Siria, il regime avverte: Stabilità qua o instabilità in Israele
Assad invia l’esercito a Homs, Daraa resta isolata
Damasco, 11 Maggio 2011 – È sempre tesa la situazione in Siria dove il regime è impegnato a schiacciare le proteste con l’uso della forza. Nel giorno in cui l’Unione europea ha fatto scattare sanzioni contro 13 esponenti del governo di Damasco, l’esercito ha bombardato almeno tre quartieri (Bab Sbaa, Bab Amr e Jouret el Aris) nella città di Homs, la terza del paese. Solo ieri le forze di sicurezza hanno ucciso tre manifestanti a Daraa.
Oggi nuove proteste contro il regime di Bashar Assad sono state registrate nel nord a maggioranza curda. E mentre, riferisce France24, la televisione di Stato siriana trasmette immagini rassicuranti di Daraa e intervista massaie intente “a comprare il pane e il latte”, fonti dell’opposizione riportano via web che Daraa è lontana dalla normalità e che le linee telefoniche fisse e mobili della città restano interrotte.
La risolutezza del regime, che non appare disponibile ad alcuna apertura, traspare anche dalle parole di Rami Makhlouf, potente businessman siriano e cugino del presidente Assad. Intervistato dal New York Times, Makhlouf ha affermato che “se non c’è stabilità qua è escluso che ci possa essere stabilità in Israele. Nessuno, in alcun modo – ha aggiunto – può garantire quello che succederà dopo se, Dio non voglia, al regime dovesse succedere qualcosa”. Il cugino del rais non usa mezzi termini: “La decisione del governo è quella di combattere fino in fondo”. Anche perché, conclude, l’alternativa sono i salafiti “il che vuol dire guerra nel Paese e forse anche all’estero. Non lo potremmo accettare. Sa che cosa vuol dire? – chiede all’intervistatore del NYT – Significa la catastrofe. E noi abbiamo molti combattenti”.
(Fonte: Il Velino, 11 Maggio 2011)
#1Emanuel Baroz
SIRIA: BOMBARDAMENTI E SPARATORIE AD HOMS
(ASCA-AFP) – Nicosia, 11 mag – Bombardamenti e sparatorie sono in atto in queste ore nella citta’ siriana di Homs, epicentro delle proteste antigovernative contro il presidente Bashar al-Assad. Lo riferisce un attivista per i diritti umani all’Afp, precisando di aver sentito diversi colpi di arma da fuoco anche nei villaggi di Mashada, Jobar e Sultanya, dove vivono complessivamente circa 100mila abitanti.
Poco fa la tv satellitare al-Arabiya aveva riferito dello scarceramento da parte delle autorita’ siriane di 300 manifestanti arrestati nei giorni scorsi a Banias.
#2Emanuel Baroz
Damasco bombarda Homs, Frattini frena: Assad non è Gheddafi
Il ministro degli Esteri: la comunità internazionale non è intervenuta in Siria perché le riforme sono ancora possibili
Roma, 11 mag. (TMNews) – Per il ministro degli esteri italiano Frattini, Assad non è Gheddafi e c’è ancora speranza che le riforme tante volte promesse possano venir realizzate in Siria. Per questo la comunità internazionale ancora non ha deciso di intervenire. Ma nel Paese la situazione resta molto critica e oggi a Homs si segnalano bombardamenti.
Il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini ha detto oggi ai microfoni di Radio1 che la comunità internazionale non è finora intervenuta in Siria per fermare le repressioni antigovernative perchè “il piano di riforme molte volte promesso dal presidente siriano Assad può ancora essere messo in cantiere”. “In Libia – ha affermato Frattini – la situazione è cominciata in modo del tutto diverso” rispetto alla Siria: “è cominciata con una deliberata azione del regime, non vi è stata nessuna apertura alle prospettive di riforme”. “Diciamolo francamente”, ha proseguito il titolare della Farnesina: “Assad, il presidente siriano, non è Gheddafi”.
La comunità internazionale ritiene cha Assad abbia ancora un margine piccolissimo per aprire ad un programma di riforme, questo lo ritiene l’Europa che ha approvato con la forte spinta dell’Italia una pacchetto di sanzioni alla Siria, che comprendono anche il fratello del presidente Assad, ma non lui personalmente come segnale ultimo”. “Il tempo sta scadendo – ha concluso Frattini – ma un piano di riforme molte volte promesso da Assad può essere messo in cantiere”.
Ma nel Paese la situazione resta molto critica. Bombardamenti sono in corso nella terza città siriana di Homs, 160 chilometri a nord di Damasco. Un attivista per i diritti umani presente in città, Najati Tayraraa, ha dichiarato alla televisione araba al Jazeera che i carri armati hanno cominciato a bombardare il quartiere residenziale di Bab Amro. L’esercito siriano ha preso posizione attorno ad Homs lo scorso fine settimana. “Homs è scossa dal suono delle esplosioni dei bombardamenti dei carri armati e dei colpi di artiglieria pesante”, ha detto Tayraraa.
#3Emanuel Baroz
Al Jazeera: i carri armati del regime di Damasco bombardano Homs
E’ la terza città della Siria. Un attivista dei diritti umani: “Colpito il quartiere residenziale di Bab Amro”
Roma, 11 mag. (TMNews) – Bombardamenti nella terza città siriana di Homs, 160 chilometri a Nord di Damasco. Un attivista per i diritti umani presente in città, Najati Tayraraa, ha dichiarato alla televisione araba al Jazeera che i carri armati hanno cominciato a colpire il quartiere residenziale di Bab Amro. L’esercito siriano ha preso posizione attorno a Homs lo scorso fine settimana.
“Homs è scossa dal suono delle esplosioni dei bombardamenti dei carri armati e dei colpi di artiglieria pesante”, ha detto l’attivista.
#4Alberto Pi
Il ricatto siriano: USA ed Europa non sostengano l’opposizione o sarà guerra contro Israele
di Noemi Cabitza
Le notizie che arrivano in queste ore da Damasco non possono lasciare indifferenti i governati mondiali. La leadership siriana ha fatto sapere che se USA e Unione Europea continueranno a sostenere i manifestanti, la Siria è pronta a scatenare una guerra di ritorsione contro Israele.
A renderlo noto sono importanti personaggi del regime siriano. In una intervista al New York Times il magnate siriano Rami Makhlouf ha fatto sapere che “se gli USA e l’Europa sosterranno le sanzioni contro la Siria, Damasco muoverà guerra contro Israele”. Il concetto è semplice quanto drammatico: “se non può esserci pace in Siria non ci sarà nemmeno in Israele e in tutto il Medio Oriente”.
La minaccia rende benissimo l’idea di come la pensi il regime siriano e di quale concetto di democrazia abbia il dittatore Bashar Al-Assad. Secondo alcuni analisti israeliani la minaccia non è da sottovalutare in quanto è possibile che questa evenienza rientri nello scambio di favori tra la Siria e l’Iran che, per sostenere il dittatore siriano, ha inviato alcune centinaia di Guardiani della Rivoluzione al fine di coordinare “al meglio” la repressione.
Nella stessa intervista Rami Makhlouf, che è il cugino di Assad e che ha fatto fortuna con il contrabbando di armi, ha detto che il dittatore siriano sta analizzando due opzioni: la prima e inviare armi ai gruppi terroristici palestinesi per scatenare una terza intifada, mentre la seconda è appunto un attacco a Israele. In ogni caso l’obbiettivo è la rappresaglia e la “distrazione di massa” dai fatti siriani.
Quello che il dittatore siriano ha fatto attraverso il cugino è un vero e proprio ricatto alla comunità internazionale, un ricatto che non può in nessun caso essere preso in considerazione. Anzi, dovrebbe essere il trampolino di lancio alla richiesta di incriminazione alla Corte Penale Internazione contro Bashar Al-Assad per crimini contro l’Umanità, una incriminazione che noi continuiamo a chiedere senza che nessuno abbia un briciolo di coraggio per proporla.
http://www.secondoprotocollo.org/?p=2701&cpage=1#comment-981
#5autores
non mi sembra che la Siria sia paragonabile a Israele. Fare vivere l’Ebraismo e crederci non e’ di certo il meglio della vita in particolar modo quando mai qualcuno appartiene alla stessa razza straniera.Questo non e’ di sicuro un semplice disaccordo,anche se e’ il poppolo della Siria Demente a differenza da quello di Iran. Io preferisco L’Egitto,la Palestina o la Libia. La mia e’ semplicemente una proposta di lavoro di guadagno e possibilita’ di essere il promosso nei Governi,servizi segreti. Probabilmente Israele tramite la gestione della macchina del monopolio di stato e’ in grado di controllare ogni famiglia di Israele indirizzandola nella vita.
#6Emanuel Baroz
Siria: torture per gli attivisti rivoluzionari di Facebook
Damasco – Alcuni attivisti del web, accusati di appoggiare il presidente siriano, sarebbero stati torturati per non aver fornito le proprie password di accesso di Facebook. I rivoluzionari hanno denunciato le torture compiute dall’esercito attraverso i pochi canali rimasti ancora aperti. Tra questi canali, Facebook era sicuramente il più utilizzato.Infatti sul noto sito era stata creata la pagina “Facebook Syrian Revolution 2011” con lo scopo di riunire le voci dell’opposizione. Da qualche giorno però molti dei video che mostravano la violenza delle forze di sicurezza sui manifestanti e molte pagine web sono state ridotte o chiuse completamente. Molti degli attivisti rivoluzionari del web sono stati arrestati e hanno subito torture severe dalle forze di polizia che li hanno costretti a rivelare le loro password d’accesso agli account online.
(Fonte: Focusmo.it, 13 Maggio 2011)
#7barbara
Mi era venuta un’idea, che sul momento mi era sembrata brillante: mettere i testi di “autores” in google translate. Ma poi mi sono resa conto che non so in quale lingua siano scritti, e quindi non mi è venuto fuori niente…
#8autores
Devo anche ricordare che la SIRIA e l’opposizione di mussawi di Iran non vuole armarsi ma per propria volonta’ di credo. Non si vogliono armare per proclamare il proprio credo. qualsiasi proposta effettiva di armamento viene da loro rifiutata per credo.Questa e’ l’opposizione della siria e questa e’ anche l’opposizione di Mussawi.La cosa piu’ certa e’ che la maggior dignita’ e’ all’Iran a differenza dalla Siria. Infatti a me pare che la siria sia proprio sudicia a loro differenza.Voglio anche sottolineare che l’intervento del loro Regime o Autorita’ giudiziaria non ha vietato a me il loro dialogo e pare che siano proprio la loro decisione di non armarsi.questo quanto e’ l’Opposizione di Iran e forse anche alla Siria.