Gaza: Tv di Hamas trasmette cortometraggio che irride Shalit
Gaza City, 6 lug. (Ap) – La televisione di Hamas a Gaza sta trasmettendo un cortometraggio a cartoni animati che deride Gilad Shalit, il soldato israeliano che il gruppo fondamentalista islamico ha preso in ostaggio tre anni fa. Gli organi di informazione dello stato ebraico hanno trasmesso oggi passi del filmato. Il sergente Shalit, 22 anni, viene mostrato incatenato alla parete della cella di una prigione mentre supplica un ragazzo palestinese di liberarlo. Il giovane oppone però un rifiuto, ricordandogli che i suoi familiari sono detenuti nelle carceri israeliane. I militanti di Gaza rapirono il soldato nel giugno 2006, penetrando in territorio israeliano attraverso un tunnel. Due militari furono uccisi nell’attacco. Da allora Shalit non è stato più visto e Hamas ha impedito alla Croce Rossa di visitarlo.
#1Parvus
Simile gente, rappresenta una vergogna per l’intera umanità.
#2Alberto Pi
MO: GAZA, SHALIT SCHERNITO NEI CARTONI ANIMATI DI HAMAS/ANSA
OSTAGGIO DIALOGA CON BAMBINO PALESTINESE, PROMETTE CHE EMIGRERA’ TEL AVIV
(di Aldo Baquis)
(ANSA) – TEL AVIV, 7 LUG – Confermando di essere tutt’altro che una emittente di evasione, la televisione al-Aqsa di Hamas ha proposto nei giorni scorsi ai bambini di Gaza un cartone animato in cui schernisce Ghilad Shalit, il soldato israeliano prigioniero da tre anni nella Striscia in una località ignota. Le immagini sono state rilanciate dalla televisione commerciale israeliana Canale 2, ed hanno destato reazioni indignate. Il filmato si apre con un close-up di Shalit che è incatenato, ha un aspetto trasandato ed in ebraico invoca la madre. Su una parete ha tracciato col gesso le giornate di prigionia, ed è evidente che presto dovrà passare ad un altro muro perché lo spazio scarseggia. Poi, a sorpresa, la solitudine è rotta dall’arrivo di un bambino palestinese. “Ti darò quello che vuoi – propone, forse dimentico di non possedere altro che gli stracci che indossa – se mi libererai”. Ma il bambino risulta irremovibile, anche perché – spiega – nelle prigioni israeliane sono reclusi suo padre, suo fratello ed un vicino di casa che potrebbero essere scambiati con Shalit. Però il prigioniero israeliano, tutto sommato, lo commuove. Perché non provare a scrivere al premier Benyamin Netanyahu? Lo Shalit del cartone animato geme: ha già scritto, ha anche inviato una cassetta audio, e non è successo niente. “Non dovrò mica morire in carcere ?”, si chiede. Il bambino non riesce a capacitarsi: è mai possibile che lo Stato di Israele sia insensibile al suo destino? “Chi ha detto che Israele è uno Stato? – replica con amarezza il prigioniero del cartoon – Ciascuno di noi è venuto da un Paese diverso, dalla Gran Bretagna, dall’ Italia, dall’America, dalla Francia”. La sua unica speranza di essere liberato è riposta semmai nei miliziani di Hamas: se almeno rapissero altri soldati, pensa, allora i vertici israeliani sarebbero costretti ad agire, a realizzare lo scambio di prigionieri. Il bambino palestinese comincia a provare una certa empatia verso il prigioniero: “Se Inshallah (volesse il Cielo) sarai liberato, cosa farai?”. Shalit non ha dubbi. Getterà alle ortiche la divisa militare e poi andrà a vivere in Francia o in Italia: l’importante è non vivere più in Israele. “Salam (pace)” gli dice il bambino palestinese, nell’accomiatarsi. Nel sito online della televisione commerciale israeliana, si sono moltiplicati nel corso della giornata i commenti di biasimo. “Mostruoso”, commenta Yael. “Fa venire i brividi”, rincara un’altra ascoltatrice. Ma fra le espressioni di dolore si è inserita anche quella di ‘Un’arabà secondo la quale gli israeliani in questa occasione dovrebbero cercare di comprendere anche il dolore delle famiglie palestinesi, che provano la medesima nostalgia verso i loro congiunti detenuti in Israele.