Intervista all’ambasciatore di Israele in Italia

 
Fabio Perugia
8 gennaio 2009
1 commento

66gideon_meirDalla poltrona del suo studio Gideon Meir continua a lavorare giorno e notte. L’ambasciatore di Israele in Italia è in costante collegamento con Tel Aviv e segue, «da vicino», le operazioni a Gaza. Il telefono è incandescente. Lui passa dall’ebraico, all’inglese, all’italiano. Il tema è sempre lo stesso. Ma seppur il suo impegno diplomatico a Roma diventa a ogni colpo d’artiglieria più difficile, sembra restare sereno. Come fosse sicuro delle ragioni che oggi rappresenta.

Ambasciatore, che guerra sta combattendo Israele?

«Israele ha lasciato la Striscia di Gaza nel 2005 per dare la possibilità ai palestinesi di avere un proprio governo senza l’ingerenza israeliana e di far partire un processo che portasse alla creazione di due Stati che possano vivere uno accanto all’altro. A partire dal 2002 i residenti di molti centri abitati nel Sud di Israele sono esposti al fuoco di razzi Qassam sparati da Hamas e altre organizzazioni terroristiche. Israele è uscita da Gaza per dare la possibilità ai palestinesi di gestire la propria vita e di porre fine al lancio di missili. Purtroppo gruppi palestinesi hanno investito in armamenti per attaccare Israele o combattere contro i loro stessi fratelli del partito di Al Fatah. Tuttavia, in questi anni, Israele ha sempre deciso di non reagire e con la mediazione dell’Egitto si è arrivati al cessate il fuoco con Hamas. Ma il lancio di razzi non è mai cessato. Una settimana e mezzo fa Hamas ha comunicato che quel cessate il fuoco era terminato: il lancio di razzi è stato incrementato e a Israele non è rimasta alcuna scelta se non compiere il dovere di difendere i propri cittadini. Quello che oggi sta cercando di fare Israele è eliminare la capacità di colpire i civili israeliani. Israele non ha alcuna intenzione di tornare a Gaza e occupare la Striscia».

La battaglia riguarda solo Israele e Hamas?

«È contro i terroristi di Hamas e gli altri gruppi di terroristi che operano a Gaza».

Eliminando Hamas si può stabilire un dialogo con i palestinesi?

«Israele ha già in atto un dialogo continuo con l’Autorità nazionale palestinese per raggiungere un accordo di pace. Questa guerra non è contro i moderati, è contro gli estremisti. E Hamas è un’organizzazione estremista, parte della jihad mondiale e sostenuta anche dall’Iran. Vede, ogni Paese vive di esportazioni: la specializzazione dell’Iran è esportare il terrorismo. L’Iran vuole infiammare la situazione anche nel Sud del Libano».

Dobbiamo aspettarci un attacco di Hezbollah?

«Israele è preparata a un’eventualità del genere».

Il ministro della Difesa Ehud Barak spiega che questa offensiva non sarà facile, né breve. Intanto Hamas minaccia una terza intifada.

«Il fatto che non ci siano quasi più attentati suicidi in Israele dal 2002 non è dovuto dalla scelta di Hamas di smettere la sua attività di terrore, ma ai mezzi e ai provvedimenti, attivi e passivi, utilizzati da Israele. Non c’è nulla di nuovo nelle loro dichiarazioni. Del resto, il loro obiettivo dichiarato è uccidere il maggior numero di civili israeliani».

Che risultati ha ottenuto Israele in questi giorni di guerra?

«Hamas ha subito un duro colpo. Sono stati colpiti i loro quartier generali. Quando sentiamo parlare di 500 vittime, 450 circa di queste sono esponenti di Hamas. Al contrario di quanto fanno loro, per noi la popolazione civile non è un obiettivo. Se i palestinesi vengono colpiti è perché Hamas li usa come scudi umani. Non ho ancora visto in vita mia un esercito, come quello israeliano, che deve colpire un obiettivo militare e chiama la popolazione civile per far evacuare. Hamas, invece, obbliga i civili a dormire con armi e missili dentro casa».

C’è un terrorismo mediatico?

«È chiaro, c’è tanta propaganda e menzogna da parte di Hamas. Loro rapiscono i giornalisti, li minacciano. E se ripeti una menzogna nel tempo, questa diventerà una verità».

La diplomazia mondiale si sta iniziando a schierare. Stavolta le critiche nei confronti di Israele sembrano essere meno dure. È la paura del terrorismo o Israele riesce a spiegare meglio le proprie ragioni?

«È una combinazione di questi fattori. I leader d’Europa e del mondo non possono ignorare che Israele sta combattendo gli estremisti. E nel momento in cui saranno fuori gioco, le forze moderate si rialzeranno e i negoziati per la pace ripartiranno. Noi israeliani vogliamo solo vivere in pace, come gli italiani».

Crede che l’azione diplomatica del presidente Sarkozy possa cambiare qualcosa?

«Sarkozy sarà in Israele domani (oggi, ndr). I nostri rapporti con la Francia sono ottimi. Il ministro Tzipi Livni è stato a Parigi giovedì scorso e trovare una soluzione assieme che permetta di vivere in Israele in sicurezza e pace è un nostro obiettivo».

Come giudica le critiche di Massimo D’Alema a Israele e gli inviti a dialogare con Hamas?

«Chiunque invochi un dialogo con Hamas parla solo di una cosa: il numero delle nostre bare e dei fiori che verranno poggiati sopra. Quelli che parlano di dialogo con Hamas non li ho mai sentiti parlare in questi otto anni in cui i residenti di Sderot hanno vissuto sotto i razzi. Sento le loro voci esclusivamente quando Israele tenta di difendersi. Invece posso dire di essere contento delle dichiarazioni venute dalla sinistra italiana. Proprio loro hanno dato la risposta giusta».

Ma Hamas non è stato eletto democraticamente?

«Anche Hitler fu eletto democraticamente. L’obiettivo di Hitler e di Hamas sono identici. Ma cosa fareste voi se i residenti di una città italiana fossero attaccati e chi vi attacca non vuole parlarvi?».

L’Occidente cosa non ha capito di questa guerra?

«Bisogna tener presente che le persone che vivono lì, con le quali dovremmo parlare, non hanno una mentalità europea. Spesso sono il contrario di noi. Si oppongono ai valori occidentali a iniziare dai diritti fondamentali dell’uomo».

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Commento

  • #1costello

    per mi,tanto che il mondo no accetta che noi ebreo a le diretto a uno paese”ISRAELE”,no sara possibile pace,quando io vedo al novella zelanda,ce cogliones antissemitta,mi fa orrore,io preferire uno uomo come MOUBARAK,lui logico,intelligente,lui avrei detto al popolo palestinese,”no bene di votare “hamas”,e le popolo palestinese risponsabile,e lui che dare fiducia al hamas,ce gentes terrore,odio,impossibile fiducia,quando al francia una giovane signora si fa attacca perche ebreo,come fa fiducia a ce cattivo gentes!tutto il mondo antissemitta,forse MOUBARAK,ma io ammare le corragio de ce uomo,lui no paura,lui no sostegno terrore,che le altra si,shalom

    9 Gen 2009, 12:42 Rispondi|Quota