Un giusto contrappasso per un boicottatore antisemita

 
Emanuel Baroz
14 ottobre 2009
2 commenti

Un contrappasso per i film di Ken Loach

loach-antisemitismIl regista britannico Ken Loach sarà anche contrario alla proiezione di qualunque film israeliano nei festival internazionali, ma in realtà i suoi film – ironia della sorte – serviranno per promuovere esattamente questo. Nurit Shani, CEO della Lev Cinemas and Films, ha infatti annunciato mercoledì scorso che gli utili ricavati dalla distribuzione in Israele del nuovo film di Loach “Looking for Eric” (“Il mio amico Eric”) saranno investiti nella distribuzione di film israeliani sia all’interno che all’estero.

“Negli anni scorsi – ha spiegato Shani introducendo l’anteprima di “Looking for Eric” al Festival internazionale del cinema di Haifa – Ken Loach ha espresso numerose critiche contro Israele e le sue scelte politiche. Sono convinta che sia pieno diritto di un artista manifestare le proprie opinioni e pertanto ho sempre continuato a far proiettare i suoi film. Purtroppo però, nel corso dell’ultimo anno ho scoperto che Ken Loach stesso non condivide affatto questa mia posizione. L’innovativo artista, che personalmente considero un grande umanista, si è rivelato una persona che non rispetta la libertà d’espressione di quelli che hanno opinioni diverse dalle sue: un artista che non ha letto o non ha capito Voltaire; un artista che fa di tutto per ridurre al silenzio i suoi colleghi, i registi israeliani, impedendo loro di dare voce alle loro opinioni e di vedere i loro film proiettati in giro per il mondo”.

Nel corso dell’ultimo anno Loach ha guidato una campagna di boicottaggio contro il Festival internazionale del cinema di Edimburgo i cui organizzatori avevano deciso di proiettare il film israeliano “Surrogate” con il sostegno finanziario dell’ambasciata d’Israele. Successivamente ha preso parte attiva alla campagna di boicottaggio contro il programma “City to City” del Festival internazionale di Toronto, centrato su film riguardanti Tel Aviv.

Loach ha anche annunciato l’intenzione di boicottare il festival internazionale del cinema di Melbourne, “colpevole” d’aver usato finanziamenti del governo israeliano per coprire le spese di viaggio degli artisti israeliani invitati all’evento. Gli organizzatori del festival hanno risposto che non intendono “piegarsi a ricatti”.

Dopo aver ricordato che è da vent’anni che distribuisce in Israele i film di Loach, Nurit Shani ha spiegato di non poter nascondere il suo disgusto per queste recenti prese di posizione del regista. “Considero questi gesti di Loach come un atto di ipocrisia – ha detto – Un bruciante schiaffo in faccia alla democrazia e allo spirito umanistico dei suoi film. I suoi film sono le opere di un grande regista, ma le sue azioni sono quelle di una persona meschina”.

Di conseguenza Shani ha deciso di donare gli utili in Israele del film “Looking for Eric” e del prossimo film di Loach alla distribuzione di film israeliani all’estero. “Sono convinta – ha detto – che il modo migliore per combattere la censura, e non c’è altro modo di definire le azioni di Loach se non come un tentativo di censura, sia quello di garantire che le voci di Israele, la creatività di Israele così diversificata e affascinante venga sentita forte e chiara sia in Israele che nel resto del mondo”.

Il film Looking for Eric” (“Il mio amico Eric”), presentato all’ultimo festival di Cannes, è in programma nelle sale israeliane per l’inizio di novembre.

(Da: YnetNews, 11.10.09)

Boicottaggi di arte e accademia: faziosi, meschini e stupidi

Israele.net

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