4 Novembre 1945: il pogrom di Tripoli (Libia)

 
Emanuel Baroz
4 novembre 2013
11 commenti

La questione dei profughi ebrei scappati dai paesi arabi viene spesso sottovalutata sia dagli storici che dagli “esperti” di politica estera che premono continuamente sullo Stato di Israele facendo continuamente riferimento ad un numero sempre maggiore e mai realmente confermato di “profughi palestinesi” con cui i vari governi israeliani dovrebbero fare i conti. Nell’ottica di riscoperta di avvenimenti storici poco conosciuti ai più, riteniamo quindi opportuno oggi dare spazio ad una testimonianza diretta riguardante uno dei terribili pogrom che subirono gli ebrei di Libia (di cui ci siamo già occupati qualche anno fa). Buona lettura.

Verità sugli ebrei della Libia

pogrom-ebrei-tripoli-libia-4-novembre-1947-focus-on-israel

di Leone Nauri

Leggo continuamente dei bei tempi andati in Libia… E rimango incredulo e stupito. Basterebbe ricordarsi che da quel paese siamo stati cacciati dopo tre pogrom e senza una lira in tasca per non credere a queste menzogne ma probabilmente non è sufficiente per cui vorrei ricordare ai miei compaesani come vivevamo, senza sindromi di Stoccolma o altro. Vorrei ricordare che quando uscivamo di casa il consiglio silenzioso dei genitori era: testa bassa e passo svelto. Che le possibilità di essere insultai, sputazzati, picchiati erano tra il 30 ed il 50 per cento. Che quando uscivamo da casa eravamo possibilmente più di uno e che ci accompagnavamo vicendevolmente. In genere ogni uno di noi aveva un accompagnatore “ghibbor e coraggioso” per tornare. Mia madre Z’ L’ quando tornavo mi diceva sempre che… ero un attaccabrighe perché in fin dei conti se avessi seguito strade più sicure, a testa bassa, con passo svelto o di corsa avrei probabilmente ridotto il numero degli scontri!

Nelle stradine più strette con marciapiedi piccoli se eri sovrappensiero e non ti accorgevi che dalla parte opposta arrivava un mussulmano e quindi non scendevi dal marciapiedi beccavi un ceffone ed una serie di insulti dal “ia kelb”, a “iudi kafr”. E questa era le regola, non era una situazione speciale era così e basta. Quando si tornava dal tempio ti aspettavano fuori e ti attaccavano. Mi ricordo che il nostro gruppetto in uscita da Slat dar el malte era Leone Nauri, Victor Meghnagi Z’ L’ e Simo Dula questo era il vero ghibbor, metteva la lingua fra i denti e diceva: non rispondere a caso se ti picchiano rispondi al loro capo e non agli altri.

Ai miei genitori quando dicevo di andarcene mi rispondevano sempre che ero un esagerato!

Vorrei ricordarvi anzitutto che nel 1945 in Libia vivevano 40000 ebrei e 500000 arabi in un territorio grande tre volte l’Italia e che il nostro annichilimento ha portato ad una nostra progressiva cacciata nonostante noi fossimo residenti da oltre 2000 anni, molto prima dei mussulmani, ma questo non viene mai ricordato, nessuno si alza con le chiavi di casa a richiedere le nostre case ed i nostri diritti. Noi eravamo circa l’otto per cento della popolazione e ci spetterebbe l’8 per cento del territorio, del petrolio, dei soldi che ci hanno derubato, oltre la rivalutazione e gli interessi. Centinaia di sinagoghe trasformate in moschee o date alle fiamme, centinaia di morti e il nostro cimitero coperto con l’asfalto di una autostrada. Non abbiamo resistito con le armi, non ci hanno ascoltato né l’ONU e nemmeno le altre associazioni internazionali. Ma credo che dovremmo cominciare a pensare ad un movimento politico, anche con l’uso delle flottiglie che vanno di moda. Maledetti loro.

I morti del 1945

Vorrei anzitutto ricordare il contesto in cui si è svolto il pogrom. La Libia era una colonia Turca, poi una colonia Italiana e dopo la guerra era sotto il controllo della Gran Bretagna. Il 4 Novembre 1945 i mussulmani hanno attaccato gli ebrei ovunque fossero, hanno dato alle fiamme centinaia di negozi, case, sinagoghe ed hanno assassinato 133 persone. Le autorità Inglesi non hanno mosso un dito per quattro giorni e quattro notti!

Il risultato è stato l’assassinio a Tripoli di:Amira Izhak (Huga Giabin), Attia Regina (Tesciuba), Barabes Huatu Asciusc, Barda David, Bendaud Masauda, Dadusc Lisa, Fellah Musci-Kisc, Fellah Rubina, Genah Barkhani-Kassis, Genah Yosef Kassis, Gerbi Hmani Barghut, Guetta Meri, Habib Pinhas, Haiun Mazala, Halfon Hmani-Aruah, Halfon Masuda-Buda, Hassan Mas’auda, Leghziel Mamus – Ghezal, Makhluf Nissim, Meghnagi Gebri, Messica Hai Glam, Messica Raffael- Halil, Nahum Pinhas, Nahum Shlomo-Nawi, Naim Bekhor, Naim Bekhor Baiiba, Naim Raffael, Naim Nasi, Naim Iosef-Haba, Rav Dadusc Sciaul, Rav Avraham Tesciuba, Serussi Iakov-Gabbai, Sofer Hanna (Haddad), Sofer Mas’ud, Zanzuri Rubina.

Ad Amrus sono stati assassinati: Buaron Misa, Baranes Zina, Baranes Miha, Baranes Mas’uda, Glam Abraham, Glam Giuara, Iamin Mas’uda, Cahlon Huatu, Cahlon Huatu, Cahlon Hai, Cahlon Micael, Cahlon Makhluf, Cahlon Mantina, Cahlon Saida, Cahlon Pinhas, Cahlon Sciuscian, Cahlon Sara, Makhluf Guta, Makhluf Huatu, Makhluf Khlafu, Makhluf Misa, Makhluf Misa, Makhluf Misa, Makhluf Mantina, Makhluf Nesria, Makhluf Sultana, Makhluf Scimon, Makhluf Scimon, Mimun Lisa, Mimun Sfani, Saada Wasi, SaadaMisa, Scmuel Bekhor, Scmuel Iaakov, Scmuel Meir, Scmuel Mergiana (Makhluf), Sasson Lisa, Scmuel Rahel, Scmuel Scimon.

A Zanzur sono stati assassinati: Cahlon Bachuna, Cahlon Huatu, Cahlon Mamus, Cahlon Masu, Cahlon Sturi (Debasc), Guetta Aziza, Guetta Aziza, Guetta Eliau, Guetta Fragi, Guetta Ghezala, Guetta Ghezala (Debasc), Guetta Hluma, Guetta Hmani, Gueta Kalifa, Guetta Khamsa, Guetta Khlafu, Guetta Khlafo, Guetta Lidia, Guetta Mas’uda (Serussi), Guetta Misa, Guetta Mosce, Guetta Nissim, Guetta Saruna, Guetta Sbai, Guetta Sfani, Guetta Toni, Hayun Dukha, Haiun Hmani, Haiun Khamus, Haiun Kheria, Hayun Khlafo, Haiun Mergiana (Makhluf), Makhluf Gamira, Makhluf Sara, Makhluf Scimon, Scmuel Nissim.

A Zawia sono stati assassinati: Bukris Ester (Dadusc), Badasc Giuara, Badasc Rahamin, Dadusc Scialom, Haggiag Nissim, Halal Eliau, Halal Hevron, Halal Khamus, Halal Somani, Haiun Sclomo, Hayun Ester (Tura), Leghziel Kheria (Dadusc), Zigdon Nesria.

A Tagiura sono stati assassinati: Arbib Bekhor, Arbib Khalifa, Arbib Scmuel, Attia Eliau, Buaron Amira, Frig Guta (Dadusc), Skhaib Abraham.

A Msellata hanno assassinato: Attia Rahmin-Agila, Attia Iehuda, Legtivi S’ayid

Gli ebrei si erano sempre fidati dei mussulmani, e nonostante alcuni problemi non avrebbero mai immaginato un assalto di quelle proporzioni. Questo provocò un abisso incolmabile con i mussulmani ed una assoluta mancanza di fiducia nelle autorità inglesi. I massacri durarono dal 4 al 7 novembre e non mi risulta nessuna commissione di inchiesta dell’Onu o delle associazioni Internazionali. Per onestà bisogna ricordare che anche alcuni dignitari mussulmani cercarono di bloccare i massacri e che solo dopo tale data gli inglesi intervennero fermandoli.

Il Blog di Barbara

Nella foto in alto: l’ingresso del vecchio ghetto di Tripoli (Libia), chiamato anche “hara”

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  • #1Leone Nauri

    Grazie. Aggiungo anche che dopo la sconfitta dei nazifascisti la Libia venne posta sotto la amministrazione militare britannica, l’antisemitismo ( inteso come antiebraismo) ed il disprezzo dei mussulmani nei confronti degli ebrei era sempre molto forte. Molti mussulmani sapevano pero’ che un attacco agli ebrei avrebbe potuto provocare un irrigidimento ed un prolungamento dei tempi necessari alla proclamaIone della indipendenza della Libia. Non dimentichiamo che all’epoca gli abitanti della Libia erano circa 750.000 e gli ebrei circa 40.000, in tripolitania inoltre le percentuali erano naturalmente ben altre! Inoltre la Libia era ( come adesso) un coacervo di tribu’ e non aveva alcuna storia unitaria!

    Rapporto del presidente della comunita’ ebraica di Libia, Zachino Habib Z’ L’:
    Nel tardo pomeriggio di domenica, 4 novembre 1945, il presidente della comunita’ comincio’ a ricevere notizie circa una serie di attacchi simultanei ( che dimostravano un progetto organizzato), contro membri della comunita’. Corse immediatamente al quartier generale britannico per riferire degli attacchi e chiedere l’ immediato intervento delle forze dell’ordine al fine di prevenire ulteriori aggressioni.
    Non si riusci’ a trovare alcun ufficiale di polizia ne’ nella stazione ne’ altrove!!!
    Coloro che si trovavano nella stazione assicurarono che si sarebbe provveduto al piu’ presto a ristabilire l’ordine.

    Lunedi’ mattina presto iniziarono attacchi furibondi contro gli ebrei a Tripoli ed in centinaia di altri villaggi della Libia. La richiesta di intervento da parte dei capi della comunita’ ebraica al comando generale Britannico venne fatta al comandante colonnello Oulton al suo arrivo alle ore 9 del mattino. La richiesta era naturalmente quella di far intervenire l’esercito visto che la polizia non sembrava intervenire per la pochezza dei mezzi a disposizione. Purtroppo nessun intervento venne effettuato nonostante venisse avvisato sia il capo della polizia colonnello Mercer, sia il capo della amministrazione militare Brigadiere Blackley. I primi interventi iniziarono solo la sera del 6 e nel pomeriggio del 7 novembre!!

    Il risultato fu l’assassinio di oltre cento ebrei uccisi nei modi piu’ efferati,con inimmaginabile crudelta’ e molti vennero bruciati vivi!!!

    Il numero fra gli assassinati e i deceduti per le gravissime ferite, di 130, centotrenta, morti.

    35 a Tripoli, 38 a Amrus, 7 a Tagiura, 3 a Qusbat, 34 a Zanzur, 13 a Zavia. Le vittime lasciarono 30 vedove e 92 orfani. In molti casi vennero massacrate intere famiglie. Moltissimi feriti. A Qusbat vennero rapite numerose donne e ragazze. Numerosi uomini e donne al fine di salvare le loro vite furono costretti ad abiurare alla loro fede ed abbracciare l’Islam.

    Vennero distrutti 736 negozi o magazzini a Tripoli, 56 ad Amrus, 11 a Tagiura, 5 a Zanzur, 5 a Zavia per un totale di 813 edifici!!!

    Il valore dei beni vennero quantificati all’epoca in 268.231.752 Mal ( sterline dell’epoca).
    Annual report1945 British Military Administration Tripolitania, pagina 14.

    Purtroppo ancora oggi esiste un folto gruppo di persone che parlano di bella vita in Libia e di ” ia hasra”. Questa e’ la storia ed i fatti ed i numeri non si possono cambiare.

    Un Kaddish ed un Izkor per i nostri morti. Shalom

    4 Nov 2013, 17:55 Rispondi|Quota
  • #2Daniele Raccah

    Ricordo benissimo le circostanze descritte da Leone Nauri. Esattamente così come descritte. Ero uno dei “ghibborim”. Mi riempivo la cartella di scuola con pesanti mattoni o pietre e la usavo per fare largo a me e ai compagni all’uscita dalle lezioni. Ricordo mia madre Z.L. offesa da un musulmano ed io che, avendo reagito , mi beccavo pugni e calci senza che nessuno intervenisse. Ricordo le abituali aggressioni fuori dalla scuola, nei giardini, al mare.
    Le cose più “normali” erano i libri di testo della scuola italiana ritagliati nei punti dove compariva il nome di Israele..l’atlante geografico cancellato….
    Ma molti hanno la memoria corta, anzi cortissima…e piovono gli assurdi “ia hasra” !!!!
    Grazie Leone !!

    5 Nov 2013, 13:21 Rispondi|Quota
  • #3barbara

    Una piccola precisazione per chi eventualmente non lo sapesse (magari qualcuno c’è): “hara”, il nome con cui venivano chiamati i ghetti ebraici, in arabo significa “merda”.

    7 Nov 2013, 00:00 Rispondi|Quota
    • #4Raphael Luzon

      Assolutamente falso. La parola Hara (pronunciata con la H di het in ebraico) e` una parola araba che significa `quartiere`.
      La parola di escrementi e khara scritta con la khaf ebraica.
      Come al solito non sapete e tirate ad indovinare.

      4 Nov 2018, 11:36 Rispondi|Quota
    • #5Emanuel Baroz

      @Raphael Luzon: si può anche intervenire in maniera più educata eh?

      6 Gen 2019, 14:37 Rispondi|Quota
  • #6Micol

    Una bellissima testimonianza. Grazie

    4 Nov 2014, 08:46 Rispondi|Quota
  • #7Avner Flavio Hannuna

    Poco da aggiungere a quanto scritto dall’amico Leone con cui continuo a condividere la gioventù avanzata.
    Direi che faccio parte di quelli che hanno avuto più fortuna negli accadimenti del 67.
    Dei 4 figli ero rimasto solo io a casa, la più grande sposata, mio fratello era partito giovane prima per Milano e poi Londra e l’altra sorella era da qualche anno a Roma.
    Lavoravo alla Banca di Roma e sentendo alla Radio gli inviti di Nasser a buttarci a mare, da metà maggio chiedevo di potermi assentare per venire in ferie in Italia, alla fine nonostante il rifiuto acquistai un biglietto per il volo Tripoli Roma: Data: 5 Giugno 1967 prima mattina. I miei Genitori invece avevano deciso per la stessa data ma in Nave. Riuscii a sedermi nella poltrona dell’Aereo prima che succedesse nulla di grave. Il mio vicino di poltrona mi informò che era scoppiata la guerra! Il primo pensiero espresso ad alta voce fu: meno male così non ci torno più a Tripoli.
    Per i miei Genitori fu invece molto difficile, alle 11 erano già scoppiati i tumulti e sarebbe stato impossibile raggiungere il Porto se non grazie ad un amico di mio Padre tenente di Polizia, raggiunto per telefono mandò una camionetta che attraverso la folla urlante li portò fino a dentro il Porto. Tra le altre cose quel Tenente mi salvò parecchie volte dall’essere portato in gattabuia, ogni volta che mi beccavano per una scazzottata o simile, telefonavo, e lui dicendo: Ada uold Ammi (questo è figlio di mio zio) mi faceva uscire. Seguirono per i miei 24 ore di inferno perchè non avevano mie notizie e dalla Nave non riuscivano a contattare nessuno in Italia, non erano sicuri che fossi riuscito a partire visti i tumulti.
    Il seguito è lieta storia Italiana, per noi è stato abbastanza semplice. Italiani da sempre non siamo passati attraverso trafile burocratiche o altro. Mia sorella già lavorava io dopo 10 giorni avevo trovato lavoro in un ufficio e da allora non ho fatto che benedire Re Idris e Gheddafi che ci avevano cacciato.

    4 Nov 2015, 13:04 Rispondi|Quota
  • #8Victor

    4 novembre 1945, 70 anni fa esatti. A Tripoli un folla di assassini fanatici assalta l’antico ghetto: devastano sinagoghe, negozi e case degli ebrei. Nessuno interviene a difesa di persone indifese: bambini, donne, uomini, tutti intenti semplicemente a condurre la loro vita in un paese considerato fino ad allora ostile agli ebrei, ma comunque “casa”. Alla fine i morti si contano in 132. Venivano trucidati a colpi di machete, prima i bambini e poi le madri. Mio nonno Huato, convinto di non aver nulla di che temere, il 4 novembre 1945 era uscito di casa per andare in ufficio come tutti i giorni, incurante del pianto della moglie e dei figli che lo pregavano di restare a casa. Era un uomo buono, pio, un grande benefattore per ebrei e arabi, ancora oggi ricordato con affetto. Fuori di casa fu riconosciuto dalla folla, colpito da 100 contro uno, e ridotto in fin di vita, lo presero a martellate in testa rompendogli il cranio. Un arabo lo raccolse di nascosto, lo mise in una carriola e lo rovesciò davanti a un ospedale; gli doveva tanta gratitudine, e non se la sentiva di lasciarlo morire per strada. Mia nonna e la famiglia lo diedero per morto, erano asserragliati in casa e lui non tornava. Appresero che era vivo solo alla fine del pogrom. Io non ho mai scritto su Facebook, ma oggi lo faccio, e dedico questo post alla memoria dei nostri morti, come un fiore posato sulle loro tombe, che non esistono più perché pure il nostro cimitero a Tripoli ce lo hanno distrutto. Ciao Nonni, ciao Papà.

    4 Nov 2015, 15:14 Rispondi|Quota
    • #9Alex

      @Victor: Grazie Victor per questa tua testimonianza. Ora riflettete, perché questo è stato. Quando sento dire che “il male del medioriente viene da Israele” o che “sono gli insediamenti ad impedire la pace” o che gli attentati terroristici “sono il frutto della disperazione dei palestinesi”, mi domando: e allora come spiegate i pogrom antiebraici di 30, 40, 50, 60 anni fa? Quale male poteva aver commesso questa gente nei paesi arabi se Israele era solo un’idea o era appena nata? Leggete queste storie e domandatevi cosa può avere spinto tanta gente ad aver scacciato, inseguito e trucidato colleghi, vicini di casa e amici di una vita in Libia, in Iraq, in Tunisia, in Egitto, in Libano, in Algeria, in Yemen.

      Non so quale siano la risposte giuste, ma conosco quelle sbagliate. Se vogliamo spiegarci il perché degli attentati di oggi così come quelli di ieri è inutile flagellarsi e cercare la ragione di tanto odio nelle azioni che volontariamente o involontariamente noi ebrei possiamo aver commesso. La risposta a tanto odio va cercata altrove, senza volgere lo sguardo ad Israele.

      La questione dei rifugiati ebrei dai Paesi arabi è uno degli argomenti meno conosciuti e dibattuti nella storia contemporanea. I Paesi arabi avevano delle numerose e importanti comunità ebraiche, spesso di antica origine, le cui radici si rifacevano a 2500 anni fa come a Baghdad. Le comunità ebraiche arano parte integrante della società contribuendo a tutti i livelli di vita sociale, un’esistenza di cui – a parte le tradizioni millenarie, portate avanti a fatica – oggi non rimane più nulla, neanche le briciole. Questa è la nostra “catastrofe”, così sconosciuta al grande pubblico di non aver meritato nemmeno la fastidiosa retorica che circonda la Shoah, l’altra tragedia degli ebrei del XX secolo.

      4 Nov 2015, 18:26 Rispondi|Quota
  • #10Emanuel Baroz

    Miti e fatti: Il trattamento degli Ebrei nei paesi arabo-islamici

    di Mitchell G. Bard

    Miti da confutare

    17.a. “Gli arabi non possono essere antisemiti essendo semiti essi stessi”

    17.b. “Le moderne nazioni arabe sono solo anti-israeliane e non sono mai state anti-ebraiche”

    17.c. “Gli Ebrei vissuti nei paesi islamici furono trattati correttamente dagli arabi”

    17.d. “Essendo ‘Popolo del Libro’, Ebrei e cristiani sono protetti dalla legge islamica”

    17.e. “Le scuole musulmane negli Stati Uniti insegnano la tolleranza nei confronti dell’Ebraismo e delle altre fedi, e promuovono la coesistenza con Israele”

    [I miti in dettaglio]

    17.a. MITO

    “Gli arabi non possono essere antisemiti essendo semiti essi stessi”

    17.a. FATTI

    Il termine “antisemita” fu coniato in Germania nel 1879 da Wilhelm Marr per riferirsi alle manifestazioni anti-ebraiche del periodo e per dare un nome più scientifico all’ostilità nei confronti degli Ebrei.[1]

    “Antisemitismo” è stato accettato ed inteso come vocabolo per indicare l’avversione al popolo ebraico. I dizionari definiscono il termine come “Teoria, azione o pratica volta contro gli Ebrei” e “Ostilità contro gli Ebrei come gruppo religioso o razziale, spesso accompagnata da discriminazione sociale, economica e politica” [2]

    La pretesa che gli arabi in quanto “semiti” non possano essere antisemiti è una distorsione semantica che ignora la realtà delle discriminazioni e delle ostilità contro gli Ebrei.

    Gli arabi, come ogni altro popolo, possono infatti essere antisemiti.

    17.a. LA FRASE CELEBRE:

    “Il mondo arabo è l’ultimo bastione di un antisemitismo sfrenato, sfrontato, aperto e inconcepibile. I miti Hitleriani vengono pubblicati sulla stampa popolare come verità incontrovertibili. L’Olocausto viene minimizzato o negato… E’ difficile immaginare come il mondo arabo possa mai giungere ad accordi con Israele quando gli Israeliani stessi vengono ritratti come l’incarnazione del diavolo”

    Opinionista Richard Cohen

    Washington Post (30 Ottobre 2001)

    17.b. MITO

    “Le moderne nazioni arabe sono solo anti-israeliane e non sono mai state anti-ebraiche”

    17.b. FATTI

    I leader arabi hanno ripetutamente esplicitato la propria ostilità nei confronti degli Ebrei e dell’ebraismo.

    Ad esempio, il 23 Novembre 1937, il re dell’Arabia Saudita Ibn Saud disse al Colonnello britannico H.R.P. Dickson: “Il nostro odio per gli Ebrei ha le sue radici nella condanna di Dio nei loro confronti per la persecuzione e il rifiuto di Isa (Gesù) e il conseguente rifiuto del Suo Profeta prescelto”. Aggiunse anche “che per un musulmano uccidere un ebreo, o essere ucciso da un ebreo assicura l’ingresso immediato in paradiso presso la venerabile presenza di Dio Onnipotente” [3]

    Allorché Hitler introdusse le leggi razziali di Norimberga nel 1935, ricevette dei telegrammi di congratulazioni da parte di tutti gli angoli del mondo arabo.

    In seguito, durante la guerra, uno dei suoi maggiori sostenitori fu il Muftì di Gerusalemme.

    Agli Ebrei non fu mai consentito di vivere in Giordania. La legge civile N.6, che vigeva nella Cisgiordania occupata dalla Giordania, afferma chiaramente: “Chiunque sarà considerato un suddito Giordano purché questi non sia Ebreo” [5] I paesi arabi si dedicarono a ciò fino ad educare nelle scuole i bambini all’odio verso gli Ebrei. Il ministro siriano dell’educazione scrisse nel 1968: “L’odio con cui indottriniamo le menti dei nostri figli fin dalla loro nascita è sacro ” [6]

    Dopo la guerra dei sei giorni nel 1967, gli Israeliani trovarono dei testi pubblici scolastici utilizzati per educare i bambini arabi nella Cisgiordania. Erano farciti di ritratti razzisti e odiosi nei confronti degli Ebrei:

    “Gli Ebrei sono disseminati alla fine del mondo, dove vivono esiliati e disprezzati, essendo per loro natura vili, avidi e nemici dell’umanità; per loro natura sono stati tentati di rubare una terra come asilo per le loro disgrazie” [7]

    “Analizza le seguenti frasi:

    1. Il mercante viaggiò attraverso il continente africano.

    2. Espelleremo tutti gli Ebrei dai paesi arabi” [8]

    “Gli Ebrei del nostro tempo sono discendenti degli Ebrei che recarono danno al profeta Maometto. Lo tradirono e ruppero il patto con lui e si unirono ai suoi nemici per combatterlo” [9]

    “Gli Ebrei in Europa furono perseguitati e disprezzati a causa della loro corruzione, cattiveria e falsità” [10]

    Un manuale del 1977 per gli insegnanti della prima classe elementare utilizzato nella Cisgiordania istruisce gli educatori ad “impiantare nell’anima degli scolari la regola dell’ Islam secondo la quale se i nemici occupassero anche un solo centimetro delle terre islamiche, il jihad (guerra santa) diverrebbe un imperativo per ogni musulmano”. Aggiunge anche che gli Ebrei complottarono per l’assassinio di Maometto quando era un bambino. Un altro testo giordano, un libro di sociologia del 1982, afferma che Israele ordinò il massacro dei palestinesi di Sabra e Chatila durante la guerra in Libano, ma non menziona che gli Arabi Cristiani furono coloro che lo perpetrarono. [11]

    17.b. LA FRASE CELEBRE

    “Abbiamo trovato libri con brani così antisemiti che, se fossero pubblicati in Europa, i loro editori sarebbero denunciati in base alle normative antirazziste.”

    Francois Zimeray, avvocato francese e membro del Parlamento europeo

    (commentando i testi Palestinesi, siriani ed Egiziani)

    Jerusalem Post (16 Ottobre 2001)

    Secondo uno studio dei testi siriani, “il sistema educativo siriano espande l’odio per Israele e il Sionismo a un antisemitismo diretto verso tutti gli Ebrei. Questo antisemitismo evoca antichi temi islamici che descrivono l’immutata e infida natura degli Ebrei”. La sua inevitabile conclusione è che gli Ebrei devono essere annullati.” [12]

    Per citare un esempio, un libro di testo dell’undicesima classe afferma che gli Ebrei odiavano i musulmani ed erano guidati dall’invidia per incitare l’ostilità verso di loro:

    Gli Ebrei non risparmiano alcuna energia per ingannarci, negare il nostro profeta, esortare contro di noi, e distorcere le sacre scritture.

    Gli Ebrei cooperano con i politeisti e gli infedeli contro i musulmani perché sanno che l’Islam rivela i loro modi prepotenti e le loro caratteristiche abiette. [13]

    Una traduzione in arabo del Mein Kampf di Adolf Hitler fu distribuita a Gerusalemme est e nei territori controllati dall’autorità palestinese e divenne un bestseller. [14]

    Di quando in quando l’antisemitismo arabo è affiorato alle Nazioni Unite. Nel marzo 1991, ad esempio, un delegato siriano alla commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite lesse un discorso raccomandando che i membri della commissione leggessero un “libro di valore” chiamato le “Matzot di Sion”, scritto dal ministro della difesa siriano Mustafa Tlas. Il libro giustifica le accuse di omicidi rituali nei confronti degli Ebrei nel libello ” Accusa del Sangue di Damasco” del 1840. [15] (Con la frase accusa del sangue ci si riferisce all’accusa secondo cui gli Ebrei uccidono i bambini cristiani per utilizzarne il sangue al fine di preparare il pane azzimo per la Pasqua ebraica)

    Re Faisal dell’Arabia Saudita espresse una calunnia simile in un intervista nel 1972:

    Israele ha avuto sin dai tempi antichi intenzioni maligne. Il suo obiettivo è la distruzione di tutte le altre religioni… Essi considerano le altre religioni inferiori alla propria e le altre genti inferiori al loro livello. Per quanto riguarda la vendetta – hanno un giorno stabilito in cui mischiano il sangue dei non Ebrei nel loro pane e lo mangiano. E’ accaduto che due anni fa, mentre ero in viaggio a Parigi, la polizia scoprì cinque bambini assassinati. Il loro sangue era stato drenato, e fu scoperto che alcuni Ebrei li avevano uccisi per prenderne il sangue e mischiarlo con il pane che mangiano nel giorno suddetto. Questo mostra quale sia la portata del loro odio e della loro cattiveria nei confronti dei non Ebrei. [16]

    L’11 novembre 1999 durante un’apparizione con la First Lady Hillary Rodham Clinton, Suha Arafat, moglie del presidente dell’Autorità Palestinese Yasser Arafat, affermò: ” Il nostro popolo è stato oggetto di un uso quotidiano ed estensivo di gas velenosi da parte delle forze armate Israeliane, che ha portato ad un incremento nei casi di cancro fra le donne e i bambini”. Simili speciose affermazioni furono fatte da altri ufficiali palestinesi. [17]

    La stampa arabo/musulmana, che è controllata quasi esclusivamente dai governi delle nazioni Mediorientali, pubblica regolarmente articoli e vignette antisemite. Oggi, è comune trovare in Egitto pubblicazioni antisemite. Ad esempio l’establishment del giornale Al-Ahram ha pubblicato un articolo che dava uno sfondo storico alla tradizione dell’utilizzo del sangue, accusando Israele di usare al giorno d’oggi il sangue dei bambini palestinesi per cucinare il pane azzimo. [18]

    Articoli antisemiti appaiono regolarmente anche sulla stampa in Giordania e in Siria. Molti degli attacchi riguardano la negazione dell’Olocausto e il suo sfruttamente da parte del Sionismo, e il confronto fra Sionismo ed Israele col nazismo.

    Nel novembre 2001 uno sketch satirico, andato in onda sul più popolare canale televisivo arabo, che rappresentava un personaggio, inteso essere come Ariel Sharon, mentre beveva il sangue dei bambini arabi ed un Ebreo Ortodosso, di aspetto grottesco, che lo osservava. La televisione di Abu Dhabi inoltre mandò in onda uno sketch in cui Dracula appare per mordere Sharon, ma muore poiché il sangue di Sharon è avvelenato. Le proteste per il fatto che questi show erano antisemiti sono state ignorate dalle reti televisive. [19]

    I media dell’Autorità Palestinese hanno anche ospitato materiale antisemita ed incitatorio. Un venerdì un sermone nella moschea di Zayed bin Sultan Aal Nahyan a Gaza che incitava all’assassinio di tutti gli Ebrei e gli Americani, fu messo in onda dal vivo dalla televisione ufficiale dell’Autorità Palestinese:

    Non abbiate pietà degli Ebrei, non importa dove siano, in qualunque paese. Combatteteli, ovunque voi siate. Ovunque li incontriate, uccideteli. Ovunque voi siate, uccidete quegli Ebrei e quegli Americani che sono come loro e quelli che gli stanno a fianco; sono tutti insieme contro gli arabi e i musulmani perché hanno stabilito Israele qui, nel cuore pulsante del mondo arabo, in Palestina… [20]
    Anche le parole crociate palestinesi vengono usate per delegittimare Israele e attaccare gli Ebrei, fornendo prove, ad esempio, suggerendo che la peculiarità ebraica è la falsità.

    17.b.LA FRASE CELEBRE
    “Il presidente siriano Bashar Assad ha offerto sabato [5 Maggio] una chiara, se non vile, dimostrazione del perchè lui e il suo governo sono indegni di rispetto e di buone relazioni con gli Stati Uniti o una qualunque altra nazione democratica. Salutando il Papa Giovanni Paolo II a Damasco, Assad ha lanciato un attacco sugli Ebrei che si può considerare come il più crudo e ignorante discorso pronunciato prima del papa, nelle due decadi di viaggi per il mondo effettuati dal papa stesso. Comparando le sofferenze dei palestinesi a quelle di Gesù Cristo, Assad ha affermato che gli Ebrei ‘hanno tentato di uccidere i princìpi di tutte le religioni con la stessa mentalità con cui hanno tradito Gesù Cristo e nello stesso modo con cui hanno cercato di tradire e uccidere il profeta Maometto’. Con quel discorso, il presidente siriano ha disonorato sia il suo paese che il papa…”

    Editoriale del Washington Post (8 Maggio 2001)

    17.c. MITO

    “Gli Ebrei vissuti nei paesi islamici furono trattati correttamente dagli arabi”

    17.c. FATTI

    Sebbene le comunità ebraiche presenti nei paesi islamici siano state trattate complessivamente meglio rispetto alle comunità presenti nei paesi cristiani d’ Europa, agli Ebrei non furono risparmiate persecuzioni ed umiliazioni fra gli arabi.

    Come scrisse lo storico Bernard Lewis della Princeton University: “L’Età d’Oro di uguali diritti fu un mito, e la fiducia in esso fu il risultato, più che la causa, della comprensione ebraica per l’Islam” [22]

    Maometto, il fondatore dell’ Islam si recò a Medina nel 622 d.C. per attrarre dei seguaci verso la sua nuova fede. Quando gli Ebrei presenti a Medina si rifiutarono di riconoscere in Maometto il loro Profeta, due delle maggiori tribù ebraiche furono espulse.

    Nel 627 i seguaci di Maometto uccisero tra i 600 e i 900 uomini, e si spartirono tra loro le donne e i bambini Ebrei sopravvissuti. [23]

    L’atteggiamento musulmano nei confronti degli Ebrei si riflette in vari versi del Corano, il libro sacro della fede islamica. ” Loro [i figli d’Israele] furono consegnati all’umiliazione e alla miseria. Hanno portato la collera di Dio su di loro, e questo perché hanno negato i segni di Dio e hanno ucciso i Suoi profeti ingiustamente e poiché hanno disobbedito furono trasgressori” (Sura 2:61)

    Secondo il Corano, gli Ebrei tentano di introdurre la corruzione (5:64) sono sempre stati disobbedienti (5:78) e sono tutti nemici di Allah, del Profeta e degli angeli (2:97-98) Gli Ebrei fuorono visti generalmente con disprezzo dai loro vicini musulmani; una coesistenza pacifica tra i due gruppi implicava sempre una subordinazione ed una degradazione degli Ebrei. Nel nono secolo, il califfo di Baghdad al-Mutawakkil istituì un cartellino giallo per gli Ebrei, stabilendo così un precedente che sarebbe stato seguito nei secoli a venire dalla Germania nazista.

    In diverse volte, Ebrei in terre musulmane vissero in relativa pace e le comunità fiorirono culturalmente ed economicamente. La posizione degli Ebrei non era mai sicura, comunque, e i cambiamenti politici o il clima sociale hanno spesso portato a persecuzioni, violenze e morte.

    Allorché si percepiva che gli Ebrei avevano raggiunto una posizione troppo onorevole nella società islamica, l’antisemitismo riaffiorava, spesso con risultati devastanti. Il 30 dicembre 1066, Joseph HaNagid, un visir Ebreo di Granada, in Spagna, fu crocefisso da una folla di arabi che procedeva per radere al suolo il quartiere ebraico della città e per trucidarne i suoi 5000 abitanti.

    La rivolta fu incitata dai predicatori musulmani che si opponevano rabbiosamente a ciò che vedevano come un eccessivo potere politico ebraico. Similmente, nel 1465, nella città di Fez, una moltitudine di arabi massacrò migliaia di Ebrei lasciandone solo 11 vivi, a seguito del fatto che un rappresentante Ebreo del visir aveva trattato una donna musulmana in un “modo offensivo”. Gli assassinii seguirono una simile ondata in tutto il Marocco. [25]

    Altri omicidi di massa di Ebrei in terre arabe si verificarono nell’ottavo secolo in Marocco, mentre intere comunità venivano annientate dal sovrano Musulmano Idris I; nel Nord Africa nel 12mo secolo, dove gli Almohad convertirono forzatamente o decimarono diverse comunità; in Libia nel 1785, dove Ali Burzi Pasha uccise centinaia di Ebrei; in Algeria dove gli Ebrei furono massacrati nel 1805, 1815 e nel 1830; e a Marrakesh, in Marocco, dove più di 300 Ebrei furono uccisi tra il 1864 e il 1880. [26]

    Decreti che ordinavano la distruzione di sinagoghe furono emessi in Egitto e Siria (1014, 1293-4,1301-2), Iraq (854-859,1344) e Yemen (1676). Nonostante la proibizione coranica, gli Ebrei erano costretti a convertirsi all’Islam o ad affrontare la morte nello Yemen (1165 e 1678), in Marocco (1275, 1465 e 1790-02) e a Baghdad (1333 e 1344) [27]

    La situazione degli Ebrei nelle terre arabe toccò il fondo nel 19mo secolo. Gli Ebrei nella maggior parte del Nord Africa (inclusi Algeria, Tunisia, Egitto, Libia e Marocco) erano costretti a vivere nei ghetti. In Marocco, il quale ospitava la più grande comunità ebraica della diaspora islamica, gli Ebrei erano costretti a camminare scalzi o ad indossare scarpe di paglia fuori dal ghetto. Anche i bambini musulmani partecipavano all’umiliazione degli Ebrei, tirando loro pietre o insultandoli in altri modi. La frequenza della violenza antiebraica crebbe, e molti ebrei furono giustiziati per accuse di eresia. Le accuse di omicidio rituale contro gli Ebrei divennero un luogo comune nell’impero ottomano. [28]

    Come scrisse l’eminente orientalista G.E. von Grunebaum:

    “Non sarebbe difficile mettere insieme un numero significativo di nomi di Ebrei, sudditi o cittadini, dell’area islamica che hanno raggiunto cariche di alto rango, il potere, una grande influenza economica, un successo intellettuale significativo e riconosciuto; e lo stesso si potrebbe fare per i cristiani. Ma non sarebbe difficile anche compilare una lunga lista di persecuzioni, confische arbitrarie, tentativi di conversioni forzate o pogrom” [29]

    Il pericolo per gli Ebrei divenne maggiore quando ci fu un confronto alle Nazioni Unite. Il delegato siriano, Faris el-Khouri, avvertì: “A meno che il problema palestinese sia risolto, noi avremo difficoltà nel proteggere e salvaguardare gli Ebrei nel mondo arabo” [30]

    Più di mille Ebrei furono uccisi durante le rivolte antiebraiche del 1940 in Iraq, Libia, Egitto, Siria e Yemen. [31]

    Tutto ciò contribuì ad innescare un esodo di massa degli Ebrei dai paesi arabi.

    17.d. MITO

    “Essendo ‘Popolo del Libro’, Ebrei e cristiani sono protetti dalla legge islamica”

    FATTI

    Questo argomento ha le sue radici nel concetto tradizionale di “dhimma” (decreto di protezione), che fu esteso dai conquistatori musulmani ai cristiani e agli ebrei in cambio della loro subordinazione ai musulmani.

    Eppure, come osservò l’esperto francese Jacques Ellul: “Bisogna chiedersi: ‘protetti da chi’? quando lo ‘straniero’ vive nei paesi arabi, la risposta può essere solo questa: dai musulmani stessi” [32]

    Le persone soggette al dominio musulmano dovevano scegliere tra la morte e la conversione, ma agli Ebrei e ai Cristiani, che seguivano le Scritture, era generalmente permesso di praticare la loro fede essendo “dhimmi” (persone protette).

    Questa “protezione” serviva a poco, comunque, per assicurare agli ebrei e ai cristiani di essere trattati in modo corretto dai musulmani. Al contrario, l’aspetto essenziale della “dhimma” era che, essendo infedele, doveva riconoscere apertamente la superiorità del vero credente, il musulmano.

    Durante i primi anni della conquista islamica, il “tributo” (o jizya), pagato come una tassa annuale, simboleggiva la subordinazione del “dhimmi” [33]

    In seguito, lo stato di inferiorità di ebrei e cristiani fu rinforzato tramite una serie di norme che regolavano il comportamento del “dhimmi”. Ai “dhimmi”, pena la morte, era probito deridere o criticare il Corano, l’Islam o Maometto, fare proselitismo fra musulmani, o toccare una donna musulmana (sebben un uomo musulmano potesse prendere in moglie una donna non musulmana)

    I “dhimmi” erano esclusi dal servizio pubblico e dal servizio militare, e gli era proibito produrre armi. Non gli era permesso cavalcare cavalli o cammelli, costruire sinagoghe e chiese più alte delle moschee, costruire case più alte di quelle dei musulmani o bere vino in pubblico. Erano costretti a indossare abiti che li distinguessero e non gli era permesso pregare o lamentarsi a voce alta – poiché avrebbero potuto offendere in questo modo i musulmani.

    I “dhimmi” dovevano mostrare anche una pubblica deferenza nei confronti dei musulmani, ad esempio, cedendogli sempre il centro della strada.

    Il “dhimmi” non poteva testimoniare in tribunale contro un musulmano e il suo giuramento sarebbe stato inaccettabile in una corte islamica. Per difendersi il dhimmi doveva acquistare un testimone musulmano con grandi spese. Questo lasciava il dhimmi con esigue risorse legali quando veniva danneggiato da un musulmano.

    Nel 20mo secolo, lo stato di dhimmi nelle terre musulmane non migliorò significativamente. Il vice console britannico a Mosul, H.E.W. Young scrisse nel 1909: Il comportamento dei musulmani verso ebrei e cristiani è come quello del padrone nei confronti degli schiavi, che li tratta con una certa tolleranza signorile finché mantengono il loro posto. Un qualunque segno di pretesa di uguaglianza viene prontamente represso. [35] 17.e. MITO “Le scuole musulmane negli Stati Uniti insegnano la tolleranza nei confronti dell’Ebraismo e delle altre fedi, e promuovono la coesistenza con Israele”

    17.e. FATTI Mentre si sa molto bene che le scuole dei paesi arabi ed islamici indottrinano i propri studenti con l’odio verso gli Ebrei ed Israele, si è scoperto solo di recente che insegnamenti analoghi sono prevalenti anche negli Stati Uniti.

    Le scuole islamiche in Virgina, ad esempio, hanno mappe del Medio Oriente in cui lo stato d’Israele non è presente. Su una mappa, Israele è stato annerito e sostituito con la “Palestina” . Un libro per insegnanti dell’11ma classe spiega che uno dei segnali del Giorno del Giudizio sarà quello in cui i musulmani combatteranno e uccideranno gli Ebrei, che si nasconderanno dietro gli alberi i quali diranno “Oh musulmano, oh servo di Dio, qui c’è un Ebreo che si nasconde dietro di me, vieni ed uccidilo” [36] Gli attacchi non sono solo volti contro gli Ebrei ma anche contro i cristiani. Agli studenti viene insegnato ad esempio che il Giorno del Giudizio non arriverà finché Gesù Cristo non tornerà sulla Terra, romperà la croce, e convertirà chiunque all’Islam.

    Alle scuole private è legalmente consentito di insegnare qualunque cosa vogliano finché incontrano i requisiti dello Stato.

    Una fondazione musulmana a Los Angeles insinuò punti di vista simili intrisi di odio nelle scuole pubbliche. La fondazione Omar Ibn Khattab donò 300 copie di una traduzione del corano contenente delle note a piè di pagina che descrivevano gli ebrei come “arroganti” e come “persone senza fede” [37].

    Dopo la scoperta di questi brani antisemiti il libro fu rimosso.

    http://veromedioriente.altervista.org/miti_e_fatti15.htm

    4 Nov 2015, 15:22 Rispondi|Quota
  • #11Mario Nahum

    Il Pogrom di Tripoli, l’ho vissuto in prima persona. Era iniziato la domenica sera, verso le ore 18.00 del 4.Nov.1945 con l’assalto al cicolo Ben Yehuda di Tripoli sito in Sciara Arba Artzat, saccheggiato ed incendiato, ci furono alcuni vittime. Il pogrom aveva continuato con intensità e senza sosta per le giornate succssive di lunedì e martedì fino alle ore 11.00 del mattino. In quella mattina verso le ore 10.00 una facinorosa folla di arabi tripolini aveva sfondato la porta di casa mia, noi tutti avevamo tentato di fuggire andando sopra il terazzo in alto ,ma ci hanno inseguiti, Hanno accoltellato ed ucciso, sotto i miei occhi, Shlomo, allora quarantenne.il medesimo assassino aveva accoltellato mio papà, massacrata tutta la mia famiglia. Io ero giovanissimo ed agile, ero riuscito a scappare saltando da una terrazza all’altra scansando miracolosamente il tiro dei coltelli alle mie spalle, Infine mi ero buttato e nascosto sotto le macerie di una cassa disabitata e diroccata. Nel mentre i delinquenti saccheggiavano ed incendiavano tutta casa. La storia è lunga, preferisco non ripensarci.

    5 Nov 2017, 10:46 Rispondi|Quota
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  1. Libyan pogrom destroyed trust between Muslims and Jews – 24/6 Magazine