Milano, dirigente Anpi: “A Gaza lager a cielo aperto”

 
Emanuel Baroz
7 febbraio 2012
7 commenti

L’argomento è stato ben documentato dagli amici di Informazione Corretta che ha dato spazio alla denuncia del signor Roberto Cavallo e che ha poi trattato ampiamente la questione,ma riteniamo opportuno segnalare anche noi quanto detto da Mario Petazzini, dirigente dell’Anpi

Milano, dirigente Anpi: Israele? È il Terzo Reich

Le parole di un partigiano di Paderno a un incontro sull’Olocausto Un’anziana donna ebrea vuole replicare ma lui le spegne il microfono

di Luca Fazzo

Non ha fatto retromarcia, non si è scusato. Ha sostenuto di essere stato semplicemente «male interpretato». E non è apparso nemmeno del tutto isolato Mario Petazzini, dirigente dell’Anpi, da una settimana è al centro di un caso che dilania l’associazione degli ex partigiani e dei loro sostenitori: perché Petazzini, in una assemblea organizzata per ricordare l’Olocausto, avrebbe messo sullo stesso piano Auschwitz e Gaza, il Terzo Reich e Israele.

All’anziana ebrea, vittima delle leggi razziali del Ventennio, che era stata invitata alla riunione per portare il suo ricordo, e che cercava di difendere lo stato ebraico, non è stato consentito di terminare il suo intervento. E l’ombra lunga dell’antisionismo ha finito col lambire non solo Petazzini ma anche l’intera sezione dell’Anpi di cui fa parte: costringendo i vertici milanesi e nazionali dell’associazione a sconfessare bruscamente l’operato della sezione. «Indignazione e ferma condanna», sono i termini usati per prendere le distanze.

Comincia tutto domenica 29 gennaio, a Nova Milanese. L’Anpi organizza una serata dal titolo «Per non dimenticare», una delle migliaia di iniziative indette in tutta Italia nel Giorno della memoria. Parlano una professoressa, viene proiettato un video. Poi prende la parola Mario Petazzini, dirigente dell’Anpi di Paderno Dugnano nonchè di Rifondazione Comunista, che si lancia in un excursus che tiene insieme i lager nazisti e tragedie contemporanee come il Ruanda, la Cambogia e soprattutto la Palestina. Qualche borbottio in sala, ma il dibattito va avanti fino all’intervento di Anicka Schiffer: perseguitata per motivi razziali, poi partigiana in Piemonte, figlia di uno dei milioni di morti di Auschwitz.

Ed ecco come il figlio della Schiffer, Roberto Cavallo, racconta, in una lettera aperta, cosa accade a quel punto: «Mia madre ha raccontato la sua storia. Verso il termine dell’intervento ha tentato di dire qualche parola su Israele, che da Petazzini era stato provocatoriamente descritto come “l’impero del male”. E’ riuscita a dire solo qualche frase smozzicata, interrotta in continuazione da Petazzini e altri due esponenti dell’Anpi di Paderno, che non gradivano quello che stava tentando di dire. All’ennesimo tentativo di ricominciare la frase su Israele, Mario Petazzini ha spento il microfono ad Anika Schiffer, dichiarando frettolosamente chiusa la conferenza. Le ha proprio schiacciato il pulsante di funzionamento del microfono, togliendoglielo da davanti».

La lettera aperta di Cavallo solleva un vespaio. Al figlio della Schiffer arrivano prima le telefonate e poi le lettere in cui i vertici dell’Anpi si dissociano dalle «farneticanti affermazioni» della sezione di Paderno. Roberto Cenati, presidente dell’Anpi provinciale, annuncia «sanzioni» contro i protagonisti della gazzarra antisionista. Ma l’affare è lontano dall’essere chiuso. L’altro ieri a Paderno si è tenuto un incontro tra i «duri» locali e i vertici provinciali. «Di sanzioni contro di me – spiega Petazzini – non ne sono state prese. Faccio ancora parte del direttivo». Ma lei, scusi, quelle cose sulla Shoah e Israele le ha dette? «Mi sono limitato a ricordare che di tragedie ne avvengono anche oggi. Che la Palestina è una di quelle. E che oggi Gaza è un grande lager a cielo aperto». Ma è vero che ha impedito alla signora di finire il suo intervento? «É successo semplicemente che ho spento il microfono e poi non siamo più riusciti a riaccenderlo. E comunque la signora aveva parlato per trentasette minuti».

IlGiornale.it

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  • #1Emanuel Baroz

    Per completezza di informazione postiamo qui di seguito le lettera inviata dal signor Roberto Cavallo a molti, ma pubblicata solo da Informazione Corretta che ha avuto il MERITO di riportare questo incredibile episodio al pubblico:

    Per l’Anpi Gaza è come un lager


    Utilizzare la memoria per diffamare Israele

    Pubblichiamo la lettera di Roberto Cavallo Schiffer all’Anpi dopo che, alla conferenza ‘Per non dimenticare’ tenuta a Nova Milanese, Mario Petazzini (esponente dell’Anpi) ha paragonato Gaza a un lager e ha impedito a chiunque di controbattere alla vergognosa affermazione, sostenendo che la sua posizione è condivisa dall’Anpi.

    Egregi Signori,

    con la presente desidero mettervi a conoscenza di quanto accaduto nel pomeriggio di domenica 29 Gennaio a Nova Milanese.

    L’Anpi cittadina, con la collaborazione di diversi esponenti della sezione di Paderno Dugnano, ha organizzato una conferenza dal titolo “Per non dimenticare”. http://www.peacelink.it/pace/a/35413.html

    La conferenza e’ iniziata con la presentazione di un libro della Professoressa Laura Tussi, esponente Anpi di Paderno, che ha preso gran parte del tempo disponibile, proseguendo poi con un documentario molto ben fatto da Daniele Marzotta sul lager di Natzweiler-Struthof.

    Ha poi parlato il coautore del libro presentato all’inizio, seguito dal figlio di un deportato politico.

    E’ stata quindi la volta di Mario Petazzini, esponente di spicco dell’Anpi di Paderno Dugnano, nonche’ di Rifondazione Comunista.

    Il suo discorso e’ stato quantomeno fuori dal contesto, visto che si e’ lanciato in elucubrazioni sull’attualita’ con non avevano attinenza con la conferenza. Probabilmente il signor Petazzini pensava di essere a un comizio politico pre elettorale.

    Ma questo non e’ importante.

    Cio’ che conta e’ che al termine dell’intervento egli ha elencato le stragi efferate che ancora oggi si compiono, a suo dire simili a quelle naziste, enumerando nell’ordine la ex Jugoslavia, il Ruanda, la Cambogia, e… naturalmente la Palestina.

    A questo paragone improprio e indegno tra Auschwitz e Gaza in sala si sono levate delle proteste con la richiesta di ritrattare la dichiarazione e alcune persone hanno lasciato la sala.

    Petazzini ha pero’ rincarato la dose, dicendo testualmente che “Gaza e’ un grande lager”.

    Alla richiesta di scuse ha aggiunto, “Io non mi scuso di niente, tutti noi (dell’Anpi) la pensiamo cosi.”

    Alla conferenza e’ stata invitata anche mia madre, Anika Schiffer, che ha parlato per ultima, dopo di lui.

    Mia madre e i suoi fratelli hanno trascorso dopo l’emanazione delle leggi razziali, anni di miseria, terrore ed emarginazione, per poi fuggire in montagna con la banda partigiana di Giorgio Bocca, la 2a divisione, inseguiti e ricercati dai nazifascisti in quanto ebrei.

    Il loro destino era Auschwitz.

    Il padre di mia madre, mio nonno, non riusci’ a fuggire e fu portato prima al centro di raccolta di Borgo San Dalmazzo, poi a Fossoli e infine ad Auschwitz.

    Era nella stessa baracca di Primo Levi, da cui mia madre negli anni del dopoguerra ebbe le informazioni sulla sua fine.

    Mori il 10 Gennaio 1945 ed usci’ per il camino 17 giorni prima che l’Armata Rossa entrasse nel campo.

    Le persone che hanno lasciato la sala sono rientrate per ascoltare mia madre.

    Ha raccontato la sua storia, come fa quando la invitano a parlare in circostanze simili, a un uditorio particolarmente attento e interessato.

    Verso il termine dell’intervento ha tentato di dire qualche parola su Israele, che da Petazzini era stato provocatoriamente descritto come “l’impero del male”. E’ riuscita a dire solo qualche frase smozzicata, interrotta in continuazione da Petazzini e altri due esponenti dell’Anpi di Paderno, che non gradivano quello che stava tentando di dire.

    All’ennesimo tentativo di ricominciare la frase su Israele, Mario Petazzini HA SPENTO IL MICROFONO ad Anika Schiffer, dichiarando frettolosamente chiusa la conferenza. Le ha proprio schiacciato il pulsante di funzionamento del microfono, togliendoglielo da davanti.

    A quel punto il pubblico ha protestato vivacemente per il gesto antidemocratico e vergognoso di vietare la parola a una signora ottantenne, scampata ad Auschwitz, che cercava di spiegare che Israele non era quello che sosteneva Petazzini.

    Lui, molto innervosito dal fatto che qualcuno potesse contestarlo, ha addotto puerili e ridicole scuse relative al tempo che sarebbe terminato.

    Bugie. Sia perche’ la sala era prenotata fino alle 19.00 ed erano le 18e40, sia perche’ in quel caso sarebbe bastato sussurrare all’orecchio di mia madre una cosa del tipo: “Vada a chiudere”.

    E’ stata un’operazione di vergognosa censura, degna degli “antisemiti progressisti” e di come li descrive assai bene Fiamma Nirenstein nel suo omonimo libro.

    Tutta la sala si e’ accorta chiaramente della volonta’ del Petazzini di non fare dire cose che non gli piacevano, supportato dagli altri esponenti dell’Anpi di Paderno Dugnano.Il suo gesto e’ stato inqualificabile e chiarissimo.

    Sono riuscito a raccogliere i nominativi e i recapiti di 11 dei presenti, che scandalizzati dal suo comportamento sono pronti a testimoniare quello a cui hanno assistito. Nel caso voleste ascoltarli non avete che da chiedermi la lista.

    Inoltre sono in possesso del filmato della conferenza, dal quale potreste ben comprendere cosa e’ successo.se lo volete non avete che da chiedermelo.

    Ma anche gli organizzatori hanno filmato TUTTA la conferenza, senza interruzioni, perche’ mi hanno detto che desideravano inserirla su You Tube.

    Chiedete a loro il filmato integrale. Sono certo che la loro telecamera, posizionata su un cavalletto fisso, ha funzionato ininterrottamente fino alla fine.

    Se vi dicessero che qualcosa non e’ stato registrato, sappiate che mentirebbero.

    Nel post conferenza sono continuate le discussioni, mentre mia madre, distrutta e profondamente amareggiata per l’ignobile trattamento ricevuto veniva portata via da mia sorella.

    Tra altre perle degli esponenti dell’Anpi vi segnalo solo questa: “Ha ragione Ahmadinejad a volere la bomba atomica, d’altra parte Israele ce l’ha gia’”

    Il resto preferisco risparmiarvelo, ma si trattava dei soliti luoghi comuni antisemiti a cui, purtroppo siamo abituati.

    Solo che non ce li aspettavamo da voi.

    Non voglio credere che anche per voi gli unici ebrei buoni siano quelli morti, su cui riversate la vostra pieta’, destinando invece il vostro odio a quelli vivi e che magari (ma tu guarda che pretese!) non si vorrebbero fare ammazzare.

    Nel comunicarvi che riceverete la mia tessera strappata a uno dei vostri indirizzi, vi chiedo:

    La posizione ufficiale dell’Anpi e’ che e’ vietato parlare di Israele nelle conferenze da voi organizzate?

    Anche a quelle in teoria organizzate per ricordare la Shoah?

    Pensate che Gaza e Auschwitz siano la stessa cosa, come i peggiori negazionisti e gli esponenti dell’estrema destra neonazista?

    Ritenete che Ahmadinejad faccia bene a procurasi armi nucleari?

    La posizione del vostro esponente Mario Petazzini e’ anche la vostra?

    Se cosi fosse ne prenderemmo atto, tirando le debite conclusioni.

    Se invece cosi non fosse, intendete intervenire nei confronti dei responsabili di questi atteggiamenti?

    Vi saro’ grato per una vostra risposta che, sono certo, non potra’ mancare, fosse anche solo per una questione di educazione.

    Provvedero’ personalmente a girarla a tutte le persone e le Associazioni che ci leggono in copia.

    Saluto distintamente,

    Roberto Cavallo Schiffer

    [email protected]

    http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=43208

    8 Feb 2012, 13:37 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Falsi storici e ideologie

    Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

    Cari amici,

    è una legge della vita, tutto finisce, anche le cose belle e buone. E quelle che non finiscono al momento giusto si trasformano, perdono la loro identità, marciscono. Succede per la frutta, succede per i governi, succede anche per le associazioni, in particolare quelle che raggruppano persone che hanno partecipato o testimoniato a qualcosa. Che direste di un’associazione degli ex combattenti della Spedizione dei Mille o Prima Guerra Mondiale o di superstiti del terremoto di Messina? Che purtroppo non ci sono più. Lo stesso inizia ad accadere per l’Anpi, l’associazione che raggruppa gli ex partigiani (soprattutto quelli delle formazioni comuniste, gli altri hanno altre associazioni). Chi oggi ha ottant’anni ne aveva più o meno tredici al momento della Liberazione, poteva essere un deportato, una vittima della Shoà, ma difficilmente un combattente. Insomma, purtroppo gli ex partigiani veri, come i testimoni della Shoà se ne stanno andando. Ci dispiace moltissimo, perché chi combatté contro i nazisti settant’anni fa fece una difficile scelta giusta a rischio della vita e salvò l’onore dell’Italia. Ma la biologia non tiene conto dell’etica, e i partigiani non ci sono quasi più.

    Resta però l’Anpi, che a un certo punto ha deciso di proseguire la propria esistenza tesserando persone che partigiani non erano, ma che volevano in qualche modo rinnovarne l’eredità e tutelarne la memoria. Bellissima idea, in astratto: tutto sta però a com’è quel qualche modo. Nel caso dell’Anpi questo modo è pessimo, perché l’associazione è andata in mano a neocomunisti nostalgici, rifondatori del comunismo, gente che interpreta la continuazione della Resistenza come una giustificazione storica inappuntabile di opinioni politiche quanto meno discutibili. Nella politica italiana si sentono sempre alla vigilia della Marcia su Roma o delle leggi razziste; in politica internazionale continuano, come cani di Pavlov, a seguire le alleanze dell’ex Unione Sovietica, per cui i nemici sono l’America e Israele, gli amici quelli che si dicono ancora comunisti, dal turbocapitalismo cinese alla tragicomica dittatura familiare della Corea del Nord. Facile fare i partigiani oggi, amministrare un’eredità morale che non è costata nulla e farlo in maniera ideologica, senza fare i conti coi fatti. Facile ma pericoloso.

    La dimostrazione è nel triste episodio di Paderno Dugnano, dove in occasione di una cerimonia della Giornata della Memoria un tale di questi “nuovi partigiani” superideologici (richiamiamone il nome, per dargli tutto il suo onore: Mario Petazzini, esponente di Rifondazione Comunista) non solo si è permesso di paragonare Israele al III Reich, ma ha anche spento il microfono in mano a una ex deportata che protestava). Ne avete letto la cronaca in una lettera accorata del figlio, pubblicata da Informazione Corretta (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=43208). La vicenda è continuata, con le deplorazioni della direzione provinciale e nazionale dell’Anpi, che si è distinta dalla protervia del rifondarolo Petazzini, ma non l’ha in alcun modo rimosso, sospeso, espulso, perché a quanto pare lo statuto non lo prevede; ma se l’è presa anche con Informazione Corretta per aver sollevato il caso: di certe cose, è chiaro, non bisogna parlare. E il “nuovo partigiano” non si è mostrato affatto pentito, anzi ha difeso la sua azione coi giornali (http://www.ilgiornale.it/milano/milano_dirigente_anpiisraele__terzo_reich/07-02-2012/articolo-id=570929-page=0-comments=8#1). Da un certo punto di vista, lo si può capire: se l’Anpi non è più l’associazione di coloro che combatterono il nazismo, ma di quelli che si attribuiscono il diritto di continuarne l’azione stabilendo loro chi sono i nazisti oggi, perché lui non doveva parlare di Israele, visto che tutti i neocomuniusti lo odiano? E se una ex deportata, una che ha conosciuto sulla sua pelle la Shoà, gli risponde che Israele è la salvezza e la garanzia che Auschwitz non si ripeta e magari fa emergere delle assonanze fra il suo discorso e quello nazista, perché non toglierle la parola? Che gli importa del rispetto delle vittime, lui che è un fiero “nuovo partigiano”? E quanto ai fatti, a quel che succede davvero in Israele e dintorni, pensate che all’ideologia buona e pura sia mai importato di una cosa vile e casuale come quel che accade in realtà? Petazzini sa benissimo come dovrebbero andare le cose (“Palestina libera, Palestina rossa!”) e se non c’è niente di rosso fra i palestinesi, se non le esplosioni dei loro attentati e il sangue che versano, non gli importa affatto. Lui sa di chi è la colpa, non ha bisogno di informarsi…

    Che vi devo dire, uno che toglie la parola a una vittima della Shoà nella celebrazione della Giornata della Memoria è al di là di ogni insulto possibile. Se la sua ideologia gli suggerisse di farlo, probabilmente non esiterebbe ad aprire volonterosamente nuovi Lager, o piuttosto Gulag, come fecero i bravi “combattenti per la pace” in Russia prima di Hitler, tenendoli aperti fino a pochi decenni fa. Il problema non è lui, o meglio lui è un problema irresolubile, irriducibile come sempre è l’ottusità dell’ideologia. Il problema è che vi è un’associazione, l’Anpi, che lo accoglie come fosse un partigiano… E qui una soluzione c’è: bisogna chiedere con fermezza a quei signori non partigiani che gestiscono un’associazione che si definisce dei partigiani d’Italia di farsi da parte, di sciogliere la loro associazione per fine biologica, di riconoscere che non possono impadronirsi di un’identità che non hanno, senza diventare un falso storico, pericoloso come tutte le menzogne.

    http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

    8 Feb 2012, 13:41 Rispondi|Quota
  • #3Alfonso Margani

    Quello che è successo rappresenta solo,su scala più vasta, quello che ho potuto constatare io stesso due Domeniche fa, nel corso della manifestazione dedicata allo sterminio dei Rom e tenutasi nel Circolo dell’Affratellamento in via Gian Paolo Orsini,a Firenze. Si parlava dello sterminio dei Rom, questo andava benissimo,si sono cantate canzoni,alcune in jiddisch,una in ebraico, alcune in romani,ma questo non ha impedito a un baronfottuto con barba,salito sul palco,di pragonare lo sterminio dei rom all’eccidio di Dayr Yassin e a una signora cantante di domandarsi, con tono falsamente accorato, cosa pensa un rabbino di Israele oggi quando si tenta di negare ai Palestinesi la loro identità. Come vedete, il lupo perde il pelo ma non il vizio.Anche lì,al Circolo Affratellamento, c’erano quelli dell’Anpi, anche lì fazzoletti rossi al collo e tutto. E io,fesso, ho anche comprato due sacchetti di ceci e lenicchie biologicamente coltivati!! bel servizio…

    9 Feb 2012, 07:44 Rispondi|Quota
  • #4Alfonso Margani

    Quello che non finirà mai di stupirmi,in gente come questa ‘el’assoluta,totale schizofrenia di linguaggio e atteggiamenti. Da un lato chiamano gli Israeliani “assassini”,”bastardi”, “fascisti”, “nazisti” e via discorrendo;dall’altro, se qualcuno usa parole anche molto meno dure di questi nei riguardi dei loro amichetti palestinesi,subito loro saltano su, palidi di ira,rossi di sdgno, e gridano:”Ma come parla,lei? Non può parlare così! E* scorretto!!” Anni fa,un tizio che mi aveva contattato dopo la pubblicazione su “Repubblica” di una mia lettera in cui accusavo le libreria di mettere in giro spazzatura antisemita spacciandola per critica mediorientale, arrivò a scrivermi dicendo che al mio confronto “Goebbels era un dilettante”. Non so se mi spiego: Josef Goebbels,il capo nazista,quello che si suicidò con la moglie dopo aver ucciso i sei figli… Consevro le mail di questo tristo figuro, che mi rimandava indietro i miei messaggi corredandoli di “correzioni” in colore blu e naturalmente inondandomi di link che avrebbero dovuto dimostrare la giustezza delle sue parole.Alla larga!!!

    10 Feb 2012, 07:30 Rispondi|Quota
  • #5HaDaR

    Ecco alcune immagini dal lager:
    http://www.rootsclub.ps/movie.php
    Come vedete dal .ps è un sito palestinese…e si vedono tutti i leader…

    12 Feb 2012, 22:07 Rispondi|Quota
  • #6Gwunderi

    A chi paragona Gaza ad Auschwitz sarebbe da porre und domanda semplicissima: “Se dovesse scegliere di andare in soggiorno a Gaza o ad Auschwitz (di allora s’intende), alloggio e trattamento inclusi, quale sceglierebbe?”

    13 Feb 2012, 16:02 Rispondi|Quota
  • #7Gwunderi

    A chi paragona Gaza ad Auschwitz sarebbe da porre und domanda semplicissima: “Se dovesse scegliere di andare in soggiorno a Gaza o ad Auschwitz (di allora s’intende), alloggio e trattamento inclusi, quale sceglierebbe?”

    Forse aiuterebbe a schiarirgli il cervello …

    13 Feb 2012, 16:40 Rispondi|Quota