fra lo stesso Hamas e Al Fatah.

Lo ha denunciato il Centro palestinese per i diritti umani, Pchr-Gaza. Secondo Pchr-Gaza, decine di persone si sono raccolte spontaneamente nella Piazza del Milite Ignoto per celebrare l’evento. Ma la reazione degli agenti di Hamas e’ stata brutale, denuncia la Ong palestinese.

(Fonte: ANSA, 28 aprile 2011)

Nella foto: Mahmoud Abbas (Fatah) e Ismail Haniyeh (Hamas)

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  • #1Emanuel Baroz

    Hamas mangiatutto

    Hamas non si è fatto sfuggire l’occasione ghiotta, ha finto un ritrovato accordo con i nemici di Fatah (nella Striscia di Gaza, di proprietà di Hamas, gli uomini del presidente Abu Mazen sono stati finora sterminati, letteralmente), ha dato credibilità al nuovo Egitto tanto per impensierire ancora di più l’occidente ed è tornato ad avere un ruolo “legittimo” nel momento in cui è iniziata la corsa all’Onu per il riconoscimento unilaterale dello stato palestinese. Un piano perfetto, aiutato dai media sempre bendisposti a celebrare “passi avanti verso la pace”.

    Questo non è un passo verso la pace, questo è un modo per togliere di mezzo Fatah e Abu Mazen e spezzare le già tenui speranze di trattativa con Israele. Hamas e Fatah non possono andare d’accordo. Non è che hanno avuto scaramucce in passato che ora cercano di digerire in nome di un ideale comune. La loro è una rivalità intrinseca, profonda, insuperabile. Il gruppo che spadroneggia nella Striscia di Gaza vuole lo scontro con Israele, non accetta alcuna trattativa, lancia razzi, detiene il soldato Shalit, conta sull’instabilità nella regione per colpire Gerusalemme il prima possibile. Il gruppo che spadroneggia in Cisgiordania fa affari con Israele, grandi affari, stringe la mano al premier Netanyahu, accetta la mediazione americana.

    Non ci sono punti di contatto, non è una fusione, è un’opa ostile. Il più forte mangerà il più debole, e chi sia il più forte non c’è nemmeno bisogno di spiegarlo. Per Israele le cose si stanno mettendo davvero male. Non soltanto c’è una ormai cronica incomprensione con l’alleato americano (questo mese Netanyahu torna per l’ennesima volta a Washington, chissà se finalmente ci sarà qualche chiarimento), non soltanto c’è un medio oriente in totale rivolgimento, ma ora c’è pure l’iniziativa all’Onu messa in piedi da Abu Mazen e caldeggiata non soltanto dai soliti amici palestinesi delle Nazioni Unite, ma anche da “insospettabili”, come i francesi di Sarkozy. Con tutta probabilità il voto si terrà a settembre, all’Assemblea generale, e i numeri ci sono già. Abu Mazen ha preparato le basi per un accordo internazionale, Hamas ne sfrutterà il bottino. Non è difficile immaginare come.

    (Fonte: Il Foglio, 29 aprile 2011)

    1 Mag 2011, 14:02 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    È questa una conciliazione tra parti “uguali”?

    Hamas esige l’allontanamento dell’attuale premier palestinese Salam Fayyad e vuole mantenere il controllo della Striscia di Gaza: è quanto pubblica il quotidiano statunitense The Guardian citando il contenuto degli accordi di riconciliazione palestinese che dovrebbero essere firmato la prossima settimana.

    Il governo transitorio che dovrebbe nascere dopo la firma degli accordi – in attesa delle nuove elezioni presidenziali e legislative, entro i sei mesi successivi – non sarà però coinvolto nei negoziati di pace israelo-palestinesi, che verranno condotti dall’Olp, organizzazione di cui Hamas non fa parte.

    Il presidente dell’Anp, Abu Mazen, ha dichiarato che l’esecutivo sarà composto da tecnici e non includerà alcun esponente di Hamas; nella Striscia di Gaza varrà inoltre inviata una missione egiziana per organizzare i servizi di sicurezza interni; per quel che riguarda la successione a Fayyad (considerato avverso ad Hamas, che per questo ne chiede le dimissioni) il favorito è Munib al Masri, imprenditore di origine statunitense rispettato da entrambe le fazioni.

    Israele ha accolto con costernazione l’accordo, chiedendo alla comunità internazionale di non trattare con alcun esecutivo che rappresenti anche Hamas; sull’effettivo contenuto dell’intesa non mancano peraltro i dubbi: come notano gli analisti, se questa permetterà ai palestinesi di parlare con una voce sola confermerà anche l’esistenza de facto di due territori separati.

    http://esperimento.ilcannocchiale.it/2011/04/29/e_questa_una_conciliazione_tra.html

    1 Mag 2011, 14:04 Rispondi|Quota
  • #3autores

    E’ logico. Hamas ha dimenticato di fornire l’arruolamento al esercito della Difesa della Palestina unita armi. che senso ha l’Unita’ dello Stato Arabo ma senza Arabo armi difesa Stato Arabo?L’esercito della difesa l’unica soluzione armi ottenere la vita Araba quotidiana non ha la politica armata.L’arabo sarebbe arabo in casa ma non alla politica.La politica esiste sempre e per qualsiasi Stato,e’ anche per la Palestina disarmata. La vita dell’arabo e’ armata nella forma privata ma non nella politica. dire unita’ senza avere arruolamento della difesa esercito Palestinese armi,ma dimentica dire arabo armi vita privata,non ha la dignita’ di Stato Arabo.

    1 Mag 2011, 14:08 Rispondi|Quota