Francesco Caruso dona soldi ai terroristi dell’Achille Lauro

 
admin
13 luglio 2008
4 commenti

Francesco Caruso dona soldi ai terroristi dell’Achille Lauro

La vittima in carrozzina di quegli “eroi”

F. B. per “L’espresso” – Poco prima di decadere da deputato, il leader no global Francesco Caruso ha visitato in carcere un terrorista condannato all’ergastolo per il dirottamento della Achille Lauro e gli ha donato dei soldi. Il ‘visitato speciale’ si chiama Khalid Husain, numero di matricola ‘AAQ29600854’ ed è un palestinese di 78 anni appena trasferito d’urgenza, per motivi ignoti, dal carcere di Parma a quello di Benevento. Sottoposto a regime di massima sicurezza, il 15 marzo Husain ha ricevuto la visita dell’onorevole Caruso, convinto che la sua condanna in contumacia sia ingiusta.

Il 29 marzo, secondo quanto risulta dai documenti visionati da ‘L’espresso’, Caruso ha versato in contanti alla Casa circondariale di Benevento la somma di 450 euro per Husain. Una cifra di per sé non certo elevata, ma che equivale sostanzialmente alle spese di sopravvitto che il palestinese sostiene mediamente nell’arco di cinque mesi. Husain intanto sta scrivendo un libro per difendersi e vorrebbe la riapertura del processo. Chissà che un giorno non possa restituire quei soldi al generoso Caruso.

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Commento

  • #1luca

    magari fossero questi si sprechi di soldi pubblici !!
    leggiti “deriva” di Stella e Rizzo ….poi ci saprai dire.

    16 Set 2008, 20:47 Rispondi|Quota
  • #2Focus on Israel

    Abbiamo letto sia “La Casta” che “La Deriva”, ma non cambiamo la nostra idea: è semplicemente VERGOGNOSO che un parlamentare italiano abbia donato dei soldi ad un terrorista!

    17 Set 2008, 10:23 Rispondi|Quota
  • #3Alberto Pi

    09.02.2006 Preferisce Hamas all’Udeur e non giudica i terroristi suicidi
    è Francesco Caruso, candidato da Rifondazione Comunista alla camera dei deputati

    Testata: Corriere della Sera
    Data: 09 febbraio 2006
    Pagina: 2
    Autore: Fabrizio Roncone
    Titolo: «Caruso: non giudico i kamikaze Hamas è meglio di Mastella»

    Si commentano da sole le dichiarazioni del leader no-global Francesco Caruso, candidato alla Camera da Rifondazione Comunista. Ecco il testo della cronaca del CORRIERE della SERA:

    È sceso dall’albero. E ha detto cose durissime. Spiacevoli. Politicamente — anche per Rifondazione comunista — scorrette. L’albero: una quercia secolare di viale Mellusi, Benevento, quelli del Comune stanno segando i tronchi su ordine del sindaco di Alleanza nazionale e così, ieri mattina, una squadra di antagonisti ci si è andata ad arrampicare. Lui, un gatto ribelle: Francesco Caruso, gran capo dei no global meridionali, candidato da Bertinotti alla Camera nel collegio della Calabria. Ventitré procedimenti giudiziari sparsi nelle varie procure d’Italia e la coerenza, almeno, di dire ancora quel che pensa.

    Sceso dall’albero, ha detto di pensare questo: «Fanno bene, Fassino e Prodi e tutti gli altri, ad aver paura della mia candidatura. Perché sarò un virus che metterà in discussione i loro privilegi. Sarò il grimaldello dei disoccupati, degli emarginati, dei senzacasa. Meglio essere uno di Hamas all’italiana, che un Mastella alla palestinese». Hamas? Lei evoca i kamikaze… «Li evoco, e allora? Non mi sento di giudicarli. Il kamikaze, in fondo, è una forma di disperazione sociale». Lei dice cose molto dure, e discutibili. «Il mio universo di riferimento non è quello dei D’Alema, dei Rutelli, dei Fisichella». L’altro giorno ha preso un caffè con il presidente di Confindustria, Luca di Montezemolo. «Ha pagato lui». Casarini, leader no global del Nord-Est, la giudica, però, un traditore: «Traditore di cosa? Io continuerò a stare nei centri sociali, per occupare case, bloccare binari, arrampicarmi sugli alberi e…». E cosa, Caruso? «Mi piacerebbe anche riuscire a sciogliere il Ros, il Reparto operativo speciale dei carabinieri. Gente pessima. Mi sbaglio o sono indagati per un giro di droga?».

    Mentre fornisce questo genere di risposte, Fausto Bertinotti è nel salotto di Porta a porta, ospite di Bruno Vespa. Imbarazzo? «L’Unione non è una caserma. Ciò che è vincolante è il programma… quanto allo scioglimento del Ros, si tratta di un’opinione personale di Francesco». Poi Bertinotti cerca la mediazione: «Comunque, a Caruso e all’Unione propongo un armistizio.
    Ragioni di igiene politica chiedono all’Unione di dismettere un atteggiamento rissoso…».

    Armistizio? L’Udeur risponde subito. Con una nota. «Caruso è utile solo a far perdere voti alla coalizione». Il segretario dei Ds, Piero Fassino, era già stato assai critico martedì. Questo però non basta al ministro per le Riforme, Roberto Calderoli: «Ma Prodi perché tace? Condivide o si vergogna?». Il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, risponde a Emilio Fede, al Tg4: «Il centrosinistra è un inestricabile groviglio di contraddizioni».
    Caruso sghignazza: «Li sento e penso: appena metto piede alla Camera…».

    Sempre dal Corriere della Sera una raccolta di reazioni alle dichiarazioni di Caruso da parte di esponenti politici o culturali della sinistra.

    ROMA — «Francesco Caruso? Il capo dei no global?». Proprio lui, sindaco Massimo Cacciari.

    «Dovreste rivolgervi a Fausto Bertinotti e, anzi, se posso suggerire una domanda…». Prego. «Bisognerebbe domandargli se queste elezioni vuole vincerle o perderle». Perché, scusi, lei ha qualche sospetto? «No. Non me li voglio far venire questi sospetti. Però è chiaro che uno come Caruso, i voti ce li può solo far perdere…». È ciò che pensa anche il giornalista Giampaolo Pansa. Che un certo sospetto, invece, ce l’ha già forte. «E da tempo. L’ho scritto sull’Espresso, nel mio “Bestiario”, un mucchio di volte: Prodi dovrebbe fare a meno del “parolaio rosso”, cioè di Bertinotti. Quello gioca a perdere. Quello non ha voglia di tirare fuori l’Italia dal disastro in cui l’ha fatta sprofondare Berlusconi. Quello non vuole infilarsela la tuta da lavoro, quello preferisce, come noto, il cachemire. E Caruso, di cui ho una pessima opinione, è perfetto per questo tipo di operazioni».

    Si associano, sia pur con sfumature diverse, il filosofo napoletano Biagio De Giovanni: «Non esiste al mondo una coalizione che tenga insieme Mastella e Caruso». E il coordinatore dei Ds, Vannino Chiti. Che spedisce un messaggio esplicito a Bertinotti: «È chiaro che si assume la responsabilità di ogni candidatura…». Altri, meno diplomatici. Come l’ex compagno di occupazioni, Luca Casarini, comandante dei no global del Nord-Est: «Caruso? Un patetico traditore». O come lo stesso Clemente Mastella: «Caruso? Chi lo conosce, come me, lo evita».

    I toni sono questi. Accesi. Parecchio. Per dire: sentite chi, come il professor Francesco Pancho Pardi, Caruso lo difende. «Mi chiedo chi conferisca a tipi come Fassino il ruolo di censore. E, premesso che ho idee un po’ diverse da quelle del no global napoletano, dal segretario dei Ds vorrei spiegazioni sull’alleanza con Bobo Craxi…». Oliviero Diliberto, dei Comunisti italiani, ironico: «Noi abbiamo preferito candidare alcuni tra i migliori intellettuali italiani: come Tranfaglia, Cancrini, come la Hack…». Ironica anche Katia Bellillo: «Va bene, Caruso non sarà proprio un esempio di… ma, scusate: e la Margherita che invece candida Fisichella?».

    Il verde Paolo Cento alle polemiche sulla candidatura di Francesco Caruso risponderà, nelle prossime ore, con un manifesto. C’è lui, Cento, alla testa di un corteo antagonista. La scritta: «Eccoci per il governo». Il governo, appunto. «Politicamente è il nostro obiettivo — riflette il senatore diessino Nicola Latorre —eio credo che se dovessimo vincere le elezioni, personaggi come Caruso finiranno, lentamente, per essere emarginati».
    Emarginato? Caruso emarginato? «Non lo so, questo è un genere di valutazioni che spettano ai segretari dei partiti, a Fassino o a quelli con il suo rango… Naturalmente, però, ho anche fiducia in Romano Prodi, che credo dovrà, prima o poi, tirare le sue conclusioni», dice l’ex direttore dell’Unità, Furio Colombo.

    D’altra parte, dopodomani, sabato, l’Unione si riunirà per la cerimonia di presentazione del suo programma e «io credo che se Bertinotti, come sono certo, apporrà la sua firma, beh, quella firma sarà una garanzia». Anche per i comportamenti di Caruso, onorevole Dario Franceschini?
    «Anche. Certo. Bertinotti si impegna con noi della Margherita, con il resto della coalizione, ma anche e soprattutto con i cittadini italiani. E non penso proprio che Fausto abbia voglia di perdere la faccia per colpa di un no global…».

    Infatti. È quello che pensa il presidente del Friuli, Riccardo Illy:
    «I partiti sono liberi di candidare. Bertinotti, immagino, sa bene ciò che fa».
    Il sospiro di Rosy Bindi: «Mah, tutte queste certezze… io credo che forse sarebbe tempo che gli alleati dell’Unione si sedessero a un tavolo per ragionare, insieme, sulle candidature. Credo infatti che ce ne sia qualcuna di troppo, e qualcuna di meno».

    http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=15420

    2 Giu 2010, 12:10 Rispondi|Quota