Gaza: un’altra moschea usata come arsenale

 
Emanuel Baroz
13 gennaio 2009
3 commenti

Gaza: un’altra moschea usata come arsenale
qassam_71Le truppe israeliane hanno trovato un piccolo arsenale di razzi Qassam e Grad ammassati in una moschea nella parte meridionale di Gaza City che in mattinata era stata colpita dai jet con la stella di David. Lo riferisce il sito web di Haaretz citando fonti di Tsahal, che dall’inizio delloffensiva aveva accusato Hamas di usare i luoghi di culto per nascondere il loro arsenale. Nei primi giorni dell’attacco l’aeronautica israeliana (Iaf) aveva diffuso su YouTUbe le immagini di un bombardamento di una moschea sostenendo che le esplosioni a catena innescate dalla prima bomba dimostravano che all’interno si celava un arsenale.
Repubblica.it

(12 gennaio 2009)

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  • #1Juan

    12/01/2009 “Quando usciranno dai loro nascondigli sotto terra, i capi di Hamas avranno di che vergognarsi: hanno abbandonato gli abitanti di Gaza, trasformando la città e i suoi civili nel loro scudo umano personale”. Lo ha detto domenica il presidente israeliano Shimon Peres.

    (Fonte: Israele.net)

    14 Gen 2009, 00:27 Rispondi|Quota
  • #2Juan

    Trovato in giro sul web:credo sia una lettera inviata al direttore de Il Giornale…

    l’uso deliberato, sistematico e diffuso di lanci di razzi e attacchi suicidi contro la popolazione civile in Israele e altri obiettivi civili viola numerosi principi riconosciuti del Diritto sui conflitti armati e costituisce chiaramente un crimine di guerra e un crimine contro l’umanità.

    1/ L’atto di sferrare attacchi contro la popolazione civile e obiettivi civili viola il Principio della Distinzione – la regola più importante del Diritto sui conflitti armati. Secondo questo principio, le parti devono sempre distinguere tra civili e combattenti. Di più, secondo questa regola, è strettamente proibito dirigere attacchi contro obiettivi civili o popolazione civile che non partecipano direttamente alle ostilità. L’art. 48 del I Protocollo Addizionale delle Convenzioni di Ginevra del 1949 e nel Protocollo addizionale relativo alla protezione delle vittime dei conflitti armati internazionali del 1977, recita: “Al fine di garantire il rispetto e la protezione della popolazione civile e degli obiettivi civili, le Parti in conflitto devono sempre distinguere tra la popolazione civile e i combattenti e tra gli obiettivi civili e gli obiettivi militari e dirigere conformemente le loro operazioni soltanto contro obiettivi militari”. L’art. 8 (2) (b) (i) dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale (1998), nell’elenco degli atti costituenti crimini di guerra, include: “Attacchi diretti intenzionalmente contro la popolazione civile come tale o contro civili che non partecipano alle ostilità”.

    2/ Il lancio quotidiano di razzi da parte di Hamas contro i villaggi e le città della regione meridionale di Israele, punta anzitutto a seminare il terrore tra la popolazione civile israeliana. Anche questa è una seria violazione di un divieto definito con chiarezza dal Diritto sui conflitti armati, di commettere atti, o minacciare violenza, il cui fondamentale obiettivo sia la diffusione del terrore tra la popolazione. L’art. 51 (2) del I Protocollo addizionale alle convenzioni di Ginevra del 1949 e dei protocolli addizionali sulla Protezione delle Vittime dei conflitti armati internazionali (1977), stabiliscono la norma secondo la quale: “La popolazione civile come tale, così come singoli individui civili, non devono essere oggetto di attacco. Atti o minacce di violenza il cui fondamentale obiettivo sia la diffusione del terrore tra la popolazione civile sono proibiti”.

    3/ Hamas fa un uso operativo delle aree civili densamente costruite ed abitate nella striscia di Gaza, per pianificare, organizzare e sferrare lanci di razzi. Inoltre, Hamas usa volontariamente strutture civili (quali sono le università) per costruire armi e fare un uso sistematico di aree civili protette (incluse le case e le moschee) per nascondere e accumulare razzi, esplosivi e munizioni.L’art. 8 (2) (b)(XXII) dello statuto di Roma per la Corte penale Internazionale (1988) include nell’elenco “Crimini di guerra” l’atto di “utilizzare la presenza di civili… per rendere alcuni punti, aree e forze militari immuni da operazioni militari”.

    4/ Forse ancor più reprensibile dell’accumulo di armi e del lancio di razzi da aree civili, è la crescente e sistematica diffusione dell’uso di civili, da parte di Hamas, come scudi umani. Tale comportamento è stato verificato, ad esempio, quando Hamas ha espressamente chiamato uomini, donne e bambini palestinesi a convergere su bersagli militari che avrebbero potuto essere attaccati, per fungere da “scudi umani”. Così, come espressamente sancito dall’art. 77 (2) del I Protocollo Addizionale delle Convenzioni di Ginevra del 1949 e dai protocolli sulla Protezione delle Vittime nei conflitti armati internazionali (1977): “Le parti in conflitto devono adottare tutte le misure possibili perché tutti i bambini che non abbiano raggiunto i quindici anni non partecipino direttamente alle ostilità e, in particolare, non devono arruolarli tra le proprie forze armate…”. Inoltre, l’art. 8 (2) (b) (XXVI) dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale (1988) elenca i seguenti atti come crimini di guerra: “La coscrizione o l’iscrizione di bambini sotto l’età di 15 anni tra le forze armate nazionali o il loro uso per la partecipazione attiva alle ostilità”.

    C’è chi si ostina a criminalizzare Israele quando si difende e ignora deliberatamente i veri crimini, quelli contro civili inermi e bambini addestrati alla guerra. A proposito, che fine hanno fatto Onu e Unicef?

    14 Gen 2009, 00:45 Rispondi|Quota
  • #3Juan

    Gaza: Egitto, monito ad Hamas

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    14 Gen 2009, 01:10 Rispondi|Quota