La risposta di Anna Frank agli idioti antisemiti

 
Emanuel Baroz
24 ottobre 2017
5 commenti

La risposta di Anna Frank agli ultras della Lazio è nelle ultime parole del suo Diario

di Oscar Nicodemo

“Non lo sopporto; quando si occupano di me in questo modo, divento prima impertinente, poi triste e infine rovescio un’altra volta il mio cuore, volgendo in fuori il lato cattivo, in dentro il lato buono, e cerco un mezzo per diventare come vorrei essere e come potrei essere se … non ci fossero altri uomini al mondo”

Sono le ultime parole del “Diario di Anna Frank”, il celebre testo diventato una delle testimonianze più sintomatiche dell’Olocausto.

Se estrapolate dal contesto del brano, come avviene qui, sembrano essere una risposta all‘iniziativa razzista e antisemita messa in atto da alcuni tifosi della Lazio, oltraggiando la memoria della ragazzina tedesca, di cui le cronache hanno appena raccontato. Naturalmente, la migliore delle risposte; quella che, a confronto delle altre, appare intrisa della giustezza necessaria per affrontare l’ignoranza propagata del tifo estremista, banalmente concepito, ignobilmente idealizzato, spaventosamente espresso.

Va da sé che non tutto il tifo raggiunge simili livelli di indecenza e oscurantismo. E non tutti i laziali possono essere catalogati come insensibili di fronte alle tragedie della storia per averne una sana concezione e maturare un’analisi adeguata dei fatti atroci, di cui, spesso, è fatta. Individuare in una quindicenne ebrea, morta in un campo nazista di concentramento, uno strumento essenziale per giungere a disprezzare e insultare la squadra antagonista per eccellenza, nella fattispecie, la Roma, è da considerarsi un atteggiamento mentale di straordinaria meschinità.

È, senza ombra di dubbio, uno di quegli atti che squalificano l’essere umano, fino a ridurlo a una bestia inferiore che attenta al significato stesso della convivenza civile, agendo in barba al comune senso del rispetto, in quanto lo stadio viene concepito come un recinto dove poter dare liberamente il peggio di sé. Lo spettacolo del calcio, in quest’ottica, oltre a fare da sfondo alle manifestazioni estemporanee di una subcultura rituale che va bene al di là della passione per la propria squadra, resta il pretesto per poter assecondare un’indole malvagia e traviata, agendo all’interno di un luogo, lo stadio, appunto, considerato una sorta di zona franca, dove dare sfogo a ogni sorta di bassezza repressa, o maturata in un percorso di regressione e involuzione personale.

Il sentimento della ragione, viene, così, svilito in maniera tanto brutale, che “il mezzo per potere essere”, di cui racconta Anna Frank, nel passo finale del suo diario, diventa per certi tifosi, il comportamento brutale dell’ignoranza elevata a ideologia. Walter Benjamin sosteneva che “la nostra identità è data dal nostro modo di vedere e incontrare il mondo: la nostra capacità o incapacità di capirlo, di amarlo, di affrontarlo e cambiarlo.” E, la maniera di stare al mondo, oggi, non riguarda solo ciò che ruota intorno al calcio, tanto meno può essere concepita facendo leva, unicamente, su un episodio del genere e ridotta a un fenomeno da stadio. Anche nella comunicazione, come in politica, tanto per citare campi importanti e differenti dallo sport, manca lo sforzo, ancorché piccolo, di ascoltare e comprendere l’altro, il diverso, il distante.

Huffington Post

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  • #1Emanuel Baroz

    Siamo tutti Anna Frank

    Ribaltiamo i piani, restituiamole il suo valore, trasformiamola in un omaggio, non lasciamola sola e in mano all’ignoranza

    di Mario Calabresi

    L’idea che l’immagine di Anna Frank possa essere utilizzata per insultare qualcuno è talmente arretrata e grottesca da squalificare per sempre chi l’ha pensata. Quel volto è nei cuori di ogni studente che abbia letto il suo Diario e l’abbia avuta come ideale compagna di banco: quella ragazzina ci ha raccontato non la sua morte ma la vita, i sogni, le speranze, il futuro sebbene si trovasse nel cuore della notte dell’umanità. Grazie a lei generazioni hanno compreso cosa è stato il nazismo, cosa abbia significato vivere nascosti, essere deportati e morire in un campo di sterminio.

    Quando ieri sera al giornale abbiamo visto la sua foto con la maglia della Roma, usata da un gruppo di ultrà della Lazio per infamare gli avversari, ci siamo indignati come tutte le volte che ci troviamo di fronte alla banalità del male. Ma questa volta abbiamo pensato che è necessario fare un passo in più.

    Come è diventato possibile che Anna Frank sia considerata un modo per offendere? Ribaltiamo i piani, restituiamole il suo valore, trasformiamola in un omaggio, non lasciamola sola e in mano all’ignoranza. E allora Anna Frank siamo tutti noi, può e deve avere la maglia di ogni squadra, essere parte della nostra vita. Ogni club dovrebbe farne una bandiera, per rispondere senza esitazione alla deriva degli estremisti delle curve.

    Soprattutto oggi che non solo una parte delle curve degli stadi ma una parte della società sta diventando ricettacolo di razzismo, antisemitismo e xenofobia. Perché Anna è la
    ragazzina che non ce la fa a sopravvivere fino alla Liberazione. Il suo Diario è la trama di una vita spezzata, che diventa parte della vita di tutti noi. Riprendiamocela, non lasciamola nelle mani di chi vuole calpestarla ma continuiamo a leggerla e a dedicarle strade, scuole e biblioteche.

    http://www.repubblica.it/politica/2017/10/24/news/siamo_tutti_anna_frank-179162081/

    24 Ott 2017, 19:39 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    Caso Anna Frank, il suo diario verrà letto prima delle gare di serie A. Omaggio di Lotito alla sinagoga

    Dopo la polemica la Figc dispone un minuto di riflessione. Malagò: «Insulti lasciano basiti»

    di Edoardo Izzo

    Il giorno dopo le polemiche per le foto di Anna Frank con la maglia della Roma, il mondo del calcio commenta l’episodio in modo indignato e prende iniziativa.

    Un minuto di riflessione sui campi di serie A
    La Figc, d’intesa con il Ministro per lo Sport e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), comunica in una nota di aver «disposto l’effettuazione di un minuto di riflessione su tutti i campi di calcio per condannare i recenti episodi di antisemitismo e per continuare a coltivare la memoria della Shoah e l’impegno della società civile tutta, soprattutto assieme ai giovani, affinché ogni contesto sportivo sia luogo che trasmetta valori e formi le coscienze.

    Prima delle partite verrà letto un brano del diario di Anna Frank
    Nel corso del turno infrasettimanale previsto nei campionati di Serie A, Serie B e Serie C e del turno previsto nel fine settimana per i campionati dilettantistici e giovanili – informa la Federazione – le squadre e gli ufficiali di gara si disporranno al centro del campo prima del calcio d’inizio mentre verrà letto un brano tratto dal Diario di Anna Frank».

    Lotito alla Sinagoga di Roma: “Su certi fatti nessuno sfottò”
    Claudio Lotito si è recato alla Sinagoga di Roma per esprimere la propria solidarietà alla comunità ebraica. Il presidente della Lazio ha deposto una corona di fiori e poi ha preso la parola davanti ai molti giornalisti intervenuti: «La Lazio – ha annunciato – promuoverà una iniziativa annuale aperta a 200 ragazzi volta a mettere questi giovani nella condizione di comprendere meglio alcuni importanti fatti storici. Troppe volte si dimenticano gli eventi gravi della storia, invece tutto deve restare nella memoria. Andremo a verificare – ha proseguito il presidente della Lazio – chi ha potuto realizzare quei fotomontaggi. Una cosa inattesa per noi che proprio la scorsa settimana abbiamo ricevuto il plauso della autorità francesi per il comportamento della nostra tifoseria in occasione della partita contro il Nizza. Da quando sono alla guida di questa società striscioni razzisti non se ne sono mai più avuti. Lavoreremo affinché non accada ancora».

    “Iniziative contro l’antisemitismo”
    La visita di Lotito, in compagnia di una delegazione formata da dirigenti e giocatori della squadra biancoceleste, ha voluto avere il significato di una dimostrazione di rispetto e solidarietà nei riguardi della comunità ebraica in seguito alle polemiche suscitate da un adesivo di Anna Frank con la maglietta della Roma esibito dagli ultrà biancocelesti nel corso della partita di domenica. «È un’iniziativa autonoma della Lazio – avevano annunciato già stamane i dirigenti della società – non farlo ci esporrebbe al rischio di ritrovarci al centro di accuse ingiuste. La società ha moltiplicato le iniziative contro il razzismo e l’antisemitismo, promuovendo un’azione di convincimento presso le frange più riottose della tifoseria».

    Agnelli: “Tutti con Lotito, i tifosi nessuno se li sceglie”
    «I tifosi nessuno se li sceglie, siamo tutti schierati con il presidente Lotito» spiega Agnelli dall’assembla degli azionisti del club bianconero. «Giova ricordare che due anni fa la Juventus ha finanziato uno studio Unesco contro il razzismo, il nostro impegno costante e totale poi passa in secondo piano. Purtroppo – ha aggiunto Agnelli – lo stadio è il posto dove certe minoranze possono esprimere opinioni non propriamente corrette». «L’impegno di tutti deve essere continuo e costante – aggiunge Agnelli – perché attraverso l’educazione vengano eradicati fenomeni cui nella vita “normale” non assistiamo più, mentre lo stadio certi comportamenti li permette».

    Malagò: “Insulti lasciano basiti”
    «Anche se si tratta di pochi protagonisti rispetto alla tifoseria, ti lasciano basito: tutta la dinamica nasce dal fatto che hanno avuto l’opportunità di andare in un’altra curva quando la loro era stata squalificata. Questa è una procedura a dir poco singolare» il commento del presidente del Coni Giovanni Malagò.

    Lazio a Bologna con la maglia di Anna Frank
    Domani la Lazio scenderà in campo prima del match infrasettimanale a Bologna con una maglia bianca con la stampa del volto della quindicenne tedesca morta nel lager di Bergen Belsen nel 1945. Quanto alla stella di David sulla casacca da gioco la decisione spetta alla Lega Calcio e alla Figc. Da quanto filtra da ambienti del club biancoceleste, la società sarebbe disponibile a mettere in atto questa soluzione, con l’auspicio che però nel caso venga adottata contestualmente da tutte le squadre di Serie A.

    Inchiesta della procura
    La procura di Roma ha aperto un fascicolo sul caso degli adesivi con l’immagine di Anna Frank con la maglia della Roma lasciati dal gruppo ultras degli “Irriducibili” della Lazio su una vetrata della Curva Sud dello stadio Olimpico dopo la partita con il Cagliari. L’ipotesi di reato nel fascicolo aperto dal procuratore aggiunto Francesco Caporale è di istigazione all’odio razziale. In merito ai fatti accaduti la Digos della polizia di stato, guidata da Lionetti, ha depositato poco fa in procura una prima informativa e a breve ne depositerà un’altra.

    Le immagini delle telecamere
    Dalla visione delle immagini delle telecamere di sorveglianza sarebbero già stati identificati dalla Digos della polizia di stato i primi ultras della Lazio responsabili dell’affissione degli adesivi di Anna Frank.

    Identificati almeno 8 responsabili
    Sono almeno 8 e tutti con precedenti specifici i tifosi della Lazio identificati oggi dalla Digos della polizia di stato nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla procura sulle foto di Anna Frank con la maglietta della Roma comparse in curva sud nel corso della partita di domenica tra Lazio e Cagliari. In base a quanto si apprende l’identificazione è stata possibile grazie alle telecamere poste all’interno dello stadio che hanno immortalato almeno tre persone che attaccavano gli adesivi su una vetrata della curva e nei bagni. I responsabili rischiano una pena fino a 8 anni di Daspo.

    Gli altri adesivi
    Tanti altri adesivi antisemiti e non sono stati affissi in Curva Sud dai tifosi della Lazio: alcuni con la scritta «Romanista Ebreo», altri con quella «Romanista Aronne Piperno», e ancora «Romanista coleroso», e «Romanista froc…». Altri ancora utilizzati per inneggiare la sconfitta della Roma nella finale di Coppa Italia del 26 maggio del 2013, quella della cosiddetta «Coppa in faccia», e alcuni affissi alle pareti laterali delle scale di accesso nel settore con su scritto “ASRabbit» (con rappresentato un coniglio tifoso della Roma) e «Lulic ’71 26 maggio 2013», giorno della vittoria in Coppa Italia.

    http://www.lastampa.it/2017/10/24/italia/cronache/lotito-in-visita-alla-sinagoga-di-roma-la-lazio-moltiplicher-iniziative-contro-antisemitismo-4s42HvZuhSobztrqS1te1N/pagina.html

    24 Ott 2017, 19:41 Rispondi|Quota
  • #4Stefano

    La Roma dovrebbe essere orgogliosa che Anna è stata rappresentata con la sua maglia.

    25 Ott 2017, 00:46 Rispondi|Quota
  • #5Ariel Paggi

    Vi E molto antisemitismo Per motivi sia politici che razziali Ariel Paggi

    25 Ott 2017, 14:20 Rispondi|Quota