Assemblea Generale dell’ONU: 10 novembre 1975

 
Emanuel Baroz
17 novembre 2007
8 commenti

Per noi, popolo ebraico, questa risoluzione è fondata sull’odio, sulla falsità e sull’arroganza ed è priva di qualunque valore morale o legale. Per noi, popolo ebraico, questo non è altro che un pezzo di carta e noi lo tratteremo così

Il 10 novembre 1975 l’Assemblea Generale dell’Onu aveva adottato la risoluzione 3379 con la quale asseriva che “il sionismo è una forma di razzismo e di discriminazione razziale”. Dopo il voto, Herzog salì sul podio e tenne uno straordinario discorso sul sionismo e sull’odio anti-ebraico, considerato ancora oggi uno dei più importanti discorsi di tutta la storia della diplomazia israeliana. Fra l’altro Herzog definiva la risoluzione “un’ulteriore manifestazione del triste odio antisemita e anti-ebraico che anima la società araba”. Memorabile la chiusura dell’intervento. Brandendo una copia della risoluzione, Herzog disse: “Per noi, popolo ebraico, questa risoluzione è fondata sull’odio, sulla falsità e sull’arroganza ed è priva di qualunque valore morale o legale. Per noi, popolo ebraico, questo non è altro che un pezzo di carta e noi lo tratteremo così”. Pronunciando queste parole Herzog strappò in due il foglio della risoluzione davanti all’Assemblea dell’Onu. La risoluzione “sionismo uguale razzismo” venne cancellata dalla stessa Assemblea Generale il 16 dicembre 1991. Il discorso di Herzog (destinato a ricoprire successivamente la carica di presidente di Israele) è stato scelto dal gruppo di storici e ricercatori guidati da Simon Sebag-Montefiore. “Si tratta di uno dei più importanti discorsi della storia in fatto di lotta contro l’antisemitismo” ha spiegato lo studioso. Il libro (“Speeches that Changed the World” – Discorsi che hanno cambiato il mondo, comprenderà, oltre a quello di Herzog, alcuni celeberrimi discorsi come quelli di Martin Luther King (“I Have a Dream” – Io ho un sogno), Winston Churchill (“Blood, Sweat and Tears” – Sangue, sudore e lacrime), Nelson Mandela (“Free at Last” – Libero infine) e John F. Kennedy (“Ask Not What Your Country Can Do for You, Ask What You Can Do for Your Country” – Non chiedere cosa il tuo paese può fare per te, chiedi cosa tu puoi fare per il tuo paese).

Per il testo integrale (in inglese) del discorso di Chaim Herzog, clicca qui
Per un filmato con alcune immagini del discorso di Chaim Herzog, clicca qui

Thanks to Il Signore degli Anelli

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  • #1liberaliperisraele

    Ti avevo già “scoperto” ieri 🙂

    18 Nov 2007, 09:15 Rispondi|Quota
  • #2liberaliperisraele

    Ti ho mandato il post per l’adesione al forum.

    4 Gen 2009, 16:35 Rispondi|Quota
  • #3Juan

    Questo testo fu scritto nel novembre del 1975, all’indomani della vergognosa mozione ONU che assimilava il sionismo al razzismo. L’autore lo diffuse, l’11 novembre 1975, dai microfoni dell’emittente Europe 1, e, nell’aprile 1976, alla televisione francese. La versione italiana, che viene qui riprodotta, è opera dello stesso autore.

    Di passaggio a Fiumicino sento due turisti dire, sfogliando un giornale: “Fra guerre e attentati non si parla che di ebrei, che scocciatori…” È vero, siamo dei rompiscatole, sono secoli che rompiamo le balle all’universo. Che volete. Fa parte della nostra natura.

    Ha cominciato Abramo col suo Dio unico, poi Mosè con le Tavole della Legge, poi Gesù con l’altra guancia sempre pronta per la seconda sberla, poi Freud, Marx, Einstein, tutti esseri imbarazzanti, rivoluzionari, nemici dell’ordine. Perché?

    Perché l’ordine, quale che fosse il secolo, non poteva soddisfarli, visto che era un ordine dal quale erano regolarmente esclusi; rimettere in discussione, cambiare il mondo per cambiare destino, questo è stato il destino dei miei antenati; per questo sono sempre stati odiati da tutti i paladini dell’ordine prestabilito. L’antisemita di destra rimprovera agli ebrei di aver fatto la rivoluzione bolscevica. È vero. C’erano molti ebrei nel 1917.

    L’antisemita di sinistra rimprovera agli ebrei di essere i proprietari di Manhattan, i gestori del capitalismo… È vero ci sono molti capitalisti ebrei.

    La ragione è semplice: la cultura, la religione, l’idea rivoluzionaria da una parte, i portafogli e le banche dall’altra sono stati gli unici valori mobili, le sole patrie possibili per quelli che non avevano una patria.

    Ora che una patria esiste, l’antisemitismo rinasce dalle sue ceneri, o meglio, scusate, dalle nostre, e si chiama antisionismo.

    Prima si applicava agli individui, adesso viene applicato a una nazione. Israele è un ghetto, Gerusalemme è Varsavia.

    Chi ci assedia non sono più i tedeschi ma gli arabi e se la loro mezzaluna si è talvolta mascherata da falce era per meglio fregare le sinistre del mondo intero.

    Io, ebreo di sinistra, me ne sbatto di una sinistra che vuole liberare gli uomini a spese di una minoranza, perché io faccio parte di questa minoranza.

    Se la sinistra ci tiene a contarmi fra i suoi non può eludere il mio problema. E il mio problema è che dopo le deportazioni in massa operate dai romani nel primo secolo dell’era volgare, noi siamo stati ovunque banditi, schiacciati, odiati, spogliati, inseguiti e convertiti a forza. Perché? …perché la nostra religione, cioè la nostra cultura erano pericolose.

    Qualche esempio? Il giudaismo è stato il primo a creare il sabato, il giorno del Signore, giorno di riposo obbligatorio. Insomma il week-end. Immaginate la gioia dei faraoni, sempre in ritardo di una piramide. Il giudaismo proibisce la schiavitù. Immaginate la simpatia dei romani, i più grossi importatori di manodopera gratuita dell’antichità.

    Nella Bibbia è scritto: “La terra non appartiene all’uomo, ma a Dio”; da questa frase scaturisce una legge, quella della estinzione automatica dei diritti di proprietà ogni 49 anni. Vi immaginate la reazione dei papi del medioevo e degli imperatori del Rinascimento?

    Non bisognava che il popolo sapesse.

    Si cominciò quindi col proibire la lettura della Bibbia, che venne svalutata come Vecchio Testamento. Poi ci fu la maldicenza: muri di calunnie che divennero muri di pietra: i ghetti. Poi ci furono l’indice, l’inquisizione e più tardi le stelle gialle.

    Ma Auschwitz non è che un esempio industriale di genocidio. Di genocidi artigianali ce ne sono stati a migliaia. Mi ci vorrebbero dieci giorni solo per fare la lista di tutti i pogrom di Spagna, Russia, Polonia e Nord Africa. A forza di fuggire, di spostarsi, l’ebreo è andato dappertutto. Si estrapola il significato e eccoci giudicati gente di nessun posto. Noi siamo in mezzo ad altri popoli come gli orfani affidati al brefotrofio.

    Io non voglio più essere adottato, non voglio più che la mia vita dipenda dall’umore dei miei padroni di casa, non voglio più affittare una cittadinanza, ne ho abbastanza di bussare alle porte della storia e di aspettare che mi dicano Avanti.

    Stavolta entro e grido; mi sento a casa mia sulla terra e sulla terra ho la mia terra. Perché l’espressione terra promessa deve valere per tutti i popoli meno che per quello che l’ha inventata?

    Che cos’è il sionismo? …si riduce a una sola frase: l’anno prossimo a Gerusalemme.

    No, non è lo slogan di qualche club di vacanza; è scritto nella Bibbia, il libro più venduto e peggio letto del mondo.

    E questa preghiera è divenuta un grido, un grido che ha più di duemila anni, e i padri di Cristoforo Colombo, di Kafka, di Proust, di Chagall, di Marx, di Einstein, di Modigliani, e di Woody Allen l’hanno ripetuta, questa frase, almeno una volta all’anno: il giorno della Pasqua.

    Allora il sionismo è razzismo ?

    Ma non fatemi ridere. Il sionismo è il nome di una lotta di liberazione e come ogni movimento democratico ha le sue destre e le sue sinistre.

    Nel mondo ciascuno ha i suoi ebrei. I francesi hanno i còrsi, i lavoratori algerini; gli italiani hanno i terroni e i terremotati; gli americani hanno i negri, i portoricani; gli uomini hanno le donne; la Società ha i ladri, gli omosessuali, gli handicappati.

    Noi siamo gli ebrei di tutti.

    A quelli che mi chiedono: “e i palestinesi?” Rispondo “io sono un palestinese di duemila anni fa, sono l’oppresso più vecchio del mondo, sono pronto a discutere con loro ma non a cedergli la terra che ho lavorato. Tanto più che laggiù c’è posto per due popoli e due nazioni”

    Le frontiere le dobbiamo disegnare insieme. Tutta la sinistra sionista cerca da trent’anni degli interlocutori palestinesi, ma l’OLP, incoraggiata dal capitale arabo e dalle sinistre europee, si è chiusa in un irredentismo che sta costando la vita a tutto un popolo, un popolo che mi è fratello, ma che vuole forgiare la sua indipendenza sulle mie ceneri. C’è scritto sulla carta dell’OLP: “verranno accettati nella Palestina riunificata solo gli ebrei venuti prima del 1917”

    A questo punto devo essere solidale con la mia gente. Quando gli arabi mi riconosceranno, mi batterò insieme a loro contro i nostri comuni oppressori. Ma per oggi la famosa frase di Cartesio penso, dunque sono non ha nessun valore.

    Noi ebrei sono cinquemila anni che pensiamo e ci negano ancora il diritto di esistere. Oggi, anche se mi fa orrore, sono costretto a dire mi difendo, dunque sono.

    Herbert Avraham Haggiag Pagani (Tripoli, 25 aprile 1944 – Palm Springs, 16 agosto 1988) è stato un cantante, poeta, scultore, pittore, scrittore, attore e disc-jockey italiano, popolare negli anni sessanta-settanta.

    14 Gen 2009, 23:39 Rispondi|Quota
  • #4Fabio

    Ciao, grazie per i vostri articoli, molto interessanti. Dove posso trovare il video di qeusto articolo? Ho provato su you tube ma non riesco a trovarlo.
    Buona continuazione

    23 Gen 2009, 16:53 Rispondi|Quota
  • #6ric

    tanto gas !!!!

    12 Lug 2009, 16:19 Rispondi|Quota
    • #7Emanuel Baroz

      Mah….brutta cosa il caldo,eh?

      13 Lug 2009, 09:06 Rispondi|Quota
  • #8Emanuel Baroz

    27 Feb 2013, 11:05 Rispondi|Quota
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