Israele lancia l’allarme: preoccupante aumento razzi da Gaza. Yaalon avvisa: ”Non tollereremo il lancio di razzi verso Israele”

 
Emanuel Baroz
1 febbraio 2014
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Israele lancia l’allarme: preoccupante aumento razzi da Gaza. Yaalon avvisa: ”Non tollereremo il lancio di razzi verso Israele”

razzi-israele-gaza-terrorismo-palestinese-focus-on-israelGerusalemme, 31 Gennaio 2014 – Il 2014 e’ iniziato con un “drammatico aumento” di attacchi palestinesi contro il territorio di Israele. Da gennaio – fa sapere l’Idf – sono stati esplosi 28 razzi dai terroristi di Gaza verso lo Stato ebraico.

Quattordici di questi sono caduti nel sud del Paese e 5 sono stati intercettati dal sistema antimissili Iron Dome.

“In risposta agli attacchi – si legge in una nota dell’esercito – l’aviazione militare ha mirato e colpito numerosi siti del terrore in tutta la Striscia”. Nel mirino “anche due terroristi noti: Ahmed Saad (della Jihad islamica palestinese) e Ahmed Zaanin (del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina)”.

”Non tollereremo il lancio di razzi verso Israele”: il ministro della difesa Moshe’ Yaalon ha ripetuto oggi il suo monito, confermando che l’aviazione dello stato ebraico stanotte in un raid sulla Striscia di Gaza ha colpito ”tre obiettivi di Hamas”. Il raid è avvenuto dopo che ieri sera son stati lanciati razzi su Israele. ”L’esercito – ha detto, citato dai media – continuerà a colpire coloro che sparano verso Israele o tentano attacchi terroristici”.

(Fonta: ASCA, ANSA, 31 Gennaio 2014)

Nella foto in alto: civili israeliani in uno dei tanti rifugi antimissile sparsi nel sud del paese

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  • #1Daniel

    31 gennaio 2014 – Un razzo palestinese lanciato dalla striscia di Gaza verso Israele si è abbattuto giovedì sera su un campo non edificato nella zona di Negev Sdot.

    31 gennaio 2014 – Gli Stati Uniti hanno esortato giovedì la Siria a intraprendere azioni immediate per rispettare la risoluzione delle Nazioni Unite sulla rimozione dei materiali per armi chimiche, accusando Damasco di ritardi che aumentano anche i costi. La Siria avrebbe sinora rimosso solo il 4% delle sostanze chimiche dichiarate. Il portavoce del Dipartimento di stato, Jen Psaki, ha detto che il ricorso alla forza militare contro la Siria (per l’uso di armi chimiche contro la popolazione civile) non è mai stato escluso, ma che gli Stati Uniti preferiscono perseguire la via diplomatica.

    31 gennaio 2014 – Scarlett Johansson ha posto fine al suo ruolo di “ambasciatrice” per il gruppo umanitario Oxfam dopo che questo l’ha attaccata per il suo rifiuto di boicottare la ditta israeliana SodaStream, di cui l’attrice 29enne è testimonial pubblicitario. Per otto anni Scarlett Johansson ha promosso raccolte fondi per le attività di Oxfam contro la povertà nel mondo, viaggiando in India, Sri Lanka e Kenya. In serata Oxfam ha fatto sapere d’aver accettato le dimissioni della Johansson.

    31 gennaio 2014 – Libia. Uomini armati hanno rapito giovedì il figlio adolescente di un comandante delle forze speciali dell’esercito libico, il colonnello Wanies Bukhmada, nella città orientale di Bengasi dove l’esercito sta combattendo i miliziani islamisti. “Stava andando al college quando due auto gli hanno sbarrato la strada e lo hanno trascinarono via”, ha detto alla Reuters lo stesso Bukhmada.

    31 gennaio 2014 – Soldati israeliani hanno sparato e ferito un arabo che si avvicinava di corsa gridando “Allahu Akhbar” (Allah è grande) a una batteria anti-missile “Cupola di ferro” posizionata nella zona di Eilat, e che non si era fermato al loro alt. Lo ha comunicato giovedì il portavoce delle Forze di Difesa israeliane, aggiungendo che il ferito è stato ricoverato all’ospedale Yoseftal.

    31 gennaio 2014 – Iraq. Erano almeno sei i terroristi suicidi che hanno fatto irruzione, giovedì, in una sede governativa nella parte nord-est di Baghdad prendendo ostaggi e causando la morte di almeno 24 persone (tra cui 4 terroristi), prima che le forze di sicurezza riprendessero il controllo. Lo hanno comunicato autorità irachene. Almeno quattro ostaggi sarebbero stati uccisi a sangue freddo dai terroristi all’interno dell’edificio durante l’attacco.

    31 gennaio 2014 – Il governo siriano ha utilizzato esplosivi e bulldozer per radere al suolo migliaia di edifici residenziali, in alcuni casi interi quartieri, in un’operazione apparentemente volta a punire i civili simpatizzanti con l’opposizione. Lo ha denunciato giovedì Human Rights Watch in un rapporto di 38 pagine. Le demolizioni hanno avuto luogo tra il luglio 2012 e il luglio 2013 in sette distretti pro-opposizione, dentro e attorno alla capitale Damasco e nella città di Hama.

    31 gennaio 2014 – L’esercito turco ha detto d’aver aperto il fuoco martedì contro un convoglio di veicoli nella Siria settentrionale appartenente gruppo jihadista “Stato Islamico di Iraq e al-Sham, dopo che due veicoli militari turchi erano stati bersagliati al posto di frontiera di Cobanbey nel sud del paese.

    31 gennaio 2014 – La nuova ministra del turismo tunisina Amel Karboul si è dimessa poche ore dopo il giuramento a causa delle polemiche suscitate dalla notizia di una sua visita in Israele nel 2006. Ne ha dato notizia mercoledì l’agenzia di stampa ufficiale tunisina secondo la quale invano la neo ministra ha cercato di difendersi dicendo che era ripartita da Israele dopo solo un giorno trascorso all’aeroporto di Tel Aviv fra interrogatori e controlli della sicurezza israeliana (la Tunisia non ha rapporti diplomatici con Israele).

    31 gennaio 2014 – In aumento il numero di immigranti clandestini africani che ripartono volontariamente da Israele verso i paesi di origine dietro incentivi economici: 773 nel mese di gennaio, contro i 325 di dicembre e i 63 di novembre. In totale nel 2013 sono ripartiti 2.612 immigrati clandestini. Lo ha comunicato mercoledì ministro dell’interno Gideon Sa’ar spiegando che è stato temporaneamente aumentato da 1.500 a 3.500 dollari il contributo monetario per lasciare il paese.

    (Fonte: Israele.net)

    2 Feb 2014, 11:34 Rispondi|Quota
  • #2Daniel

    30 gennaio 2014 – “Per la prima volta i nemici di Israele sono in grado di colpire sul serio praticamente tutte le città del paese”. Lo ha detto il capo dell’intelligence militare israeliana, generale Aviv Kochavi, intervenendo mercoledì alla conferenza annuale sulla sicurezza del Centro Interdisciplinare di Herzliya. “Israele – ha spiegato – oggi è circondato a 360 gradi da nemici attivi. Le minacce convenzionali non sono scomparse. La capacità di dissuasione di Israele è forte, ma il terrorismo continua a rappresentare una seria minaccia. Noi questa la chiamiamo l’Era del Fuoco per via della quantità di missili e razzi, circa 170.000, costantemente puntanti contro di noi. I paesi intorno a noi – ha continuato Kochavi – sono impegnati al loro interno e hanno meno mezzi per iniziare una guerra. In questo senso non c’è dubbio che la minaccia è calata. Ma non hanno rinunciato ai loro obiettivi”. Kochavi ha spiegato che militanti di al-Qaeda entrano continuamente in Siria, ma non vi permangono avendo stabilito delle basi nella vicina Turchia, paese della Nato, da dove possono facilmente accedere anche all’Europa. Sottolineando che pochi paesi nella regione controllano del tutto il loro territorio e i loro confini, Kochavi ha presentando una mappa del Medio Oriente su cui erano segnate le aree dove è presente al-Qaeda: particolarmente in Turchia e Sinai.

    30 gennaio 2014 – Iraq. Almeno 20 morti, mercoledì, per attacchi con autobombe e sparatorie, soprattutto nelle zone sciite della capitale. Ne hanno dato notizia le autorità locali, aggiungendo che l’attentano più sanguinoso è avvenuto quando due autobombe sono esplose quasi simultaneamente in due distinte strade commerciali nel quartiere sciita di Shula, nella parte nord di Baghdad.

    30 gennaio 2014 – “In Siria, che sia testa o croce, il risultato per Israele sarà comunque negativo”. Lo ha detto mercoledì il capo di stato maggiore israeliano Benny Gantz intervenendo alla conferenza annuale sulla sicurezza del Centro Interdisciplinare di Herzliya. “Se Assad sopravvivrà – ha spiegato Gantz – sarà debitore all’asse estremista Iran-Hezbollah che lo ha sostenuto. Se Assad cadrà, sarà sostituito da jihadisti globali o altre organizzazioni analoghe. E quand’anche Assad emergesse dal conflitto ancora in sella, non potrà comunque riprendere il pieno controllo della Siria, il che lascerà la porta aperta a vari elementi estremisti”. Gantz ha aggiunto che la situazione strategica di Israele è in rapido mutamento e il paese deve sapersi adeguare: “Tutti i nostri confini oggi sono più impegnativi che nel recente passato. Le nazioni che confinano con noi e le loro frontiere per come le conosciamo esistono de jure, ma è dubbio che esistano come tali de facto”. Gantz ha detto che “anche la guerra informatica costituisce un problema che dobbiamo affrontare, e lo stiamo facendo”.

    30 gennaio 2014 – Il mediatore Onu Lakhdar Brahimi ha detto mercoledì che la prima fase di colloqui a Ginevra per la pacificazione della Siria si concluderà venerdì, come previsto, e che il divario tra governo e opposizione resta “decisamente grande”. Parlando ai giornalisti, Brahimi ha detto di non si aspettarsi successi sostanziali nei prossimi due giorni.

    30 gennaio 2014 – La Siria ha ceduto sinora meno del 5% del suo arsenale di armi chimiche e mancherà la scadenza della prossima settimana per l’invio all’estero di tutti gli agenti tossici perché siano distrutti. Lo hanno detto mercoledì fonti molto vicine alla vicenda.

    30 gennaio 2014 – Attriti tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo principale alleato di coalizione, il leader di Habayit Hayehudi Naftali Bennett. “Bennett ha ricevuto un messaggio chiaro: deve scusarsi in modo inequivocabile, altrimenti vi saranno conseguenze” afferma una nota dell’ufficio del premier, aggiungendo che il primo ministro ha a disposizione alleati alternativi per la sua coalizione di governo. Nei giorni scorsi Bennett ha pesantemente criticato Netanyahu per le sue affermazioni circa la sorte degli insediamenti in Cisgiordania: un comportamento definito “insolente e irresponsabile” dai collaboratori del primo ministro, che lo accusano d’aver in questo modo danneggiato gli interessi di Israele e degli stessi insediamenti. “Nessuno può dare lezioni a Netanyahu in fatto di attaccamento a Israele e di tutela della sicurezza di tutti i cittadini israeliani”, dicono i funzionari interpellati. In serata Bennett ha dichiarato: “Alcuni cercano di trasformare un dibattito fondamentale sul futuro del nostro paese e sulla nostra sicurezza in un attacco personale che non c’è mai stato, e se il primo ministro si è sentito offeso, non era mia intenzione. Io rispetto il primo ministro Netanyahu e la sua leadership in condizioni non facili. Lo sostengo quando necessario e lo critico quando necessario. Questo è il mio dovere”.

    30 gennaio 2014 – La decisione di localizzare gli impianti di SodaStream nel parco industriale di Ma’ale Adumim, circa 10 minuti a est di Gerusalemme (tecnicamente in Cisgiordania) venne presa dal fondatore Peter Weissburgh nel 1990, ha spiegato mercoledì ai giornalisti l’amministratore delegato Daniel Birnbaum, cioè molto prima che l’azienda venisse rilevata dal Fondo Fortismo Capital, attuale proprietario, e che lo stesso Birnbaum venisse chiamato a dirigerla nel 2007. La presenza della fabbrica a Ma’ale Adumim è una realtà di fatto, ha continuato Birnbaum, e lui non si piegherà alle pressioni politiche per chiuderla, anche se la società è in procinto di aprire un grande nuovo impianto nel Negev, all’interno della ex Linea Verde, che sarebbe perfettamente in grado di sostituire l’impianto in Cisgiordania: il quale però non verrà chiuso per lealtà nei confronti delle centinaia di palestinesi che vi lavorano e che, a differenza dei dipendenti israeliani, non potrebbero recarsi a lavorare dall’altra parte della Linea Verde. “Non butteremo sulla strada i nostri dipendenti palestinesi solo per compiacere l’agenda politica di qualcuno” ha detto Birnbaum, aggiungendo che non riesce proprio vedere “come questa chiusura potrebbe aiutare la causa dei palestinesi licenziati”.

    30 gennaio 2014 – Libia. Il vice primo ministro e ministro degli interni Sadiq Abdulkarim è scampato a un tentativo di assassinio, mercoledì, nella capitale Tripoli, ad opera di uomini armati che hanno aperto il fuoco mentre di lui mentre stava per entrare al Ministero degli interni. Ne ha dato notizia l’ufficio del primo ministro libico, senza fornire ulteriori dettagli.

    30 gennaio 2014 – Egitto. Incriminati davanti a un tribunale egiziano quattro reporter della tv al-Jazeera (un australiano, due britannici e una olandese), accusati di favoreggiamento verso una “organizzazione terroristica”.

    30 gennaio 2014 – Un terrorista palestinese di 21 anni ha aperto il fuoco mercoledì mattina contro una postazione israeliana a est di Ramallah. I soldati hanno risposto al fuoco colpendo e uccidendo l’aggressore.

    30 gennaio 2014 – La ditta israeliana SodaStream ha vinto una battaglia legale, in Francia, contro l’Associazione di Solidarietà Francia-Palestina che voleva imporre il boicottaggio sui suoi prodotti. Il verdetto della Corte ha stabilito che “l’origine del prodotto” (in questo caso un impianto a Ma’aleh Adumim, che sorge poco a est di Gerusalemme al di là della ex linea armistiziale) non giustifica gli appelli al boicottaggio. All’Associazione Francia-Palestina è stato ingiunto di desistere dalle sue attività contro SodaStream e di togliere dai mass-media digitali gli appelli che etichettano la SodaStream come “impostura”.

    30 gennaio 2014 – Keeshet International, ramo produzione e distribuzione del colosso israeliano Keshet Media Group, ha annunciato martedì d’aver venduto a reti tv canadesi e australiane il suo popolare format che ha già avuto grande successo nella versione britannica intitolata “Girlfri3nds”, generata dall’originale in ebraico che ha debuttato in Israele nel 2011 battendo diversi record nel settore dei format non-in-diretta. “Girlfri3nds – dice Keren Shahar, responsabile distribuzione e acquisizioni della Keshet International – è una serie molto ben traducibile, e il segreto del suo successo è che non è solo un “dating format”, ma tratta anche di amicizia, supporto e guida reciproca fra le tre protagoniste che si spalleggiano nella ricerca dell’anima gemella”.

    (Fonte:Israele.net)

    2 Feb 2014, 11:35 Rispondi|Quota
  • #3Daniel

    29 gennaio 2014 – “Israele non deve necessariamente essere d’accordo con tutto ciò che presentano gli americani”. Lo ha detto martedì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu parlando dei negoziati israelo-palestinesi, di cui ha detto che presto saranno resi noti gli esiti. Netanyahu ha ribadito che “il conflitto non verte sugli insediamenti o sullo stato palestinese, ma sul fatto che la dirigenza palestinese deve porre fine a istigazione e indottrinamento contro Israele, e accetti l’esistenza di Israele come stato nazionale del popolo ebraico”.

    29 gennaio 2014 – Il governo siriano sta avvelenando l’atmosfera dei negoziati di pace con l’opposizione continuando a negare la consegna di rifornimenti e aiuti vitali alla popolazione civile, a cominciare dalla città vecchia di Homs sotto assedio. Lo ha detto martedì un funzionario dell’amministrazione americana.

    29 gennaio 2014 – “Nessuno parla del terrorismo che l’Iran alimenta in Iraq e in Siria e attraverso la Jihad Islamica a Gaza”. Lo ha detto martedì il ministro della difesa Moshe Ya’alon intervenendo alla conferenza annuale dell’Istituto per gli Studi sulla Sicurezza Nazionale di Tel Aviv. “Stanno ingannando la comunità internazionale – ha aggiunto Ya’alon – Si tratta di un regime messianico e apocalittico che nega l’esistenza di Israele e che mantiene l’obiettivo di creare un califfato sciita-iraniano”. Ya’alon ha avvertito che la pressione sull’Iran è diminuita dopo la firma dell’accordo interinale di novembre, e ha aggiunto: “L’Iran cercherà di utilizzare i prossimi tre anni per ampliare la capacità nucleare e acquisire capacità militari nucleari”. Circa il negoziato coi palestinesi, il ministro ha aggiunto: “Abbiamo già detto che non abbiamo alcun desiderio di governare sui palestinesi. Ero comandante in Giudea e Samaria nel 1992-93, ho appoggiato il processo di Oslo e oggi come allora penso che la vita umana sia ben più preziosa della terra. Ma finché non siamo tornati a Jenin (con l’operazione antiterrorismo del 2003), tutto quello che avevamo ottenuto erano solo attentati terroristici. Sbagliano quelli che dicono: uscite di lì e vi sarà la pace”. Infine Ya’alon ha avvertito che gli Stati Uniti tendono a “distanziarsi dalle zone di conflitto: non vogliono fare i poliziotti del mondo. D’ora in poi dobbiamo tener conto del fatto che, nel bene e nel male, gli Stati Uniti sono meno dipendenti dal petrolio del Medio Oriente”.

    29 gennaio 2014 – Sedici attivisti di Hamas sono stati arrestati a Gerusalemme est nelle ultime settimane da polizia e servizi di sicurezza israeliani che hanno scoperto una importante infrastruttura del gruppo islamista nella capitale.

    29 gennaio 2014 – L’auto del primo ministro palestinese Rami Hamdallah è stata fermata dalla polizia israeliana per la terza volta in due settimane. Ne ha dato notizia martedì l’agenzia di stampa palestinese Ma’an. Il convoglio era già stato fermato per due volte, lo scorso 14 gennaio, nel villaggio di Turmusayya, vicino a Ramallah, per eccesso di velocità e guida pericolosa, e Hamdallah aveva reagito insultando gli agenti di polizia.

    29 gennaio 2014 – Egitto. Il generale Mohamed Saeed , capo dell’ufficio tecnico del ministro degli interni, è stato ucciso fuori dalla sua abitazione, martedì al Cairo, da uomini armati fuggiti su un’auto. Ne hanno dato notizia fonti della sicurezza locale.

    29 gennaio 2014 – L’agenzia di stampa statale egiziana Mena ha riferito che uomini armati hanno fatto saltare in aria un gasdotto nella penisola del Sinai, a sud di el-Arish. I gasdotti egiziani nel Sinai sono stati attaccati numerose volte dalla caduta del regime di Mubarak nel 2011.

    29 gennaio 2014 – Mentre l’Unesco, su pressione della Lega Araba, tentava di cancellare e poi spostava di sei mesi una mostra a Parigi sui 3.500 anni di storia ebraica in Terra d’Israele, nel frattempo la sede centrale dell’Onu a New York ha inaugurato una mostra dal titolo “Palestina” interamente basata sulla versione araba dei fatti senza che nessuno l’abbia criticata come un’ingerenza o una minaccia ai negoziati di pace mediati dal Segretario di stato Usa John Kerry. Lo ha sottolineato martedì Marvin Hier, decano e fondatore del Centro Wiesenthal.

    29 gennaio 2014 – La rete tv statunitense Fox ha respinto lunedì l’annuncio pubblicitario al Super Bowl della israeliana SodaStream, con l’attrice Scarlet Johansson, già contestato da organizzazioni pro-boicottaggio anti-Israele. Il motivo sarebbe che alla fine del filmato l’attrice menziona i due mega-concorrenti di SodaStream nella frase: “Mi dispiace, Coca Cola e Pepsi”. “Ma non c’è alcuna giustificazione per censurare quella frase – ha detto al Jerusalem Post il capo ufficio marketing di SodaStream, Ilan Nacasch – Negli annunci degli anni precedenti Super Bowl non ha avuto alcun problema con riferimenti fra concorrenti e rivali come Coca-Cola e Pepsi, IBM ed Apple”. Un portavoce della Fox Sports si è rifiutato di commentare la ragione per cui l’annuncio è stato respinto dicendo che i loro criteri pubblicitari sono riservati.

    28 gennaio 2014 – Netto aumento del numero di aggressioni terroristiche in Giudea e Samaria (Cisgiordania) nel 2013 rispetto all’anno precedente. Lo afferma un rapporto pubblicato lunedì dai servizi di sicurezza israeliani. Nel 2013 vi sono stati 1.271 attacchi in Cisgiordania rispetto ai 578 del 2012. Dei sei israeliani uccisi in attentati terroristici nel 2013, cinque sono stati uccisi in Cisgiordania, mentre nel 2012 i 10 israeliani morti in attacchi terroristici erano stati uccisi all’interno della Linea Verde. Secondo i dati dei servizi di sicurezza, dallo scoppio della “seconda intifada” nel settembre 2000, 1.227 israeliani sono stati uccisi in attacchi terroristici e 8.549 feriti o mutilati. Una vistosa diminuzione, nel 2013, si è invece registrata negli attacchi provenienti dalla striscia di Gaza, compresi gli attacchi con razzi e colpi di mortaio: 55 nel 2013 contro i 1.130 del 2012 (da cui l’operazione anti-Hamas a Gaza “Colonna di nube difensiva” nel novembre di quell’anno). Nel 2013 i servizi di sicurezza sono riusciti a sventare 190 attentati (40 dei quali coordinati da terroristi scarcerati nel quadro del ricatto per la liberazione di Gilad Shalit), di cui 16 a carattere suicida, contro i 112 sventati nel 2012. Si è anche registrato un aumento degli attacchi teppistici o vandalici anti-arabi in Cisgiordania ad opera di estremisti israeliani: 25 nel 2013.

    (Fonte: Israele.net)

    2 Feb 2014, 11:36 Rispondi|Quota