Il protocollo dei savi di Wall Street

 
admin
27 ottobre 2008
1 commento

Il protocollo dei savi di Wall Street

Le tesi sulle crisi dei mercati finanziari,offrono un’infinita possibilità di variazioni tematiche, ma non ci si era ancora accorti che mancava, tra critiche al liberismo, rivalse marxiane, nostalgie di Keynes, la più classica di tutte: quella del complotto ebraico.

Ovviamente l’ha lanciata il presidente iraniano Ahmadinejad. E’ bellissima: secondo l’Iran il crack nasce perchè dei funzionari ebrei della Lehman Brothers avrebbero sottratto surrettiziamente 400 miliardi di dollari dai fondi della banca per trasferirli in banche israeliane. Così Israele finge di preoccuparsi della situazione, mentre i suoi banchieri si tuffano nell’oro. Se la storiella di Ahmadinejad fosse vera, il segretario all’Economia Usa, Paulson avrebbe fatto davvero bene a far fallire una banca che si lascia sottrarre 400 miliardi di dollari senza accorgersene. E i mercati mondiali potrebbero tirare un sospiro di sollievo: i soli stanziamenti annunciati dal piano della Casa Bianca coprirebbero abbondamentemente l’ammanco. Ma il problema non è l’incredibilità della ricostruzione avanzata dall’Iran, quanto il fatto che questa si è potuta conoscere solo attraverso un giornale, l’Unità che unico in Italia ha rilanciato quelle posizioni e non nell’inserto satirico, dove pure farebbero la loro figura, ma nelle pagine dedicate solennemente all'”allarme economia”.

Una pagina, per l’esattezza, di due articoli dove il secondo è quello sulla posizione iraniana, senza alcun commento. Senza neppure un tentativo di predendere le distanze. Ci sarebbe da credere in un antisemitismo di ritorno, neanche troppo mascherato dal senso del pudore, a cui l’Unità proprio non sa resistere.

(15 Ottobre 2008 )

L’Occidentale

Articoli Correlati
Italia, 2016: la Cassazione annulla condanna per i Protocolli dei Savi di Sion

Italia, 2016: la Cassazione annulla condanna per i Protocolli dei Savi di Sion

Italia, 2016: la Cassazione annulla condanna per i Protocolli dei Savi di Sion E’ stato accolto dalla Cassazione il ricorso dell’editore piemontese dei ‘Protocolli dei savi di Sion’ – caposaldo […]

Torino: editore condannato per la pubblicazione dei Protocolli dei Savi Anziani di Sion

Torino: editore condannato per la pubblicazione dei Protocolli dei Savi Anziani di Sion

Qui Torino – Odio e diffamazione, severa condanna di Daniel Reichel Sei mesi di reclusione e duemila euro di provvisionale in favore della Comunità Ebraica di Torino. Questo il verdetto, […]

Ritirato dalle librerie torinesi “I Protocolli del Savi anziani di Sion”

Ritirato dalle librerie torinesi “I Protocolli del Savi anziani di Sion”

Ritirato dalle librerie torinesi “I Protocolli del Savi anziani di Sion” di Luciano Borghesan, Patrizio Romano Sono state ritirate le copie dei «Protocolli dei “savi anziani” di Sion». Lo ha […]

E Vattimo «rivaluta» i Protocolli dei Savi Anziani di Sion

E Vattimo «rivaluta» i Protocolli dei Savi Anziani di Sion

Provocazione choc E Vattimo «rivaluta» i Protocolli dei Savi Anziani di Sion TORINO (d.m.) Qui a Torino è nata un’altra categoria, «la sinistra soft», in cui il poeta israeliano Aaron […]

Hackers islamici distruggono il sito di Secondo Protocollo

Hackers islamici distruggono il sito di Secondo Protocollo

Hackers islamici distruggono il sito di Secondo Protocollo Alle ore 19.40 del 21/04/08 un gruppo di terroristi islamici ha distrutto il sito di Secondo Protocollo ( http://www.secondoprotocollo.org )per la sua […]

Lista Commenti
Aggiungi il tuo commento

Fai Login oppure Iscriviti: è gratis e bastano pochi secondi.

Nome*
E-mail**
Sito Web
* richiesto
** richiesta, ma non sarà pubblicata
Commento

  • #1Focus on Israel

    Questo è l’articolo originale dell’Unità….certo non c’è una presa di posizione netta contro le dicerie iraniane…ma si capice cosa pensa l’autore del testo, Umberto De Giovannangeli:

    Anche Israele trema in Borsa e c’è chi grida al complotto

    Riapertura e subito il crollo, poi la ripresa ma si chiude a -5%. Colpiti soprattutto i titoli immobiliari

    di Umberto De Giovannangeli / Roma

    COMPLOTTO È la prima notizia dei telegiornali. Ruba la scena agli scontri tra ebrei e arabi nell’antica S.Giovanni d’Acri. Oscura gli sforzi della premier incaricata,
    Tzipi Livni, di formare un nuovo governo. E riporta in auge la tesi, sciagurata, del “complotto ebraico” mondiale. Israele trema. Non per la minaccia nucleare iraniana. E neanche per il rischio, peraltro elevato, che al conflitto con i palestinesi si aggiunga quello tra ebrei e arabi con passaporto israeliano.

    A far tremare Israele è la risposta della Borsa alla crisi che dagli Stati Uniti è deflagrata nel resto del mondo. Dopo un avvio disastroso, un buon recupero nel pomeriggio non è bastato a tirare su una giornata negativa anche per la Borsa di Tel Aviv. Dopo la serie di feste ebraiche legate allo Yom Kippur e al fine settimana, ieri è stata la prima giornata in cui il mercato azionario sperava in una reazione alla crisi planetaria. In calo, oltre ai tecnologici, anche i titoli legati al settore immobiliare, che anche in Israele ha risentito del terremoto abbattutosi sui mutui. Dal -16 per cento del mattino al -12 per cento di metà giornata, sino al -5 per cento della chiusura. Le contrattazioni borsistiche si erano aperte ieri con 45 minuti di ritardo, per cercare di dare un segnale di riflessione in più, ma la misura non ha avuto gli effetti sperati.

    A riprova dell’agitazione degli operatori, ieri nelle prime ore il sito web della Borsa di Tel Aviv è collassato, per il troppo carico di lavoro e l’eccesso di contatti da parte dei surfer. Il sito si è ristabilito nel pomeriggio.

    Il governatore della Banca centrale, Stanley Fischer, e il ministro delle Finanze Roni Bar-On (Kadima), in consultazione permanente, stanno valutando se praticare iniezioni di capitali freschi alle banche. I maggiori timori degli investitori israeliani riguardavano i titoli immobiliari, di compagnie che finanziano progetti di costruzione e acquisizioni attraverso forti indebitamenti. La stretta creditizia fa sì che gli investitori siano terrorizzati dalla prospettiva che le imprese non abbiano più risorse sufficienti per far fronte ai debiti a scadenza.

    Tutto questo, però, secondo alcuni è solo uno specchietto per le allodole, giacché Israele in realtà sarebbe il vero beneficiario della crisi globale. Ciò, almeno, in base a una ridda di “spiegazioni” e “rivelazioni” circolanti su vari siti internet da alcuni giorni, in cui di ripropone la teoria, dura a morire, di un planetario complotto ebraico. Il quotidiano Haaretz, senza perdere l’abituale senso dello humour, parla di “Protocolli dei savi di Wall Street”, richiamandosi al noto falso antisemita fatto circolare ai primi del Novecento. In particolare, secondo queste “tesi”, prima che la Lehman Brothers crollasse, da questa banca furono trasferiti su tre banche in Israele 400 miliardi di dollari, prelevati surrettiziamente da funzionari infedeli, naturalmente ebrei, che avrebbero alleggerito i conti di poveri investitori. Tale colossale furto sarebbe avvenuto contando sul fatto che, trattandosi di un’ intesa tra ebrei, non sarebbe stato applicato il trattato di estradizione esistente fra i due Paesi. Una cospirazione. Tesi rilanciata dai falchi del regime iraniano: il disastro finanziario mondiale? Colpa della lobby ebraica e dello Stato sionista. Parola di Mahmud Ahmadinejad, presidente della Repubblica islamica dell’Iran.

    (Fonte: L’Unità, 13 Ottobre 2008 )

    28 Ott 2008, 14:38 Rispondi|Quota