I confini del 1967 e il diritto internazionale

 
Emanuel Baroz
24 settembre 2013
21 commenti

Ciclicamente viene riproposta la questione del ritorno dello Stato di Israele ai confini del 1967 (precedenti cioè la Guerra dei Sei Giorni, quella che se persa avrebbe significato la scomparsa del neonato stato ebraico) e ultimamente grazie anche all’ “impegno” della Unione Europea che ha deciso di boicottare i prodotti delle aziende israeliane situate nel cosidetto West Bank, cioè in Giudea e Samaria (creando di fatto gravi danni ai lavoratori palestinesi) ha ridato voce a chi, basandosi evidentemente su una scarsa conoscenza del diritto internazionale (se non addirittura sulla propria malafede), continua a parlare di “territori occupati” piuttosto che di territori contesi come in realtà devono essere considerati proprio ai sensi delle leggi in vigore in ambito internazionale. Riteniamo quindi opportuno proporre oggi un estratto di un articolo del Prof. Ugo Volli pubblicato sul mensile Shalom del mese corrente e proposto dagli amici di Informazione Corretta. Buona lettura.

mandato-palestina-confini-israele-focus-on-israel

“…Vi sarebbe una “occupazione” israeliana di “territori palestinesi” che violerebbe la “legalità internazionale” e pertanto andrebbe fermata al più presto. Tutto ciò però, sul piano strettamente giuridico, non è affatto vero. Israele è stato costruito sul territorio del mandato britannico sulla Palestina, deciso dopo la fine della prima guerra mondiale e il crollo dell’impero ottomano, dal trattato di pace di San Remo (un trattato accessorio di quello di Versailles, si trova in rete fra l’altro qui) e poi della deliberazione della Società delle nazioni (le cui decisioni sono state interamente confermate dall’Onu al momento della sua fondazione).

La premessa del mandato è che “recognition has thereby been given to the historical connexion of the Jewish people with Palestine and to the grounds for reconstituting their national home in that country “, con il quale viene dato riconoscimento alla connessione storica del popolo ebraico con la Palestina come base per ricostituire in quale paese la loro nazione”. All’articolo 6 si impone al mandatario di “shall facilitate Jewish immigration […] and shall encourage […] close settlement by Jews on the land, including State lands and waste lands not required for public purposes“,  cioè facilitare l’immigrazione ebraica e di incoraggiare il “fitto insediamento” (o “colonizzazione” la parola è sempre “to settle”) della terra, incluse le terre statali e quelle vuote non necessarie a scopi pubblici.

Questo testo, che ha valore legale si riferisce a tutta la Palestina mandataria. La proposta di divisione dell’Assemblea generale dell’Onu, che fu respinta dai paesi arabi, gli accordi armistiziali e poi quelli di Oslo, che rimandano tutti al futuro non hanno cambiato la condizione giuridica del territorio, anche della parte che fu arbitrariamente occupata dalla Giordania nel ’49. Il mandato di Palestina tutto, anche il “west Bank”, come si iniziò a chiamarne un pezzo dopo il ’49, era destinato a patria del popolo ebraico e la sua “colonizzazione” era e resta perfettamente legale. La convenzione di Ginevra che spesso si cita come prova dell’illegalità israeliana non c’entra niente: sia perché si applica a territori occupati, come Giudea e Samaria non sono, sia perché riguarda trasferimenti forzati di popolazione e pulizia etnica, come in quella zona ha perpetrato la Giordania e vorrebbe commettere l’Anp, ma Israele non ha mai fatto. I fatti che ho esposto sono ben noti.

E’ quel che ha scritto il rapporto della commissione Levy (dal nome dell’ex giudice della corte suprema israeliana che l’ha presieduto) del 2012; è quel che è stato affermato di recente da un appello di giuristi contro la decisione, tutta politica, della Commissione Europea di proibire ogni suo finanziamento ad attività che hanno sede oltre la linea armistiziale del ’49: ” la definizione dell’UE della Giudea e Samaria come “territori palestinesi” o” territori occupati” è priva di qualsiasi valore legale o di fatto. L’area non è mai stata definita come tale [ai sensi del diritto internazionale] e quindi l’uso continuo dell’Unione europea di questa terminologia mina la negoziati per una pace permanente” La percezione di illegalità degli insediamenti israeliani da parte “dell’UE deriva da ragioni differenti dal diritto internazionale”. Inutile dire che queste analisi e altre consimili sono regolarmente ignorati dai giornali…”

Thanks to Informazione Corretta

Nell’immagine in alto: l’originario territorio assegnato al focolare nazionale ebraico nel 1920 e quello poi assegnato nel 1922

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  • #1Alberto Pi

    29 Ott 2013, 16:34 Rispondi|Quota
  • #2Fabio

    mi sembra una affermazione un po’ tirata per i capelli. La delibera 181 dell’ONU http://www.yale.edu/lawweb/avalon/un/res181.htm non mi sembra che suddivida la “Palestina mandataria” ma mi pare che entri nel merito della suddivisione dell’area geografica a ovest del Giordano, suddividendola in territorio ebraico e territorio arabo. Fermo restando che i ‘confini del ’67’ non sono mai stati confini (e quindi non si sa a chi appartengano le aree al di là della linea verde perché non è mai stato stabilito un confine riconosciuto e condiviso – mi sembra che ritenere solo la Trans-giordania come territorio arabo e tutto l’area a ovest del Giordano come territorio ebraico sia una grossa forzatura interpretativa.

    29 Ott 2013, 17:32 Rispondi|Quota
    • #3Ruben DR

      @Fabio: International Law Officially Recognizes Jewish Claims in Judea and Samaria

      http://unitedwithisrael.org/international-law-officially-recognizes-jewish-claims-in-judea-and-samaria/

      Più chiaro di così…

      31 Ott 2013, 17:56 Rispondi|Quota
    • #4Fabio

      @Ruben DR: non mi pare che qui si contesti la Risoluzione 181 che, come ho già ricordato entra non nel territorio della Palestina mandataria ma specificamente nel territorio ad ovest del Giordano tracciando delle linee di demarcazione fra i futuri stati. Quindi tutte le argomentazioni qui addotte mi sembrano cadere in coincidenza con la risoluzione stessa che sostituisce ogni deliberazione precedente. Così sembra a me, naturalmente, ma non solo a me. Quanto all’idea che Giudea e Samaria siano integrate nel territorio metropolitano di Israele, con tutta la sua popolazione araba, significa sottoscrivere la fine di israele come stato ebraico perché nel giro di pochi decenni la popolazione araba sarà maggioritaria. A meno di non voler avere cittadini di etnia non ebraica privati di diritti politici, cioè uno stato non democratico,

      31 Ott 2013, 19:21 Rispondi|Quota
    • #5Ruben DR

      @Fabio: veramente la 181 l’hai tirata fuori (a sproposito) te….

      31 Ott 2013, 22:40 Rispondi|Quota
    • #6Fabio

      @Ruben DR: se si parla della questione di cui nel titolo “I confini del 1967 e il diritto internazionale” è ineludbile parlare della risoluzione 181 (quindi…perché a sproposito ?). Il problema è che Volli non la prende nemmeno in considerazione la 181 se non per dire “…la proposta di divisione dell’Assemblea generale dell’Onu, che fu respinta dai paesi arabi, gli accordi armistiziali e poi quelli di Oslo, che rimandano tutti al futuro non hanno cambiato la condizione giuridica del territorio”. Non capisco come si possa dire che non ha cambiato la condizione giuridica del territorio quando è essa stessa – la 181 – che viene deliberata proprio per cambiare la condizione giuridica di quel territorio.
      Forse sono io che non capisco, ma forse è Volli che sbaglia.

      31 Ott 2013, 23:39 Rispondi|Quota
    • #7Ruben DR

      @Fabio: veramente a me sembra che l’articolo di Volli parta dalla Conferenza di San Remo dei primi anni ’20…della 181 ne hai parlato tu per primo! 😉

      5 Nov 2013, 19:27 Rispondi|Quota
    • #8Fabio

      @Ruben DR: Veramente l’articolo di Volli dice “la proposta di divisione dell’Assemblea generale dell’Onu, che fu respinta dai paesi arabi…” eccetera si riferisce evidentemente alla 181. Mi sbaglio ?

      5 Nov 2013, 21:20 Rispondi|Quota
  • #9HaDaR

    La Risoluzione ONU 181 NON HA CARATTERE ESECUTIVO, in quanto è una risoluzione dell’ASSEMBLEA GENERALE e NON del Consiglio di Sicurezza, quindi, è una dichiarazione MERAMENTE POLITICA, che del resto è DECADUTA con il RIFIUTO ARABO DI RICONOSCERE LO STATO D’ISRAELE e L’ATTACCO ARMATO DI SEI STATI ARABI contro Israele.
    Non a caso la Risoluzione del CONSIGLIO DI SICUREZZA 242, non fa ASSOLUTAMENTE menzione di quella risoluzione politica come strada da seguire, ma parla di RESTITUZIONE DI – non dei [su quell’articolo litigarono per tre giorni i redattori americani e sovietici e la SOLA versione corretta ufficiale firmata è quella in Inglese] – TERRITORI ACQUISITI da Israele nel 1967 in seguito alla GUERRA MOSSA DA EGITTO E SIRIA (blocco del traffico navale israeliano sul Mar Rosso allo Stretto di Tiran, blocco del Canale di Suez al transito di navi Israeliane, attacchi armati dal Golan ai kibbutzim della Valle della Hula sottostante in cui i cecchini siriani sparavano ai bambini nei refettori e con mitragliatrici pesanti cal. 0.50 sul mercato di Tiberiade) e di CONFINI SICURI (senza menzionare la LINEA DI CESSATE IL FUOCO DEL 1949, CHE NON ERA AFFATTO UN CONFINE INTERNAZIONALE).
    Israele, avendo restituito oltre il 90% dei territori acquisiti nel 1967 (il Sinai da sé era circa il 90%) SECONDO LA LEGGE INTERNAZIONALE ha già soddisfatto la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza 242.

    1 Nov 2013, 15:21 Rispondi|Quota
    • #10Fabio

      @HaDaR: il mio commento precedente non è passato. In ogni caso sostenevo che se la 181 è una risoluzione priva di valore politico è evidente che la dichiarazione di indipendenza che ne è conseguenza diretta sarebbe priva di valore giuridico anch’essa. Mentre la 242 che ha valore giuridico, riferendosi a (o “ai”) territori occupati (per quello che ne so anche la versione francese ha valore tanto quanto quella inglese) rifiuta di legittimare l’occupazione militare a seguito del conflitto riferendosi evidentemente e in modo inconfutabile ai territori occupati dopo il ’67 (quindi occupati al di là della linea verde). L’unico dubbio riguarda, alla fine, l’interpretazione di quell’articolo che segue però il preambolo in cui si parla esplicitamente di inammissibilità di acquisizione di territori attraverso la guerra (anche se subìta da Israele). Non vedo dunque come possa essere considerata soddisfatta la 242 con la restituzione del Sinai all’Egitto undici anni dopo. Pensare di inglobare la West Bank nel territorio nazionale israeliano – con i suoi milioni di abitanti arabi – renderà impossibile il mantenimento del carattere ebraico dello stato di qui a qualche decennio. Non mi sembra una grande idea.

      5 Nov 2013, 01:32 Rispondi|Quota
    • #11barbara

      @Fabio: 1. La 242, così come tutte le altre, è stata approvata in base al capitolo 6 e dunque non ha valore vincolante.

      2. Acquisizione di territori per mezzo della guerra significa fare una guerra per acquisire territori. Se la guerra me la fai tu e io sono costretta a difendermi per non soccombere non puoi tirarmi in ballo quella norma lì: la legge vieta di uccidere, ma de TU tenti di uccidermi e io ti devo uccidere per difendermi non mi puoi sbattere in galera con l’imputazione di omicidio, e infatti nessuno stato lo fa. Non le democrazie, per lo meno.

      3. Quella francese non è “un’altra versione”: è una traduzione dell’unica versione valida, quella inglese, con l’aggiunta di una “s” per cambiarne il senso a sfavore di Israele.

      4. La 242 chiede che gli arabi riconoscano Israele, negozino per stabilire i confini e le condizioni di pace e infine firmino un trattato di pace e che Israele, A QUESTO PUNTO, non avendo più i motivi di sicurezza che la costringono a restare su quei territori, si ritiri ai confini concordati. Dire che ordina a Israele di ritirarsi è semplicemente FALSO.

      5. La risposta araba alla 242 sono stati i “Tre no di Khartoum”: no al riconoscimento, no al negoziato, no alla pace. Quindi pretendere che vi ottemperi Israele è un’assoluta idiozia, oltre che un’invocazione al genocidio.

      6. Ciononostante Israele quando ha firmato la pace con l’Egitto gli ha restituito l’intero Sinai, che rappresenta il 90% dei territori che Israele aveva occupato nel corso delle guerre che gli erano state scatenato contro. Quindi della sua parte di 242 Israele ha assolto il 90% e gli arabi lo 0%. La matematica non è il tuo forte, vero? La logica non è il tuo forte, vero? La storia non è il tuo forte, vero?

      6 Nov 2013, 03:49 Rispondi|Quota
    • #12HaDaR

      @Fabio: Tanta confusione e tante inesattezze.
      Cominciamo dal fatto che la dichiarazione d’indipendenza d’Israele è stata anche riconosciuta dall’ONU con l’accettazione d’Israele come stato membro.
      Proseguiamo col fatto che i “milioni” di arabi in Giudea e Samaria NON CI SONO, come dimostrato dai dati della Banca Mondiale, che contraddicono i dati taroccato dell’ufficio di statistica palestinISTA che conta due volte gli arabi di gerusalemme sia come cittadini di Gerusalemme sia come cittadini della Giudea, e conta come residenti oltre 700.000 arabi che sono da anni fuori dalla zona e vivono altrove, da San Diego a Lima.
      Senza contare che il tasso di natalità dei COLONI Ebrei è di gran lunga superiore a quello arabo e anche a quello degli “ultra-ortodossi”, arrivando a circa il 5,4%.
      Proporre di DEPORTARE circa SETTECENTOMILA EBREI dalle nostre case nella NOSTRA TERRA ANCESTRALE è IMMORALE, RAZZISTA E PUZZA DI ISLAMO-SUPREMATISMO.
      Da casa mia mi ci tirano fuori orizzontale, dopo che ne ho stesi fino a che ho munizioni.
      NON SI RIPETERÀ LA DEPORTAZIONE DALLA STRISCIA DI GAZA E LA PULIZIA ETNICA RAZZISTA DEGLI EBREI LOCALI CHE CI VIVEVANO DA TRE GENERAZIONI DOPO UNO HIATUS DI 19 ANNI E POI ININTERROTTAMENTE PER OLTRE TREMILA ANNI (esattamente come in Giudea e Samaria)

      7 Nov 2013, 02:00 Rispondi|Quota
    • #13Fabio

      @barbara: io vado benissimo in matematica, in logica e anche in storia. Cerchi di non usare un tono così saccente e petulante con me. Io pongo solo dei quesiti che mi sembrano molto pertinenti visto che gran parte della comunità internazionale vi fa capo. E chiedo delle risposte credibili e affidabili, se ne ha; non so che farmene delle boutade polemiche dal momento che io mi limito a sollevare delle obiezioni, ma non sto facendo polemica con nessuno.

      In ogni caso scrivere “Quindi della sua parte di 242 Israele ha assolto il 90% e gli arabi lo 0%” parlando di restituzione dei territori è un’affermazione del tutto priva di senso. Quali sarebbero mai stati i territori occupati che gli arabi avrebbero dovuto restituire dal momento che alla fine della guerra i territori occupati da arabi erano ZERO ?

      1 – la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU 242 non ha valore vincolante ? Curioso, quindi di cosa stiamo parlando ?

      2 – acquisizione di territori tramite la guerra significa che nessun belligerante, nemmeno quelli che la guerra la subiscono hanno alcun diritto di fare propri dei territori non riconosciuti come suoi dal diritto internazionale. A me pare che sia così. Se così non è mi citi i passi del diritto internazionale che dicono il contrario; cioè che uno stato aggredito può, in caso di vittoria militare, inglobare territori del nemico (e la West Bank era a quei tempi territorio giordano secondo la linea armistiziale del ’48).

      3 – Che l’unica versione valida sia quella inglese lo dice lei. A me risulta che all’ONU non esista una lingua più valida di altre. Se è così mi citi il passo del regolamento dell’ONU che prevede quale delle lingue usate è da ritenersi valida, nel caso di più versioni utilizzate e licenziate. Se fosse solo l’inglese l’intera annosa polemica sarebbe caduta immediatamente. E invece è lì da decenni anche perché se l’ONU pubblica una versione in francese dovrebbe essere chiaramente scritto sulla stessa che essa non è da ritenersi valida.

      4 – Risoluzione 242, art 1, comma i) Retrait des forces armées israéliennes des territoires occupés lors du récent conflict. A parte la questione riguardante la traduzione de “(i) territori” il resto è molto chiaro. Ed è un passo vincolante; la questione di lana caprina è da quali territori ? Da tutti i territori occupati o da (generici e non quantificabili) territori occupati ? Si torna alla questione delle versioni diverse. Ma la questione del ritiro è indiscutibile.

      5 – La risposta araba sono stati i tre no; quindi questo è il vero motivo del rifiuto israeliano di ottemperare alla risoluzione 242. Lo si dica chiaramente senza stare a soppesare se la 181 ha o non ha valore giuridico, se ci si deve riferire invece al trattato di Sanremo o sulla valenza della 242. Ma se alla fine la posizione araba dovesse diventare di tre sì, poi non c’è più niente che giustifichi Israele dal trattenere “territori occupati durante il conflitto del ’67”. Oppure si rispolvera la questione del trattato di Sanremo ?

      6 – Israele ha sottoscritto un trattato di pace con l’Egitto e su quella base ha restituito il territorio occupato ottenendo in cambio la fine dello stato di belligeranza. Si chiama infatti trattato di pace. Ma questo riguarda l’Egitto, non la West Bank che è stata “ceduta” dalla Giordania.

      Domanda finale a cui nessuno ha ancora risposto. Inglobare la West Bank nel territorio nazionale israeliano significa inglobare anche qualche milione di arabi palestinesi con un tasso di crescita demografica superiore a quello israeliano. Che cosa diventerà questo stato fra pochi decenni ? Uno stato a maggioranza araba con una minoranza ebraica: bel risultato!

      7 Nov 2013, 03:00 Rispondi|Quota
      • #14Emanuel Baroz

        Noto solo ora che questo curioso ed interessante scambio di opinioni sia andato avanti, e mi riprometto di intervenire successivamente. Intanto tengo a ribadire a Fabio che la lingua vincolante per le risoluzioni ONU è l’inglese, come stabilito nel regolamento. I documenti in lingua francese sono solo delle traduzioni, che ovviamente non hanno alcun valore giuridico, checchè ne dicano i paesi di lingua francofone

        7 Nov 2013, 12:40 Rispondi|Quota
    • #15Fabio

      @Emanuel Baroz: Ci tengo a sottolineare che non ho alcuna intenzione di polemizzare, ma che sto solo cercando risposte ai miei dubbi. Ad esempio: Emanuel mi dice che l’inglese è la sola lingua ufficiale e che le altre sono solo traduzioni prive di valore giuridico. Se vado su Wikipedia alla voce ONU trovo scritto “Lingue ufficiali: inglese, francese, spagnolo, russo, cinese, arabo”. Allora vado sul sito ufficiale dell’ONU (vers. ITA) qui http://www.onuitalia.it/component/content/article/48 dove trovo conferma che la notizia di Wikipedia è esatta. Risulta invece sbagliata quella suggerita da Emanuel: non è vero che l’inglese sia la sola lingua giuridicamente valida. Questo riporta alla doppia versione della 242 ed alle due controverse interpretazioni circa i ‘territori’.

      Se ho dei dubbi, non vi pare che siano ragionevoli essendo poi confermati dalle fonti ufficiali ?

      7 Nov 2013, 12:55 Rispondi|Quota
      • #16Emanuel Baroz

        si, le lingue ufficiali sono quelle, ma la lingua principale in cui vengono scritte le risoluzioni è l’inglese. Ovviamente poi le varie risoluzioni vengono tradotte in altre lingue, ma la versione ufficiale su cui ci si deve basare per le proprie riflessioni è l’inglese. Detto q2uesto dopo aver riletto i vari interventi non ho capito come siamo arrivati dalla Conferenza di San Remo del 1920 alla risoluzione 242….

        7 Nov 2013, 13:03 Rispondi|Quota
    • #17Fabio

      @HaDaR: Non credo che esista una proposta di deportare 700mila ebrei dalle loro case. Mi pare che il problema sia se tutta la West Bank debba ritenersi territorio integrabile in quello israeliano oppure se la proposta di scambio territoriale (le urbanizzazioni al di là della linea verde sarebbero integrate in Israele in cambio di altre porzioni delle stesse dimensioni di territorio israeliano che verrebbero cedute al futuro stato palestinese).
      Mi pare che la trattativa sarebbe questa.
      In ogni caso, tutta la discussione nasce da un articolo di Volli che mi pare molto discutibile. Non voglio certo insinuare che chi abita in Giudea e Samaria se ne debba andare da casa sua.

      7 Nov 2013, 13:03 Rispondi|Quota
    • #18Fabio

      @Emanuel Baroz: ci siamo persi strada facendo probabilmente…. Sanremo viene fuori nell’articolo di Volli che ha negato valore giuridico alla 181 (e fin qui ci si può stare anche se la dichiarazione di indipendenza gli conferisce valore secondo me) ma la 242, pur non facendo riferimento alla 181, di fatto rimarca la linea armistiziale del ’48 come delimitazione. I territori acquisiti dopo la guerra del ’67 oltre la linea verde devono essere restituiti: in toto o in parte ? Vecchia questione che rimanda al discorso sulle versioni in lingua diversa. Hanno valore solo le delibere in inglese, anche se le lingue ufficiali sono anche altre ? Ho molti dubbi che un organismo istituzionale come l’ONU possa licenziare – rendere pubbliche – versioni che non hanno valore giuridico. E’ più probabile che siano versioni leggermente ritoccate a bella posta per non aver potuto far concordare le parti su un testo indiscutibile. Ma questo conferirebbe legittimità alla versione palestinese… insomma, i dubbi permangono.

      7 Nov 2013, 13:16 Rispondi|Quota
    • #19HaDaR

      @Fabio: In effetti, la 181 non ha nessun valore giuridico, esattamente come la risoluzione dell’assemblea generale del 1975 che definiva il sionismo una forma di razzismo.
      Non è che una dichiarazione POLITICA, senza nessun valore esecutivo, rigettata de facto e de jure da TUTTI gli arabi nel 1947 e poi nuovamente nel 1948 con l’attacco ad Israele che l’ha resa “caduque” [visto che le piace forse di piú il Francese… 😉 ]
      Quanto alla 242, la SOLA VERSIONE UFFICIALE e CONTROFIRMATA da Americani e Sovietici, è quella INGLESE, su quella litigarono per tre giorni PROPRIO SULL’ARTICOLO “the” che nel testo Inglese è stato OMESSO APPOSTA PER DECISIONE CONGIUNTA AMERICANO-SOVIETICA.
      Parlare a vanvera non serve a nulla. La storia si fa coi documenti e DI CERTO non basandosi su Wikipedia… Che può dire OD OMETTERE ciò che vuole, ma la SOLA VERSIONE della 242 SOTTOSCRITTA IN CALCE e valida, come SPECIFICATO DAL PROTOCOLLO, è quella in Inglese
      Si legga TUTTE le dichiarazioni degli autori della 242, a cominciare dal Prof. Eugene Rostow.
      Può trovare un’ottima sintesi, se non vuole leggersi i documenti ufficiali, qui:
      http://www.camera.org/index.asp?x_context=2&x_outlet=118&x_article=1267

      7 Nov 2013, 17:13 Rispondi|Quota
    • #20Fabio

      @HaDaR: ancora un paio di appunti, poi mi ritiro e vi lascio in pace.
      La 181 non ha valore giuridico in quanto risoluzione dell’assemblea generale, non del consiglio di sicurezza (ma la 242 invece ce l’ha proprio perché è del consiglio di sicurezza). Ma, se viene accettata (da Israele) il suo valore viene confermato dall’accettazione stessa. Gli arabi però non l’hanno accettata e questo la fa decadere ? Probabilmente sì, ma allora anche la dichiarazione di indipendenza – che è conseguente alla 181 – potrebbe essere ritenuta decaduta ? Non lo so, siamo in punta di diritto e non me ne intendo abbastanza.

      Sulle versioni della 242: prendo nota che siamo passati dal ritenere l’inglese l’unica lingua ufficiale a dire che anche altre (fra cui il francese) sono lingue ufficiali. E’ già una cosa diversa.
      Poi si dice che la versioine ufficiale della 242 – la sola firmata – è quella inglese. Quindi l’ONU avrebbe licenziato (cioè pubblicato ufficialmente) una versione francese, diversa in un punto essenziale, ma priva di valore giuridico. La cosa mi sembra molto strana e poco credibile. Ma se mi dite che è andata così e la documentazione ufficiale (non gli archivi di stampa di alcuni funzionari americani, di cui la ringrazio perché sono documenti interessanti, ma non sufficienti per una dimostrazione indiscutibile) lo dimostra, non avrò nulla da obbiettare. Purtroppo l’unico documento che sono riuscito a trovare mostra la versione inglese parallela (a fronte) di quella francese; quindi smentirebbe – con tutto il rispetto – il commento di HaDaR. Se avete tempo e voglia di segnalarmi i documenti ONU ufficiali ve ne sarò molto grato.
      Un saluto a tutti.

      7 Nov 2013, 21:18 Rispondi|Quota
  • #21Daniel

    Egregio signore/a, sarebbe così gentile da rispondere a qualche domanda? Se lei è così sicuro che la “Palestina” sia stata fondata molti secoli fa, ben prima della presenza degli ebrei e abbia lasciato tracce nella storia, beni culturali da conservare, eredità da difendere, certamente lei sarà in grado di rispondere alle seguenti domande:

    Quando è stata fondata e da chi?
    Quali erano i suoi confini?
    Qual era la sua capitale?
    Quali erano le sue città più importanti?
    Qual era la base della sua economia?
    Qual era la sua forma di governo?
    Può citare almeno un leader palestinese prima di Arafat e di Amin Al Husseini, il muftì di Gerusalemme amico di Hitler?

    La “Palestina” è stata mai riconosciuta da un paese la cui esistenza a quel tempo non lascia spazio a discussioni?
    Qual era la lingua parlata nello stato di Palestina prima degli ebrei?
    Avevano un sistema politico? Il loro sovrano portava un titolo? C’era un parlamento o un consiglio? Hanno combattuto delle battaglie?
    C’è un qualche libro palestinese prima del Novecento? Può nominare uno scrittore palestinese, un pittore, uno scultore, un musicista, un architetto palestinese prima di tale data?

    Esiste un piatto tipico palestinese, che lei sappia? Un costume caratteristico?
    Che religione aveva la Palestina prima di Maometto?
    Qual era il nome della sua moneta? Ne esistono degli esemplari in qualche museo?

    Scelga pure una data nel passato anche recente e ci dica: qual era il tasso di cambio della moneta palestinese nei confronti del dollaro, yen, franco, ecc.?
    Poiché questo paese oggi non esiste, può spiegare la ragione per cui ha cessato di esistere? E può specificarne la data di estinzione?

    Se la sua organizzazione piange per il destino dei poveri palestinesi “occupati”, mi può dire quando questo paese era orgoglioso e indipendente?

    Se le persone che, a torto o a ragione, chiamate palestinesi non sono solo una collezione di immigrati dai paesi arabi e se davvero hanno una identità definita etnica che assicura il diritto di autodeterminazione, mi sa spiegare perché non hanno cercato di essere indipendenti dai paesi arabi prima della devastante sconfitta nella Guerra dei Sei Giorni? Perché datano l’”occupazione” dal ’67, se prima i “territori palestinesi” erano governati da stati “non palestinesi” come l’Egitto e la Giordania?

    Le ho fatto tante domande, mi auguro che potrà rispondere almeno a qualcuna. Finisco solo con una nota: spero che lei non confonda i palestinesi con i Filistei, che erano una popolazione marittima di lingua indeoeuropea (i popoli del mare) che fecero un’invasione in terra d’Israele, come anche in Egitto e nell’attuale Libano verso il nono secolo a.C. Il solo rapporto è l’invenzione romana che dopo la distruzione del Tempio, nel I secolo, ribattezzò quelle terre per spregio con il nome di un antico nemico dei ribelli ebrei. L’etimologia non è storia.

    Come mai non è nato uno Stato palestinese tra il ’48 e il ’67?
    E poi un’altra domanda: come sono stati trattati i profughi palestinesi dai fratelli arabi prima e dopo il ’67, dopo ma anche prima sottolineo?
    Conoscete gli orrori del “Settembre nero” in Giordania? Conoscete il ruolo della Siria nel massacro del campo di Tal el Zatar?
    Ma soprattutto: sapete che se i palestinesi avessero accettato il piano di spartizione dell’Onu, oggi avremmo due popoli e due Stati? Non c’era bisogno di tante guerre e tanto spargimento di sangue se gli arabi e i palestinesi avessero accettato il diritto degli ebrei ad avere uno Stato. Questo pochi lo sanno. Pochi lo vogliono sapere.

    E’ possibile che 20 anni dopo Oslo, miliardi di dollari, miliardi di euro, aiuti da tutto il mondo, compreso Israele, l’Autorità Palestinese non sia stata capace di costruire un solo ospedale moderno, una qualsiasi struttura e continui a piangere miseria? Questa è la domanda che molti si fanno, per “molti” intendo le persone pensanti, non certo i pacifisti filopalestinesi o i sinistri antisraeliani che continuano il boicottaggio contro Israele, accecati dall’odio e dalla loro criminale ideologia. Allora?
    Qualcuno sa dirmi dove sono finiti i miliardi e perché l’ANP (per non parlare di Gaza) pullula di villone con piscina di proprietà dei capi e capetti palestinesi mentre non esiste un ospedale degno di questo nome, non esistono università se non quelle dove si allevano amorevolmente giovani fanatici destinati a diventare possibili terroristi, (es.: Bir Zeit)?
    Qualcuno sa dirmi perché, letteralmente affogati, alla Paperon de’ Paperoni, nei miliardi che il mondo manda da decenni all’ANP, miliardi che avrebbero potuto ricoprire d’oro ogni casa palestinese e rendere ricco ogni singolo abitante, miliardi che avrebbero potuto costruire ospedali e atenei all’avanguardia, la popolazione palestinese vive male e chi ha bisogno di cure serie deve venire in Israele o andare in qualche altro paese disposto ad accoglierli e a curarli gratis?

    Leaders israeliani:
    BENJAMIN NETANYAHU, Nato il 21 ottobre 1949 a Tel Aviv.
    EHUD BARAK, Nato il 12 febbraio 1942 a Mishmar HaSharon, Mandato britannico della Palestina.
    ARIEL SHARON, Nato il 26 febbraio 1928 a Kfar Malal, Mandato britannico della Palestina.
    EHUD OLMERT, Nato il 30 settembre 1945 a Binyamina-Giv’at Ada, Mandato britannico della Palestina.
    ITZHAK RABIN, Nato il 1 March 1922 a Gerusalemme, Mandato britannico della Palestina.
    ITZHAK NAVON, Presidente israeliano nel 1977-1982. Nato il 9 aprile 1921 a Gerusalemme, Mandato britannico della Palestina.
    EZER WEIZMAN, Presidente israeliano nel 1993-2000. Nato il 15 giugno1924 a Tel Aviv, Mandato britannico della Palestina.

    Leader arabi “palestinesi”:
    YASSER ARAFAT, Nato il 24 agosto 1929 al Cairo, Egitto.
    SAEB EREKAT, Nato il 28 Aprile 1955, in Giordania. Ha la cittadinanza giordana.
    FAISAL ABDEL QADER AL-HUSSEINI, Nato il 1948 a Bagdad, Iraq.
    SARI NUSSEIBEH, Nato il 1949 a Damasco, Siria.
    MAHMOUD AL-ZAHAR, Nato il 1945 al Cairo, Egitto.

    Quindi i leader israeliani, che sono nati in Palestina, sono colonizzatori o invasori.
    Mentre i leader arabi palestinesi che sono nati in Egitto, Siria, Iraq e Tunisia sono nativi palestinesi????

    3 Lug 2014, 00:47 Rispondi|Quota
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