9 Novembre 1938: Kristallnacht, La Notte dei Cristalli

 
Emanuel Baroz
10 novembre 2008
10 commenti

9 Novembre 1938: Kristallnacht, La Notte dei Cristalli

focus on israel kristallnachtEra un mattino freddo e nebbioso il 10 novembre 1938; il nostro maestro entrò di corsa in classe, senza fiato, lui, che era sempre calmo e tanto gentile, aveva il viso tutto rosso per l’agitazione e con le mani tremanti fece segno verso la porta gridando: «Bambini, per l’amor del cielo, presto, correte a casa vostra!». Non ricordo come uscii dalla scuola; tutti spingevano e tiravano affollandosi sul portone d’uscita, poi via di corsa. Rimasi ferma lì, in mezzo alla strada, ipnotizzata da quello che vidi: ragazzi della Hitlerjugend nelle loro divise assalivano con bastoni e sassi la nostra scuola, prima rompevano i vetri delle finestre e poi tutto quello che c’era da rompere nelle aule e negli uffici.

Piangevo per il terrore: la mia casa era lontana, non ero mai andata a casa da sola, non sapevo nemmeno come tornare. Poi, non riuscivo a capire cosa volessero quei ragazzi da noi e dalla nostra scuola. Anche loro non erano altro che ragazzi … sì, più grandi di me, ma ragazzi come ero io: che cosa gli avevamo fatto?

Improvvisamente mi sentii afferrare per la mano. A passi veloci, a me sembrava di correre, entrammo in un negozio. Non conoscevo l’uomo che mi aveva trascinata con sé, ma il mio istinto mi disse che voleva aiutarmi, allontanandomi da quei ragazzi impazziti e dalla folla di curiosi. Il negozio era una calzoleria e lo sconosciuto che mi aveva portato lì, un calzolaio tedesco; con l’aiuto della moglie cercò di tranquillizzarmi, ma io, scossa dal gran piangere, non riuscii a tirar fuori una sola parola. Fra i miei quaderni trovarono il mio indirizzo e dopo un’infinità di tempo l’uomo tornò insieme a mio padre: mi calmai solamente fra le sue braccia. Ringraziando quelle brave persone, papà mi prese per mano e mi disse con voce solenne: «Ricordati bene di questo giorno, bambina mia: sembra incredibile fino a che punto un popolo civile come quello tedesco sia potuto arrivare! La mia gioventù l’ho passata a Lipsia; nella guerra mondiale 1914-1918 ho combattuto in prima linea per l’Austria e la Germania sul fronte italiano, sono stato ferito e ho quattro medaglie e adesso, dopo ventisette anni di vita qui a Lipsia, devo vedere questo spettacolo crudele… Dov’è la giustizia?».

Mio padre chiuse la mia manina fredda nella sua grande mano calda e rassicurante e così camminammo per lungo tempo per strade che sembravano bruciare per le fiamme che uscivano da case, negozi e grandi magazzini ebrei, mentre i pompieri cercavano di salvare con le loro pompe d’acqua le case e i negozi non ebrei!

Vandalismo dappertutto: spaccavano con i sassi le vetrine dei negozi; vidi perfino che dalle finestre o dalle vetrine buttavano di tutto, mobili, quadri e altro. Distruzione, furti e disperazione; donne e bambini piangenti… perfino tanti uomini avevano lacrime d’umiliazione negli occhi, non capivano il perché.

Passammo sopra un ponte e vedemmo che sulle due sponde del canale alcune SS costringevano degli ebrei anziani con lunghe barbe a saltare da una riva all’altra. Il canale non era molto largo, ma per gli anziani era uno sforzo eccessivo: tanti cadevano nell’acqua gelata, svenivano; allora venivano rianimati dalle SS e costretti a continuare, ancora e ancora…

Passammo vicino alla grande sinagoga, dove mio padre aveva l’abitudine di andare a pregare, ma che terribile spettacolo ci aspettava lì! Dalla sinagoga uscivano fumo e fiamme; uomini con i vestiti stracciati o bruciati e il volto nero per il fumo uscivano di corsa da quell’inferno, stringendo tra le braccia i libri della Torà: cercavano di salvare quello che avevano di più caro e di più santo, i rotoli scritti a mano, detti libri del Pentateuco. Vedemmo che anche il nostro rabbino correva fra le fiamme.

Sembrava che le SS si divertissero, ridevano rumorosamente.Non riuscivo a capire come degli esseri umani potessero trasformarsi in belve feroci. Era proprio vero quello che era scritto nelle fiabe: c’erano una volta maghi e streghe cattive che trasformavano le persone a loro volontà. Ma dov’erano le buone fate, che venivano a salvare i poveri innocenti? (Regina Zimet-Levy, Al di là del ponte, Garzanti, pp. 35-37)

La notte dei cristalli non è più tornata, ma le sinagoghe incendiate sì, i cimiteri ebraici profanati e devastati sì, gli ebrei aggrediti, picchiati, assassinati per strada, o rapiti e torturati a morte, sì. È accaduto, dunque può accadere, ha detto qualcuno, e infatti continua ad accadere. Cerchiamo almeno di non raccontare a noi stessi che si tratta di storie vecchie. E cerchiamo di non inventarci “buoni motivi” per giustificare gli aggressori: nel 1938 non c’era Israele, e non c’era una causa palestinese, e ciononostante è accaduto.

Barbara

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  • #1Alberto P.

    Riporto dal sito di Deborah Fait:

    Il Nunzio Apostolico a Berlino, Mons. Orsenigo, al Cardinale Pacelli (quello che… “non sapeva”!):

    Berlino, 15 novembre 1938

    Informazioni sul pogrom del 9-10 novembre 1938

    Mi faccio un dovere di aggiungere qualche notizia a quanto i giornali hanno già pubblicato circa il vandalismo antisemita del giorno 9 e 10 corrente in Germania.

    Le distruzioni si sono iniziate, come su una parola d’ordine, nella notte immediatamente successiva alla notizia della morte a Parigi del giovane diplomatico, caduto sotto i colpi del giovane giudeo i cui genitori erano stati espulsi dalla Germania verso la Polonia pochi giorni prima. La cieca vendetta popolare seguì un identico metodo dovunque: nella notte si frantumarono tutte le vetrine e si incendiarono le sinagoghe; il giorno seguente furono saccheggiati i negozi che erano privi di ogni difesa, inutilizzando selvaggiamente le merci anche le più costose.

    Solo verso il pomeriggio del giorno 10, dopo una giornata in cui la plebe aveva sfogato i più selvaggi sentimenti, frenata da nessun poliziotto, il Ministro Göbbels diede ordine di cessare, qualificando l’avvenuto come sfogo del «popolo tedesco». Bastò questa parola a ristabilire la calma.

    Tutto ciò lascia facilmente intuire che l’ordine o il permesso di agire veniva molto dall’alto.

    Per questa frase di Göbbels, che la così detta «reazione antisemita» fosse opera del «popolo tedesco», ha molto sofferto il vero e sano popolo tedesco, che è certo la major pars: un Spraintendente protestante a riposo, ottantenne, è venuto a protestare contro questa frase di Göbbels anche alla Nunziatura Apostolica.

    Ora è un incalzarsi di leggi e disposizioni ministeriali per isolare sempre più i giudei, vietando loro ogni commercio, ogni frequenza alle scuole comuni, ogni ingresso ai luoghi di pubblico divertimento (teatri, cinematografi, concerti e ritrovi di cultura), con in più una multa globale di un miliardo da pagare: si dice che dalla denuncia, imposta la primavera scorsa, i giudei erano risultati proprietari di una somma globale di 7 miliardi.

    Furono pure ritirate ai giudei tutte le armi; e benché lo scopo fosse ben altro, però fu bene, perché la tentazione di suicidarsi deve essere stata forte in parecchi.

    I diplomatici tutti si sono molto interessati di questi vandalismi; l’Incaricato di affari della Colombia ebbe anche qualche contrasto con la Polizia, per essersi fatto cogliere a prender fotografie; e il Governo non volendo riconoscere lo sbaglio della Polizia, né potendo colpire l’Incaricato d’affari, che si faceva forte del suo diritto di immunità per un’azione per sé innocente, proibita da nessuna legge, si vendicò rifiutando di accettare le Lettere credenziali del nuovo Ministro di Colombia, che è a Berlino da tre mesi, in attesa di poter essere accreditato.

    I diplomatici di Inghilterra e Olanda sono intervenuti energicamente in difesa dei beni dei giudei, che sono sudditi dei loro paesi; non così l’Ambasciatore di Polonia, poiché fu proprio la Polonia che – ricusando di prolungare ai giudei polacchi di Germania il passaporto che scadeva – provocò l’azione violenta della Germania, la quale rinviò improvvisamente in Polonia decine di migliaia di giudei, e fra questi anche i genitori dell’esasperato giovane, che poi si fece assassino nell’Ambasciata di Germania a Parigi.
    Dichiarazione del Segretariato della Conferenza episcopale tedesca – 1979:

    Tanto più difficile capire oggi che… né in occasione delle leggi razziali di Norimberga nel settembre 1935, né in seguito agli eccessi commessi dopo la notte dei cristalli del 9-10 novembre 1938, la Chiesa abbia preso una posizione sufficientemente chiara…

    I nostri concittadini ebrei si sono trovati abbandonati. La maggior parte delle Chiese e delle comunità cristiane hanno mantenuto il silenzio di fronte a quel pubblico diniego di giustizia.

    http://deborahfait.ilcannocchiale.it/2008/11/10/pensieri_sugli_ebreiverso_la_s.html

    11 Nov 2008, 15:54 Rispondi|Quota
  • #2Paolo

    Sono arrivato a questa pagina perché volevo sapere quale fosse il gorno della settimana di quel 9 novembre. Ho letto la testimonianza della bambina. Devo ammettere che l’orrore che ho provato s’è decuplicato leggendo il corsivo del commento.
    Se l’uomo non riesce a far tesoro del passato cosa gli rimane?
    Come può la vittima di ieri diventare il carnefice consapevole di oggi?
    Le sofferenze patite dal popolo ebraico gli avrebbero potuto permettere di diventare la guida spirituale dell’età contemporanea…l’esempio, il simbolo, il segno…
    E invece…
    E invece…coagulato il sangue, sepolti i morti, estinte le urla…ecco che la tragedia della sofferenza si ripropone, si perpetua…cambiano gli attori, ma il teatro delle miserie umane è sempre lo stesso. Nuovi soprusi si sedimentano sui passati, gli eredi di coloro i quali si stupivano che una civiltà così evoluta come quella della Germania deglli anni ’30 potesse macchiarsi di tali efferati delitti nemmeno si rendono conto di quanto somiglino agli aguzzini dei loro antenati. Così come generazioni di tedeschi estranee a quegli eventi ancora portano il fardello dei delitti dei loro padri, anche i vostri figli, un giorno, dovranno prostrarsi di fronte al tribunale della verità e della storia.

    Mio nonno era un tiratore scelto di stanza in jugoslavia. Era socialista prima del fascismo. Un contadino. Mi ha raccontato tante cose, tante altre non ha avuto il coraggio di raccontarle. Lo capisco e lo compiango…un animo mite travolto dagli eventi.
    Il mio appello va a tutti i nonni e i nipoti, quelli che hanno la fortuna di poter tramandare e quelli che hanno la pazienza di ascoltare…
    Un mondo migliore è possibile, ma una cosa è certa…non è questa la via.
    Le sofferenze del passato non possono e non potranno mai giustificare le violenze del presente.

    Impressioni di un ateo non comunista.

    14 Gen 2009, 01:57 Rispondi|Quota
  • #3Alex

    Ciao Paolo,

    apprezzo moltissimo le tue riflessioni, che vengono dal cuore e che non sembrano velate da pregiudizio nei confronti degli ebrei. Ma nella tua lettera c’è un passaggio fondamentale:

    “Come può la vittima di ieri diventare il carnefice consapevole di oggi?”

    Che è la base di partenza di tante scorribande ideologiche contro Israele, sionismo ed ebrei. Perdonami se sarò troppo sintetico. La frase è semplicemente sbagliata. E le riflessioni da fare sono queste:

    – Prima di tutto, in quanto minoranza – come se fosse un gay, un rom, un nero o quant’altro – riconosciamo all’ebreo il sacrosanto diritto di fare cose giuste o sbagliate. Credere che una minoranza non debba sbagliare mai è un’altra forma di razzismo. Riconosciamo all’altro gli stessi diritti che teniamo per noi. Gli ebrei, i rom, i gay, i neri, non sono né meglio né peggio, né uguali a noi. Punto.

    – Per quanto legato al proprio passato, l’ebreo non è che cammina con la tragedia della Shoah in tasca: in ogni azione che compie ha la determinazione di fare quello che è giusto QUI e ORA e gli ebrei non riconoscono a se stessi il diritto di essere PIU’ LEGITTIMATI di altri a fare la guerra in quanto “hanno tanto sofferto”. Lo sterminio viene spesso evocato proprio dai detrattori degli ebrei, che subito dopo rimproverano: “state sempre a parlare dei campi di concentramento”. La similitudine tra ebrei e nazisti è tanto più odiosa quanto falsa. Ed è particolarmente odiosa alle orecchie di chi porta ancore le cicatrici di una tragedia. Anzi, ti dirò una cosa che può suonarti strana: da noi se ne parla proprio poco di quegli eventi, da noi la vita è un bene supremo, e la morte non va mai mercificata.

    – La questione va inquadrata politicamente. Israele è uno stato formato in maggioranza da ebrei. Ma non è una teocrazia, è una democrazia parlamentare. Le sue azioni dipendono esclusivamente da votazioni e decisioni di governo, come in Italia. La Shoah non centra proprio niente. Si può essere d’accordo o in disaccordo con il proprio governo – anche in Israele – e anche lì esiste una opposizione e una maggioranza. Come da noi. Solo che ORA, maggioranza e opposizione sono piuttosto compatte. Perchè vedono che con il fondamentalismo non c’è dialogo. Perchè vedono che con chi ti vuole distruggere, non c’è dialogo. Perchè vedono che l’Iran fa piovere milioni di dollari di sovvenzioni per armi e addestramenti, senza che l’occidente alzi un dito. Perchè vedono che la guerra contro Israele per questa gente è solo l’inizio di una guerra contro il resto del mondo. Perchè vedono che le motivazioni che Hamas, Hezbollah ad Israele sono una scusa.

    Perchè Israele pensa: come fa l’occidente ad appoggiare chi pensa che tutto il mondo occidentale sia un rifiuto e che la democrazia sia da smantellare?
    Perchè Israele pensa: come fanno i comunisti a sostenere gente che nega la libertà di parola, di stampa, di pensiero, che lapida le donne, che uccide le adultere, che soffoca le opposizioni, che sacrifica i bambini?
    Perchè Israele pensa: come fanno i cristiani a sostenere chi distrugge le chiese, chi li ha cacciati dai luoghi santi, chi cerca di convertire “a fil di spada”, chi gli impedisce di entrare nei luoghi santi, chi finisce le manifestazioni davanti ai luoghi più sacri del cristianesimo.

    Israele si sente sola. Perchè gli interessi del mondo convergono in un altra direzione. “Leccare il culo” ai paesi che hanno il petrolio e con i quali mezzo mondo fa affari è un ottimo motivo per “credere” che Israele sia in errore, per esempio.

    Gli ebrei sono scomodi a molti, sono liberi pensatori, sono rompicoglioni. Ma non guerrafondai. Sono per il libero pensiero, per la creatività, per la scienza. E per la pace. Ma queste occasioni fanno uscire dalla tana l’antisemita che in ciascuno di noi, che parla di vittime e carnefici.

    Vittime e carnefici sono parole buone per i titoli dei giornali. Non vanno bene, oggi.

    14 Gen 2009, 09:12 Rispondi|Quota
  • #4dova cahan

    Da non dimenticare questa notte..e stata la notte della grande decisione del
    crime tedesco contro gli ebrei…Hanno pagato il prezzo …ma mai abbastanza
    caro a cio che hanno fatto al nostro popolo…
    Da non dimenticare…da ricordare…e da non perdonare mai e poi mai…

    9 Nov 2009, 11:22 Rispondi|Quota
  • #5Tullia Vivante

    Carissimo Emanuel Baroz,
    ti ringrazio per avermi inviato l’articolo che racconta la “notte dei Cristalli” del ’38, purtroppo per aver patito in quel tempo sulla mia pelle la persecuzione agli ebrei, a Trieste mia città natale, per via di mio padre che era un ebreo sefardita veneziano, sento un angoscia che non posso descrivere, e sarò sempre pronta a combattere perché MAI si dimentichi l’orrore del nazismo, ma anche quello del comunismo in URSS, perché gli ebrei morti nei gulag non sono di serie B, rispetto a quelli morti nei lager.
    Con viva cordialità.
    Tullia Vivante – Venezia – http://www.circolothatcher.org

    9 Nov 2009, 13:31 Rispondi|Quota
  • #6Emanuel Baroz

    «Notte dei cristalli». Aperta una nuova sinagoga

    Il presidente della Germania Christian Wulff ha inaugurato a Speyer (la Spira romana), una nuova sinagoga, nel giorno dell’anniversario della «Notte dei cristalli», il pogrom contro gli ebrei compiuto nel 1938 dai nazisti. Il tempio, ha detto Wulff, è una realizzazione della promessa di una «presenza nuova e permanente della vita ebraica» nella città sudoccidentale, dove la vecchia sinagoga fu distrutta nel corso delle terribili violenze. Almeno 91 ebrei tedeschi furono uccisi in Germania in disordini organizzati dal regime di Hitler, oltre 200 sinagoghe furono distrutte e migliaia di negozi di proprietà di ebrei furono vandalizzati. Il 9 novembre è anche l’anniversario della caduta del muro di Berlino, nel 1989. La comunità ebraica in Germania è cresciuta dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Questo giorno, ha affermato ieri Wulff, è «un giorno della fiducia e della speranza», ma anche della memoria.

    (Fonte: Quotidianamente.net, 10 novembre 2011)

    13 Nov 2011, 12:27 Rispondi|Quota
  • #7Emanuel Baroz

    Cars torched in anti-semitic Kristallnacht arson in Brooklyn

    http://elderofziyon.blogspot.com/2011/11/cars-torched-in-anti-semitic.html

    13 Nov 2011, 14:09 Rispondi|Quota
  • #8Silvana De Mari

    10 Nov 2012, 20:20 Rispondi|Quota
  • #9Micol

    MAI PIÙ’!!!

    9 Nov 2014, 19:27 Rispondi|Quota
  • #10Daniel

    Ogni volta che rileggo questo racconto mi sento male

    17 Nov 2016, 21:34 Rispondi|Quota
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