Il boicottaggio accademico contro Israele sfocia ormai nel ridicolo

 
Emanuel Baroz
5 giugno 2014
1 commento

All’istituto islamico si discute di diritti ma non è ammesso il professore israeliano

di Marco Ventura

asher-maoz-Al-Mahdi-Institute-focus-on-israelAsher Maoz è uno dei più autorevoli studiosi di diritto ebraico, le sue pagine su diritti umani e religione sono una pietra miliare. Per la comunità scientifica internazionale, il professore di Tel Aviv è uomo di scienza, di dialogo e di dibattito. Ma per gli ebrei ultraortodossi è un laico che profana le fonti sacre; e per i musulmani radicali è un sionista in maschera accademica. Nel febbraio scorso un ente musulmano di cultura, il britannico Al-Mahdi Institute di Birmingham ha invitato Maoz a parlare in un convegno che si terrà in agosto. Maoz ha accettato. L’ Al-Mahdi Institute ha sfruttato la reputazione del professore per pubblicizzare l’evento. Poi, una settimana fa, la doccia fredda. Il consiglio d’amministrazione dell’istituto ha disdetto l’invito. Troppo forte la protesta, troppo energica la pressione di chi non vuole un illustre israeliano sul podio di un istituto islamico.

«La sua presenza», si legge nell’email inviata a Maoz, «minaccerebbe l’apoliticità dell’istituto e sposterebbe il fulcro dell’incontro dal tema diritti umani e religione al conflitto israelo-palestinese». La sua stessa persona, scrivono a Maoz gli organizzatori, si troverebbe in imbarazzo davanti alla contestazione. Insomma, conclude l’Al-Mahdi Institute, con Maoz in sala il congresso non potrebbe rappresentare uno «sforzo scientifico». Lo schema è tipico: da un lato una pavida élite musulmana vorrebbe ma non può, fa un passo avanti e due indietro; dall’altro un reticolo di violenti e di violenze oscura il pensiero. Ne risulta, come nel caso di Maoz, un mondo sottosopra. Il professore invitato si tramuta in molesto invasore. Lo studioso ostracizzato per la sua competenza diventa sinonimo di «non scientificità». La vittima della politicizzazione ne è infine il responsabile. E soprattutto, il minacciato si ritrova nei panni di chi fomenta il disordine.

Alla goffa disdetta, Asher Maoz ha risposto da signore: «volete dibattere di diritti umani e religione senza ebraismo? Buona fortuna». Non c’è altro da dire a una comunità islamica che deve uscire da sola dal suo mondo all’incontrario. Buona fortuna.

(Fonte: Corriere della Sera, 4 Giugno 2014, pag. 34

Nella foto in alto: Asher Maoz, studioso di diritto ebraico

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  • #1marina

    A me sembra una cosa quasi fittizia. si poteva annullare dopo essere dopo esere stati invitati? Il declino di solito parte da chi riceve l’invito. Ufficialmente si procede cosi’. Quindi bisognerebbe verificare effettivamente come sono andate le cose.

    9 Giu 2014, 10:18 Rispondi|Quota