7 Giugno 1981: così Israele distrusse il reattore nucleare di Saddam Hussein

 
Emanuel Baroz
7 giugno 2016
1 commento

Una spia tra i fedelissimi di Saddam. Ecco come Israele distrusse l’Osirak

Il Mossad svela l’operazione Opera 35 anni dopo il raid sul reattore nucleare

di Giordano Stabile

reattore-osirak-irak-focus-on-israelUna spia all’interno del regime di Saddam Hussein guidò cacciabombardieri israeliani sul reattore nucleare di Osirak. E a studiare i piani di volo al limite dell’autonomia degli F-16 fu un pilota alla sua prima missione, «che non aveva mai sganciato una bomba in vita sua».

A 35 anni da quel 7 giugno 1981, reduci e agenti del Mossad hanno rivelato dettagli sconosciuti dell’operazione Opera. Un blitz al limite delle possibilità dei mezzi e degli uomini. L’obiettivo, e la data, vennero scelti con un «aiuto interno», ha confermato Gad Shimron, ex agente del Mossad.

Israele aveva individuato il programma iracheno per produrre plutonio, e la bomba atomica, nel 1976. Dopodiché aveva seguito, e sabotato, il reattore di Osirak, «passo per passo». «Non c’è bisogno di essere un esperto di intelligence per capire che se c’è un progetto in Iraq con decine di tecnici e scienziati stranieri – ha spiegato Shimron -, le agenzie interessate cercheranno di reclutarne qualcuno».

La messa in servizio della centrale era già stata ritardata di «due o tre anni». Soprattutto con un’operazione in Francia, nel porto di Seyne-sur-Mer, dove il primo nucleo del reattore, che stava per essere spedito via nave in Iraq, esplose in circostanze «inspiegabili».

La spia all’interno rivelò anche quando sarebbe cominciata la produzione di plutonio, sufficiente a costruire una bomba all’anno. Il ministro Menachem Begin decise di agire, «fosse l’ultima cosa che faccio da premier». L’operazione, in codice Ammunition Hill, fu però scoperta dal leader dell’opposizione, Shimon Peres. Begin la cancellò e la fece ripartire con un nome scelto a caso «dal computer»: Opera.

Il problema vero era che gli F-16 non avevano autonomia sufficiente per colpire a 15 km da Baghdad e tornare indietro. Il comandante della pattuglia di otto caccia, Ze’ev Raz, ha confermato che il bersaglio era «oltre il limite dei jet. Abbiamo dovuto usare ogni sorta di trucchi». L’aviazione israeliana avrebbe avuto a disposizione gli aerei per il rifornimento in volo solo nell’82.

Il blitz non poteva aspettare. Fu deciso di agire una domenica, quando i tecnici stranieri erano via. Vennero aggiunti serbatoi supplementari, la rotta per coprire i 3000 km andata e ritorno fu curata nei minimi dettagli. I jet passarono sul Golfo di Aqaba. Il re di Giordania Hussein li notò dal suo yacht ma non riuscì ad avvertire gli iracheni. Poi attraversarono il deserto giordano fingendo di essere caccia sauditi «fuori rotta».

Il piano di volo venne studiato da Ilan Ramon, al battesimo del fuoco. Tutti lo prendevano in giro perché «non aveva mai sganciato una bomba». Il governo e l’allora comandante dell’aeronautica, David Ivry, avevano messo in conto di perdere «uno o due» aerei: «Il problema non era colpire, era tornare vivi».

A Ramon fu affidata la posizione di coda al ritorno, la peggiore: «È come un branco di antilopi che scappa da una tigre». Ma Ramon riuscì a colpire e a tornare in salvo. Nel 2003 sarà il primo israeliano ad andare nello spazio, ma nella tragica missione dello Shuttle Columbia, esploso in volo.

Gli F-16 furono anche facilitati, secondo fonti irachene mai confermate, dal fatto che gli uomini dell’antiaerea erano andati a farsi uno spuntino e avevano spento i radar. Il reattore non fu mai ricostruito, anche se Saddam lanciò un vasto programma sotterraneo per produrre uranio arricchito.

La Stampa.it

Nella foto in alto: le rovine del reattore nucleare Osirak fotografate nel 2002

Articoli Correlati
Accordo sul nucleare Iran: uno schiaffo ad Israele

Accordo sul nucleare Iran: uno schiaffo ad Israele

Schiaffo nucleare a Israele L’Iran marcia spedito verso l’atomica. Ma Israele non starà a guardare di Giulio Meotti Finora le buone maniere dell’occidente con l’Iran si sono dimostrate soltanto un […]

5 Giugno 1967, la Guerra dei Sei Giorni: quando Israele fu costretto a lottare per la propria sopravvivenza

5 Giugno 1967, la Guerra dei Sei Giorni: quando Israele fu costretto a lottare per la propria sopravvivenza

1967: sei giorni per sopravvivere I nuovi documenti confermano che Israele fece di tutto per scongiurare il conflitto da un articolo di Michael B. Oren Le grandi guerre della storia […]

Roma: manifestazione studentesca degenera nella violenza antisemita: urla e fischi davanti alla Sinagoga al grido “Saddam Saddam”

Roma: manifestazione studentesca degenera nella violenza antisemita: urla e fischi davanti alla Sinagoga al grido “Saddam Saddam”

Roma: manifestazione studentesca degenera nella violenza antisemita: urla e fischi davanti alla Sinagoga al grido “Saddam Saddam” Tensione al vecchio Ghetto liberato della capitale. . Bambini chiusi nella scuola ebraica per […]

Nucleare Iran: così Gerusalemme comincia a difendersi

Nucleare Iran: così Gerusalemme comincia a difendersi

Così Gerusalemme comincia a difendersi La distribuzione delle maschera antigas precede eventuali attacchi atomici, batteriologici e chimici di Giulio Meotti Nel 1991, mentre Saddam Hussein bombardava Tel Aviv con i […]

Baghdad, Giugno 1941: una storia che in pochi conoscono

Baghdad, Giugno 1941: una storia che in pochi conoscono

BAGHDAD, 1-2 GIUGNO 1941, POGROM “FARHUD” Il Pogrom Farhud (farhud in arabo = devastazione), perpetrato a Baghdad il giorno di Shavuoth 1941 e protrattosi per due giorni (1 e 2 […]

Lista Commenti
Aggiungi il tuo commento

Fai Login oppure Iscriviti: è gratis e bastano pochi secondi.

Nome*
E-mail**
Sito Web
* richiesto
** richiesta, ma non sarà pubblicata
Commento

  • #1Daniel

    7 Giugno 1981, Operazione Babilonia: la distruzione del reattore nucleare di Osirak

    di Rebecca Mieli

    Non tutti sanno che c’è stato un periodo, durato poco meno di dieci anni, in cui l’Iran degli Ayatollah e Israele hanno collaborato per sconfiggere un nemico comune: l’Iraq di Saddam Hussein, percepito da entrambi gli attori come la peggiore minaccia per la stabilità interna di ciascuno dei due stati. Non solo c’è stato un periodo in cui Israele ha appoggiato Khomeyni, ma per molti anni Gerusalemme ha spinto perché la famosa “Dottrina Periferica” di Ben Gurion restasse in piedi anche se questo avrebbe significato allearsi con un regime totalitarista e antisionista. La Dottrina Periferica, ovvero la convinzione che per sconfiggere i confinanti e nemici stati arabi fosse indispensabile creare un’alleanza triangolare con Iran, Turchia e Etiopia (ovvero le uniche potenze non arabe della regione), ha convinto Israele a passare sopra le “piccolezze” della retorica antiebraica fino a spingere il Governo a sostenere economicamente e militarmente l’Iran nella quasi-decennale guerra che lo ha contrapposto all’Iraq di Saddam Hussein. In questa giornata, proprio il 7 Giugno di 36 anni fa, Israele ha attaccato l’Iraq con un’azione militare unilaterale che ha favorito la Repubblica Teocratica e tutte le potenze che si contrapporranno in seguito alla dittatura di Saddam Hussein.

    Questo attacco aereo unilaterale venne ideato per distruggere il reattore nucleare di Osiraq, che l’Iraq aveva acquistato dalla Francia negli anni settanta e che si preparava a diventare il primo sito nucleare iracheno. Nonostante il suo utilizzo fosse dichiaratamente a scopo civile e nonostante l’Iraq avesse aderito al Trattato di Non Proliferazione Nucleare, le Intelligence americana e israeliana iniziarono a sospettare che l’uranio utilizzato nella combustione venisse successivamente riprocessato per ottenere il plutonio. Il Primo Ministro Begin, insieme al Ministro degli Esteri Moshe Dayan, valutarono un possibile attacco alla fine degli anni settanta, convinti che il programma nucleare iracheno avesse anche uno scopo militare finalizzato a creare un arsenale che sconfiggesse prima l’Iran e poi Israele. Secondo alcuni esperti di Intelligence (primo su tutti il capo dell’Aman, Shlomo Gazit e quello del Mossad Yitzhak Hofi), il reattore non avrebbe raggiunto la criticità ancora per diversi anni, ciononostante Gerusalemme ritenne opportuno attaccare in un momento in cui l’attività era ancora troppo bassa per causare danni permanenti al suolo iracheno, anche dipendenti dalle radiazioni, e alla fine si decise per un attacco preventivo.

    Spaventati dall’ipotesi che uno stato dichiaratamente nemico nonché governato da una dittatura potesse sviluppare un programma nucleare militare, i membri dell’Intelligence e del governo che parteciparono alla decisione dell’attacco si sottomisero a un’infinita serie di rischi. Dalla possibilità di contrattacco iracheno all’eventualità di un attacco dall’intero mondo arabo, passando per una possibile, ma non probabile, rottura con gli Stati Uniti, che non appoggiarono mai l’azione unilaterale di Israele. Ma come altro bloccare il programma nucleare iracheno? I francesi si erano già rifiutati di collaborare, l’Iran non aveva sufficienti mezzi per un attacco aereo contro il reattore e gli Stati Uniti non vollero in alcun modo essere coinvolti nella questione.

    Il 7 giugno alle 17:34, otto caccia F16 Israeliani scortati da sei F15 partirono dalla base di Etzion alla volta dell’incursione contro Osirak. Attraversarono lo spazio aereo Giordano e Saudita percorrendo più di 1600 km, colsero di sorpresa le forze irachene e distrussero il reattore con una precisione millimetrica.

    La comunità internazionale e l’ONU criticarono fortemente l’azione di Israele, descrivendola come “un atto di aggressione senza precedenti”. La distruzione di Osirak venne riconosciuta come un’azione di vitale importanza a livello geopolitico solo molti anni dopo, quando l’ex presidente statunitense Bill Clinton ammise che Israele aveva effettivamente evitato che Saddam Hussein possedesse armi nucleari (utilizzabili contro l’esercito americano) durante la guerra del Golfo. Ancora oggi non possiamo fare a meno di chiederci che tipo di armi e tecnologie avrebbero in mano i jihadisti dell’ISIS, se Israele non avesse impedito all’Iraq di sviluppare un programma nucleare militare.

    http://www.linformale.eu/7-giugno-1981-operazione-babilonia-la-distruzione-del-reattore-nucleare-di-osirak/

    7 Giu 2017, 21:16 Rispondi|Quota