UCOII: Chiesto il rinvio a giudizio per istigazione all’odio razziale

 
admin
5 dicembre 2007
1 commento

Edizione 265 del 04-12-2007

Istigazione all’odio razziale è l’accusa mossa all’organizzazione islamica dalla procura di Roma

Per l’Ucoii chiesto il rinvio a giudizio
di Dimitri Buffa

Paragonare Gaza ad Auschwitz è un implicito incitamento all’odio anti ebraico. Specie se si compra un’intera pagina di giornale, come accadde con il Quotidiano nazionale del 19 agosto 2006, proprio alla fine della guerra tra Israele e Hezbollah, per diffondere una simile enormità. Così due giorni fa la procura della repubblica di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio in base alla legge Mancino (e successive modifiche) del duo dirigente dell’Ucoii, Nour Dachan e Hamza Piccardo. E con loro anche di Marco Morelli, un rappresentante dei convertiti italiani all’islam sciita, e dell’editore di Al Hikma, Damiano Di Palma. Nella richiesta si parla di istigazione all’odio razziale. Tutti devono rispondere a diverso titolo di aver incitato, via internet e tramite annunci a pagamento sui giornali del gruppo Riffeser, a commettere violenze per motivi religiosi.

Le pene sono severe, fino a quattro anni di reclusione. E se i due esponenti dell’Ucoii do vessero essere rinviati a giudizio e poi condannati, anche solo in primo grado, sarebbe quasi inevitabile espellere l’organizzazione estremista, che in Italia fa riferimento alla fratellanza mussulmana fondata da Hasana al Banna e Sayyd Qutb, dalla famigerata Consulta per l’Islam tanto cara all’attuale ministro dell’Interno Giuliano Amato, ancorchè inventata dal suo predecessore Giuseppe Pisanu. Piccardo deve rispondere di alcune pubblicazioni sul sito internet www.islam-online.it. Le contestazioni a carico di Nour Dachan sono dovute invece alla diffusione di “idee fondate sull’odio razziale e religioso” mediante la pubblicazione di una pagina a pagamento sul “Quotidiano Nazionale”. Chi non ricorda quel titolo un po’ infame per il quale ci furono polemiche anche con il direttore responsabile del quotidiano? Nell’inserzione c’era infatti scritto “Ieri stragi naziste, oggi stragi israeliane”. Piccardo negli stessi giorni sul proprio sito web pubblicava un messaggio nel quale si afferma va che “quello che sta succedendo a Gaza è il tentativo di distruggere l’umanità positiva che si estrinseca per moltitudini di uomini e donne nella menzione nel nome di Dio”. Piccardo, inoltre, scriveva nel messaggio sul sito Internet a proposito della “blasfemità della guerra che trova la sua massima espressione nei bombardamenti terroristici”.

E poi facendo riferimento a Israele scriveva: “Sappiamo che Dio odia gli aggressione e che la sola reazione da Lui accettata è quella proporzionata all’offesa subita. Nonostante la paranoia israeliana non riusciamo a vedere alcuna proporzione. Ed è questo il segno di una escalation criminale di uno stato nato nella pulizia etnica, cresciuto e consolidato nella violenza e nell’ingiustizia”. La Procura ha infine contestato a Piccardo anche un altro messaggio pubblicato nel luglio 2006 sul sito suddetto:il portavoce dell’Ucoii, parlando di Israele, scriveva che “questo Stato sta disseminando di stragi e rovine il vicino Oriente, anzi il mondo intero”. L’inchiesta era scaturita da una coraggiosa denuncia dei parlamentari di Forza Italia, Lucio Malan e Giorgio Stracquadanio. L’iscrizione di Piccardo e Dachan era stata decisa dopo la consultazione delle fonti e in particolare delle sentenze della Corte di Cassazione in materia di istigazione all’odio razziale.

Opinione.it

1 dicembre 2007

Sul rinvio a giudizio di Piccardo e Dachan

Istigazione all’odio razziale – il pm: “Processo all’Ucoii”

Roma – Istigazione all’odio razziale. La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio dei vertici dell’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia. Il presidente dell’Ucoii Mohamed Nour Dachan, Roberto Piccardo, Marco Morelli (portavoce associazione Imam Mahdi) e Damiano Di Palma (editore casa editrice Al Hikma), devono rispondere a diverso titolo di aver incitato, via internet e stampa, a commettere violenze per motivi e religiosi. In particolare Piccardo deve rispondere di alcune pubblicazioni sul sito internet www.islam-online.it. Le contestazioni a carico di Nour Dachan sono dovute alla diffusione di “idee fondate sull’odio razziale e religioso”, facendo pubblicare sul “Quotidiano Nazionale”, l’inserzione a pagamento “Ieri stragi naziste,
oggi stragi israeliane”, apparsa il 19 agosto 2006.

In particolare si accusa sul web un messaggio nel quale si affermava che “quello che sta succedendo a Gaza è il tentativo di distruggere l’umanità positiva che si estrinseca per moltitudini di uomini e donne nella menzione nel nome di Dio”. Piccardo, inoltre, scriveva nel messaggio sul sito Internet di “blasfemità della guerra che trova la sua massima espressione nei bombardamenti terroristici”. E poi facendo riferimento a Israele scriveva: “Sappiamo che Dio odia gli aggressione e che la sola reazione da Lui accettata è quella proporzionata all’offesa subita. Nonostante la paranoia israeliana non riusciamo a vedere alcuna proporzione. Ed è questo il segno di una escalation criminale di uno stato nato nella pulizia etnica, cresciuto e consoli dato nella violenza e nell’ingiustizia”. La procura contesta a Piccardo anche un altro messaggio pubblicato nel luglio 2006 nel quale il portavoce dell’Ucoii parlando di Israele dice che “questo Stato sta disseminando di stragi e rovine il vicino Oriente, anzi il mondo intero”. L’inchiesta era scaturita da una denuncia dei parlamentari di Forza Italia, Lucio Malan e Giorgio Stracquadanio. L’iscrizione di Piccardo e Dachan era stata decisa dopo la consultazione delle fonti e in particolare le sentenze della Corte di cassazione in materia di istigazione all’odio razziale. La procura aveva identificato, tramite la Digos, come uno degli
ispiratori del messaggio Dachan.

Istituto Culturale della Comunità Islamica Italiana

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Il giornale

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  • #1Focus on Israel

    Peccato che la Procura di Roma avesse condannato questi criminali….

    13 Feb 2008, 19:13 Rispondi|Quota
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