Durban II nelle mani di Libia, Siria e Iran

 
Emanuel Baroz
20 febbraio 2009
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Durban II nelle mani di Libia, Siria e Iran

Scritto da Maurizio De Santis

antisemitism1Finalmente, con Durban II alle porte, il testo del progetto di dichiarazione finale della suddetta Conferenza, è stato pubblicato. Un testo confezionato da un Comitato preparatorio dove presidenza e vice-presidenza sono state affidate, rispettivamente, a Libia ed Iran, due indiscussi garanti dei diritti e delle libertà individuali.

Ne è derivato un lavoro di elevata qualità morale, di raro spessore giuridico, particolarmente attento nella tutela dei diritti umani. La Conferenza islamica può andar fiera di essere riuscita ad ottenere, udite udite, due posti chiave per poter concretizzare il proprio duplice obiettivo di colpire Israele e, contestualmente, ottenere il riconoscimento dell’insindacabilità dell’islam.

Scoviamo, dunque, le migliori perle poste in agenda da questi signori, con il dichiarato scopo di essere approvate “furor populi”:

a) il popolo ebreo non ha diritto alcuno ad una patria. Questa pretesa (sionista) andrebbe, anzi, catalogata quale patente forma di razzismo. E ciò perchè ampiamente basata su un’argomentazione squisitamente legata alla razza.

Vien da sorridere nel pensare ad Israele quale nazione di razza monotematica, formata chessò, da soli europoidi (slavi, ispanici, scandinavi, fate vobis).

Guardando nel giardino degli accusatori, vi sono realtà etniche assai più “fondate sulla razza” quali quelle dell’Arabia Saudita, o dello Yemen. La stessa Turchia, ultimamente infervorata dalla propria “turchicità” (indissolubile nel legame con la propria “islamicità”) sarebbe assai meno variegata dello Stato di Israele.

b) Israele sarebbe colpevole “di segregazione” a danno delle minoranze arabo-musulmane.

Strano. Risulterebbe che gli arabi d’Israele godano del diritto di voto, del diritto di edificare moschee, pregare senza rotture, avere partiti che li rappresentano e, guarda un po’,  più di qualche deputato.

Pare, invece, che gli oltre tre milioni di immigrati cristiani che affollano la penisola araba (dall’estremo nord del Kuwait alla punta dello Yemen del sud) abbiano grandi possibilità di pregare senza rischiare l’osso del collo.
Che gli oltre otto milioni di immigrati che affollano sempre la stessa regione, abbiano diritti neanche lontanamente paragonabili a quelli esercitati nella terra di Tel Aviv.

Non mi sovviene di aver mai ravvisato un’adeguata rappresentanza politica per i cristiani copti dell’Egitto. Trattati quali cittadini di serie b, pur essendo gli unici veri egiziani che calcano la terra dei faraoni.

Chiedere, poi, di considerare le responsabilità per le vittime di atrocità in paesi quali il Sudan (islamizzazione forzata e genocidio del Darfour) e lo Zimbawe è mera accademia.

c) Viene contestato il fatto che la Shoah sia costata la vita al terzo della popolazione ebrea dell’epoca. Fatti, cifre e prove sulla Shoah sono poste in virgolettato. Questo perché la Siria e l’Iran hanno rimesso in questione il numero di vittime ebree, mentre il diffuso consenso sulle dimensioni inoppugnabili dell’olocausto sono la norma che guida il processo decisionale.

Ma Israele non è il solo obiettivo eccellente del documento.

Se la dichiarazione finale sarà conforme al documento preparatorio, la libertà d’espressione rischia seriamente di essere fortemente limitata da nuove leggi che proibirebbero critiche o rappresentazioni negative di religioni o personalità che le rappresentano.

L’Ordine del giorno licenziato dal Comitato preparatorio, in definitiva, tradisce l’indirizzo islamista e totalitario della propria presidenza e vice-presidenza.

Viene attaccato unicamente Israele. Tutti gli altri 191 paesi del pianeta sono degni di essere celebrati nel giorno di Ognissanti.

Viene trattata in modo ossessivo l’islamofobia. Si invita alla difesa delle identità religiose e culturali senza mai riferirsi a diritti e libertà universali.

Viene condannato l’anti-arabismo. Fino a far coincidere arabicità con islamicità (un saluto alle minoranze religiose).
Aspetto con viva curiosità i lavori di Durban II.

Da:www.giustiziagiusta.info

venerdì 20 febbraio 2009

Il Legno Storto

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