Il golpe in Egitto preoccupa Hamas

 
Emanuel Baroz
10 luglio 2013
3 commenti

Hamas scossa e attonita per la sollevazione in Egitto

golpe-egitto-morsi-hamas-focus-on-israelSolo un anno fa decine di migliaia di sostenitori di Hamas scendevano per le strade di Gaza a festeggiare rumorosamente l’elezione del loro confratello islamista Mohamed Morsi a presidente dell’Egitto. Il suo rovesciamento, mercoledì scorso, per mano dei militari è stato accolto da un silenzio attonito degli esponenti di Hamas nella enclave palestinese, che confina con il Sinai egiziano. Hamas, che è un’emanazione della Fratellanza Musulmana cui appartiene il leader deposto al Cairo, guarda scioccata e circospetta alle battaglie di strada in corso nelle città d’Egitto fra manifestanti pro- e anti-Morsi, e riflette su come andrà a finire il sommovimento e che conseguenze comporterà per il suo dominio sulla striscia di Gaza.

L’Egitto per molti aspetti ha in mano le chiavi della vita nel territorio palestinese: dal controllo del suo unico valico di frontiera con il mondo arabo, all’opera di mediazione per ripristinare l’unità palestinese fra Fatah e Hamas così come per le varie tregue con il nemico di Hamas, Israele. L’Egitto esercita poi un controllo vitale sulla vasta rete di tunnel sotterranei attraverso cui passa ogni sorta di contrabbando, dalla droga alle armi. I tunnel sono una fonte fondamentale di finanziamento per il “governo” di Hamas, il movimento islamista palestinese che si oppone esplicitamente all’esistenza dello stato ebraico e che si impadronì del controllo sulla Striscia di Gaza con un sanguinoso colpo di stato nel giugno 2007 contro le forze fedeli al presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), un anno dopo averle battute alle elezioni palestinesi. I nemici di Hamas, sia in campo israeliano che palestinese, potrebbero sentirsi rincuorati da un indebolimento del suo alleato, la Fratellanza Musulmana.

(«Grazie, grande Egitto, e grazie al tuo glorioso popolo». Con queste parole il segretario di Fatah Italia, Yousef Salman, ha salutato la deposizione del presidente Morsi ad opera dei militari egiziani, con un comunicato riportato dall’ANSA lo scorso 4 luglio. Secondo Salman, gli eventi in Egitto costituiscono la sconfitta «del progetto Usa-Israele che mirava alla liquidazione finale della questione palestinese attraverso la sua trasformazione in conflitto puramente religioso», cosa che – a suo dire – avrebbe significato «sconfiggere il progetto e obiettivo strategico dei palestinesi di Fatah, dell’Olp e dell’Autorità Palestinese di un unico stato laico e democratico per musulmani, cristiani ed ebrei»: vale a dire – sia notato per inciso – l’obiettivo della cancellazione di Israele in quanto stato del popolo ebraico.)

Secondo Hani Habeeb, un analista politico di Gaza, Hamas ha già superato altri cambiamenti, e potrebbe stabilire rapporti operativi con chiunque governi in Egitto. “Hamas aveva una forte base in Siria e ha poi lasciato quel paese – dice Habeeb, riferendosi alla chiusura della sede di Damasco e all’esodo dei capi di Hamas in seguito all’inasprirsi della rivolta contro il presidente Bashar Assad – Ma io non credo che ne sia stata indebolita”. In verità, la spaccatura con Assad ha portato a un taglio dei finanziamenti a Hamas da parte dell’altro suo grande alleato, l’Iran, accrescendo l’importanza di mantenere buoni rapporti con l’Egitto, compresa la complicata situazione della sicurezza lungo la frontiera fra Sinai e Striscia di Gaza. I militari egiziani combattono i terroristi islamisti nel Sinai, una regione in preda a totale illegalità da quando è stato rovesciato l’autocratico presidente Hosni Mubarak con la rivolta del 2011. E Morsi, benché sia stato il primo leader egiziano a ricevere i vertici di Hamas nel palazzo presidenziale, si tenne un passo indietro, in mezzo alle tempeste politiche interne, mentre l’esercito egiziano lanciava un’aggressiva campagna per contenere terroristi e contrabbandieri chiudendo decine di tunnel tra Sinai e Gaza. “Gaza rappresenta un problema di sicurezza nazionale per l’Egitto e ciò non cambierà – dice Habeeb – Prima o poi la nuova leadership egiziana dovrà fare i conti con chi controlla Gaza”.

Secondo Hani al-Masri, un analista politico che vive in Cisgiordania, gli eventi in Egitto sono stati “uno shock politico e ideologico” per Hamas, anche se per ora ha adottato un prudente approccio di basso profilo. La presidenza Morsi non aveva portato a Hamas i grandi benefici che probabilmente si aspettava. L’ultimo giro di vite contro i tunnel da parte dell’esercito del Cairo è stato addirittura più pesante di quando venivano chiusi per ordine di Mubarak. Hamas ha ostentato un aumento del numero di persone che hanno il permesso di attraversare la frontiera fra Gaza ed Egitto a Rafah, ma le autorità di sicurezza egiziane hanno ripetutamente respinto i suoi appelli per un’apertura totale del confine. Mubarak, che aveva represso per decenni i Fratelli Musulmani, aveva mantenuto contatti minimi con Hamas attraverso funzionari dell’intelligence, che Hamas sosteneva favorissero il movimento palestinese rivale Fatah. E poi Morsi, come Mubarak, pur appoggiando le richieste palestinesi, non ha impugnato il trattato di pace con Israele del 1979.

In ogni caso, il mese scorso Hamas ha ammesso che le sue relazioni con il finanziatore iraniano si erano deteriorate dopo che il gruppo si era schierato contro il presidente siriano Assad, alleato di Teheran di lunga data. Secondo una fonte diplomatica mediorientale, l’Iran garantiva a Hamas fino a 20 milioni di dollari al mese per contribuire al pagamento degli stipendi di quasi la metà dei 50.000 palestinesi impiegati dal “governo” di Gaza. Inoltre forniva a Hamas molte armi, tra cui diversi razzi usati contro Israele. È opinione comune che anche i Fratelli Musulmani egiziani fornissero fondi a Hamas, prima della rivoluzione anti-Mubarak del 2011. Dopo la caduta di Mubarak, tuttavia, varie fonti diplomatiche dicono che i Fratelli Musulmani si sono maggiormente concentrati sul finanziamento dei propri sostenitori in Egitto, così come sulle rivolte in Siria e altrove.
Circa il possibile allargarsi alla striscia di Gaza del nuovo, tumultuoso capitolo egiziano della “primavera araba”, Habeeb afferma che sarà molto improbabile assistere a manifestazioni di piazza contro il potere di Hamas sull’esempio di quelle anti-Morsi al Cairo, sebbene sollecitate da alcuni attivisti su Facebook. “Una tale mossa – spiega – susciterebbe da parte di Hamas una reazione della massima violenza”.

(Fonte: : YnetNews, 8 Luglio 2013)

Nella foto in alto: l’abbraccio tra il capo del politburo di Hamas, Khaled Mashaal (a sinistra) e l’allora presidente egiziano Mohammed Morsi, in un incontro avvenuto al Cairo il 17 Giugno 2013

Israele.net

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  • #1Emanuel Baroz

    11/07/2013 Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha invitato mercoledì gli Hezbollah libanesi a cessare qualsiasi coinvolgimento nel conflitto in Siria, mentre il rappresentante del Libano alle Nazioni Unite ha promesso che il suo paese manterrà le frontiere aperte ai profughi siriani in fuga dalle violenze. Secondo le valutazioni israeliane e occidentali, sono migliaia i miliziani che Hezbollah ha mandato a combattere in Siria a fianco delle del presidente Bashar Assad.

    11/07/2013 Sorprendente e inattesa scoperta degli archeologi dell’Università di Gerusalemme che nel sito archeologico di Tel Hazor, a nord di Tiberiade, hanno rinvenuto i “piedi” di una sfinge egizia che sarebbe collegabile al faraone Micerino, noto per aver fatto costruire una delle piramidi di Giza (Cairo). Il reperto, che si ritiene fosse parte di una statua più grande, porta un’iscrizione geroglifica che menziona il nome di Micerino, che governò l’Egitto più di 4.000 anni fa.

    11/07/2013 Siria e Iran hanno in programma di concorrere entro la fine dell’anno per un posto come membri del Consiglio Onu per i Diritti Umani. Lo hanno detto mercoledì fonti diplomatiche, citate dalla Reuters. Le elezioni annuali in Assemblea Generale per l’agenzia di 47 membri con sede a Ginevra si terranno entro la fine dell’anno a New York. I posti da distribuire in questa tornata saranno 14, per un periodo di tre anni a partire da gennaio 2014.

    11/07/2013 Immagini satellitari, analizzate da esperti della IHS Jane’s Intelligence Review, mostrano che l’Arabia Saudita ha schierato missili balistici puntati sia verso Israele che verso l’Iran. Lo ha riferito mercoledì sera il Daily Telegraph.

    11/07/2013 La squadra nazionale israeliana si è aggiudicata una medaglia d’oro, due d’argento e una di bronzo alle Olimpiadi Internazionali di Informatica tenute in Australia, classificandosi all’ottavo posto su 80 paesi. La Cina ha vinto il primo posto.

    11/07/2013 Egitto. Dodici miliardi di dollari in aiuti, garantiti da ricchi alleati del Golfo, hanno guadagnato all’Egitto una finestra di diversi mesi per cercare di stabilizzare la sua situazione politico-istituzionale e riparare le finanze statali. John Sfakianakis, chief investment strategist presso Masic, una società di investimenti con sede a Riyadh, ha stimato che gli aiuti per 8 miliardi di dollari da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, a cui vanno aggiunti i 4 miliardi promessi dal Kuwait, potrebbero dare all’Egitto un respiro di 4-6 mesi.

    11/07/2013 Israele sta rafforzando le sue difese sul fronte siriano, dove ritiene che Hezbollah si stia preparando alla guerra. Lo ha detto una fonte militare israeliana spiegando che il gruppo sciita libanese filo-Iran e filo-Assad sta raccogliendo informazioni sul dispiegamento israeliano sulle strategiche alture del Golan. “Non siamo a livelli allarmanti, ma capiamo le loro intenzioni – ha detto la fonte anonima – Sappiamo che ora sono impegnati (in Siria), ma appena finirà torneranno a volgersi contro di noi”.

    11/07/2013 Israele potrebbe accettare soldati russi integrati della forza di osservatori Onu sulle alture del Golan (al confine fra Siria e Israele) in cambio della rinuncia da parte di Mosca a consegnare a Damasco i moderni missili anti-aerei S-300. Lo ha scritto mercoledì il quotidiano arabo edito a Londra Asharq Al-Awsat.

    11/07/2013 Egitto. La procura ha ordinato l’arresto, mercoledì, del leader dei Fratelli Musulmani, Mohamed Badie, con l’accusa di istigazione alla violenza davanti alla sede della Guardia Repubblicana dove 55 persone sono rimaste uccise lunedì scorso. Ne ha dato notizia l’agenzia di stampa statale Mena, aggiungendo che è stato ordinato l’arresto anche di altri importanti esponenti della Fratellanza, tra cui il vice di Badie, Mahmoud Ezzat, e i capi di partito Essam El-Erian e Mohamed El-Beltagi.

    11/07/2013 Egitto. Due morti e sei feriti martedì notte in un attacco di terroristi islamisti, armati di RPG e mitragliatrici pesanti, a un posto di blocco delle forze di sicurezza egiziane nel nord della penisola del Sinai. Lo hanno comunicato fonti della sicurezza.

    11/07/2013 Egitto. Il portavoce dei Fratelli Musulmani, Mohamed Sudain, ha dichiarato alla rete di news France 24 che il gruppo non intende entrare nel nuovo governo egiziano. Hazem el-Beblawi, incaricato dal presidente ad interim Adli Mansour di formare un nuovo governo, ha avviato domenica i colloqui ed era stata data notizia che intendesse offrire posizioni ministeriali anche ai Fratelli Musulmani.

    11/07/2013 Siria. Forze ribelli siriane hanno aperto il fuoco in una zona in mano ai ribelli (in aria o ad altezza d’uomo, secondo versioni contestanti) per disperdere una protesta di civili contro il blocco che da settimane impedisce a cibo e medicine di arrivare nella parte occidentale della città (due milioni di persone) controllata dalle forze governative. Secondo i residenti, migliaia di civili sono ormai alla fame. La Reuters ha precisato di non poter controllare la notizia a causa delle restrizioni imposte ai mass-media in Siria.

    10/07/2013 Nel messaggio di auguri per l’inizio del Ramadan indirizzato martedì sera ai cittadini israeliani musulmani, compresi quelli che servono nelle Forze di Difesa, il portavoce militare Yoav Mordechai ha detto fra l’altro: “Quest’anno è diventato più chiaro a tutti che Hezbollah, lungi dal difendere il Libano, in realtà lo distrugge”.

    10/07/2013 Le Forze di Difesa israeliane hanno individuato martedì, in una zona non abitata a nord di Eilat, i resti di un razzo molto probabilmente lanciato dal Sinai giovedì scorso.

    10/07/2013 Siria. Il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, ha detto martedì sera che agli Stati Uniti non risulta alcuna prova che i ribelli siriani abbiano usato armi chimiche. Poco prima, sempre martedì, l’ambasciatore russo all’Onu aveva detto che le forze ribelli siriane hanno usato gas Sarin nella battaglia di Aleppo, lo scorso marzo.

    10/07/2013 Egitto. Il presidente ad interim Adli Mansour ha nominato martedì l’economista liberale ed ex ministro delle finanze Hazem el-Beblawi come primo ministro di un governo di transizione, e l’ex capo dell’agenzia nucleare dell’Onu Mohamed ElBaradei come vice e responsabile degli affari esteri. Il partito islamista salafita Nour ha annunciato il proprio sostegno alla nomina di Hazem el-Beblawi, mentre dice che sta ancora valutando la nomina di Mohamed ElBaradei come vice e responsabile degli esteri.

    10/07/2013 L’Arabia Saudita ha approvato martedì un pacchetto di aiuti di 5 miliardi dollari all’Egitto. Ne ha dato notizia il ministro delle finanze saudita, Ibrahim Alassaf.

    10/07/2013 Egitto. Gli Emirati Arabi Uniti hanno accettato di dare all’Egitto un miliardo di dollari e di prestargli altri 2 miliardi, come parte di un più ampio pacchetto di aiuti da parte degli Emirati Arabi Uniti. Lo ha detto martedì una fonte egiziana vicina ai colloqui fra i due paesi.

    10/07/2013 Libano. Secondo l’emittente libanese LBC, affiliata a Hezbollah, a Tripoli (nel nord del paese) si sarebbero registrati festeggiamenti con spari in aria e fuochi d’artificio alla notizia dell’autobomba esplosa martedì in un quartiere di Beirut dominato da Hezbollah. Negli ultimi mesi decine di persone sono rimaste uccise in scontri a fuoco, a Tripoli del Libano, tra sunniti oppositori del regime di Damasco e sciiti e alawiti pro-Assad.

    10/07/2013 Libano. Louay Almokdad, portavoce dell’Esercito Libero siriano, ha dichiarato che i ribelli siriani non sono responsabili dell’autobomba esplosa martedì nella roccaforte di Hezbollah, nella parte sud di Beirut. In precedenza, un altro rappresentante dell’Esercito Libero siriano aveva affermato che l’attentato era opera di ribelli siriani ed era mirata contro un entourage di Hezbollah di alto livello. Dal canto suo, Ali Ammar, parlamentare libanese appartenente a Hezbollah, ha accusato Israele per l’esplosione.

    10/07/2013 Libano. Almeno 53 persone sono rimaste ferite, diverse in modo critico, dall’esplosione martedì mattina di un’autobomba in un quartiere meridionale di Beirut controllato dalla milizia sciita filo-iraniano Hezbollah. Il bilancio è stato diffuso dal ministro della sanità libanese, Hassan Khalil. Hezbollah ha sigillato il luogo dell’esplosione, avvenuta in un centro commerciale gestito dal gruppo nel quartiere di Bir al-Abed.

    10/07/2013 Siria. Secondo Qassem Saadeddine, portavoce del Consiglio supremo militare del Libero Esercito siriano (anti-Assad), non possono che essere state forze straniere quelle che hanno colpito e distrutto poco prima dell’alba di venerdì scorso un arsenale di moderni missili anti-nave russi Yakhont da poco giunti in una caserma della marina siriana a Safira, vicino al porto di Latakia. ”Si è trattato di un raid aereo o di missili lanciati da navi nel Mediterraneo”, ha aggiunto Saadeddine alludendo a Israele. Gerusalemme non ha né confermato né smentito un proprio coinvolgimento. Il governo israeliano ha chiarito tempo fa che avrebbe impedito la fornitura alla milizia filo-iraniana Hezbollah di armi sofisticate. Intervistato in proposito, il ministro della difesa israeliano Moshe Ya’alon ha dichiarato martedì: “Praticamente ogni volta che c’è un attacco o un’esplosione in Medio Oriente, viene chiamato in causa Israele. Noi abbiamo indicato delle precise linee rosse e a quelle ci atteniamo”.

    10/07/2013 La ex spia Usa Edward Snowden, in un’intervista criptata al periodico tedesco Der Spiegel, ha detto che sono stati Israele e Stati Uniti a creare il virus informatico Stuxnet che un paio di anni fa causò ingenti danni alle centrifughe nucleari iraniane. Alla domanda: “La National Security Agency ha contribuito a creare Stuxnet?”, Snowden ha risposto: “NSA e Israele ne sono i co-autori”.

    10/07/2013 Egitto/Usa. La Casa Bianca ha finora rifiutato di etichettare come “colpo di stato” la cacciata da parte dei militari del presidente egiziano, per cui non è previsto a breve un taglio degli aiuti finanziari americani al Cairo. Lo ha detto lunedì sera il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, in un briefing coi giornalisti durante il quale si è trovato in difficoltà a spiegare la posizione di Washington. ”E’ una situazione estremamente complessa e difficile – ha detto Carney, sottolineando che milioni di egiziani avevano rimostranze legittime contro Morsi – Ci sono conseguenze significative che possono derivare da questa determinazione, ed è un problema di grande portata per milioni di egiziani che hanno opinioni diverse su quanto è accaduto”.

    09/07/2013 Iran/Egitto. Definendo ”inaccettabile” la cacciata del presidente egiziano Mohamed Morsi ad opera dell’esercito, il portavoce del ministero degli esteri iraniano ne ha attributo la responsabilità a Israele e Occidente i quali, ha detto, non volevano vedere un Egitto potente. Nel 2011 l’Iran aveva salutato il rovesciamento di Hosni Mubarak definendolo un ”risveglio islamico” in parte ispirato alla rivoluzione khomeinsta del 1979, e dopo la vittoria elettorale di Morsi l’anno scorso aveva cercato di ripristinare i legami con il Cairo, benché i due paesi si fossero trovati su schieramenti contrapposti nella guerra civile siriana fra il presidente Bashar Assad, alawita, stretto alleato dell’Iran sciita, e i ribelli in gran parte sunniti, sostenuti dall’Egitto di Morsi.

    09/07/2013 Ricoverato lunedì, allo Ziv Medical Center di Safed (Israele), un siriano con ferite alle gambe da schegge e da armi da fuoco riportate vicino al confine con Israele nel quadro degli scontri interni in corso nel suo paese.

    09/07/2013 Il governo provvisorio egiziano ha deciso di riaprire l’ambasciata in Siria che il deposto presidente Mohamed Morsi aveva chiuso in appoggio ai ribelli sunniti anti-Assad. Ne ha dato notizia il sito web del ministero degli esteri egiziano.

    09/07/2013 Decine di membri di gruppi armati affiliati ai Fratelli Musulmani hanno lasciato la striscia di Gaza diretti nella penisola del Sinai (la penisola egiziana da tempo praticamente in preda all’anarchia) per combattere l’esercito egiziano. Ne ha dato notizia lunedì YnetNews, aggiungendo che diversi di loro hanno già preso parte agli scontri armati di El-Arish lo scorso fine settimana.

    09/07/2013 Egitto. La Procura ha deciso di chiudere la sede, nel centro del Cairo, del partito dei Fratelli Musulmani Libertà e Giustizia, dopo avervi scoperto – afferma – armi, caschi e scorte di acido.

    09/07/2013 Egitto. La Fratellanza Musulmana ha accusato lunedì il capo delle forze armate Abdel Fattah al-Sisi di voler portare l’Egitto sulla stessa strada della Siria.

    09/07/2013 Siria. Un anonimo esponente del governo siriano ha affermato che lunedì l’esercito di Assad, dopo dieci giorni di furiosi combattimenti, ha strappato ai ribelli il distretto Khaldiyeh, nella città chiave di Homs.

    09/07/2013 Egitto. I Fratelli Musulmani hanno invocato lunedì mattina una rivolta in tutto l’Egitto dopo i sanguinosi incidenti al complesso della Guardia Presidenziale al Cairo.

    09/07/2013 Il partito salafita Nour ha annunciato la cessazione delle trattative con l’esercito a seguito dei sanguinosi incidenti fuori dal complesso della Guardia Presidenziale al Cairo dove si ritiene che possa essere trattenuto il deposto presidente Mohammed Morsi.

    09/07/2013 Egitto. Con un comunicato diffuso dall’agenzia di stampa statale, l’amministrazione provvisoria egiziana ha espresso ”profondo rammarico” per le persone morte nelle violenze di lunedì mattina, al Cairo, causati – si legge nella dichiarazione – da un tentativo da parte dei manifestanti di assaltare la sede della Guardia Repubblicana. Più di 50 persone sono rimaste uccise negli scontri, 435 ferite, per colpa dei militari – secondo la versione dei manifestanti islamisti. L’amministrazione transitoria ha annunciato la formazione di una commissione d’inchiesta sull’accaduto, invitando nel frattempo i manifestanti a non avvicinarsi a nessuna postazione militare o “di interesse vitale”. I sanguinosi scontri – ha affermato il portavoce della presidenza, Ahmed Elmoslmany – non fermeranno comunque gli sforzi per formare un nuovo governo ad interim.

    (Fonte: Israele.net)

    11 Lug 2013, 14:16 Rispondi|Quota
  • #2Parvus

    Forse, per le forze del male sta iniziando il cammino della sconfitta.

    12 Lug 2013, 15:51 Rispondi|Quota
  • #3er duca der gianicolo

    @Parvus: ammazza o ciabbiamo isaia qua. Ciabbiamo er profeta e nun ce dicono uncazzo. Manco o dicono ar teleggiornale che ce sta er profeta. A quali forze stai addì profè? A me me pare tanto ca qua sta andando tutto a schifio a profè. Ce stanno le guere civili, i corpi de stato, la reppressione de li poveracci in brasile, in messico se squartano pa’ droga, nell’indocina se squartano pa droga, in afghanistan s’ammazzamo pa’ droga e pel gasdotto, a napoli se sparano pa droga. Se cresce er deserto, a desertifficazzione profè! E terre cortivabili se diminuiscono e li omini se aumentano. In italia ciabbiamo o zio de gianni letta con tutto er pd er pdl. Chiudono l’erasmus pe comprarsi j aerei isaì! A cina zitta zitta se sta armando pecchè ommai sè rotta ercazzo de sta dietro agli usa e alla russia. La russia e armi ce le ha già. Russia e a cina se se scoppia a guera sicuro che poco poco fanno l’asse. Ma n’docazzo te vedi le forze del male a perde profè. Malimortacci…..

    14 Lug 2013, 21:13 Rispondi|Quota