Il negazionista Abu Mazen riconosce (finalmente) la Shoah. C’è da fidarsi?

 
Emanuel Baroz
29 aprile 2014
10 commenti

Il negazionista Abbas riconosce l’Olocausto. Perché?

Il presidente palestinese definisce la Shoah come “il crimine più atroce dell’era moderna” e mette nel cassetto il suo libro dedicato alla complicità tra nazisti e sionisti, ma ci crede davvero?

di Anna Mazzone

abu-mazen-olocausto-shoah-negazionismo-focus-on-israelNel giorno in cui la Knesset commemora l’Olocausto arriva a sorpresa la dichiarazione di Mahmoud Abbas. Il presidente palestinese ha definito la Shoah come “il crimine più atroce” della storia moderna e ha espresso la sua vicinanza ai famigliari delle vittime ebree del nazismo.

Le parole di Abbas sono state immediatamente tradotte in spagnolo, inglese e arabo sul sito dell’agenzia di stampa palestinese, Wafa, proprio per sottolineare l’importanza di una simile dichiarazione, per la quale il leader palestinese non a caso ha scelto il giorno in cui in Israele si commemora il genocidio operato dai nazisti. Ma perché dirlo proprio adesso e qual è la strategia politica di Abu Mazen, che in passato si è distinto per il suo pervicace negazionismo?

L’Olocausto è il riflesso del concetto di discriminazione etnica e di razzismo – ha detto Abbas – che i palestinesi rigettano con forza e contro il quale combattono“. Una dichiarazione confezionata per blandire l’opinione pubblica israeliana e impressionare quella internazionale, con lo scopo di salvare al fotofinish il tavolo dei negoziati con Tel Aviv che è ormai prossimo al fallimento. Abbas lancia un messaggio al premier dello Stato ebraico, Benjamin Netanyahu, lasciando una porta aperta al dialogo nonostante lo stallo delle ultime settimane.

Ma da Gerusalemme si ribatte con forza alle dichiarazioni del leader palestinese. Netanyahu punta il dito verso Abbas, accusandolo di condurre una politica del doppio binario, da una parte Fatah – l’ala moderata (per così dire…) dei palestinesi – ha raggiunto l’accordo con Hamas, l’ala terrorista che governa a Gaza, mentre dall’altra parte cerca di tenere in piedi il tavolo della pace rabbonendo Israele (e gli Usa) con le sue parole sulla Shoah.

Il premier israeliano ha ricordato che “Hamas nega l’Olocausto e allo stesso tempo tenta di realizzare un nuovo genocidio attraverso la distruzione dello Stato di Israele“, e ha aggiunto che “E’ con questa stessa organizzazione che Abu Mazen ha scelto di siglare un’alleanza la scorsa settimana“, e che per Israele è impensabile parlare di “vera pace” con Fatah finché il leader palestinese sceglierà di stare sulla stessa barca con l’organizzazione terroristica.

Dopo sette anni di lontananza, la scorsa settimana Hamas e Fatah si sono “riconciliate”, ponendo fine a un divorzio breve tra il governo della Striscia di Gaza e la West Bank. Ma proprio il governo di Gaza City nega l’Olocausto e impedisce qualsiasi discussione sul tema. Tuttavia, Abbas ha bisogno di Hamas per ritrovare l’unità del suo movimento e rendere la sua piattaforma politica più appetibile.

La strategia di Abbas è chiara: da una parte sta cercando di rafforzare la sua posizione di fronte ad Hamas, mentre dall’altra vuole fare contenti gli americani, che sostengono il tavolo di pace tra la Palestina e Israele e che sono molto frustrati dalla piega che hanno preso gli eventi.

Ma dall’entourage del leader di Fatah fanno sapere che le parole di Abbas sono “sincere” e non nascondono alcun secondo fine. Il presidente palestinese evidentemente ha cambiato idea rispetto alle posizioni che aveva nei primi anni ’80, quando in un pamphlet dal titolo: “L’altra parte: la relazione segreta tra nazismo e sionismo”, decurtava a un milione il numero degli ebrei uccisi dai nazisti e denunciava i contatti tra le SS e i leader del movimento sionista, complice dell’Olocausto, che viene degradato a crimine di guerra. (tesi di dottorato peraltro difesa con forza non più tardi di qualche mese fa…)

Il libro di Abbas si basa quasi integralmente sulla tesi di dottorato scritta dal leader palestinese nel 1982, quando era ricercatore presso un’università russa, e intitolata proprio: “Connessioni tra nazisti e sionisti tra il 1933 e il 1945”. In soldoni, un riassunto retorico delle più note teorie del complotto in salsa antisemita, che culminano nell’infamante accusa di complicità degli ebrei nella mattanza del loro stesso popolo.

Ora, però, il più mite Abbas sembra aver cambiato improvvisamente opinione e usa toni completamente diversi. Insomma, questa deve essere “l’altra parte” del leader palestinese, quella che non nega l’Olocausto, ma riesce però tranquillamente a stringere la mano e a riconciliarsi con chi lo fa.

(Fonte: Panorama, 28 aprile 2014)

Nella foto in alto: il presidente (scaduto) dell’Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen

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  • #1Emanuel Baroz

    Il grande bluff di Abu Mazen sulla Shoah

    Secondo il presidente palestinese Abu Mazen la Shoah è stato il crimine più odioso della modernità. Appena chiuso l’accordo con Hamas, il gruppo terrorista al potere nella Striscia di Gaza, Abu Mazen cerca di ingraziarsi la comunità internazionale ed esprime vicinanza alle famiglie delle vittime del nazifascismo, proprio nel giorno in cui in Israele ci si prepara a osservare la “Giornata della Shoah”. A ricordare come stanno le cose l’israeliano Netanyahu: ”Hamas nega la Shoah, mentre d’altra parte tenta di farne una nuova mediante la distruzione di Israele. Abu Mazen ha stretto un patto con Hamas. Noi speriamo che lo abbandoni e ritorni sulla strada della pace”.

    http://www.loccidentale.it/node/132066

    30 Apr 2014, 12:32 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Un altro bluff di Abu Mazen: «Shoah, il crimine più odioso»

    di Fiamma Nirenstein

    Che un leader arabo importante come il presidente palestinese Abu Mazen dica che ciò che è accaduto agli ebrei con l’Olocausto «è stato il peggior crimine contro l’umanità di tutta la storia moderna» è molto importante.

    Che lo affermi pubblicamente di fronte al suo popolo stupefatto nella sera di inizio del Giorno della Memoria, in cui Israele è chino sui suoi sei milioni di assassinati dai nazisti, è ancora più importante.

    Per l’Islam moderno il negazionismo è istintivo, naturale: il meccanismo è quello di pensare, o pretendere di pensare, che gli ebrei si sono inventati la Shoah come scusa per fondare lo Stato d’Israele. Gli iraniani ne sono campioni. In realtà il sionismo è nato molto prima della Shoah, ma le scuole arabe non si occupano molto di sionismo, e anche quando se ne occupano, fanno parecchi svarioni. Anche Abu Mazen ne ha fatti di grandiosi, fino al negazionismo, e di conseguenza ha davvero lasciato tutti stupefatti quando le sue dichiarazioni sono state diffuse dalle agenzie Wafa in arabo e in inglese. Chi conosce la sua storia sa che in realtà essa appartiene, almeno fino a ieri, a quella di chi si è dedicato a distruggere la memoria della Shoah. La stampa internazionale l’ha sempre detto a bassa voce; la Bbc lo chiama «una figura dall’alto profilo intellettuale»; il New York Times ricorda il suo dottorato in Storia dell’Università Orientale di Mosca (quelle belle università internazionaliste e terzomondiste). In genere tutti stentato a mettere insieme l’oggetto dei suoi studi con la figura del pragmatista moderato che incarna da tempo. Ma nel 1982 la sua tesi portava il titolo molto malizioso de «Il rapporto fra i nazisti e i leader del movimento sionista, 1933-1945» ovvero ai tempi della Shoah, come se gli ebrei se la fossero autoinflitta, o almeno voluta. E nel 1984, sviluppando la tesi, Abbas scrisse un libro in cui parlava apertamente della «fantasia sionista, la bugia fantastica che sei milioni di ebrei siano stati uccisi» e sosteneva che il numero esatto era 890mila. Ci è tornato sopra, anche se con toni diversi: nel 2013 in un’intervista alla tv libanese Al Meyadeen ripeteva che sionismo e nazismo erano complici prima della seconda guerra mondiale. Ma ecco adesso la sorprendente dichiarazione. Forse ha cambiato idea, e comunque Abu Mazen gioca una carta significativa per il mondo arabo. Ma perché adesso?

    Sono solo tre giorni da quando Abu Mazen ha annunciato il suo prossimo governo di coalizione con Hamas, l’organizzazione terrorista devota alla distruzione di Israele, che la promette nel suo statuto e ha coperto le strade di Gerusalemme di morti civili. È stato forse un passo più lungo del salto verso le ulteriori grandi concessioni cui Abu Mazen punta tirando senza tregua la corda americana e israeliana. Netanyahu dunque, gli ha fatto sapere che finché sarà alleato con Hamas di trattative non se ne parla. Niente nuovi prigionieri in libertà. Abu Mazen allora ha cercato varie strade per parlare direttamente agli israeliani, bypassando il governo. Prima di tutto, ha garantito che Hamas non influenzerà le trattative, che dovrà riconoscere Israele e rinunciare alla violenza. Poi ha annunciato che in cambio di uno stop alle costruzioni e del rilascio dei prigionieri promessi, i colloqui riprenderanno. E alla fine ha lanciato la sfida emotiva più grande: crediamo tanto nella pace, da vedere la Shoah come il peggiore di tutti i crimini. Tutto bene, ma allora come può Abu Mazen associarsi a Hamas, che nega la Shoah e promette in ricompensa di perpetrarne una, completa, oggi.

    http://www.ilgiornale.it/news/esteri/altro-bluff-abu-mazen-shoah-crimine-pi-odioso-1014608.html

    30 Apr 2014, 12:33 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    Abu Mazen: «I sionisti hanno voluto ed esagerato la Shoà»

    Se questo è l’interlocutore per la pace…

    I capi del movimento sionista spinsero i nazisti a uccidere gli ebrei per avere un argomento con cui rivendicare la terra di Palestina e fondare lo stato di Israele. È quanto ha affermato il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) in un’intervista alla televisione libanese, diffusa in parte lunedì.

    Durante l’intervista, Abu Mazen ha anche difeso la sua tesi di dottorato negazionista, completata negli anni ’80 presso l’Università di Mosca, in cui sosteneva, tra le altre cose, che il numero di ebrei uccisi dai nazisti sarebbe al massimo 600.000 , e non 6 milioni.

    Nella stessa intervista Abu Mazen ha poi sostenuto che Israele avrebbe accolto la richiesta dell’Autorità Palestinese di consentire l’ingresso in Cisgiordania di 150.000 profughi palestinesi in fuga dalla guerra civile siriana, tra i quali Nayef Hawatmeh, capo della fazione terrorista Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina (Fdlp). Di recente è invece giunta la notizia che il governo israeliano aveva offerto di permettere l’ingresso in Cisgiordania di palestinesi in fuga dalla Siria a patto che rinunciassero per iscritto al cosiddetto “diritto al ritorno” (all’interno di Israele). Secondo la Associated Press, Abu Mazen aveva respinto l’offerta israeliana dicendo: “E’ meglio che muoiano in Siria piuttosto che rinunciare al diritto al ritorno”.

    (Fonte: Israel HaYom, 22 Gennaio 2013)

    http://www.israele.net/abu-mazen-i-sionisti-hanno-voluto-ed-esagerato-la-sho

    30 Apr 2014, 12:35 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    L’accusa degli studiosi: “Il presidente palestinese? Un negazionista”

    Mahmoud Abbas è un negazionista? L’accusa, grave, tira in mezzo nientemeno che il presidente dell’Autorità nazionale palestinese. E mette il politico nella stessa categoria dei vari David Irving e Mahmoud Ahmadinejad. Proprio in un momento delicato per i palestinesi, a pochi giorni dalla firma dello storico accordo di riconciliazione tra Fatah e Hamas.

    E allora. Scrivono gli studiosi del Center for Near East Policy Research che in una sorta di dissertazione di dottorato, Abbas ridimensiona – a tratti nega – le proporzioni dell’Olocausto. Il presidente dell’Anp, accusa il direttore del centro, David Bedein, «riduce il numero delle vittime e accusa il Sionismo di aver collaborato con i Nazisti».

    Il documento firmato da Abbas sarebbe stato ultimato nel 1982 in una università sovietica e pubblicato nel 1984 con il titolo «L’altro verso: la relazione segreta tra Nazismo e Sionismo». «Se è ragionevole pensare che il numero delle vittime di religione ebraica durante l’Olocausto abbia raggiunto i sei milioni – ha scritto nel documento Abbas – è altrettanto probabile ritenere che il loro numero non superi il milione». E ancora: «Sembra che l’intenzione dei Sionisti sia quello di ingigantire il numero delle vittime per poi trarne il maggior vantaggio possibile sul fronte dei consensi internazionali».

    Quindi l’argomento più scottante: quello della collaborazione. «C’è stata una partnership tra i Nazisti di Hitler e la leadership del movimento Sionista. Sono stati questi ultimi a dare il permesso a ogni razzista nel mondo, a partire da Hitler, di trattare gli ebrei come loro meglio preferivano. Così da garantirsi il flusso d’immigrazione verso la Palestina». Insomma: secondo Abbas, l’Olocausto sarebbe stato organizzato anche grazie al Sionismo

    http://www.linkiesta.it/blogs/falafel-cafe/l-accusa-degli-studiosi-presidente-palestinese-negazionista

    30 Apr 2014, 12:36 Rispondi|Quota
  • #5Emanuel Baroz

    30 aprile 2014 – L’accordo di unità nazionale palestinese non porterà Hamas a riconoscere il diritto di Israele ad esistere e non porterà nessun militante di Gaza sotto il controllo del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Lo ha dichiarato martedì sera alla Reuters Mahmoud Al-Zahar, uno dei più alti esponenti del gruppo islamista palestinese considerato terroristico dalla maggior parte dei paesi occidentali. Nel tentativo di rassicurare gli occidentali, Abu Mazen ha detto che il nuovo governo riconoscerà Israele e onorerà gli accordi già firmati, ma Zahar respinge questa tesi come un “gesto vuoto” e sostiene che i ministri saranno solo degli accademici senza alcuna autorità politica. “Abu Mazen non dice la verità – ha affermato Zahar – Dice che questo sarà il suo governo, ma non sarà il suo governo: si tratta di un governo di unità nazionale. Sta spacciando questa tesi solo per ridurre la pressione cui è sottoposto”. Zahar ha aggiunto che Hamas rimarrà a capo delle proprie milizie indipendentemente dall’accordo e da chi vincerà le elezioni nazionali in programma per la fine dell’anno. “Nessuno toccherà le sezioni della sicurezza a Gaza – ha spiegato – Nessuno potrà toccare una persona dell’ala militare. Nessuno lo ha chiesto”. Alcuni hanno sostenuto che Hamas sia stata spinta all’accordo da problemi economici. “Abbiamo un buon rapporto con l’Iran, ma si sa che l’impatto del problema siriano è ancora forte: la comunicazione non è come un tempo” ha detto Zahar, rifiutando di dare dettagli sui finanziamenti iraniani a Hamas. Secondo Zahar, è Abu Mazen che ha voluto l’accordo perché “è molto debole”.

    (Fonte: Israele.net)

    30 Apr 2014, 12:42 Rispondi|Quota
  • #6Emanuel Baroz

    La Shoà, Hamas e la riconciliazione fra fazioni palestinesi

    Sarebbe bello credere a una trasformazione in senso moderato di Hamas (e a un tardivo ravvedimento di Abu Mazen sullo sterminio degli ebrei per mano nazista)

    In una dichiarazione diffusa domenica dall’agenzia di stampa palestinese ufficiale WAFA, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha dichiarato che “ciò che è accaduto agli ebrei durante l’Olocausto è stato il delitto più atroce contro l’umanità che si sia verificato nell’era moderna”.

    La dichiarazione di Abu Mazen, sebbene sia benvenuta, appare piuttosto sorprendente se si considera che la sua tesi di dottorato, intitolata “Il collegamento tra i nazisti e i capi del movimento sionista – 1933-1945”, accettata in Russia nel 1982 dall’Istituto di Scienze Orientali dell’Accademia Sovietica delle Scienze di Mosca, si dedicava alla negazione della Shoà. Nel 1984 Abu Mazen pubblicò un libro in arabo, derivato dalla sua tesi, dal titolo “L’altra versione. Il rapporto segreto tra nazismo e sionismo”. In esso ripudiava quella che definiva “l’invenzione sionista, la fantastica menzogna che siano stati uccisi sei milioni di ebrei”. Invece, sosteneva Abu Mazen, gli ebrei morti nei campi nazisti non furono più di 890.000, e anche questi furono soprattutto vittime di un complotto sionista-nazista. Abu Mazen citava negazionisti come Robert Faurisson, quello che sosteneva che le camere a gas nei campi di concentramento nazisti non sono state usate per uccidere gli ebrei, ma solo per disinfettarli ed evitare la diffusione di malattie.

    Abu Mazen potrebbe aver cambiato idea nei trent’anni successivi. Ma è un fatto che fino a poco tempo ha continuato a diffondere quella distorta visione della storia. Nel gennaio 2013, in un’intervista alla tv libanese Al-Meyadeen ribadiva la sua idea che sionismo e nazismo sono stati complici alla vigilia della seconda guerra mondiale. E negli stessi giorni in cui preparava la sua inedita dichiarazione di ieri sulla Shoah , il presidente dell’Autorità Palestinese stava orchestrando un’altra sorpresa: l’accordo di riconciliazione tra l’Olp e Hamas, un’organizzazione terroristica che sostiene gli attentati suicidi contro gli ebrei e che aspira esplicitamente a rendere judenrein (ripulito da ogni presenza ebraica) tutta la regione che si estende tra il fiume Giordano e il mar Mediterraneo.

    In effetti – a parte il teorico rifiuto del terrorismo da parte dell’Autorità Palestinese (salvo glorificarne gli esecutori) e la sua accettazione in linea di principio di una soluzione a due stati (ma senza riconoscere che uno dei due è lo stato del popolo ebraico), due concessioni che Hamas considera orribili tradimenti della causa palestinese –gli esponenti e le istituzioni dell’Autorità Palestinese condividono con Hamas la costante tendenza a riprodurre e diffondere classici cliché rabbiosamente anti-ebraici, come documenta puntualmente Palestinian Media Watch. Solo il mese scorso, tanto per fare un esempio, mentre Israele e palestinesi erano impegnati in negoziati di pace, il quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat al-Jadida pubblicava una vignetta degna delle paranoie antisemite da Protocolli dei Savi di Sion in cui veniva raffigurato un Israele piccoletto che controlla Russia e Stati Uniti, che a loro volta tengono nelle rispettive tasche “resistenza” islamica e stati islamici moderati.

    Inutile dire che l’accordo di riconciliazione tra Hamas e Olp non contiene nessuna clausola che impegni Hamas a: 1) riconoscere Israele; 2) rinunciare al terrorismo; 3) rispettare i precedenti accordi israelo-palestinesi. Vale a dire, i tre principi stabiliti dal Quartetto per il Medio Oriente (Usa, UE, Onu Russia) per chiunque voglia partecipare al processo di pace.

    Sarebbe bello credere che i movimenti a cui stiamo assistendo in campo palestinese consistano in una graduale trasformazione in senso moderato di Hamas, che attualmente si trova sotto una tremenda pressione economica e politica a causa della sua rottura con il regime di Assad e con l’Iran, e per lo scontro in atto con la giunta militare al potere in Egitto. Purtroppo, considerando il background intellettuale di Abu Mazen e le correnti violentemente anti-ebraiche all’interno della società palestinese, è assai più probabile che quello a cui stiamo assistendo, se davvero l’accordo di riconciliazione organizzato in tutta fretta è destinato a tenere, sia piuttosto una radicalizzazione della scena politica palestinese. Non resta che augurarsi che questa apparente radicalizzazione non comporti un ulteriore deterioramento della regione verso violenza e spargimenti di sangue.

    (Fonte: Jerusalem Post, 27 Aprile 2014)

    http://www.israele.net/la-shoa-hamas-e-la-riconciliazione-fra-fazioni-palestinesi

    30 Apr 2014, 12:43 Rispondi|Quota
  • #7Emanuel Baroz

    Ugo Tramballi accusa Israele di strumentalizzare la Shoah

    http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=101&sez=120&id=53235

    30 Apr 2014, 13:29 Rispondi|Quota
  • #8Emanuel Baroz

    Come Abbas, voglio anch’io la mia parte

    Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

    Cari amici,

    come voi ho letto sui giornali che Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità nazionale palestinese arrivato ormai a un terzo del suo decimo anno di un mandato di quattro e autore di una tesi di laurea negazionista diventata libro di successo nei territori da lui governati, ha annunciato urbi ed orbi che adesso riconosce la Shoah e si azzarda a dichiarare che è stato il peggior crimine della modernità. Me ne compiaccio, rimediare agli errori è sempre una buona cosa, soprattutto se comunicato al proprio popolo: il riconoscimento di Abbas, mi chiedo, è stato tradotto in arabo o come spesso accade per queste cose, è stato diffuso solo in inglese su canali internazionali, in maniera tale che gli arabi di Giudea e Samaria non ne sappiano niente?

    Comunque va bene, ha pronunciato a quanto pare la parola Shoah, e questo è positivo. Ma poi ho letto anche che alcuni antipatizzanti di Israele (anche alcuni personaggi televisivi in declino di origine ebraica) ritengono che questa dichiarazione cambi le carte in tavola rispetto al “processo di pace”, nel senso che dovrebbe indurre gli israeliani a una straordinaria gratitudine nei confronti di un uomo che continua ad essere il capo di un’organizzazione (Al Fatah) che teorizza e pratica la “lotta armata” (cioè il terrorismo) contro Israele. Capisco che il senso della logica non sia il forte degli editorialisti di “Repubblica” né della associazioni antisraeliane come J Street, J Call eccetera. E neppure il senso storico. Comunque la loro opinione mi incoraggia a uscire allo scoperto.

    Cari amici, mi sono deciso. Con questa cartolina ufficialmente riconosco la battaglia di Canne (in cui, se non lo sapete, nell’anno 216 prima della nostra era Annibale sconfisse l’esercito romano condotto dai consoli Lucio Emilio Paolo e Gaio Terenzio Varrone). Aggiungo generosamente che fu una grande strage ed esprimo il mio rincrescimento ai cittadini romani così duramente provati, beninteso con la convinzione che in cambio della mia generosità non mancheranno di dedicarmi almeno una via o una piazza; anche un vicoletto in Trastevere non mi dispiacerebbe. Già che ci siamo, sentendomi particolarmente coraggioso, vi annuncio che riconosco che nel 1492 Cristoforo Colombo arrivò in America. In cambio vorrei un po’ di terra in Colombia, o nella Columbia britannica, oppure anche la possibilità di imporre un piccolo pedaggio a coloro che passano per Columbus Circus a New York, inclusi coloro che vanno a correre a Central Park. Mi auguro che le Nazioni Unite, John Kerry e anche Rai Tre e Repubblica appoggino queste mie giuste rivendicazioni. Perché se no potrei cambiare idea e provare a sostenere, come fa Abbas per Gerusalemme, che Roma non è mai stata romana, ma è appartenuta solo ai Galli, ai Vandali e ai Lanzichenecchi, da cui potrei provare a discendere; e che Colombo era un essere leggendario, una delle molte divinità uccello che sono onorate nel pantheon degli amerindi. Inoltre potrei organizzare un boicottaggio dei vini di Frascati e del Bourbon, così, per dimostrare la mia amicizia e buona volontà.

    A parte gli scherzi, voi pensate davvero che uno che “riconosce” la Shoah e si renda conto che è stato un crimine tremendo stia facendo un piacere agli ebrei o addirittura agli israeliani? La storia è una specie di suk in cui l’Italia “riconosce” che c’è stato Waterloo e in cambio si fa “riconoscere” la battaglia di Lissa o chiede in cambio la rettifica dei confini al colle di Tenda ? Negare la Shoah è certamente una colpa, perché vuol dire rifiutare un fatto storico per ragioni ideologiche, con l’intenzione di giustificare chi l’ha commesso e magari di lavorare perché si ripeta. Per questa intenzione che lo motiva il negazionismo in molti paesi è un reato. Ma ammettere un fatto evidente non è un merito. Che la Chiesa, piano piano, abbia abbandonato il dogma geocentrico per cui perseguitò Galileo, è semplicemente la cessazione di una stupidaggine, la resa di fronte alla realtà, non un merito speciale.

    Altra cosa, molto più difficile e questa sì meritoria è assumersi le conseguenze dell’errore, dire “NOI abbiamo commesso un’ingiustizia, NOI siamo stati criminali”. Per questo il gesto di Willy Brandt di chiedere scusa per la Shoah, lui che personalmente non ne era stato colpevole essendo un resistente, è importante. Per questo le scuse di papa Giovanni Paolo II (anche lui personalmente innocente) al popolo ebraico sono state importanti. Per questo contano poco le “condoglianze” di Edogan al popolo armeno e il “riconoscimento” di Abbas, almeno fino a che non diranno “noi turchi abbiamo sterminato il popolo armeno”, “noi palestinesi, il gruppo dirigente da cui proviene l’attuale Anp, abbiamo collaborato coi nazisti, il nostro fondatore Haji Amin Al Husseini ha collaborato attivamente con i nazisti nello sterminio degli ebrei d’Europa (http://www.centerforsecuritypolicy.org/wp-content/uploads/2013/10/CSP_A_Salient_Example_of_Hajj_Amin_el-Husseinis.pdf) , noi ci preparavamo a fare altrettanto con gli ebrei di Palestina, noi abbiamo continuato a fare propaganda di stampo nazista e ancora la facciamo”. Riconoscere non basta, bisogna chiedere scusa e rimediare, risarcire, imparare dal male fatto.

    Il discorso si potrebbe chiudere qui, se non fosse per un dettaglio, che riguarda soprattutto i giornali, in particolare quelli italiani, ma anche la personalità di Abbas. Tutti ci hanno venduto la dichiarazione del capo palestinese come una novità. Be’ non è affatto così. Nel 2003, undici anni fa, in un’intervista a Haaretz, messo di fronte al suo personale negazionismo (oltre a molte altre obbrobriose falsità aveva scritto nella sua tesi che i morti della Shoah erano solo qualche decina, forse qualche centinaia di migliaia), Abbas rispose così: “Non ho voglia di discutere sulle cifre. L’Olocausto è stato un terribile crimine imperdonabile contro la nazione ebraica, un crimine contro l’umanità che non può essere accettato dal genere umano. L’Olocausto è stato una cosa terribile e nessuno può dire che io l’abbia negato.” (http://www.tabletmag.com/scroll/170686/mahmoud-abbas-still-a-holocaust-denier). Ripeto, è una dichiarazione del 2003. Perché i giornali non ne parlano? Perché vendono la dichiarazione di qualche giorno fa come una novità ? Perché, aggiungo io, non vanno a vedere che cosa pensa davvero Abbas (la tesi fondamentale della sua tesi è che “i sionisti” contribuirono a perpetrare la Shoah per costringere gli ebrei d’Europa ad andare a “occupare” la Palestina)? Diciamo che i giornali devono vendere e che spacciano per novità tutto quel che capita loro sottomano. Pensate che, come ha mostrato IC, Vannuccini di “Repubblica” si è rivenduta come nuova una polemica archeologica di cinquant’anni fa sull’esistenza di tracce della storia biblica, intorno a cui esiste anche in italiano una dozzina abbondante di libri ben noti a tutti… (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=4&sez=120&id=53236) un po’ come spacciare per cronaca politica attuale le liti fra Andreotti e Moro negli anni Sessanta.

    E poi i giornali, seguendo una linea politica condivisa da Obama e dell’Unione Europea, cercano in tutti i modi, per ragioni propagandistiche, di accreditare l’immagine di un Abbas “moderato”, desideroso e capace di portare tutta la “Palestina” alla pace con Israele. In realtà se guardate le date del rilascio delle due dichiarazioni, vedete che la prima risale alla sconfitta dell’ondata terroristica del 2000-2002, la cosiddetta “seconda intifada”: si trattava allora di ricostruire l’immagine di un’Autorità nazionale palestinese interessata alla pace. E oggi, dopo la fine delle trattative improvvidamente forzate da Kerry e in pieno tentativo di imbarcare Hamas (che è esplicitamente antisemita) nel carrozzone dell’Anp, si tratta di difendere l’immagine personale di Abbas (http://nypost.com/2014/04/28/the-times-goof-on-abbas-shift/), cosa che agli americani preme molto. Insomma, questa dichiarazione non è affatto una, sia pur limitata, correzione di rotta, il riconoscimento di un fatto storico, l’omaggio a cui milioni di vittime innocenti hanno diritto. E’ una piccola manovra di relazioni pubbliche intesa a coprire il gioco sporco di Abbas e di Kerry. E allora, per favore, voglio anch’io il mio compenso, almeno un vicolo a Trastevere e qualche milione di dollari di pedaggi a New York. Perché io ne ho più diritto, non avevo mai riconosciuto finora l’esistenza di Cristoforo Colombo, né quella della battaglia di Canne.

    http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=53244

    30 Apr 2014, 13:33 Rispondi|Quota
  • #9luca

    Non condivido questo scetticismo. E’ un importante passo avanti da parte dei palestinesi. Anche se non sincero è comunque in un importante tappa verso la verità. Dobbiamo giudicare i fatti e le dichiarazioni degli uomini non le persone in quanto tali. Molti ebrei sono molto peggio di Abu Mazen, basti pensare a Gad Lerner, Moni Ovadia e Carlo De Benedetti.

    1 Mag 2014, 21:35 Rispondi|Quota
  • #10Emanuel Baroz

    19 Mag 2014, 23:58 Rispondi|Quota
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