Armi a Hamas: nave con carico sospetto, Cipro farà seconda perquisizione

 
Emanuel Baroz
1 febbraio 2009
3 commenti

M.O./ Nave con carico sospetto, Cipro farà seconda perquisizione

Il container Monchegorsk sospettato avere a bordo armi per Hamas

jak101_whNicosia, 31 Gennaio 2009 (Ap) – Si è ulteriormente complicata la saga della nave sospettata di trasportare armi dall’Iran verso Gaza: le autorità cipriote l’hanno perquisita e successivamente hanno fatto marcia indietro sulle precedenti dichiarazioni relative a violazioni delle risoluzioni delle Nazoni Unite.

Il ministro degli Esteri di Cipro, Markos Kyprianou, oggi ha annunciato che le autorità effettueranno una seconda perquisizione. I sospetti che il Monchegorsk – un container battente bandiera cipriota – stesse trasportando armi provenienti dall’Iran e destinate ad Hamas, il gruppo integralista palestinese, sono stati sollevati dagli Stati Uniti che lo hanno fermato la scorsa settimana nel Mar Rosso ma non avevano l’autorità legale per trattenerlo. La nave è arrivata a Cipro giovedì e resta ancorata nell’isola.

Il quotidiano israeliano Haaretz ha riferito sul suo sito internet che il ministro degli Esteri dello stato ebraico, Tzipi Livni, ha chiesto al telefono a Kyprianou di intraprendere le iniziative necessarie per sequestrare tutte le armi a bordo.

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  • #1Emanuel Baroz

    Segnaliamo anche questo articolo:

    Il retroscena
    Così Teheran fornisce armi, denaro e addestramento agli islamici

    La nave che svela le trame iraniane a Gaza

    Teheran ha investito tanto nella causa palestinese e non vuole perdere neppure questa occasione per estendere la sua influenza. L’ ayatollah Alì Khamenei ha emesso una fatwa con la quale esorta a difendere «con ogni mezzo» Gaza e ha proclamato per oggi un giorno di lutto.

    Da un porto iraniano è intanto salpata una nave che in 12 giorni raggiungerà la Striscia provando a violare il blocco. A bordo vi sarebbero dottori e 3 mila tonnellate di aiuti. Il cargo segue una rotta che gli iraniani hanno già usato per portare materiale bellico e che è emersa in modo clamoroso nel gennaio 2002.

    In quell’ occasione la Marina israeliana intercetta un mercantile, la Karine A, con a bordo 50 tonnellate di armi che devono essere trasferite a terra all’ interno di contenitori galleggianti semi-sommergibili. A gestire il traffico ufficiali della Forza Qods, lo speciale apparato iraniano che assiste movimenti guerriglieri e terroristi.

    Da quell’ episodio l’ Iran ha provato a proteggere meglio un flusso continuo di equipaggiamento bellico. Certamente si tratta di un arsenale modesto – insignificante se paragonato a quello israeliano – sufficiente però a tenere in piedi l’ apparato militare di Hamas e a conquistarsi la riconoscenza dei palestinesi. E di conseguenza i rapporti del movimento con gli ayatollah si sono ampliati. Una situazione ben diversa rispetto al passato.

    Per anni Teheran ha puntato sulla più malleabile Jihad islamica e ha guardato con cautela ad Hamas, che, forte della sua base popolare e gelosa della propria autonomia, non si è mai trasformata in un docile burattino. Ma da quando Gaza è diventato l’ Hamastan le cose sono cambiate. L’ indice del mutamento nei rapporti è dato dai finanziamenti iraniani: 30 milioni di dollari nel 1993, 120 nel 2006, oltre 350 nel 2007. Più l’ embargo anti-Hamas si è fatto soffocante e più Teheran ha trovato spazi per infiltrarsi. Lungo quest’ asse si è sviluppata la cooperazione militare. Diverse centinaia di militanti, in particolare membri delle Brigate Al Kassam, sono andati ad addestrarsi in Iran alle tecniche di guerriglia. Consiglieri khomeinisti hanno compiuto il percorso inverso stabilendo a Gaza un team di assistenza.

    Gli iraniani hanno fornito nuovi mortai – da 120 mm, raggio d’ azione 10 chilometri – che sono una copia di un «pezzo» israeliano. Poi sono arrivati razzi Grad, capaci di raggiungere un bersaglio a 40 chilometri. Teheran ne ha sviluppato una versione «ad hoc» per l’ export clandestino con un raggio ridotto (16 chilometri): si smonta e si rimonta abbastanza in fretta. Li puoi celare nelle stive di un peschereccio oppure li fai passare nelle gallerie. Gerusalemme sostiene che nell’ ultimo anno sono ripresi i traffici via mare.

    Sempre i consiglieri iraniani hanno migliorato la catena di montaggio a Gaza e oggi le piccole officine di Hamas possono costruire ordigni in grado di arrivare fino a 21-22 chilometri. Li hanno battezzati Nasser 4 e il costo unitario è di appena 400 dollari. Merito dell’ intraprendenza dei tecnici e dei buoni suggerimenti ricevuti.

    Olimpio Guido

    29 Dicembre 2008 – Corriere della Sera

    http://archiviostorico.corriere.it/2008/dicembre/29/nave_che_svela_trame_iraniane_co_8_081229020.shtml

    1 Feb 2009, 13:58 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    E anche questo:

    I timori dell’ intelligence

    «Nave iraniana colma di mine e razzi per riarmare Hamas»

    WASHINGTON – Hamas, per quanto ferita e debilitata, è riuscita a tirare razzi fino all’ ultimo giorno di battaglia. I rudimentali Kassam (fatti in casa) e i missili forniti dall’ Iran. Adesso i depositi vanno riempiti e Teheran, affermano gli israeliani, è pronta a inviare ai palestinesi missili Fajr. Con un raggio d’ azione di 75 chilometri, gli ordigni possono «coprire» molte località nella parte centrale di Israele, compresa Tel Aviv.

    Il sito Debka – non sempre troppo accurato – ha scritto che unità americane ed egiziane darebbero la caccia a una misteriosa nave iraniana, con a bordo 60 tonnellate di armi: i Fajr, razzi controcarro, mine. Il cargo, partito dal porto iraniano di Bandar Abbas, ha cambiato nome da «Iran Hedayat» in «Famagustus» quando è entrato nel Golfo di Oman. Per l’ intelligence, il mercantile potrebbe scaricare il materiale sulla costa del Sinai in un punto usato in passato dai trafficanti.

    Successivamente i beduini, spesso coinvolti nel contrabbando, garantirebbero il trasferimento a El Arish e quindi nella Striscia di Gaza. Anche se è difficile, viste le dimensioni del Fajr, farlo passare attraverso un tunnel. L’ aiuto iraniano si inserisce in un quadro dove Hamas e Teheran stanno esaminando l’ andamento della campagna. Gli ayatollah sarebbero rimasti in parte scontenti perché le tattiche impiegate non hanno provocato molte perdite tra gli israeliani né si sono avute «sorprese», come il rapimento di un soldato. Giudizi negativi emersi anche tra i palestinesi durante un meeting riservato a Damasco. Queste le contestazioni: i reparti non si sono rivelati all’ altezza delle promesse fatte; la leadership locale è stata costretta a rimanere nascosta nei bunker; le unità scelte non hanno usato al meglio le tattiche imparate. Al tempo stesso, però, i capi di Gaza hanno mantenuto capacità di manovra e, per ora, non c’ è stata una reazione negativa da parte della popolazione, sacrificata cinicamente nel conflitto.

    La discussione di Damasco – secondo nostre fonti – è stata accesa, con scambi di accuse pesanti sulle scelte del movimento. Ma, alla fine, i dirigenti avrebbe serrato i ranghi sicuri che l’ apparato di Hamas a Gaza ha molte carte da giocare. Ed è pronta a ricevere sostegno militare da chiunque lo voglia offrire. Per questo Teheran ha mobilitato gli uomini della Forza Qods per riarmare l’ alleato.

    Guido Olimpio

    Pagina 17
    (21 gennaio 2009) – Corriere della Sera

    http://archiviostorico.corriere.it/2009/gennaio/21/Nave_iraniana_colma_mine_razzi_co_8_090121040.shtml

    1 Feb 2009, 14:00 Rispondi|Quota
  • #3Edgar

    10/02/2009 L’indagine Onu ha concluso che la nave cargo iraniana Monchegorsk intercettata e bloccata nel porto di Limassol (Cipro) ha violato l’embargo sulle armi imposto all’Iran: a bordo sono stati trovati detonatori, munizioni e altre armi vietate all’Iran dalle risoluzioni delle Nazioni Unite.

    10 Feb 2009, 13:20 Rispondi|Quota
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