Tribunale ristabilisce la verità: Al Dura non fu ucciso dagli israeliani

 
admin
24 maggio 2008
2 commenti

Palestinismo

Tribunale ristabilisce la verità: Al Dura non fu ucciso dagli israeliani

Immagine di Al Dura con il padre tratta dal documentario incriminato prodotto da France 2

Immagine di Al Dura con il padre tratta dal documentario incriminato prodotto da France 2

di Dimitri Buffa

Doveva essere stato ucciso dai proiettili dei cattivissimi soldati israeliani, Mohammed Al Dura. E il suo caso contribuì non poco, dopo il reportage di France 2 quel 30 settembre 2000 a rinfocolare l’odio antisemita mai del tutto sopito nella Francia di Chirac.

In primo grado nel 2006 il coraggioso reporter indipendente Philippe Karsenty, che aveva osato mettere in dubbio la ricostruzione filmata degli eventi, era stato condannato a pagare 7 mila dollari per avere leso l’onore dell’emittente televisiva in questione. Ora però il giornalista francese si è trovato un giudice a Parigi. Più precisamente nella corte di appello, che ha completamente ribaltato il verdetto con queste motivazioni: Karsenty aveva buoni motivi per mettere in dubbio la ricostruzione dei fatti così come operata dal reporter Charles Enderlin e dal suo cameramen palestinese Talal Abu Rhama. Per cui, non solo Karsenty non dovrà più pagare quei soldi, ma sarà France 2 a doversi accollare le spese di giudizio.

Ma quel che è clamoroso è quanto emerso dai fotogrammi del servizio televisivo di France 2 non montati nel servizio di quel 30 settembre 2000, data di inizio della seconda Intifada, quella dei terroristi islamici suicidi fatti passare per martiri nella propaganda antisraeliana. Per anni, l’emittente televisiva francese si era rifiutata di renderli noti al pubblico finché proprio la corte di appello di Parigi non glielo ha imposto. E in essi si vedono semplicemente delle immagini, successive alla presunta morte del bambino a causa di un proiettile sparato da israeliani, in cui il piccolo Mohammed al Dura apre gli occhi e sorride al padre.

Una vera e propria messinscena che supera persino le ipotesi sin qui avanzate sulla morte di questo ragazzo, che alcuni ipotizzavano essere in realtà stato colpito dal fuoco amico, cioè da parte di guerriglieri palestinesi che nei disordini di quel giorno apparivano molto ma molto più vicini dei soldati israeliani rispetto a dove si trovava lui. Non contenti della sonata presa in appello e del relativo sputtcreditamento i dirigenti di France 2 hanno deciso di adire la Cassazione francese. E alla stampa hanno consegnato l’acido commento della direttrice delle relazioni con il pubblico, Christine de la Vena, secondo la quale “questa storia è vecchia e tutti l’hanno ormai dimenticata tranne quest’uomo del processo e un paio di altri che rifiutano di arrendersi, solo in Francia può accadere che così poche persone causino guai così grandi”.

Già, ma forse solo in Francia può succedere anche che una televisione di Stato si presti a montare in maniera così irresponsabile una campagna di odio antiebraico con un reportage che in realtà sembra essere stato più che altro una fiction della famosa ditta Palestinian Hollywood. O, “Pallywood”, come la chiamano gli addetti ai lavori.

L’Occidentale

Articoli Correlati
La “morte” di Mohamed Al Dura: messa la parola fine ad una atroce menzogna

La “morte” di Mohamed Al Dura: messa la parola fine ad una atroce menzogna

Al Dura: fine di una menzogna atroce     La “morte” in diretta di Mohammed Al Dura, avvenuta nel 2000 a Netzarin, nella Striscia di Gaza e attribuita all’IDF è stata […]

I media e l’intramontabile versione palestinese

I media e l’intramontabile versione palestinese

I media e l’intramontabile versione palestinese Da un articolo di Caroline Glick L’attentato del 2 luglio è stato unico nel suo genere. Per via del fatto che Husam Taysir Dwayat […]

Caso Al-Dura: legittima la critica sulla veridicità del servizio di France 2 del 2000

Caso Al-Dura: legittima la critica sulla veridicità del servizio di France 2 del 2000

Caso Al-Dura: legittima la critica sulla veridicità del servizio di France 2 del 2000 22/05/2008 La tv Francia 2 e il suo corrispondente a Gerusalemme, Charles Enderlin, hanno perso la […]

Come il caso Dreyfus – David Frum sul falso video di Mohammad Al-Dura

Come il caso Dreyfus – David Frum sul falso video di Mohammad Al-Dura

Testata: Il Foglio Data: 21 novembre 2007 Pagina: 2 Autore: David Frum Titolo: «Storia di un falso» Dal FOGLIO del 21 novembre 2007, riprendiamo un articolo di David Frum: STORIA […]

Il caso Al Dura: cronaca di una bugia fatta passare per realtà

Il caso Al Dura: cronaca di una bugia fatta passare per realtà

 16 novembre 2007 Finto bimbo morto E’ un bluff la foto che scatenò l’intifada   La morte di Mohammed Al Dura era un falso Che i mezzi di informazione siano in […]

Lista Commenti
Aggiungi il tuo commento

Fai Login oppure Iscriviti: è gratis e bastano pochi secondi.

Nome*
E-mail**
Sito Web
* richiesto
** richiesta, ma non sarà pubblicata
Commento

  • #1Hadar

    Le ville gigantesche dei “poveri palestinesi”

    Troppa gente crede che gli arabi in Giudea e Samaria vivano in tuguri, che soffrano la fame.
    Noi che viviamo in Giudea e Samaria, vediamo quotidianamente qualcosa di molto diverso.
    Quando passiamo dalle parti delle case degli arabi vediamo edifici enormi e moderni, quali non si vedono nei villaggi e cittadine abitati da noi ebrei. IO dico sempre che dovremmo imitare il loro stile di costruzione: case gigantesche e dunam su dunam di terreno attorno, non alveari… Ma i nostri governi non permettono agli ebrei di costruire in quel modo: limitano le aree dove possiamo costruire e ci mettono reticolati attorno… Sarà l’abitudine atavica dei ghetti… 🙂
    Queste foto sono state scattate lo scorso autunno, in Samaria intorno a Shiloh, da Batya.
    Date un’occhiata alle enormi ville MONOFAMIGLIARI degli arabi.
    Spero presto di potervi mandare foto scattate da me da queste parti, più a sud, in Giudea: le ville sono ancora più monumentali. Niente di quel genere si trova neppure a Hertzelia o Savyon, due posti molto benestanti in Israele.
    Non posso mandarvi le foto della villa tipo Palladio, costata 2 milioni di dollari 12 anni fa, appartenente a uno che ufficialmente risiede nel campo “profughi” Daheishe a Betlemme e che viene mantenuto da ONU e UE. Non posso in quanto dal 1995 non posso entrare a Betlemme perché sono ebreo, ma ci passavo davanti tutti i giorni prima che Betlemme fosse data ad Arafat (e quando la stragrande maggioranza dei suoi abitanti era cristiana, cosa che ora non è più). Le colonne di marmo, i giardini, la cupola e le fontane fanno veramente invidia alle ville del Palladio.
    Mandate le foto in giro: mostrate la verità alla gente, al di là della propaganda dei media ostili a Israele. Noi non abbiamo i petrodollari e non possiamo regalare miliardi ai media di tutto il mondo “senza condizioni” [sìc!] come fanno gli arabi con TUTTI.

    http://shilohmusings.blogspot.com/2007/03/arab-mansions-part-1.html

    http://shilohmusings.blogspot.com/2007/03/arab-mansions-part-2.html

    26 Mag 2008, 13:10 Rispondi|Quota