Per Repubblica anche il Natale è spunto per diffondere il pregiudizio antisraeliano

 
Emanuel Baroz
28 dicembre 2015
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Per Repubblica anche il Natale è spunto per diffondere il pregiudizio antisraeliano

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Come già detto nei giorni scorsi, nelle ultime settimane l’orientamento antisraeliano della “informazione” proposta dal quotidiano fondato da Eugenio Scalfari sembra aver perso ogni freno inibitorio, con un continuo ribaltamento della realtà dei fatti e dell’ordine temporale degli eventi tale da mostrare sempre gli israeliani come i “cattivi” della situazione, pronti sempre a ricorrerere alla violenza contro quei poverini dei palestinesi, le cui azioni terroristiche e i cui attentati trovano sempre una giustificazione più o meno esplicita.

Ennesima prova è l’immagine proposta giorni fa che riprende una vignetta del writer inglese Banksy che raffigura Maria e Giuseppe bloccati dal “muro” israeliano mentre si accingono a raggiungere Betlemme, in uno dei più classici esempi di come la propaganda palestinese si sia ormai appropriata, con la colpevole complicità di molti, anche dei simboli che non appartengono alla propria storia, ammesso che ce ne sia una.

Come commento a questa faccenda facciamo nostra la risposta di Giulio Meotti, giornalista del Foglio, che sul proprio profilo Facebook ha così affrontato l’argomento:

A Natale sono proprio tutti più buoni. Questa immagine allucinante è stata pubblicata oggi sul sito del quotidiano La Repubblica. Si vedono Maria e Giuseppe verso Betlemme, ma vengono fermati dal “muro” costruito da Israele….Grande classico antisemita quello di “se Gesù oggi nascesse a Betlemme…”. Un po’ di chiarezza per questi cialtroni che vendono menzogne: mentre negli altri paesi le barriere impediscono l’ingresso agli immigrati, solo in Israele le recinzioni e i posti di blocco hanno come giustificazione un motivo veramente umanitario: quello di garantire alla popolazione civile il diritto alla vita. Filo spinato, pattugliamenti, telecamere e sensori elettronici sono utilizzati in Israele per impedire che un ristorante, un centro commerciale, un autobus o un albergo possano trasformarsi in stragi di corpi umani. Corpi di ebrei. In nessun altro paese con le stesse misure difensive, vi sono infiltrati con il “sacro” scopo di uccidere esseri umani. Le barriere di sicurezza sono il più importante strumento di difesa di Israele contro il terrorismo. A differenza del Muro di Berlino, che era un monumento all’intolleranza, i checkpoint israeliani sono un simbolo di vita. Scrivano questo, gli antisemiti: che se Gesù, un ebreo di madre ebrea, mettesse oggi piede a Betlemme, in quanto ebreo i palestinesi lo pugnalerebbero subito. La Repubblica a quel punto non darebbe neppure la notizia

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