Il Medio Oriente affonda nel silenzio – da Gaza al Libano terroristi più forte, mentre la comunità internazionale tace

 
admin
12 dicembre 2007
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L’OPINIONE / DA GAZA AL LIBANO TERRORISTI PIÙ FORTI, MENTRE LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE TACE

Il Medio Oriente affonda nel silenzio

12/12/2007

La situazione del Medio Oriente è caratterizzata da forte instabilità. Nel territorio di Gaza i terroristi di Hamas (dopo il colpo di Stato che ha quasi eliminato Al Fatah) opprimono la popolazione, hanno imposto la sharia e costituito un mini-stato islamico, forgiato sul modello iraniano. I gruppi del terrore, da subito, hanno cominciato a uccidere, perseguitare e terrorizzare la sparuta comunità cristiana, che ha avuto il coraggio di rimanere ancora in quei posti, divenuti insalubri per i non mussulmani. Il mondo occidentale politicamente corretto, intanto, tace ipocritamente e vilmente di fronte alle persecuzioni, alle angherie, alle minacce e alle violenze che la comunità cristiana mediorientale subisce, da troppo tempo, nelle aree ove la presenza dei fondamentalisti islamici si fa più pressante e forte.

Le zone, ove la presenza cristiana è sempre stata intensa e fiorente, presentano ormai un’immagine d’abbandono, d’affievolimento e di sgretolamento e nessuno, in Occidente, sembra voler ascoltare la nota dolente del pericolo di scomparsa totale dei cristiani dalla Terra santa. Intanto, nel sud del Libano, le milizie terroriste di Hezbollah, con il diretto aiuto della tirannia iraniana, sotto gli occhi chiusi delle truppe internazionali, si rafforzano, sempre più. Le milizie terroriste, incuranti della presenza del contingente onusiano, stanno riattando tutte le basi offensive, in termini di uomini, strutture ed armamenti, già smantellati da Tsahal, dopo la proditoria aggressione dell’estate scorsa, che queste hanno portato contro il territorio d’Israele.

L’azione di Hezbollah, di concerto con la sanguinaria repubblica dei mullah ed in aperta collusione con la satrapia siriana, condiziona, fortemente, l’autonomia del Libano. L’opera nefasta delle milizie del terrore, tuttora, tenta d’ostacolare l’elezione di qualsiasi presidente dello stato, che sia in grado di garantirne lo sviluppo democratico e la libertà da qualsiasi ingerenza esterna. Si fa, tuttavia, sempre più probabile l’elezione a presidente, da parte del parlamento libanese del generale Michel Suleiman, risultato consequenziale alla politica di recupero del regime siriano, dopo Annapolis, ad una politica più autonoma e differenziata dalla stretta soffocante dell’Iran. Si evidenzia, da tali fatti, la stretta necessità, da parte del modo libero, di tentare di disgiungere l’intreccio d’interessi economici, militari e di schieramento tra la Siria del despota Assad e la guerrafondaia repubblica islamica dei mullah.

L’incontro di Annapolis e le precedenti proposte informali di dialogo del presidente israeliano Olmert, hanno dato possibilità al regime siriano di uscire dall’isolamento totale ove si era cacciato, dopo l’assassinio di Rafiq Hariri, fiero assertore dell’autonomia del Libano da qualsiasi influenza. La ripresa dei contatti con il regime di Assad, è anche un tentativo, delle diplomazie internazionali, riunitesi ad Annapolis, d’incoraggiare la Siria, ad esercitare un controllo più stretto dei propri confini, per non permettere ai gruppi del terrorismo internazionale d’infiltrarsi in Iraq. Se si riuscisse ad avere, tramite l’inizio di una forma colloquiale, con il regime siriano, una qualche serie di impegni di rescissione di legami diretti ed indiretti con le organizzazioni criminali terroriste di Hezbollah, potrebbe scaturire, da tale convenzione, una serie di conseguenze positive. Il primo risultato che si verrebbe ad ottenere sarebbe quello di divaricare la politica siriana da quella iraniana. La seconda conseguenza di tale politica del riattivare una linea diretta col regime di Assad, potrebbe essere quella di giungere ad una forte limitazione dell’attività nefasta del terrorismo di Hezbollah, che, costantemente, ostacola la libertà libanese ed attacca e provoca Israele.

Altra risultanza, che, da questa politica di riavvicinamento, potrebbe conseguire, sarebbe quella del pieno isolamento delle forze del terrorismo di Hamas, guidate da Teheran, che operano a Gaza e che sono d’ostacolo a qualsiasi tentativo di pace in M.O., tra arabi palestinesi e israeliani. Le reazioni siriane alle pressioni, che sono state esercitate su Assad, in occasione degli incontri di Annapolis, nel Maryland, potranno essere gli indicatori della volontà effettiva, di questo Paese, di uscire, in modo meno oneroso, fuori dall’isolamento internazionale in cui si trova. L’Iran, dal canto suo, s’è reso conto del tentativo, esercitato dal fronte contrapposto, di svellere dalla propria area d’influenza l’alleato siriano e conscio degli effetti devastanti, di tale eventuale riposizionamento, per la propria politica destabilizzante, ha iniziato ad essere più circospetto.

La buona riuscita delle elezioni per la presidenza libanese, potrà essere il giusto segnale di un, graduale ma effettivo, cambiamento di rotta, da parte di un Paese che, fino ad oggi, è stato, assieme alla tirannide guerrafondaia iraniana, uno dei fattori d’instabilità della regione mediorientale. Si potrà costatare, dalle reali azioni effettive, se la necessità e la volontà di uscire da un isolamento internazionale, che, alla lunga, potrebbe nuocere al dispotismo siriano, sarà più forte delle lusinghe che, i guerrafondai iraniani, eserciteranno su questo, per stringerlo nel loro fatale abbraccio. Se l’influenza nefasta in M.O. del piccolo Hitler di Teheran e dei suoi burattinai, dovesse risultare, fortemente, ridimensionata, con il sottrarsi della Siria dal suo potere d’influenza, potrebbe essere ancor più agevole il cammino della pace nella tanto martoriata regione mediorientale.

Franco Marta

Avanti.it

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Commento

  • #1Bennauro

    L’accordo segreto tra parte dell’amministrazione Bush e il governo di Tehran e’ stato siglato all’insaputa di tutti.
    Sponsorizzato da Re Abdullah, l’incontro ha dato carte blanche agli stati sponsors del terrorismo.
    L’Iran, la Siria, gli Hizbullah, i Palestinesi sembrano piu’ liberi che mai di portare avanti la loro politica di odio e di terrore verso Israele.
    All’ombra di Annapolis si e’ perpetrato un duplice omicidio e la vittima e’ stata per due volte Israele.
    L’ipocrisia e l’adulazione sono la morte dell’amicizia, e temo che l’amicizia USA-Israele stia in quella fase che clinicamente viene definita di agonia.
    Se apertura significa anche trasparenza, Israele non ha mai nascosto nulla nella sua ricerca della pace con i vicini arabi, ne’ ha cercato di trarre vantaggio dalla debolezza altrui. Tutt’altro. Gli Israeliani sono stati disponibili alla comunicazione, alla relazione, alla cooperazione; hanno esaminato tutti i punti di vista, ma si sono attenuti nella scelta alla loro visione: trasparenza ed onesta’ con tutti, ma netto rifiuto di tutto cio’ che provoca dolore ed ingiustizia.
    Israele ha agito e continua ad agire alla luce del sole. Gli altri al buio della notte, di una notte nella quale stanno trascinando il mondo intero.

    14 Dic 2007, 12:44 Rispondi|Quota