Testi palestinesi: ebrei denigrati come serpenti assassini
Durante il primo periodo sotto l’amministrazione del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), gli autori dei testi scolastici palestinesi avevano fatto qualche passo avanti, sfumando un po’ i toni tradizionalmente ostili con cui avevano fino ad allora descritto ebrei e Israele nei loro libri. Questi progressi però sono stati prontamente annullati dopo che Hamas ha vinto le elezioni generali palestinesi nel 2006.
È quanto emerge da un rapporto intitolano “Libri scolastici palestinesi: da Arafat ad Abu Mazen a Hamas”, approntato dall’Institute for Monitoring Peace and Cultural Tolerance in School Education (IMPACT-SE) e dall’American Jewish Committee.
La conclusione che sembra confermare la denuncia di parte israeliana secondo cui i testi scolastici palestinesi continuano ad essere in stridente contraddizione con lo spirito e la lettera del processo di pace avviato fra le parti sin dal 1993.
Il rapporto diffuso martedì scorso, che fa parte di un progetto che ha analizzato come vengono percepiti ebrei e Israele in 120 libri di testo palestinesi pubblicati fra il 2000 e il 2006, prende in considerazione in particolare i testi destinati agli allievi dell’11esimo e 12esimo anno di scuola, pubblicati negli anni 2005 e 2006. Con questi, infatti, è giunto a compimento un processo editoriale durato sette anni con il quale l’Autorità Palestinese ha a poco a poco sostituto con testi propri i vecchi testi scolastici giordani ed egiziani che erano in uso in tutte le classi delle scuole palestinesi.
I nuovi testi per le classi dal primo al decimo anno sono stati redatti durante l’amministrazione di Yasser Arafat, quelli per l’11esimo anno sotto il suo successore Abu Mazen, mentre quelli per il 12esimo sono stati approntati sotto il governo Hamas: pertanto l’analisi comparata dei testi rende conto dei cambiamenti intervenuti nelle scelte degli autori in questo lasso di tempo.
Dal 2001 l’istituto IMPACT-SE (già CMIP, Center for Monitoring the Impact of Peace) ha pubblicato 6 rapporti sui libri di testo dell’Autorità Palestinese.
Per inciso, l’Istituto ha anche analizzato con regolarità i libri di testo in uso nelle scuole israeliane, in particolare sotto il profilo della trattazione di temi come arabi, palestinesi, islam e processo di pace. L’analisi dei testi israeliani ha registrato un miglioramento nel tempo per quanto riguarda la descrizione del conflitto, la presentazione dell’islam, l’educazione alla tolleranza.
La maggior parte dei testi palestinesi per i primi dieci anni di scuola, quelli pubblicati sotto l’amministrazione Arafat – spiega l’autore dell’ultimo rapporto Arnon Groiss – non facevano cenno ad alcuna presenza ebraica nell’antica terra d’Israele/Palestina, e non rappresentavano lo stato di Israele sulle mappe moderne. Gli ebrei venivano denigrati come cospiratori e assassini.
Nei testi per l’11esimo anno di scuola, pubblicati sotto l’amministrazione Abu Mazen, sono comparse un paio di mappe che mostrano Israele all’interno della cosiddetta Linea Verde (la linea armistiziale tra Israele e stati confinanti in vigore tra il 1949 e il 1967). Questi libri trattano anche brevemente della storia ebraica in Medio Oriente. È in questi testi che è comparso per la prima volta il nome “Israele”.
Nel 2006, però, è salito al governo dell’Autorità Palestinese il movimento islamista Hamas, e nei testi per il 12esimo anno di scuola pubblicato sotto la nuova amministrazione questi miglioramenti sono immediatamente scomparsi. Gli ebrei vengono anzi equiparati a serpi assassine, e la lotta armata in nome della Palestina viene profusamente celebrata.
In questi libri di testo le autentiche rivendicazioni palestinesi rispetto a Israele – come le attività edilizie negli insediamenti in aree che i palestinesi rivendicano per il loro futuro stato o il tracciato della barriera difensiva là dove si discosta in modo significativo dalla ex-linea armistiziale – vengono mescolate a concetti schiettamente antisemiti.
“Rimostranze da parte dei palestinesi sono perfettamente legittime – dice Groiss – giacché essi si sentono duramente colpiti da Israele. Ma il punto è che gli israeliani e persino gli ebrei in generale vengono presentati solo e unicamente sotto questa luce senza alcun equilibrio né proporzione, il che è sbagliato”.
Il ritorno all’atteggiamento precedente appare completo, e persino peggiorato. Ad esempio, l’accusa a Israele di essere illegittimo perché eserciterebbe discriminazione razzista verso i palestinesi, introdotto negli anni ’90 in un testo-prova e poi omesso, ora è riapparsa e occupa gran parte del capitolo dedicato al fenomeno della discriminazione razziale nel mondo. Il processo di pace viene a mala pena citato e non in modo favorevole, in contrapposizione all’esaltazione della “liberazione” per mezzo della forza. Viene persino introdotto il concetto di “ribat”, già usato nei testi per allievi dal quinto al decimo anno ai tempi di Arafat , e che in questo contesto indica l’occupare posizioni contro i nemici dell’islam,. L’uso di questo termine, riferito ora a tutta la popolazione musulmana della Palestina, è inteso ad intensificare l’aspetto religioso della lotta contro Israele ed è propedeutico al concetto (non menzionato esplicitamente) di jihad. A differenza dei testi per l’11esimo anno, quelli per il 12esimo, così come quelli precedenti redatti ai tempi di Arafat, menzionano il concetto di “martirio” addirittura negli esercizi: uno di questi esercizi paragona il “martirio” ad una festa di nozze.
(Da: Jerusalem Post, www.edume.org, 4.06.08 )
Nell’immagine in alto: Dal testo per alunni del 12esimo anno “Il mondo islamico oggi”, p. 12, part. della mappa “Gli stati della Lega Araba”: la “Palestina” copre anche il territorio di Israele (che non compare).
Vedi anche:
Il testo del rapporto (in inglese)
http://www.edume.org/research/pa/index.html